chent, ma a quella ragazza nuova che si definisce fiore di bosco velenoso (Aconitum mapellus ) hai dato il benvenuto ? Ha delle doti che ti piacerebbero assai
aggiungiamo che non ha bisogno dell amica per le foto al davanzale prosperoso e via, tutti a darle il benvenuto
respira?, come già detto qualche pagina addietro io sono molto selettivo... a me le tette grosse non piacciono per vari motivi: sanno troppo di mamma, mentre quelle piccole sanno di solella minore (ok lo so sono già in cura, non infierite) esteticamente le preferisco piccole o al max 3a mis. perchè trovo che si armonizzino meglio nel contesto della figura intera, sia vestita che svestita. saranno coincidenze, ma molte quelle che ho incontrato con le tette grosse, mi hanno dato l'impressione che il fatto di averle grosse debba bastarti ed avanzarti, non fanno /hanno molto per interessarti/coinvolgerti (questo per ritornare in topic) detto questo sono rimasto serio per quasi un minuto... non resisto devo dire una cazzata fuori luogo: e dio disse "KUNG!" ... e kung - fu.
fotine mie a parte , tornando seri, vorrei dare un parere personale sul concetto di maturità. Assumendo che il vissuto e l'esperienza di vita siano parte fondamentale della maturità, io credo che la visione di maturità sia molto diversa a 20 e a 40 anni. A 20 si crede maturità la decisività, la forza, la capacità di fare e reagire, il coraggio di assumersi responsabilità e prendere decisioni. A 40 anni ci si accorge che la maturità è la capacità di guardare le proprie debolezze , la forza di ammettere di non avere capito nulla e di avere sbagliato, il coraggio di ricominciare da capo. E' la comprensione dei propri limiti, è l'accettazione delle persone nella loro umana imperfezione
A proposito, leggete cosa scrive pochi giorni fa. Francesco Alberoni Oggi sappiamo che maschi e femmine, identici per intelligenza e capacità, sono diversi soprattutto nel campo erotico. Le donne sanno esprimere molto meglio le proprie emozioni. Gli uomini non si raccontano i propri sentimenti, le proprie esperienze sessuali, i particolari della loro vita quotidiana. Le donne sì, ed inoltre si interessano alla vita intima dei loro conoscenti e dei divi dello spettacolo di cui conoscono amori, divorzi, rapporti coi figli. Gli uomini nulla. Le donne pensano molto all' amore e già a tredici, quattordici anni vanno in estasi per il loro attore preferito. L'uomo, invece quando guarda una donna qualsiasi o una diva pensa essenzialmente al sesso. Infine le donne amano l'amore e, quando si innamorano, diventano più belle, fioriscono. Gli uomini è come se avessero ricevuto un colpo in testa. I maschi sono attratti dalla bellezza vistosa, che però vedono in modo globale, senza riuscire ad analizzarla. Per eccitarli bastano due gambe accavallate, un seno che sporge, un culetto che si allontana dimenandosi. Anche le donne ammirano la bellezza maschile ma anche la forza, l'audacia, il coraggio, l'intelligenza, la passionalità. Apprezzano sia la personalità globale del maschio di cui colgono la carica vitale, il fascino di una vita vissuta, sia la sua personalità sociale: il successo e il potere. Esse istintivamente rifiutano l'uomo debole, timido, incerto, che striscia. Quando lasciano un uomo e lui le segue piangendo e pregandole di tornare lo disprezzano. Invece un maschio che ha lasciato una donna, se questa piange e lo scongiura, si commuove. Infine nell'erotismo maschile è importantissima la vista, mentre per la donna sono più importanti l'odore, la pelle, il suono, la parola, la musica, le sensazioni cenestesiche, quindi le carezze, l'abbraccio, il modo in cui ti bacia. Quanti equivoci nascono da queste differenze! Perché gli uomini sono attratti dalle donne che valorizzano il proprio corpo, il proprio erotismo, ma poi le temono, ne sono gelosi, le frenano. Salvo poi correre dietro quella che li seduce civettando. Ma anche le donne fanno lo stesso errore quando vogliono un uomo che ubbidisca ad ogni loro ordine in casa o fuori. Perché, quando sono riuscite a farne il loro servitore, non provano più per lui interesse erotico. E allora vorrebbero un «vero uomo» che sappia tener loro testa, far loro la corte, e che le porti in un luogo romantico a cenare al lume di candela.
Quella di Alberoni, comunque è un'analisi che ha ben evidenti tutti i limiti delle generalizzazioni...
ma, la forza di Alberoni sta in quello come la forza di tutti coloro che sono ammirati da molte persone. Linguisticamente hanno l'arte di saper coinvolgere più persone possibili. Fanno si che "i più" si sentano parte di quello che scrivono, e lo condividano poi c è chi non lo condivide eh, ma non si può non ammettere che in quello che fa è bravo