ufo!ma è possibile secondo voi?

Discussione in 'Off-Topic' iniziata da Alessandroguitarsound, 25 Marzo 2009.

  1. chent

    chent Presidente Onorario BMW

    7.603
    1.374
    6 Maggio 2004
    Reputazione:
    1.175.404
    330ci SMG (e46)
    1) "la presenza di" non vuol dire nulla, sarebbe interessante conoscere le concentrazioni ma sopratutto poterle confrontare con un "bianco" (diciamo noi del mestiere...), vale a dire con le concentrazioni rilevate in un posto lontano dalle scie ma in qualche maniera non troppo diverso, appunto per verificare se vi è stata alterazione della composizione dell'atmosfera. anche perchè non credete mica che l'aria che respiriamo sia composta solo di ossigeno ed azoto?...

    2) non capisco il perchè uno stato, un governo un gruppo di massoni mattacchioni, ddebba immettere (con scopi sicuramente poco edificanti) quel popò di sostanze INVISIBILI, nell'atmosfera e poi evidenziarle con una
    bella scia di vapore :-k
     
    Ultima modifica di un moderatore: 3 Aprile 2009
  2. farnci1

    farnci1 Amministratore Delegato BMW

    3.185
    62
    1 Dicembre 2004
    Reputazione:
    32.831
    linea 37 blu
    ho continuato qui:

    http://www.bmwpassion.com/forum/showthread.php?t=120297&highlight=scie+chimiche
     
  3. t.a.g.

    t.a.g. Direttore Corse

    1.672
    756
    23 Dicembre 2006
    Reputazione:
    295.509
    BMW Z4segàra+F800GSarrogaperda
    =D>
    comunque attento, stai usando troppo il cervello... in questi anni sta diventando sempre più pericoloso :mrgreen:
     
  4. J.B.

    J.B. Collaudatore

    442
    29
    9 Agosto 2008
    Reputazione:
    2.316
    E82 123d- 986s-ML420
    Lanuggine? è uguale a quella che si deposita sui "filtri" dei phon, aspirapolvere, si tratta di addensamenti di materiale corpuscolare che in sospensione nell aria.. polvere peli etc etc...guarda l aria di camera tua facendo filtrare un piccolo raggio di luce dalla persiana

    Non fa vedere foto della lanuggine sottoposta a luce ultravioletta... e aldilà di questo anche se illumino con luce ultravioletta la tua mano e ituoi vestiti questi si "illumineranno" visto che ha l unico pregio di evidenziare liquidi organici... e questo fa sorgere il dubbio su come abbia fatto a vedere un copro granuloso (quindi non liquido) con una luce di wood



    Ma da informazioni del tutto sbagliate su tale morbo... leggendo articoli SERI si evince che la sua contaggiosità è tutta da dimostrare ed altre cose in palese constrasto con questo scritto su questo url
     
  5. farnci1

    farnci1 Amministratore Delegato BMW

    3.185
    62
    1 Dicembre 2004
    Reputazione:
    32.831
    linea 37 blu
    ho continuato qui:
    http://www.bmwpassion.com/forum/showthread.php?t=120297&highlight=scie+chimiche
     
  6. farnci1

    farnci1 Amministratore Delegato BMW

    3.185
    62
    1 Dicembre 2004
    Reputazione:
    32.831
    linea 37 blu
    chiudo dicendo che il governo sostiene questo:
    http://www.sandrobrandolini.it/images/allegati/risposta_sciechimiche.pdf
     
  7. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
    330 XD E91
    Non ho nulla da scrivere in particolare , ma non voglio che questo bel 3d si perda nei meandri del dimenticatoio .
    Domani , con la mente riposata , cerchero' di scrivere nuovamente qualcosa .
    Un saluto a tutti , ora vado a nanna !
     
  8. actarus8v

    actarus8v Presidente Onorario BMW

    50.710
    5.225
    31 Ottobre 2007
    Parthenopes
    Reputazione:
    97.650.378
    Christine
    otiimo:wink:
     
  9. on a friday

    on a friday Presidente Onorario BMW

    5.948
    913
    9 Gennaio 2009
    Reputazione:
    90.505
    E81 120d Attiva - R 1200 GS
    Allora perché non facciamo così:
    ognuno di noi mette il link di un filmato e poi cerchiamo di svelarne il trucco e/o la tecnica usata?
     
  10. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
    330 XD E91
    Sarebbe bello . Purtropo gli imbecilli della Telecom , dopo avermi promesso di mettermi l'ADSL non si sono piu' visti e continuo ad andare a 64K , quindi niente filmati per me ...azz. Il brutto di abitare in una zona isolata .

    Come promesso , eccovi 5 o 6 posts suddivisi in altrettanti messaggi messaggi separati ma consecutivi sul tema ufo , velocita' luminali , effettive possibilita' di raggiungerle , viaggi nel tempo , universo etc. . Spero di non tediarvi . Se no ditemelo che smetto subito , eheh!

    Sistemi propulsivi ''alieni''

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    Le conclusioni del rapporto Wilson.
    Gli Stati Uniti sarebbero in possesso di scafi extraterrestri mossi da sistemi di campi energetici a Trasmissione di Velocità. Tre le tipologie principali di tali propulsori che equipaggerebbero principalmente le Astronavi-Madre.

