sul punto 1) punto ho grossi dubbi: un drastico e violento intervento porterebbe a un drastico e violento impatto sul gettito e i risultati di tale intervento non sono riscontrabili in tempi brevi ma solo nel medio lungo termine, con anche i rischi tipo Irlanda (cit. t.a.g.) sul punto 2) sono pienamente d'accordo ma poi il problema si sposta sulla politica. Ci dovrebbe essere il buon senso delle fazioni politiche nel voler affrontare la cosa e come ben sai c'è stata contestazione solo per aver ridotto il numero degli scaglioni irpef sul punto 3) condivido ma ci sono due problemi fondamentali: a) l'armonizzazione delle imposte indirette a livello UE (l'iva è una "imposta comunitaria") b) difficoltà nella verifica fiscale Condivido appieno la tua ultima frase
Oscar Giannino nel suo libro "Contro le tasse" fa un lungo elenco di paesi che hanno operato una riduzione violenta delle aliquote. In tutti i casi il gettito complessivo è aumentato. Parliamo ovviamente di evidenza empirica e non di certezza automatica. C'è da dire anche che una politica fiscale di questo tipo è efficace soprattutto per le economie in espansione. Per quanto riguarda l'armonizzazione delle aliquote IVA, fatti salvi i vincoli europei, ritengo che la maggior quantità di reddito disponibile ridimensionerebbe ex ante la necessità di un aumento significativo delle imposte. Per il punto b) del tuo intervento chiedo a te lumi; la mia sensazione da imprenditore è che la capacità ispettiva della macchina burocratica italiana è dimensionata sulla complessità del sistema. Una semplificazione dello stesso nella direzione che ho indicato libererebbe risorse (GdF, agenzia delle entrate) volte a contrastare fenomeni di evasione. P.S. mentre scrivo mi rendo conto che in Italia mai arriveremo a ragionare in questo modo; la mia è solo una affascinante utopia.
esatto. inoltre darebbe un gettito di portata praticamente certa, con evidenti facilitazioni nella sua gestione. siccome io purtroppo tendo a pensare sempre male, ritengo che il sistema fiscale sia scientemente (per la maggior parte) nebuloso, contraddittorio, inutilmente complicato. cmq non scordiamoci l'errore di fondo delle nostre elucubrazioni, e cioè che noi vogliamo migliorare il sistema fiscale nell'interesse della collettività mentre chi ha (o ha avuto) il potere su di esso vuole innanzitutto creare le condizioni più favorevoli al proprio interesse economico e politico :wink:
E' la stessa sensazione che ho io. Qualche prova? Le cartelle pazze, sempre tempestive; Il cambiamento (infra)annuale della normativa; gerico
per la eterogeinità del popolo italiano (e mi ricollego al topic sul nazionalismo), eterogeneità culturale e di indirizzo politico, purtroppo temo che è un'affascinante utopia nonostante sia un ottimista di natura :wink:
e qui sfondate una porta aperta!! Siamo arrivati al punto di non avere alcuna certezza circa la programmazione fiscale Cartelle pazze: chi paga?
siano d'accordo su tutto enrico, solo credo che più che inefficace la riduzione delle aliquote non troverà mai nessuno in parlamento disposta a proporla
se mi parli di drastica riduzione del prelievo fiscale non è una questione di politica ma macroeconomica, se mi parli di riduzione della progressività ("riduzione delle aliquote" la intendo in questo senso) sono concorde che sia una questione parlamentare. Non voglio entrare nel merito politico in quanto è vietato dal regolamento, pero' diro' semplicemente che notoriamente è una fazione del parlamento contraria alla riduzione delle aliquote (e quindi degli scaglioni di reddito). La "flat tax" (aliquota unica) è una prerogativa dei paradisi fiscali che prescinde dal livello di reddito e tassa tutti nella stessa maniera: se vogliamo non è nemmeno così giusta. Ma la riduzione delle aliquote è assolutamente una cosa che condivido :wink:
Secondo me è solo una questione politica. le strade per arrivare ad una sensibile riduzione delle tasse sono due: riduzione spesa corrente e/o aumento dei contribuenti (tramite articolata ed efficace lotta all'evasione) Per entrambe serve solo una ferma volontà politica ed una forte maggioranza parlamentare.
mi riferisco ad un ridimensionamento secco delle aliquote fiscali eliminando quella marginale, ad es. 20 e 30% in funzione del reddito. Le fasce di reddito più deboli sarebbero salvaguardate dalla no-tax area e la progressività del prelievo fiscale dalla deducibilità.
ehm come dice il titolo... a monte...... a monte ci sono le aziende che se non assumono non ci sono dipendenti stipendiati..... io mi ricordavo che l'italia si reggeva su una repubblica fondata sul lavoro non sugli stipendiati
basterebbe che lo stato italiano smettesse di finanziare il vaticano per poter dimezzare le tasse del 50% e questa non è demagogia politicoreligiosa... questi suno NUMERI
Assolutamente! Se però la lotta all'evasione continua ad essere vista come l'unico mezzo per allargare la base di gettito non si va da nessuna parte. Di misure contro l'evasione fiscale sento parlare da quando ho smesso di giocare con i trenini elettrici. Non mi pare che nessun governo abbia ottenuto risultati apprezzabili.
io sono un tecnico, anche se mi sono occupato da sempre anche di gestione. pertanto faccio una riflessione ovviamente condizionata dalla mia forma mentis, che non è di certo orientata alla politica. quando si vuole ottimizzare e controllare un processo (in questo caso, il prelievo fiscale) bisogna avere bene in mente alcuni capisaldi: la semplicità e la monitorabilità delle procedure la loro applicabilità in modo veloce e semplice quando si ha a che fare con una configurazione di processo pessima, si agisce con azioni correttive (durante il processo) o preventive (alla fine di un ciclo di processo, prima che inizi un nuovo ciclo - nel nostro caso, al termine di un'annata fiscale). va da se che, se l'analisi dei problemi e le azioni poste in atto sono valide, nonostante vi siano numerose variabili da tener presente, il processo non può quindi che essere migliorato (specialmente all'inizio, poi le variabili non consentiranno mai la perfezione). siccome penso che in Italia ci siano validissimi professionisti in grado di progettare ed attuare tali azioni correttive e preventive, l'amara conclusione è che: poichè chi detiene il potere (i politici) interpreta "come gli pare" i suggerimenti degli esperti e/o scelgono degli esperti che esperti non sono utilizzando criteri per la maggior parte clientelari non si riesce a mandare a casa (causa leggi elettorali artatamente congegnate) la casta politica dirigenziale formatasi in questi anni non c'è soluzione imho il "processo" è destinato a peggiorare sempre più
non si può parlare di politica nel forum. però soddisfo indirettamente (forse) la tua curiosità. attribuisco equamente la "colpa" politica a tutti gli schieramenti, nessuno escluso :wink:
quoto e aggiungo che in conseguenza all'eliminazione ICI i comuni hanno aumentato le addizionali comunali però la massa se l'è bevuta, perché andare a pagare l'ICI era un peso psicologico, una tassa fantasma in busta non la nota nessuno diverso è il discorso sul significato dell'ICI, ma siamo in OT al quadrato