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Donna uccisa da auto a guida autonoma di Uber: la posizione di BMW

La tragedia di settimana scorsa nella quale un’auto a guida autonoma di Uber ha ucciso una donna in Arizona che attraversava la strada di notte,ha portato alla luce qualche dubbio sul futuro a guida autonoma che ci attende. Qualcuno sospetta che utilizzando una tecnologia differente l’incidente si sarebbe potuto evitare, mentre qualcuno punta il dito contro l’azienda a sviluppo di questa tecnologia di guida autonoma. In generale, una cosa rimane invariata, ovvero la percezione di sicurezza nella guida autonoma.

BMW tuttavia non rallenterà la sua corsa verso l’avanzamento di questa tecnologia. L’azienda ha recentemente dichiarato tramite un membro del consiglio di gestione, responsabile per la ricerca e sviluppo, che le tecnologie in cantiere nei propri laboratori non saranno influenzati da questi sfortunati incidenti.

“Le nostre stime sulla guida autonoma rimangono invariate nonostante si siano verificati incidenti deplorevoli”, ha detto Klaus Froehlich.

“il percorso verso la guida autonoma è lungo, quasi quanto una missione su Marte”, ha detto ad Automotive News. Inoltre, la compagnia ha confermato che raddoppierà il numero di veicoli autonomi in test, raggiungendo una flotta di circa 80 unità durante il corso 2018. Qualcuno potrebbe pensare che questa sia una mossa azzardata, ma BMW vuole assicurarsi che queste tragedie non si ripetano in futuro, decidendo di investire quindi molto di più in questo settore.

In questo modo, le nuove tecnologie di machine learning potranno imparare a gestire milioni di scenari diversi. Tuttavia, solo 20 milioni di km verranno percorsi su strade pubbliche, dato che un supercomputer simulerà una grandissima quantità di casi realistici, basati sulle informazioni recuperate dai veicoli durante i previsti 230 milioni di km percorsi. Una soluzione per evitare incidenti in futuro sarebbe quella di introdurre una corsia apposita per i veicoli a guida autonoma, secondo Froehlich.

“in uno spazio totalmente dedicato a questi veicoli, è più semplice anticipare cosa faranno gli altri veicoli e il traffico in generale”, dice Froehlich. “questo rende più facile programmare i riflessi del veicolo e potrebbe addirittura permettere alla vettura di fare affidamento su un numero minore di sensori e telecamere, non dovendosi preoccupare di cose come ciclisti e simili”. Ovviamente, tutto sembra rose e fiori sulla carta, ma nel mondo reale ciò si scontrerebbe con il già ridotto spazio che le città hanno a disposizione per i veicoli tradizionali.

 

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