    [​IMG]
    [FONT=verdana, arial]di Steve Wilson[/FONT]
    [​IMG]
    Prima parte: LE TRAME DEL MJ-12
    Seconda parte
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    Non avevamo dati disponibili (nell'aprile 1990) sull'Operazione "Warp Drive" delle astronavi di Rigel (la stella Beta della costellazione di Orione, n.d.r.), ma l'Air Force sa che esse funzionano sul principio dell'"Antimateria Contenuta al Plasma Energizzato". Abbiamo il sistema motore di impulso secondario utilizzato per velocità inferiori a quelle della luce. Questa reazione di fusione è localizzata a poppa del principale quadro di comando del disco e può spingere il velivolo fino al 75 per cento della velocità della luce. Il sistema di guida ad impulsi funziona canalizzando l'energia di scarico di plasma caldo del velivolo lontano dallo scafo stesso: questo plasma di scarico non è il sottoprodotto della materia al plasma semplice, generata in laboratorio, bensì un plasma ad alta energia prodotto in un sistema di contenimento di un reattore a fusione. Enormi quantità di plasma vengono dapprima accelerate ad alta velocità lungo un anello di spirali magnetiche e poi iniettate nelle bobine conduttrici spazio-temporali, la componente centrale del sistema propulsivo ad impulso. Tali bobine producono una distorsione limitata del continuum spazio-temporale locale, (simile ad un campo di stasi locale) ed accelerano ulteriormente l'energia e la velocità del motore ad impulso al plasma, approssimativamente sino alla velocità relativistica della loro fuoriuscita.
    [​IMG]
    Il Propulsore a Rapporti di Velocità
    Il principale sistema di guida propulsivo delle più comuni "Astronavi-Madre" impiega il propulsore "FIF-M2 Multi-Field Speed Gear Drive" - sistema multicampo a rapporti di velocità. Entro condizioni "Normal", il sistema FIF-M2 può imprimere all'incrociatore spaziale una velocità di 8 "speed gear" (rapporti di velocità), vale a dire 8x8x8x8x8x la Velocità della Luce Terrestre, con velocità di emergenza equivalenti a 9 "speed gear" e oltre. Nel cuore di questo masssiccio sistema di trasmissione cè l'insieme di Cristallo MAGNIUM che controlla le collisioni della materia antimateria. Lo chiamano MAGNIUM... Mmgnium... o Magnium ed è l'unico materiale appena scoperto che può sopportare l'esposizione alle particelle dell'antimateria per periodi limitati nel tempo. Per la sua struttura cristallina eccezionale, Magnium può tratttenere l'antimateria sospesa in spazi vuoti tra i suoi atomi solo con una trascurabile annichilazione sia del Magnium che degli atomi di antimateria. Se un cristallo è difettoso, la sua struttura permetterà a troppi atomi di antimateria di toccare i normali atomi, degradando quindi la struttura del cristallo stesso ad una velocità superiore al normale. Tale procedura è nota come decristallizzazione del Magnium.
    Il cristallo Magnium è contenuto in una intelaiatura blindata di Megaplastium (oppure, in linguaggio alieno MMGPLTUM), la sostanza più resistente conosciuta dalle civiltà aliene. Durante le operazioni normali, la materia e l'antimateria sono introdotte nel cuore del motore di trasmissione di velocità attraverso iniettori separati di plasma. Gli elementi di cristallo Magnium assemblati sono localizzati direttamente sulla traiettoria di due correnti di materia che, altrimenti, colliderebbero con un esplosivo rilascio di energia. Invece, particelle di antimateria penetrano attraverso la superficie del cristallo Magnium riposto nel blocco di assemblaggio, gli atomi di materia si staccano in reazioni agli atomi al Magnium, riassociandosi in una combinazione di alta energia. Questi nuovi atomi combinati ricevono cariche energetiche supplementari nel passaggio da un cristallo all'altro durante l'assemblaggio. Naturalmente, alcuni atomi di Magnium e di antimateria collideranno sulla superficie del cristallo, ma una bobina magnetica elissoidale contiene l'energia e la radiazione da queste collisioni. Le correnti di Magnium di antimateria energizzata provenienti dagli elementi di cristallo Magnium, si dividono ora in correnti separate al plasma, canalizzate magneticamente lungo trasmettitori di energia della carlinga, mentre le correnti modificate di antimateria producono una vicendevole annichilazione e la conseguente emissione di enorme energia. Un sottoprodotto della distruzione del Magnium - gli atomi energizzati di antimateria - è il rilascio di proprietà elettromagnetiche uniche che producono il Campo di Velocità di trasmissione (Speed Gear Drives) attorno alla Nave Madre. Tutti i sistemi di guida a Velocità di Campo si dividono in Tre Tipi:
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    1. Le unità Standard di Trasmissioni di Velocità (Standard Speed Gear Drives) creano un singolo campo di Trasmissione di Velocità che circonda la nave mentre si muove attraverso la Spazio, permettendole una velocità superiore alla Velocità Terrestre della Luce.
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    2. I Sistemi di Guida a Trans-Velocità (Trans-Speed Gear Drives) creano un campo simile, ma sono migliorativi rispetto al progetto originale, proiettando frazioni del campo di Velocità di Trasmissione davanti alla navicella. Questo crea un fenomeno moltiplicatore naturale di velocità, aumentandola con minimi incrementi sui costi energetici.
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    3. Sistemi di Trasmissione di Velocità multipla (Multi-Speed Gear Drive System). La cosiddetta Nave Madre combina entrambi i sistemi menzionati per creare un progetto di ingegneria di un campo di Trasmissione a multi-Velocità. Sebbene l'astronave Madre non sia un vero scafo a Trans-Velocità, a causa delle sue dimensioni (probabilmente ragguardevole n.d.r.) il suo sistema a Trasmissione di Velocità presenta vantaggi rispetto agli altri sistemi di guida a Trasmissione di Velocità.
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    La trasmissione di Velocità della Nave Madre funziona attraverso una coppia di due unità di trasmissione di velocità lungo ogni cabina motore fuoribordo. Ognuno di queste quattro unità proietta il suo proprio Campo a Trasmissione di Velocità davanti all'oggetto mentre si muove nello spazio.
    Questi campi si sovrappongono, con una conseguente alta Velocità di Trasmissione per uno scafo della dimensione di un'Astronave Madre, come anche per la maggior parte di cambi istantanei da velocità sub-luminali a Velocità di Trasmissione, rendendo anche possibile salti quasi istantanei a livelli superiori di Velocità di Trasmissione, senza dover costruire un contenimento magnetico incorporato.
    Nella vecchia generazione di sistemi a Velocità di Trasmissione, la miscela di temperatura materia-antimateria all'interno dei Sistema di Trasmissione di Velocità (Speed Gear Engine) dovette essere attentamente ricalibrata per accogliere pressioni superiori prima che lo scafo potesse muoversi da un livello di Velocità all'altro. Il tempo richiesto, per aumentare la forza dei campi magnetici circostanti, potrebbe variare da diversi secondi a qualche minuto.

    Dove siano tutte queste tecnologie , non è dato sapere . Ovviamente...
    Prendiamolo come un bel racconto di fantascienza !
    E' incredibile pero' l'accuratezza (ovviamente senza basi scientifiche plausubili , per esempio dov'è questo cristallo Magnum , su Krypton...?) della descrizione di questa tecnologia aliena ''de noiantri'' , eheheh

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    Ultima modifica di un moderatore: 5 Aprile 2009
  11. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
    330 XD E91
    Oltre la velocita' luminale

    Io continuo , ma qui nessuno segue piu' l'argomento . In effetti è un po'noioso , me ne rendo conto , ma sono affascinato dalla velocita', che ccce devo fa'...?

    Parlando di ''tachioni'', subparticelle estremamente rapide , piu'di una GT-R...


