La tonalità Space Gray è una delle maggiori vendute ed utilizzare sulle auto dell’elica, ma qui ha una valenza tutt’altro che “comune”. L’azienda European Auto Source, cerca di coadiuvare un colore a tratti ben radicato nelle comuni autovetture con il mostro rappresentato dalla BMW M5 F10.
Sebbene possa esser sottovalutato per l’utilizzo di una vettura ad alte prestazioni, come la M5, è da verificare che il risultato ottimale è di pregevole effetto: le tonalità dello Space Gray enfatizzate dai giochi di luce garantiti dalla forma della carrozzeria della BMW Serie 5, ne donano una connotazione tutt’altro che paciosa. Anzi.
La M5 F10 è spinta dal poderoso e versatile V8 da 4.4 litri con tecnologia BMW TwinPowerTurbo by Motorsport. Doppio Vanos, VALVETRONIC, iniezione diretta di benzina.
Recuperando una intervista del responsabile dello sviluppo e progettazione Motori di BMW, Jürgen Poggel, dove si pone l’accento subito sui vantaggi del propulsore sovralimentato rispetto al medesimo in modalità aspirata: coppia elevata a basso numero di giri.
Viene da se il paragone con il precedente V10 NA da 5.0 litri. Il nuovo V8 offre quasi 700 N m di coppia ad un regime di rotazione più basso di circa 1’500 rpm. Inoltre il “vecchio” aspirato aveva quasi 300 N m di coppia in meno.
Verrebbe da pensare che tutta questa coppia in basso non consenta al propulsore di raggiungere elevati regimi di rotazione. Niente di più falso. Il V8 TwinPowerTurbo che equipaggia la M5 F10, è in grado sì di avere 680 N m di coppia a 1 500, ma anche di esprimere 412 kW (560 CV) a 6 000 rpm e di allungare senza problemi fino a 7 200 rpm.
Valori che lo avvicinano moltissimo ad un aspirato di grande capacità, pur avendo un vantaggio maggiore in termini di coppia motrice e disponibilità nei regimi medio-bassi.
Il vantaggio si chiama Cross bank exhaust manifold. Tale sistema prevede a sfruttare le onde di pulsione che vengono generate naturalmente dall’architettura V8 con imbiellaggio ad albero piatto (accensioni in camera più irregolari, ma maggior reattività nel salire e scendere lungo l’arco di funzionamento), ottimizzando i flussi e riducendo le perdite di carico. Questo sitema è ottimale nel caso di sovralimentanzione mediante due gruppi turbocompressore separati.
Facendo un esempio “banale”, utilizzassimo un unico gruppo turbocompressore con il sistema CBEM, avremo che parte delle onde di pulsione si disperderebbero anche negli altri condotti di scarico, facendo perdere velocità al fluido e quindi riducendo l’energia cinetica che andrebbe ad alimentare la turbina. In questo modo minori prestazioni a parità di condizioni al contorno.
Nel propulsore S63TU, non solo abbiamo due gruppi turbocompressore distinti, ma sono anche muniti di tecnologia TwinScroll (quindi doppio stadio) che permette di aumentare ulteriormente l’energia che è possibile prelevare dal fluido in evoluzione, riducendo ulteriormente le perdite di carico ed aumentando così la potenza complessiva.
Qui in EAS, si è provveduto ad installare un paio di distanziali Macht Schnell e molle H&R. Queste due modifiche popolari lavorano all’unisono portando la vettura ancora più vicino al suolo, mentre le le ruote originali vanno a riempire ulteriormente i passaruota, creando un atteggiamento aggressivo e sportivo.
Inoltre una serie di lucide griglie per il doppio rene nere, frecce laterali con il logo IND verniciato e cerchi verniciati in nero opaco completano il tutto.
E la meccanica? Eliminati i catalizzatori ed un impianto di scarico specifico in grado di estirpare maggior potenza dal V8 e una maggior velocità di uscita dei fumi di scarico. Questo a sua volta dà alla macchina una migliore risposta ai comandi dell’acceleratore, fornendo al guidatore una guida più dinamica e coinvolgente.