Mi risulta essere uno degli esami + duri in assoluto, ma il miglior investimento economico in assoluto...:wink:
la realtà che non lo passi se non hai parenti o amici notai punto e basta altro esempio... prova ad aprire una farmacia (anche se sei milionario) o a chiedere una licenza per un taxi fatti non parole ci sono caste in italia che vi piaccia o meno
Sono d'accordissimo con te, io. Basta vedere la docenza universitaria, tanto per fare un esempio: concorsi decisi in anticipo, professori che bocciano un aspirante professore in un concorso in un'università dove deve vincere il loro protetto, per poi promuoverlo in un'altra, sessantenni (senza appigli) che sono ricercatori e trentenni magicamente già professori associati, ecc ecc. La realtà è che in molti campi si combatte contro i mulini a vento. Voi dite che basta faticare di più, e che comunque dopo i raccomandati ci siamo "noi"? E' una battaglia persa, in primis perchè facendo così si va ad accettare e certificare lo stato delle cose, in secundis perchè così facendo si fa proprio il gioco dei baroni e dei raccomandati. Il coltello dalla parte del manico ce l'hanno loro, non fatevi troppe illusioni.:wink:
Questo è lo schifo del lecchinaggio e della mafia in università. L'ho detto non so quanti post fa. E io mi devo far giudicare da questi banditi? Discorso diverso per le raccomandazioni nel privato: non servono a mettere dentro l'incapace, ma al contrario. Se ho bisogno di assumere e una persona di cui mi fido mi parla bene di qualcuno ben venga. Io mi fido più di questo sistema che dei concorsi.
qui tanti parlano male dell'universita' senza sapere cosa dicono. brevemente la mia storia: laurea in ingegneria elettronica (quella vera di 5 anni) con 110/110 e lode dottorato di ricerca 4 anni precario in universita' 1 anno a spasso senza lavoro 1 anno a progetto in tim (h24) 1 anno a tempo inderminato in azienda informatica attualmente assunto all'universita' dopo avere vinto il concorso e senza santi in paradiso beh dopo questa mia esperienza quasi decennale posso dire che il privato non e' poi tanto meglio del pubblico e che lavoro piu' oggi di quando ero nel privato (e pagato meno) ma almeno faccio qualcosa che mi piace e dove ho la possibilita' di esprimere le mie capacita'. PS quando ero a spasso e presentavo il curriculum alle varie aziende della zona mi guardavano storto perche' ero troppo qualificato e quindi mi avrebbero dovuto pagare troppo, non dico altro.
Per la farmacia, non so c'è chi ne sa + di me in questo forum, per l'esame di notariato, la spinta serve solo a partire in un buon posto, ma non a passare l'esame.:wink:
Il concorso per diventare Notaio è al pari di quello in magistratura.Quanto a difficoltà,preparazione e possibilità di buon esito.Per i Notai ci son le piazze notarili,se queste sono già prese ci si deve spostare,anche da Taormina a Bolzano.Se non si accetta si retrocede all'ultimo posto in graduatoria e si passa al nominativo immediatamente dopo.Così è quanto mi risulta salvo aggiornamenti della procedura recenti.
Conosco persone non figlie di notaio che lo sono diventate, come anche figli di notaio che lo sono diventati. Quindi mi pare che non ci sia una regola fissa. L'esame di stato per farmacisti invece non richiede accosti per un semplice motivo: i farmacisti mancano. Quindi non ci sono pressioni da parte dell'ordine per falcidiare il più alto numero possibile di candidati. Infatti un neo laureato in farmacia trova impiego in brevissimo tempo, prende sui 1300€ al mese che è quanto un operaio (scandalo) ma non rimane disoccupato. Quanto ai concorsi per l'assegnazione della titolarità di una farmacia per quanto ne so io vale la stessa regola del concorso da notaio: chi lo vince a volte è un illustre sconosciuto, a volte è figlio di farmacista. Piuttosto non si sa perchè ma al sud le farmacie sono in numero minore a quanto consentirebbe la legge e i concorsi non vengono mai indetti, al centro e al nord sono precise al pelo. Ma questa non è colpa dell'università. Va però detta una cosa: che il caso di farmacisti e notai riguarda la minoranza del totale dei laureati italiani. Se la domanda fosse: "un laureato ha più garanzia di trovare un lavoro o maggiori possibilità di lavorare da autonomo con successo?" io risponderei di no. Tant'è che l'operaio di Mirafiori guadagna tale quale le mie collaboratrici che sono farmaciste e iscritte ad un ordine.
E' più delirante che gli operai siano sempre a lamentarsi e scioperare (anche messi su dal sindacato). Al TG se ti vogliono fare pena vanno a trovare la famiglia dell'operaio. Ma il farmacista prende uguale, ha studiato ed ha una responsabilità maggiore. Però è più dignitoso e non si fa metter su da Diliberto o da Ferrero. Capiamoci: 1300€ sono pochi per entrambi, ma non c'è proporzione.
C'è una legge che lo vieta alla Fiat per caso?:wink: Infatti cerchiamo di darle una gratifica un paio di volte l'anno, ma andrebbe rivisto il sistema in toto perchè una farmacia che paga il 50% in più i dipendenti non chiude ma ci fa pari. Perchè poi gli studi di settore, le trattenute ASL, il terremoto in Abruzzo, la pressione fiscale, ecc.
Ma infatti io mi son deciso ad andare a prendere tutto cio' che è possibile non nelle farmacie tradizionali (w le parafarmacie). Mi si stringe il cuore vedere questi poveri farmacisti, che tra odore di sudore e cenci sporchi, mendicano affinchè io prenda una crema in piu' per poter sfamare i loro poveri pargoli. Ovvio che anche in fiat forse potrebbero fare lo stesso, ma è troppo semplice volere che gli altri cambino senza mai fare il primo passo.
Se sono dipendenti sono pagati secondo contratto quindi che lavorino in parafarmacia o farmacia tradizionale guadagnano uguale. C'è da dire, come hai notato anche tu, che nella farmacia c'è da pedalare e molto, nella parafarmacia hanno tempo per leggere Chi o Gente.
E' il primo ma non l'unico: se al collaboratore do 1.000€ di gratifica, quanti diventano per me che li do? Per questo sono favorevole a pagare di più i collaboratori, ma va rivisto tutto il sistema fiscale, contributivo e dei margini. Se vedete il mio modello unico vi prende male. E prende male anche a me.
Nel mio settore, ag. immobiliare, ogni 1000 euro netti al dipendente, oltre a costarmene altrettanti di contributi, commercialista ecc.. devo almeno averne denunciati circa 5000 lordi in più. Con le tasse conseguenti.