    Questi tachioni per il momento nessuno li ha visti e verosimilmente nessuno li vedrà mai, ma se si dovesse entrare in contatto con essi si scoprirebbe che si tratta di particelle le quali non solo non possono andare più lente della luce, ma che addirittura la loro velocità aumenta al diminuire dell'energia posseduta, al punto che se la loro energia si riducesse a zero (o quasi), la velocità diverrebbe infinita (o quasi). Essi, come abbiamo detto, si ottengono quando nelle equazioni che descrivono la teoria relativistica di Einstein si inseriscono i numeri immaginari, che a loro volta sono numeri che non esistono nel campo dei numeri reali, così come non esiste la radice quadrata di un numero negativo.
    La radice quadrata di un numero, come tutti sanno, fornisce un altro numero che, se elevato al quadrato, dà per risultato il numero che sta sotto radice. La radice quadrata di quattro, ad esempio, è due perché due al quadrato fa quattro. Ma, nessun numero elevato al quadrato dà come risultato un numero negativo, quindi, ad esempio, la radice quadrata di meno quattro non esiste. Tuttavia, se scomponiamo la radice quadrata di questo numero negativo in due fattori, e precisamente nella radice quadrata di meno uno e nella radice quadrata di quattro e chiamiamo la radice quadrata di meno uno «[FONT=&quot]i» (cioè numero immaginario), allora la radice quadrata di meno quattro darebbe per risultato 2 [FONT=&quot]i[/FONT], un valore che non esiste nel campo dei numeri reali.[/FONT]
    I tachioni sarebbero quindi oggetti di massa immaginaria e pertanto con proprietà opposte a quelli di massa ordinaria con i quali siamo abituati ad operare. Se ad esempio ad un tachione si imprime una spinta esso, invece di accelerare, rallenta. Quindi, se ad esso venisse impressa una spinta infinitamente forte, la sua velocità diminuirebbe fino a quella della luce; se invece si indebolisse il tachione sottraendogli energia esso accelererebbe fino a raggiungere velocità infinita.
    Abbiamo visto che i tachioni sono il risultato di un trucco matematico e pertanto probabilmente sono anch'essi un trucco, tuttavia gli scienziati li cercano ugualmente, anche se con poche speranze di trovarli. Ma ammettiamo pure che un giorno lontano si riescano ad individuare i tachioni: in che modo potremmo utilizzarli per muoverci più veloci della luce? Sicuramente non sarà possibile fermarne uno, caricarci sopra un passeggero e farlo ripartire alla volta della galassia di Andromeda. E allora?
    Ebbene, esiste forse un modo per utilizzarli quali trasportatori di corpi materiali. Tutti sanno che è possibile trasformare materia in energia e viceversa, secondo una legge che scaturisce anch'essa dalla teoria della relatività. Espressa sotto forma di equazione matematica, è la seguente: E=m·c², dove E è l'energia e m la massa; è una costante il cui valore, elevatissimo, corrisponde al quadrato della velocità della luce. Questa legge stabilisce che ci vuole una grandissima quantità di energia per ottenere una piccolissima quantità di materia.
    In effetti l'uomo è in grado, attualmente, di trasformare particelle subatomiche, come elettroni e protoni, in energia, cioè in fotoni, come pure è in grado di fare l’operazione contraria e cioè trasformare fotoni in particelle di piccola massa. Non è in grado, tuttavia, di trasformare un grosso oggetto materiale in energia, né di utilizzare enormi quantità di energia per ottenere oggetti di grosse dimensioni. Sta di fatto che coloro che lavorano più con la fantasia che con la concretezza delle cose immaginano che un giorno si potrà raggiungere questo obiettivo e, se si riuscirà a trasformare oggetti materiali in fotoni, sarà forse anche possibile trasformare oggetti materiali in tachioni.
    In quest'ultimo caso il gioco sarebbe fatto. Si potrebbe allora prendere una cosa qualsiasi (anche un uomo), trasformarla in energia, cioè in luce tachionica, e spedirla a grande velocità nello spazio, per esempio con destinazione Andromeda, che verrebbe raggiunta in pochi minuti. Quindi, giunta sul luogo, la luce tachionica potrebbe a sua volta essere trasformata in materia. A parole tutto sembra semplice, ma la scienza non è fatta di sole parole. Quello che abbiamo detto, per il momento, lo si può vedere nei film di fantascienza (come già avviene) o leggere nei romanzi, ma non si può ottenere nella realtà.
    Da un punto di vista pratico, anche qualora i tachioni esistessero veramente, non abbiamo comunque la più pallida idea di come fare per trasformarli in materia e viceversa. E' certo invece che per essere efficace la trasformazione dovrebbe avvenire tutta contemporaneamente, cioè esattamente nello stesso istante su tutta la massa dell’oggetto da trasformare in energia pura, cosa questa non facile da realizzare. Basterebbe la differenza di qualche microsecondo per veder partire i tachioni di una parte dell'oggetto e rimanere sul posto l'altra parte con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.
    Secondo gli esperti se i tachioni esistessero realmente, dovrebbe esistere anche un ambiente particolare entro il quale farli viaggiare, perché quello in cui si muovono i bradioni non sarebbe adatto. Per far volare i tachioni - dicono i fisici - sarebbe necessario uno spazio a quattro dimensioni così come, per veder volare gli aerei, è necessario uno spazio a tre dimensioni (due non bastano, mentre sono sufficienti per far viaggiare le automobili). Lo spazio a quattro dimensioni viene chiamato «iperspazio». Per capire di cosa si tratta ricorriamo ad un esempio.
    Immaginiamoci un veicolo (non più grande di un punto) che possa muoversi lungo un'unica linea e che non possa uscire da questa corsia obbligata. Questo veicolo sarebbe come un treno che può andare da una stazione all'altra, ma non può mai uscire dai binari (salvo incidenti). La linea viene definita uno spazio unidimensionale perché su di esso è possibile determinare la posizione di un oggetto con un solo numero. Nel caso del treno, ad esempio, basterebbe dire che si trova a 240 km dalla stazione A per conoscere esattamente la sua posizione.
    Immaginiamo ora che il nostro treno, per andare dalla città A alla città B debba compiere un viaggio tortuoso e che A e B siano in realtà molto vicine fra di loro tanto che se si potesse lasciare la linea ferrata, da A si raggiungerebbe Bin 10 minuti. Abbandonare la linea ferrata vuol dire passare da uno spazio unidimensionale ad uno bidimensionale.
    Uno spazio bidimensionale è, ad esempio, la superficie della Terra: si tratta cioè di uno spazio nel quale la posizione di un punto è determinata da due numeri. Per fissare la posizione di un punto sulla superficie terrestre servono infatti latitudine e longitudine. Su un piano si può viaggiare più liberamente e raggiungere la destinazione più velocemente di quanto non avvenga se ci si muove lungo una linea unidimensionale.
    Ora, se ci si sposta nell'aria, quindi attraverso uno spazio tridimensionale, si possono raggiungere velocità molto più elevate. Un aereo può viaggiare a più di 1.000 km/h e un razzo a più di 10.000 km/h. Passando quindi da un viaggio bidimensionale ad uno tridimensionale la destinazione viene raggiunta ancora più rapidamente.
    Forse, salendo di un altro gradino, le velocità potrebbero aumentare ulteriormente fino a diventare quasi infinite. Lo spazio a quattro dimensioni (non a tre più il tempo, come suggerisce la relatività ristretta di Einstein, ma a quattro tutte spaziali, più eventualmente quella temporale), quello che viene chiamato iperspazio, per ora esiste solo nella testa di alcune persone dotate di molta fantasia. I matematici comunque lo studiano e ne descrivono anche le proprietà geometriche, ma si tratta solo di uno studio teorico, matematico appunto.
    I tachioni e l'iperspazio in realtà non esistono e quindi non esiste nemmeno la possibilità di viaggiare più velocemente della luce. Accontentiamoci, per ora, di tentare di raggiungere la massima velocità possibile, cioè quella della luce, che già rappresenterebbe un bel traguardo.



     
    Ultima modifica di un moderatore: 5 Aprile 2009
  12. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
    330 XD E91
    ...continuo...

