BMW X5 è l’auto più rubata e… RITROVATA!

Ogni anno riviste, blog, siti internet e giornalisti si inventano le classifiche più fantasiose per il mondo delle automobili. Una delle più interessanti che abbiamo trovato in giro, tuttavia, riguarda le auto che vengono rubate più frequentemente. Per noi, tali classifiche mostrano quanto un’auto sia desiderabile e quanto la tecnologia riesca a tenere lontani i ladri. Secondo un’azienda risiedente nel Regno Unito, la BMW X5 è la regina di un segmento piuttosto speciale, ovvero quello dedicato alle auto rubate e successivamente… recuperate.

I ragazzi di Tracker tengono costantemente traccia – gioco di parole sopraffino – su quali macchine sono più popolari tra i ladri. Dopotutto, il loro compito è quello di assicurare agli automobilisti la certezza della posizione della propria auto e, secondo loro, la BMW X5 è stata l’auto più rubata e recuperata nel Regno Unito nel 2018. Attenzione, non stiamo parlando dell’auto più rubata in generale, ma di quella che, in un modo o nell’altro, è riuscita più volte a tornare dal legittimo proprietario.

Alcuni video apparsi online di recente dimostrano quanto sia facile rubare un’auto senza chiave e andare a guardare la maggior parte delle persone. Tuttavia, con le varie tecnologie di tracciamento, facili da nascondere a bordo, è possibile recuperarlo abbastanza facilmente fintanto che i ladri non sanno dove si trova il localizzatore, sempre che ci sia. Secondo la stessa azienda, la BMW X5 ha conquistato il primo posto di questa particolare classifica otto volte negli ultimi 9 anni, a dir poco impressionante. La Mercedes-Benz Classe C è arrivata seconda l’anno scorso, dopo aver rubato il titolo dalla X5 nel 2017.

Le statistiche di Tracker evidenziano un aumento della percentuale delle auto dotate di tecnologia keyless che vengono rubate. I loro dati rivelano che l’88% dei veicoli rubati dotati di uno dei loro dispositivi, che sono stati poi recuperati con successo nel 2018, sono stati rubati senza l’uso delle chiavi del proprietario. Nel 2017 questa percentuale ammontava a un più basso 80%, mentre nel 2016 era del 66%.