li hanno arrestati, ma chi dice 5 contro uno conigli, io dico che pure 1 contro 1 sei un bastardo se usi la violenza fino ad uccidere.....e purtroppo il mondo ne è pieno.....
Io ti rispondo che c'è gente che fa la fila alla caritas per avere un pezzo di pane e un bicchier d'acqua al giorno, mentre c'è invece chi di diritto ce l'ha (con tanto di tv al plasma e spuntini vari) in galera ogni santo giorno.
il ragazzo che è stato ucciso era un amico di un mio collega,che era al mare con la vittima.... Che schifo,ormai non poi piu andare al mare in tranquillità.......
Purtroppo non si può piu andare da nessuna parte in tranquillità,i fatti accaduti ultimamrnte lo dimostrano....ricordate il caso del rifiuto di una sigaretta....che scandalo....
...sai in america cosa costa dare la pena capitale a un uomo e a dargli il carcere a vita? costa mooooooooolto di più la prima e la pena di morte in caso di errori inoltre non è reversibile
Infatti ho detto gli tiri un colpo in testa e mandi il conto alla famiglia del proiettile... dove sei sei... :wink:
Delitto di Ravenna, presi i due casertani ROSARIA CAPACCHIONE Una fuga durata sessanta ore, iniziata a Porto Corsini nella serata di lunedì e terminata ieri mattina alle porte del carcere di Carinola, dove volevano consegnarsi. E poi l’attesa, la lunga attesa nella caserma dei carabinieri di via Venezia, a Mondragone, per raccontare le ragioni di quella furia che li ha trasformati da camionisti in assassini. Le ragioni, poi. Una parola di troppo buttata là, l’insulto razzista, la voce aspra di Andrea Tartari che trasudava disprezzo per loro, figli del Sud: «Sporchi terroni, terroni di *****, andate via...». Salvatore e Giovanni Vertone, 41 e 38 anni, l’hanno raccontata così: hanno reagito con i coltelli, hanno detto, all’insulto del giovane gommista bolognese. Li aveva trovati seduti sul cofano della sua auto, un’Audi, parcheggiata in via Lagosanto, sotto l’abitazione dei fratelli Vertone, nella cittadina ravennate. Li aveva scacciati in malo modo, chiamandoli terroni. I due Vertone hanno perso la testa e hanno reagito con una violenza indescrivibile, ingiustificabile: calci, pugni e poi le coltellate, contro Tartari e contro chiunque si era messo in mezzo per fermarli. L’esame esterno eseguito sul cadavere di Andrea Tartari dal medico legale ha evidenziato almeno cinque o sei ferite da taglio, colpi andati in profondità e in zone vitali, al torace e nell’area cardiaca, «con l’intenzione di provocare un evento letale». Anche la fidanzata del gommista, Katia, è stata colpita da calci ai fianchi e agli stinchi mentre tentava di difendere il ragazzo. Stessa sorte per il cugino della giovane, colpito da una coltellata solo superficiale. Neppure i figli di Salvatore Vertone, intervenuti per bloccare padre e zio, erano riusciti a placarne la furia. C’è voluta la notte intera per ricostruire la dinamica dell’omicidio e mettere a verbale, nella caserma dei carabinieri e alla presenza del pm di Ravenna Roberto Ceroni - arrivato a Mondragone intorno alle 19 di ieri - e dei difensori dei fratelli Vertone, gli avvocati Paolo Trofino e Maria Lampitella, il racconto dei due camionisti. Poi il carcere e forse domani l’interrogatorio del gip per la convalida dell’arresto. La fuga dei fratelli Salvatore e Giovanni Vertone, camionisti occasionali, originari proprio di Mondragone ma da tempo residenti nel Ravennate, si era conclusa nella mattinata di ieri, intorno alle 10, a Carinola, cittadina del Casertano confinante con Mondragone e sede di una sezione distaccata del Tribunale e del supercarcere. Sono stati fermati a mezza strada tra il Palazzo di giustizia e il carcere da una pattuglia dei carabinieri, una delle decine messe in strada all’indomani dell’omicidio, tutte con le foto segnaletiche dei due sul cruscotto. I due, che stavano camminando per strada, non hanno opposto resistenza, un particolare che confermerebbe la loro intenzione di consegnarsi. Poco dopo, a Ravenna, la conferenza stampa del capo della Procura, Roberto Mescolini, che ha dato notizia dei due arresti e ha fatto il punto sulle indagini. Ha confermato che tutto era partito da un banale screzio attorno all’Audi TT della vittima, parcheggiata in via Lagosanto. E ha aggiunto: «Ancora non sappiamo se il tono usato da Andrea Tartari per allontanarli sia stato tale da offendere l’amor proprio degli aggressori. Ma senza un motivo giustificante, in due hanno aggredito con furia devastante e incomprensibile il giovane Tartari». a voi i commenti. ciao Emidio
i conigli hanno finalmente nome e cognome........!!!!! spero procedano velocemente con l'espianto, se no una volta che i due saranno "in casanza" l'ano già non sarà più buono.... auguro buon divertimento ai compagni di "stanza".....
Purtroppo forse anche meno...E la cosa assurda è il commento alla fine dell'articolo che dice che è in via di definizione il tono e l'eventuale insulto che è stato usato per farli "scendere" dal cofano della TT. Ma tu che cacchio ci fai seduto sui cofani di macchine che non siano tue?......Dovrebbero marcire in una latrina.
e "purtroppo" hai ragione..... l'importante è che una volta usciti la famiglia della vittima sappia dove risiedono.....