    1. VIAGGI FUORI DEL TEMPO
    Un'astronave con uomini a bordo, tuttavia, non potrebbe raggiungere la velocità della luce immediatamente dopo la partenza, perché sarebbe impossibile aumentare la sua velocità fino a quel limite in un tempo molto breve. Un'accelerazione troppo violenta, d'altra parte, sarebbe anche estremamente pericolosa per l'equipaggio a bordo che verrebbe schiacciato contro la parete posteriore del mezzo, e le stesse strutture meccaniche del velivolo verrebbero irrimediabilmente danneggiate. Per evitare cambiamenti di velocità troppo bruschi si dovrebbe accelerare a valori non superiori a quello del campo gravitazionale terrestre, cioè, in pratica, aumentare la velocità di 9,8 metri al secondo per ogni secondo che passa. Con questa accelerazione l'uomo si sentirebbe perfettamente a suo agio e raggiungerebbe la velocità della luce nel giro di un anno. A quel punto la navetta avrebbe percorso una distanza pari a circa mezzo anno luce.
    Arrivata ad una velocità molto prossima a quella della luce (una velocità esattamente uguale a quella della luce è irraggiungibile da un corpo materiale, mentre è possibile dalla luce, anzi per essa è obbligatoria) l'astronave continuerebbe il suo viaggio per inerzia. Viaggiando a quella velocità gli astronauti non si renderebbero conto del passare del tempo e dopo pochi giorni o poche settimane, a seconda di quanto la velocità è vicina al limite massimo, si arriverebbe ad una distanza di mezzo anno luce dalla meta. A quel punto si dovrebbe iniziare a decelerare con lo stesso ritmo con il quale si era accelerato alla partenza e, dopo un anno, si arriverebbe a destinazione.
    Vediamo ora, prima di procedere, il motivo per il quale non è raggiungibile, da parte di un corpo materiale, la velocità della luce. Quando un corpo riceve una spinta esso, come tutti sanno, accelera. Se ora, il corpo che viaggia più veloce a causa della prima spinta, ne ricevesse una seconda di identica intensità, l'accelerazione non sarebbe la stessa di prima. Le leggi della relatività dicono infatti che le forze che spingono i corpi materiali vanno solo in parte ad aumentare la loro velocità: una frazione di esse va invece ad aumentare la loro massa. E quanto più queste forze agiscono su corpi che viaggiano già velocemente tanto maggiore è la parte di esse che si trasferisce nella massa dei corpi stessi invece che nella loro velocità. Quando un corpo materiale viaggia a velocità molto prossime a quelle della luce, le forze che lo spingono vanno quasi interamente ad aumentare la massa del corpo in movimento, mentre la velocità non aumenta quasi per niente.
    Un viaggio verso Proxima Centauri, alla velocità della luce, non dovrebbe richiedere molto più di due anni e, considerando anche il tempo necessario per esplorare eventuali pianeti che si trovassero in prossimità dell'astro, in meno di cinque anni si dovrebbe andare e tornare dalla stella a noi più vicina. Sembra un tempo molto lungo, ma la cosa sorprendente è che più o meno lo stesso tempo si impiegherebbe per un viaggio di andata e ritorno da una qualunque altra stella o galassia perché il tempo che si perde in realtà è solo quello dell’accelerazione alla partenza e della decelerazione all’arrivo. Viaggi come questi sono attualmente irrealizzabili e forse lo saranno anche in futuro, comunque i problemi più seri, qualora si riuscisse ad avverare il sogno di spostarsi alla velocità della luce, inizierebbero al ritorno da queste esplorazioni.
    La teoria della relatività dice infatti che viaggiando ad una velocità prossima a quella della luce il tempo passa molto lentamente, ma solo per l'equipaggio a bordo dell'astronave. Per tutti gli altri, e in particolare per gli abitanti della Terra, il tempo trascorre in modo normale. Vediamo quindi di capire il perché.
    Immaginiamo di allontanarci, alla velocità della luce, da un orologio perfettamente funzionante che segna un'ora ben precisa, per esempio le 12. Si vedrebbe l'orologio segnare sempre le 12, come se fosse fermo, e questo perché l'immagine che proviene dall'orologio (che frattanto segna i minuti e le ore che passano), viaggia anch'essa alla velocità della luce e non ci può raggiungere in quanto noi ci stiamo allontanando da essa alla stessa velocità (è come se una persona corresse alla stessa velocità del cane che la insegue, questo non la raggiungerebbe mai). Se invece ci allontanassimo dall'orologio ad una velocità leggermente inferiore a quella della luce si vedrebbero le lancette muoversi lentamente e se si viaggiasse più velocemente della luce si vedrebbero le lancette dell'orologio andare all'indietro. Il fatto che il tempo procederebbe a ritroso suggerisce che è impossibile viaggiare più velocemente della luce. Se si potesse viaggiare nel passato si cadrebbe infatti in contraddizioni insanabili. Sarebbe possibile, ad esempio, conoscere la propria madre prima che questa diventi tale e magari ucciderla. Ma se la donna venisse uccisa non potrebbe dare alla luce il figlio il quale, non essendo nato non potrebbe nemmeno uccidere la donna che sarebbe poi diventata sua madre.
    Ritorniamo ora ai nostri viaggi nello spazio. Abbiamo visto che un viaggio di andata e ritorno dalla Proxima Centauri, alla velocità della luce, durerebbe cinque anni per gli astronauti, ma più del doppio per gli abitanti della Terra i quali non si sono mossi alla velocità della luce. Questo tuttavia non produrrebbe gravi inconvenienti: ma se gli astronauti fossero andati e tornati da una stella più lontana o addirittura da una galassia le sorprese sarebbero incredibili e, per molti aspetti, drammatiche. Al ritorno dalla galassia di Andromeda, ad esempio, gli astronauti scoprirebbero che sulla Terra sono passati quattro milioni e mezzo di anni e il pianeta ha cambiato profondamente fisionomia. Forse non ci troverebbero più nemmeno la specie umana.
    A parte i problemi legati alla durata, è veramente realizzabile un viaggio interstellare su un'astronave con uomini a bordo? Oggi siamo ben lontani dalla velocità della luce, ma vi sono ancora notevoli margini di miglioramento. Attualmente la massima velocità raggiunta da un'astronave (senza uomini a bordo) sfiora i centomila kilometri all'ora: una velocità 10.000 volte inferiore a quella della luce, che è di un miliardo di kilometri all'ora. Il traguardo sembra molto lontano, ma bisogna considerare che centocinquanta anni fa si viaggiava su carrozze trainate da cavalli ad una velocità media di poco più di dieci kilometri all'ora e di progressi se ne sono fatti se oggi ci si muove quasi diecimila volte più veloci di allora. Basterebbe moltiplicare la velocità attuale di altre diecimila volte per uguagliare la velocità della luce. Tuttavia, una cosa è dire, altra cosa è fare.

    2. IL PROBLEMA DEL CARBURANTE
    Fino ad ora le astronavi inviate nello spazio, con o senza uomini a bordo, erano tutte spinte da motori che funzionavano con i tradizionali combustibili chimici i quali, per questo tipo di imprese, sono una fonte di energia piuttosto scadente. Naturalmente si è scelto il combustibile migliore disponibile sul mercato, cioè quello che a parità di peso e di ingombro produce più energia. Questo combustibile è l'idrogeno che brucia combinandosi con l'ossigeno: a bordo del veicolo spaziale devono quindi trovare posto alcuni grandi serbatoi pieni di idrogeno e ossigeno liquidi. Dalla combinazione chimica di questi due elementi si forma acqua che esce con violenza dai tubi di scarico provocando, per reazione, la spinta dell'astronave nella direzione opposta.
    Idrogeno e ossigeno occupano uno spazio considerevole dell'astronave, che assume dimensioni e peso enormi proprio per il combustibile e il comburente che servono per portarla in orbita. Nei viaggi all'interno del sistema solare, peraltro, il carburante tradizionale è ancora utilizzabile, ma quando si tratterà di organizzare viaggi interstellari l'impiego di combustibili chimici sarà insufficiente. La differenza fra un viaggio verso un pianeta del sistema solare e uno verso le stelle più vicine è la stessa che corre fra una passeggiata al centro del paese e il giro del mondo; al centro del paese si può anche andare a piedi, ma il giro del mondo a piedi, oltre che impossibile, nessuno si sognerebbe di farlo.
    In verità i razzi nello spazio procedono per inerzia, quindi non è necessaria una spinta che duri per tutto il tempo del tragitto: è sufficiente il combustibile indispensabile per la spinta iniziale e la frenata finale, oltre a quello necessario per mantenere in funzione le apparecchiature interne alla navetta. In ogni modo si tratta pur sempre di una notevole quantità di energia.
    Una forma di energia molto più ricca di quella chimica è l'energia nucleare. La disintegrazione nucleare dell'uranio produce energia milioni di volte più abbondante di quella che si sviluppa a seguito delle reazioni chimiche. Tuttavia, essa non sarebbe ancora sufficiente per rendere praticabile un viaggio interstellare. Anche con una navetta mossa da un motore nucleare ci vorrebbero 10.000 anni per arrivare alla stella più vicina.
    Se invece che la fissione venisse impiegata la fusione nucleare si otterrebbe una fonte di energia ancora dieci volte maggiore. La fusione nucleare consiste nella aggregazione di quattro nuclei di idrogeno in un nucleo di elio. Si tratta di un processo non controllabile e quindi questa fonte di energia esiste solo sotto forma esplosiva, la bomba a idrogeno. Si è calcolato che se un'astronave venisse spinta dall'esplosione in rapida successione di migliaia di bombe H raggiungerebbe la Proxima Centauri in non meno di 130 anni, un tempo ancora eccessivo e comunque non compatibile con la durata della vita dell'uomo.
    Infine vi è un'ultima possibilità, costituita dall'antimateria. L'antimateria può essere definita come la materia con il segno contrario. L'elettrone, ad esempio, è un corpuscolo con carica elettrica negativa, l'antielettrone (o positone) è lo stesso corpuscolo ma con carica elettrica positiva. Allo stesso modo il protone è un corpuscolo con carica elettrica positiva e l'antiprotone è lo stesso corpuscolo con carica elettrica negativa. Se si unisse un antiprotone con un antielettrone si otterrebbe un atomo di antiidrogeno, cioè un atomo di antimateria.
    Quando l'antimateria viene a contatto con la materia svaniscono entrambe e al loro posto compare energia. La quantità di energia così prodotta è veramente enorme: 150 volte maggiore di quella che si potrebbe ricavare da una eguale quantità di idrogeno che si trasforma in elio attraverso il processo di fusione nucleare.
    Facendo reagire materia ed antimateria si riuscirebbe ad accelerare una navetta spaziale fino alla velocità di 60.000 km al secondo (un quinto della velocità della luce). A quella velocità si andrebbe e si tornerebbe dalla stella più vicina in meno di 40 anni. Questo rappresenta un tempo accettabile per un viaggio interstellare e se si riuscisse a mettere a disposizione questa fonte di energia potrebbe darsi che qualche giovane temerario decidesse di dedicare la sua vita ad un'impresa del genere.
    Tuttavia anche in questo caso non sarebbero tutte rose e fiori poiché rimarrebbero comunque molte difficoltà da superare, a cominciare dal rifornimento di antimateria, che non è disponibile come la benzina presso il distributore più vicino. Intanto bisognerebbe creare l’antimateria attraverso una serie di reazioni che richiedono l'utilizzo di apparecchiature molto costose; un altro problema deriverebbe poi dal fatto che l'antimateria reagisce immediatamente con qualsiasi oggetto materiale incontri sul suo cammino, ragion per cui, per portarsela dietro, sarebbe necessario isolarla all'interno di campi magnetici o elettrici.
    Il problema più serio è però rappresentato dalla velocità, poiché viaggiando nello spazio ad una velocità molto sostenuta si correrebbe un rischio molto elevato di collisioni con meteoriti, in quanto non sarebbe possibile evitare l'ostacolo che si ponesse improvvisamente di fronte. E' vero che nello spazio corpi materiali di grosse dimensioni sono molto rari, al punto che si potrebbe ipotizzare di fare un lungo viaggio senza imbattersi mai in oggetti del genere, tuttavia anche la polvere impalpabile a quella velocità diventa abrasiva. Gli stessi atomi di idrogeno colpendo la navetta diventerebbero ioni rendendo radioattiva la navetta e l'equipaggio a bordo arrostirebbe in breve tempo. In verità anche in questo caso si potrebbe ricorrere a qualche stratagemma, come ad esempio quello di usare un laser di potenza per “spazzare” la strada antistante all’astronave, ma la cosa richiederebbe tecnologie molto avanzate e un ulteriore consumo di energia di non facile reperimento.
    Non c'è niente da fare, i viaggi interstellari di navette con uomini a bordo sembrano irrealizzabili e per ora dobbiamo accontentarci di quello che ci raccontano sull'argomento gli scrittori di fantascienza.
    Di recente è giunta notizia che, nel Dipartimento di aeronautica del Massachusetts Institute of Technology di Boston, si stanno costruendo dei microrazzi, ovvero dei vettori non più grandi di una monetina in grado di lanciare nello spazio minuscoli satelliti. Si tratterebbe di nano-sonde grandi come granelli di polvere capaci di far pervenire a terra informazioni relative ai corpi celesti con i quali dovessero venire a contatto. Tali nano-sonde, proprio per le loro ridottissime dimensioni, sarebbero in grado di viaggiare a velocità molto prossime a quelle della luce, riducendo di molti ordini di grandezza tutti i parametri di rischio e semplificando notevolmente i problemi inerenti i consumi energetici. Nel giro di due anni dovrebbero venire lanciati nello spazio.
     
  13. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
    330 XD E91
    ...continuo

    VEDERE NEL PASSATO La luce che proviene dalla Luna, per esempio, impiega poco più di un secondo per giungere sulla Terra e pertanto quando si osserva il nostro satellite naturale in realtà lo si vede come era un secondo prima. Il fenomeno, in questo caso, è privo di conseguenze importanti in quanto sappiamo che la Luna, un secondo prima, era esattamente identica a quella che si vede un secondo dopo, e per sincerarsene basta aspettare appunto un secondo.
    Tuttavia, un fatto curioso, conseguente alla distanza che intercorre fra Terra e Luna, accadde in occasione della prima spedizione sul nostro satellite di una navetta con equipaggio a bordo. In quella circostanza fra gli astronauti e i tecnici di Cape Canaveral vi fu uno scambio di messaggi radio al quale assistette anche il pubblico televisivo. Allora fu possibile notare che le risposte degli astronauti venivano fornite con leggero ritardo rispetto al momento in cui da Terra i tecnici avevano terminato di formulare la domanda. Ciò era dovuto al fatto che il messaggio radio, che viaggia anch'esso alla velocità della luce, per giungere sulla Luna alle orecchie degli astronauti, impiegava circa un secondo. Un altro secondo, poi, era necessario affinché il segnale giungesse dalla Luna alla Terra. Quindi, dopo che da Terra i tecnici avevano finito di parlare, alla televisione si poteva notare che gli astronauti rimanevano, per alcuni istanti, silenziosi e attoniti prima di fornire la risposta.
    La luce del Sole impiega otto minuti per raggiungerci e in questo caso il fatto potrebbe avere un certo interesse perché noi vediamo il Sole sempre come era otto minuti prima. Se il Sole all'improvviso si spegnesse, o addirittura, per qualche evento misterioso, scomparisse del tutto, noi continueremmo non solo a scaldarci ai suoi raggi per altri otto minuti, ma anche a girargli intorno come se niente fosse successo: le onde gravitazionali che attraggono i corpi massicci viaggiano in*fatti anch'esse alla velocità della luce. Solo dopo otto minuti dalla sparizione del Sole piomberemmo nell'oscurità più completa, voleremmo via nello spazio lungo la tangente e verremmo drammaticamente a conoscenza del fatto che il Sole è sparito dalla sua posizione naturale.
    La luce che ci giunge dalle stelle può impiegare centinaia o anche migliaia di anni per coprire lo spazio che ci separa da esse. La Stella Polare, ad esempio, si trova a trecento anni luce di distanza, e la sua luce impiega quindi trecento anni per giungere fino a noi. (L'anno luce è un'unità di misura a cui in astronomia si fa frequentemente ricorso: esso corrisponde alla distanza che la luce percorre in un anno, ossia circa 10 mila miliardi di kilometri.) Pertanto, quando osserviamo la Stella Polare, vediamo in realtà un oggetto così come era trecento anni fa. Oggi quell'oggetto potrebbe essere del tutto diverso, sicuramente spostato in un'altra zona del cielo, ma potrebbe anche non esserci più.
    Le galassie sono ancora più lontane. Andromeda, che è la galassia di grandi dimensioni più vicina alla Terra (ed è anche il corpo più lontano che si riesca a vedere ad occhio nudo), dista da noi un paio di milioni di anni luce; quindi, oggi, la vediamo come era due milioni di anni fa. Chissà quante cose sono cambiate in Andromeda dal giorno in cui da essa partì la luce che solo ora giunge sulla Terra!
    Ci sono galassie osservabili anche a distanze di 10 o 12 miliardi di anni luce, dalle quali la luce diretta verso il nostro pianeta partì quando in realtà la Terra, che ha solo 4,5 miliardi di anni di vita, ancora non esisteva. Poiché si calcola che questi enormi ammassi di stelle si formarono miliardi di anni fa, noi, quando osserviamo galassie a distanze tanto grandi, le osserviamo in realtà come erano nella loro infanzia. Purtroppo, la visione che si ha di oggetti molto lontani è imperfetta e anche povera di particolari. Questo fatto rappresenta una forte limitazione, perché altrimenti, osservando i raggruppamenti di stelle in formazione, potremmo trarre indicazioni molto utili relativamente ai primi momenti di vita delle galassie e dell'Universo intero.

    2. LA "LUCE LENTA"
    Guardare lontano nello spazio vuol dire quindi guardare indietro nel tempo. Ciò dipende, come abbiamo visto, dal fatto che la luce ha una velocità finita, anche se molto elevata. Ma quale visione del mondo si avrebbe se la luce viaggiasse a velocità più bassa? Per farcene un'idea proviamo ad immaginare di vivere in un mondo in cui la luce viaggi a 300 metri all'ora invece che a 300.000 kilometri al secondo. Che cosa si vedrebbe ad esempio assistendo ad una partita di calcio? (Qui naturalmente dovremo supporre che non valgano le limitazioni della relatività di Einstein, per le quali niente può viaggiare più veloce della luce altrimenti non solo i giocatori in campo, ma noi stessi ci muoveremmo più lentamente delle lumache).
    Innanzitutto si potrebbe tranquillamente arrivare allo stadio con mezz'ora di ritardo senza rischiare di perdere l'azione più importante della partita perché l'immagine del calcio d'inizio arriverebbe agli occhi dello spettatore, che ha trovato posto nelle gradinate di curva, dopo circa mezz'ora dall'inizio della partita stessa. Il centro del campo, che è il punto da cui ha inizio l'incontro, si trova infatti normalmente a più di cento metri di distanza dalla curva dello stadio e la luce, da quel luogo, impiegherebbe quasi mezz'ora per giungere fino al posto in cui si è sistemato il nostro spettatore.
    Durante la partita si assisterebbe poi a scene che si potrebbero definire quanto meno bizzarre. Per esempio, si potrebbe assistere all'espulsione di un giocatore e successivamente vedere lo stesso giocatore segnare un gol. Infatti, se l'espulsione del calciatore avvenisse nella zona del campo vicina alla curva in cui aveva trovato posto il nostro ipotetico osservatore e il gol venisse segnato nella porta più lontana dalla curva stessa, le due azioni sarebbero avvenute in realtà in tempi diversi, e più esattamente l'azione del gol si sarebbe svolta precedentemente a quella dell'espulsione. Però, a causa della velocità della luce, che percorre 300 metri all’ora, agli occhi dello spettatore sarebbe arrivata prima l'immagine relativa all'espulsione (più vicina) e successivamente quella del gol (più lontana).
    Questa sarebbe una violazione palese della "casualità", cioè di quel principio secondo il quale la causa deve precedere l'effetto e non viceversa. Nel nostro esempio il giocatore sarebbe la causa e il gol l'effetto ed è assurdo che un gol possa essere segnato da un giocatore che non è in campo. Pertanto dobbiamo dedurre che il ribaltamento del principio di casualità è stato possibile solo perché abbiamo consentito al giocatore di muoversi al rallentatore. Ecco perché violare la legge di relatività di Einstein è impossibile: ne deriverebbe un rovesciamento della casualità; e quindi il caos.
    Guardando il campo di gioco, non si vedrebbe quindi lo svolgimento di azioni in rapida successione, ma fasi di gioco confuse avvenute in tempi diversi e precisamente le azioni che hanno avuto luogo nelle zone più lontane del campo sarebbero quelle che si sono svolte prima nel tempo.
    Infine, guardando fuori dal campo di gioco, in una strada lontana, il nostro spettatore potrebbe vedere sé stesso che si dirige verso lo stadio dopo aver consumato il caffè al bar dello sport.

    3. L'ORIZZONTE COSMICO
    A scene dello stesso tipo si assiste guardando il cielo: gli oggetti più lontani ci inviano informazioni più vecchie di quelli più vicini. Quando ad esempio si osserva l'esplosione di una supernova, siamo certi che quel fenomeno si è verificato molto tempo prima del momento in cui si è compiuta l'osservazione, proprio come quando, allo stadio di quel mondo in cui la luce viaggia a velocità ridotta, si assiste alla realizzazione del gol.
    Nel 1987, nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia (nonostante il nome) lontana da noi 150 mila anni luce, esplose una supernova. Si trattò di un fatto eccezionale, perché l'ultima supernova esplosa nelle nostre vicinanze fu quella osservata nel 1604, quando l'uomo non era ancora entrato in possesso di strumenti adeguati all'osservazione del cielo e il fenomeno poté essere osservato solo ad occhio nudo. Il cannocchiale venne utilizzato, per la prima volta, nel 1609 da Galilei.
    La supernova del 1987 non apparve nella nostra galassia, come quella del 1604, tuttavia non era nemmeno molto lontana da noi, trovandosi solo quattro volte e mezzo più distante di quanto non fosse l'ultima supernova osservata ad occhio nudo. Potendo, in questo caso, utilizzare ap*parecchiature adatte, fu finalmente possibile studiare relativamente da vicino un’esplosione stellare e raccogliere dati che mai prima d'allora era stato consentito di ottenere.
    Ma fino a quale distanza possiamo spingere il nostro sguardo ai confini dell’Universo, grazie alla diffusione di telescopi sempre più potenti? Certo non possiamo pretendere di vedere oggetti la cui luce, per giungere fino a noi, debba avere impiegato un tempo più lungo di quello che rappresenta l'età dell'Universo stesso, come non è possibile vedere una foto di noi stessi scattata prima della nostra nascita. Per farci un’idea di cosa vuol dire guardare lontano nello spazio, e contemporaneamente nel tempo, immaginiamo di mettere in fila su un lungo tavolo le foto che ritraggono noi stessi dalle più recenti fino a quella scattata nel giorno della nascita: è evidente che guardando lontano vedremmo foto sempre più vecchie ma non potremmo vedere una foto posta più in là di quella della nostra nascita, d'altronde mai scattata, semplicemente perché noi non esistevamo. Anche l’Universo prima di una certa data non esisteva e quindi, come per le foto, deve esistere una distanza limite al di là della quale non possiamo spingere il nostro sguardo. Questo limite dell'Universo si chiama «Orizzonte Cosmico» e nessun telescopio, per quanto potente, potrà mai valicarlo. Ma quanto lontano da noi si trova questo estremo orizzonte dell'Universo?
    Secondo i calcoli dei cosmologi, l'Universo dovrebbe avere un'età di circa 15 miliardi di anni; prima di quel tempo non vi era nulla. Pertanto, la luce che fosse partita dagli oggetti celesti che costituivano l'Universo appena nato dovrebbe arrivare sulla Terra dopo aver compiuto un viaggio durato 15 miliardi di anni. L'Orizzonte Cosmico dista dunque da noi 15 miliardi di anni luce.
    Questa luce che proviene da molto lontano arriva effettivamente fino ai nostri occhi (o meglio agli strumenti di rilevazione), ma molto indebolita, avendo dovuto viaggiare nello spazio per lungo tempo e avendo dovuto coprire una distanza di 150 mila miliardi di miliardi di kilometri (ossia 15 miliardi di anni luce). Si tratta della cosiddetta radiazione cosmica di fondo a 3 gradi kelvin, una radiazione elettromagnetica che rappresenta il residuo, raffreddato e diluito, della vampata iniziale che ha dato il via all'Universo intero.

    4. L'ESPANSIONE DELL'UNIVERSO
    Però la cosa non finisce qui. L'Universo in cui viviamo, non solo è molto esteso, ma si va anche ulteriormente espandendo. Esso cioè, col passare del tempo, si ingrandisce sempre più.
    Questo fenomeno è stato rilevato per la prima volta nel 1929, da Edwin P. Hubble, un astronomo americano il quale osservò che tutte le galassie si stavano allontanando da noi. Egli notò anche che quanto più una galassia si trovava distante, tanto maggiore era la sua velocità di allontanamento.
    Si parlò allora di grande esplosione, o Big Bang, perché si immaginò che all'inizio tutte le galassie fossero riunite nello stesso punto. Per questo motivo a volte l'espansione dell'Universo viene paragonata ad una bomba che esplode e che lancia le schegge in tutte le direzioni. Il concetto però è sbagliato perché fa pensare a un movimento delle galassie nello spazio a partire da un punto centrale. In realtà le galassie non si muovono attraverso lo spazio, né esiste un centro tutto intorno al quale la materia si espande, ma è lo spazio stesso che si dilata portando con sé le galassie.
    L'analogia più appropriata, per spiegare l'espansione cosmica, è quella del panettone che lievita. Più precisamente, dovremmo pensare di trovarci all'interno di un panettone sconfinatamente grande: così grande che, come appunto l'Universo, non contempli alcun "fuori" (né possieda una saporita crosta di cioccolato). Quando un panettone lievita, gli acini di uva passa disseminati al suo interno si allontanano sempre più l'uno dall'altro.
    Che cosa si vedrebbe intorno a noi, trovando sistemazione su uno di questi acini? Innanzitutto non ci si renderebbe conto del movimento (proprio come stando sulla Terra non ci si rende conto che si sta orbitando velocemente attorno al Sole). Ma si noterebbe invece che gli acini che ci stanno intorno si allontanano tutti da noi, e lo fanno tanto più velocemente quanto più sono distanti. Il moto degli acini non è però causato da un loro spostamento attraverso l'impasto del panettone, ma dalla lievitazione stessa della pasta che, gonfiandosi, li allontana l'uno dall'altro...
     
  14. DAVIDE 73

    DAVIDE 73 Amministratore Delegato BMW

    2.902
    114
    22 Febbraio 2009
    Reputazione:
    2.473
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    ...e adesso basta , c'hai stufato...

    5. RECESSIONE COSMICA
    Per quanto riguarda il fatto che le galassie si allontanano a velocità sempre maggiore quanto più sono distanti da noi, esso risulta agevole da spiegare ricorrendo al paragone dei soldati allineati. Immaginiamo allora una fila di soldati posti alla distanza di un metro l'uno dall'altro ai quali venga dato l'ordine che la distanza che li separa diventi di due metri. Come si dovrebbero comportare i soldati per eseguire l'ordine? Semplice, il primo della fila dovrebbe rimanere fermo, quello che gli sta immediatamente a ridosso dovrebbe indietreggiare di un metro, il terzo della fila dovrebbe indietreggiare di due metri, il quarto di tre metri e così via.
    Ora, se l'operazione dovesse essere portata a termine in un determinato tempo, diciamo in dieci secondi, è evidente che i soldati, per raggiungere la nuova posizione, dovrebbero retrocedere a velocità sempre maggiore a mano a mano che ci si allontana dal primo della fila il quale, come abbiamo detto, dovrebbe rimanere fermo. Il secondo della fila dovrebbe spostarsi di un metro in 10 secondi, il terzo di due metri in 10 secondi, il quarto di tre metri in 10 secondi e così via. Il centesimo della fila dovrebbe retrocedere di 99 metri in 10 secondi, battendo quasi il record di velocità a piedi.
    E' chiaro che, di questo passo, se i soldati dovessero muoversi con le proprie gambe, arriverebbero ben presto alla loro velocità limite (data dalle possibilità muscolari) e il loro allontanamento non potrebbe più continuare: il metodo, da un certo punto in poi, non funzionerebbe più. Proprio come non potrebbe funzionare l'espansione dell'Universo se le galassie dovessero realmente viaggiare attraverso lo spazio: esse, dopo un certo tempo, raggiungerebbero la loro velocità limite (imposta dalle leggi della fisica), che è la velocità della luce, e l'espansione non potrebbe più aver luogo.
    Diversamente, se i nostri soldati fossero sistemati sopra una lunga corsia di gomma, essi potrebbero rimanere fissi sull'attenti al loro posto, e tuttavia allontanarsi l'uno dall'altro, se la corsia venisse tesa ed allungata sotto i loro piedi. Analogamente, le galassie sono in realtà ferme ciascuna al suo posto nello spazio, mentre è lo spazio stesso che cresce e si dilata tra di esse. Ed è per questo che, anziché parlare di "velocità" (che implica movimento), i cosmologi preferiscono il termine "recessione".
    Questo concetto è importante perché, secondo una teoria molto recente, all'inizio l'Universo si sarebbe espanso in modo incredibile gonfiandosi di molti ordini di grandezza in un tempo estremamente breve, ad una velocità quindi enormemente più grande della velocità della luce. Questa fulminea espansione, a cui sarebbe andato incontro l'Universo nei primi istanti della sua esistenza, è detta «inflazione», e sarebbe avvenuta senza violare la legge fisica che afferma che nulla può viaggiare a velocità superiore alla velocità della luce.

    6. L'IGNOTO
    L'espansione dell'Universo ci pone davanti ad un altro problema molto strano. Consideriamo le galassie in formazione, che i telescopi più potenti riescono a scorgere alla distanza di 15 miliardi di anni luce da noi e che si trovano quindi vicino al limite in cui si vede la formazione dell'Universo. Queste galassie rappresentano, come abbiamo detto, gli ultimi oggetti visibili, in quanto più in là di così non vi è più nulla da osservare. Siamo arrivati là dove finisce l'Universo visibile perché in realtà siamo arrivati là dove l'Universo stesso nasce. La fine dello spazio accessibile all’osservazione coincide, infatti, con l'inizio del tempo. Nella similitudine precedente delle foto allineate sul tavolo sarebbe come vedere l’ultima della fila, la più lontana nello spazio e la prima nel tempo: quella della nascita.
    Però, l'Universo che attualmente siamo in grado di osservare, non corrisponde all'Universo che in questo momento effettivamente esiste. Le galassie che ci appaiono ai telescopi non sono le attuali, ma quelle che esistevano moltissimi anni fa, quando cioè la luce che giunge oggi ai nostri occhi iniziò il suo cammino.
    La luce che proviene da galassie lontane ci porta informazioni di cose vecchie e questo fatto potrebbe sembrare una restrizione, un limite alle nostre possibilità di osservazione e invece rappresenta, dal punto di vista scientifico, una vera fortuna. Si pensi a quanto sarebbe interessante, per un paleontologo, poter vedere indietro nel tempo ed osservare i dinosauri muoversi e agire nel loro ambiente invece che essere costretto a ricostruire l'habitat nel quale vissero queste antiche creature utilizzando pochi frammenti del loro corpo conservati nelle rocce, nonché a far leva sulla sua capacità di immaginazione.
    Ad onore del vero dobbiamo specificare che attualmente ciò che si riesce a vedere all'interno delle galassie più lontane è molto poco, ma un giorno (non molto lontano) con l'utilizzo di apparecchiature nuove e molto potenti attualmente in progettazione, i cosmologi saranno in grado di osservare nei dettagli anche le galassie più lontane e scoprire finalmente che cosa è successo al loro interno quando si formarono.

    7. L'ULTIMA ESTRAPOLAZIONE
    Più affascinante ancora è il problema di che cosa ci sia al di là di quello che abbiamo chiamato l’Orizzonte Cosmico, cioè a distanze maggiori di 15 miliardi di anni luce. Niente, sembra essere la risposta più ovvia. Ma non è così.
    Il fatto che si possa vedere "solo" fino a 15 miliardi di anni luce di distanza, non significa che non esistano spazi cosmici più lontani. Significa semplicemente che, essendo l'Universo nato 15 miliardi di anni fa, la luce può aver viaggiato solo per 15 miliardi di anni e quindi i segnali luminosi che sono partiti dalle remote regioni che si trovano al di là dell'Orizzonte Cosmico non hanno ancora fatto in tempo ad arrivare fino a noi. Sarebbe un po’ come pretendere di vedere una foto di noi stessi scattata 100 anni fa: è impossibile semplicemente perché 100 anni fa ciascuno di noi (salvo rare eccezioni) non era ancora nato, ma se si aspetta qualche anno la cosa sarà possibile.
    Ma qual era la grandezza dell'Universo quando è nato? O meglio, di che grandezza era l'Universo immediatamente dopo essere apparso dal nulla? L'Universo reale è sicuramente più grande di quello che riusciamo ad osservare in questo momento e lo dimostra il fatto che l'Orizzonte Cosmico si va ingrandendo con il passare del tempo inglobando regioni cosmiche che attualmente ci sono ignote.
    L'Orizzonte Cosmico si va ingrandendo, con il passare del tempo, nello stesso modo in cui si andrebbe ingrandendo l'orizzonte terrestre di un osservatore che salisse su una montagna: e tutto ciò, si badi, indipendentemente dal fatto che l'Universo (o la Terra), nel frattempo, si vada espandendo. Certo, l'espansione dell'Universo esalta ulteriormente il fenomeno, come accadrebbe se la Terra si gonfiasse a mano a mano che il nostro osservatore si arrampica sulla montagna.
    In conseguenza di ciò, ogni giorno ci arrivano radiazioni "nuove", ossia segnali luminosi (e anche di altro tipo), che il giorno prima si trovavano immediatamente dietro l'Orizzonte Cosmico, così come, all'osservatore che scala la montagna, appaiono, ad ogni passo in salita, territori che si trovavano, un momento prima, al di là del suo orizzonte geografico. Finora non vi sono state sorprese, ma non è da escludere (anche se le possibilità sono assai remote) che un giorno possa giungere fino a noi qualche radiazione particolarmente dannosa di cui, al momento, si ignora la natura, così come all’alpinista che continui a scalare la montagna, possa stagliarsi dinanzi la visione di un panorama inaspettato nel momento in cui raggiunge un punto più alto della montagna stessa.
    La cosa più ragionevole da pensare, quindi, è che al di là dell'Orizzonte Cosmico vi siano sconfinati spazi popolati di galassie, esattamente come si può osservare vicino a noi. Ciò, fra l'altro, si inquadrerebbe perfettamente con l'assunto fondamentale della cosmologia moderna, secondo il quale l'Universo non ha un centro o, per meglio dire, non ha, al suo interno, punti preferenziali. Nell'Universo in cui viviamo tutte le posizioni (compresa la nostra) hanno la stessa importanza. Questa affermazione prende il nome di «Principio copernicano», anche se in realtà non fu proposto da Copernico il quale tuttavia, nel Rinascimento, fu il primo a rifiutare la concezione geocentrica del mondo.
    Ma questo fatto, se da un lato ci delude e ci ferisce nel nostro orgoglio, dall'altro ci garantisce una grande tranquillità, poiché ci assicura che intorno a noi abbiamo un campione di Universo molto comune e quindi presumibilmente rappresentativo del cosmo in generale.

     
  15. bluemarine

    bluemarine Presidente Onorario BMW

    8.157
    5.221
    9 Giugno 2008
    Wichita KS
    Reputazione:
    1.217.031.557
    Subaru Crosstrek Limited AWD
    Non è che non interessi a nessuno... e che ci vogliono due giorni a leggere e a capirci qualcosa .#-o
    Comunque io sto leggendo...eh !:wink:
     
  16. pietro-bmw

    pietro-bmw Presidente Onorario BMW

    20.343
    1.290
    17 Febbraio 2007
    Reputazione:
    22.748.875
    BMW serie 4 G22 420d Msport
    effettivamente ho perso due diotrie per leggere , e gia ne avevo poche........:mrgreen:
     
  17. chent

    chent Presidente Onorario BMW

    7.603
    1.374
    6 Maggio 2004
    Reputazione:
    1.175.404
    330ci SMG (e46)
    lo stampo e me lo leggo nel letto ;)
     
    Ultima modifica di un moderatore: 6 Aprile 2009
  18. J.B.

    J.B. Collaudatore

    442
    29
    9 Agosto 2008
    Reputazione:
    2.316
    E82 123d- 986s-ML420
    Letto tutto..mi devo ricordare che ti devo una rep+

    spero per pranzo di avere tempo di scrivere qualcosa
     
  19. actarus8v

    actarus8v Presidente Onorario BMW

    50.710
    5.225
    31 Ottobre 2007
    Parthenopes
    Reputazione:
    97.650.378
    Christine
    affascinante........ma senza prove, su basi scientifiche a noi sconosciute.....non può essere altro per ora che un bel racconto di fantascienza:wink:
     
  20. actarus8v

    actarus8v Presidente Onorario BMW

    50.710
    5.225
    31 Ottobre 2007
    Parthenopes
    Reputazione:
    97.650.378
    Christine
    letto tutto, senza difficoltà, perchè interessantissimo, ma con perdita di tempo:mrgreen:

    chiaramente non ti posso reputare che te ne ho data troppo di recente:wink:

    discorsi evidentemente molto affascinanti, che pongono una serie infinita di domande, ma che inevitabilmente ci portano sempre alla solita conclusione: al di là delle affascinanti ipotesi, con le nostre conoscenze non è possibile viaggiare nello spazio/tempo attraverso l'universo......questo è inevitabile:wink:

    molto affascinante il discorso delle dimensioni dell'universo e della possibilità per noi di vedere i limiti spaziali dell'universo, coincidenti coi limiti temporali dello stesso

    certo sarebbe tanto interessante, quanto impossibile, osservare una foto dell'universo com'è ora, in questo momento.....e non una foto sempre più sbiadita man mano ci si allontana nello spazio (e nel tempo) dalla terra:wink:
     

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