Racconto della prima volta al Ring

Vorrei condividere anche con voi (il racconto è già pubblicato in parte su un altro forum, e verrà pubblicato anche su un terzo) la mia prima volta al Nurburgring, a settembre 2011.

Molti sono assidui frequentatori qui dentro per cui perdonatemi se dirò cose troppo banali o inesatte

Direi di iniziare..

 

PARTE I - Prima della partenza

Partiamo dal principio, era una fredda giornata d'inverno dell'anno scorso che non permetteva di uscire di casa, e mi stavo ammazzando a Gran Turismo 5 consumando tra le mani il G25, il circuito era ovviamente il Nurburgring. Aveva da sempre colpito il mio fascino, in tv, nei video, ma era la prima volta che lo guidavo con un volante in mano. Improvvisamente giro dopo giro, iniziavo a realizzare inconsciamente che avevo la possibilità economica, e una vettura che mi poteva permettere la trasferta.

Metto subito mano al cellulare e contatto due miei amici chiedendo loro se erano disposti ad accettare una proposta indecente, e subito si illuminano come due lampadine. Il primo, Marco, accetta praticamente a scatola chiusa con l'idea di girare con la sua moto(Honda VFR), il secondo dopo qualche domanda(salvo poi ripensarci qualche settimana prima della partenza).

Mai stato in pista, si sprecavano i consigli di chi mi indicava circuiti meno impegnativi per iniziare, a partire dalla vicina Monza. Ma senza nulla togliere ai nostri circuiti nazionali, il Ring mi ha semplicemente derubato di qualcosa, e questo prima ancora di entrarci. Troppo riduttivo definirlo circuito. Ogni volta che pensavo a una pista avevo come prima immagine quella di macchine potenti, monoposto preparate da gara, che giravano ininterrottamente per 50 giri o più..

Il Ring no, il Ring non era una pista, era la strada dei miei sogni, a senso unico, senza preoccupazioni di ritiri patente, pedoni, incroci.

Più bella da guidare di un passo alpino poichè priva di tanti tornanti che danno un certo ritmo e alla lunga stufano.

Più bella di una pista normale perchè con molte curve cieche e senza vie di fuga, non lasciava spazio a esperimenti o alla ricerca dei limiti della macchina, non a un principiante come me sicuramente.

Fissiamo come periodo migliore per noi metà settembre, e da quel momento l'attesa diventa snervante, si fa il conto alla rovescia dei mesi, e ogni volta che ci incontriamo c'è sempre un riferimento al Ring, con scimmia automatica in groppa, che ci esalta all'istante.

Tutto sembra procedere per il verso giusto ma arrivano due fulmini a ciel sereno a poco piu di un mese dalla partenza. Il ripensamento del mio amico e qualche ora dopo, il ritiro patente dell'altro per un mese, per un sorpasso in macchina a cui è stato applicato qualsiasi cavillo possibile immaginabile.Ma come nelle migliori favole...

La patente gli ritorna 6 giorni prima della partenza, giusto il tempo di fargli montare un paio di gomme migliori.

L'attesa negli ultimi giorni è stato qualcosa di passionale, non avevo internet da un mese e mezzo, io abituato a informarmi su qualsiasi dettaglio mi sentivo in gabbia, senza possibilità di decidere. Immaginatevi il giorno delle vostre nozze fissato a meno di una settimana, e voi che non avete la possibilità ne di sapere ne di decidere niente di quel giorno, ne della luna di miele, se non la sposa.

Potevo solo girare e rigirare a GT5, sognare un po su una M3 E46, imparare a mena dito le 72 curve(almeno il doppio se si considerano i falsi rettilinei) del Nordshleife, ma nonostante tempi discreti sapevo ancora di avere qualche dubbio in 2 o 3 punti.

Sempre a controllare il meteo tramite Marco, dovevamo partir di domenica per poi girare tutto il lunedi mattina, ma il tempo non era dalla nostra e abbiamo posticipato di un giorno la partenza. Segnato qualche indirizzo dei bed&breakfast più economici(scroccando internet a un amico), ci trovavamo a partire lunedi mattina alle 6 30 dopo un temporale, che ci aveva lasciato in regalo vento forte e detriti freschi per le strade.

A presto per la seconda parte..

 

Grazie a tutti voi, mi fa piacere condividere questa esperienza.

Parte II - Il viaggio

...Partenza fissata alle ore 6 30, la giornata non prometteva niente di buono. Un forte temporale notturno aveva lasciato le strade completamente piene di foglie, rami, sassi di varie dimensioni, il tutto disposto ordinatamente sul manto stradale da raffiche di vento improvvise. Le piante si agitavano violentemente come a voler dire "Volete veramente andare al Ring?Ne siete sicuri?" ma al di là della preoccupazione di non rompere niente, la determinazione era totale. Ma quasi come ogni buon rito iniziatico, il superamento di una prova dava il là alla successiva, e dopo 7 km ci ritrovavamo in coda per entrare in Svizzera. Una decina di km in tre quarti d'ora, 740km rimanenti e tanta voglia di arrivare.

Entrati in autostrada Svizzera con un tempo decisamente migliore, il grande santo protettore dei viaggiatori, San Cruise Control, portava subito il suo aiuto alla causa, consentendo a Caldy(nome dato all'amata BMW, da caldaia) di dormicchiare passando da un limite di velocità ridicolo a uno ancora più ridicolo del precedente. E vista la fiscalità dei limitiogni sorpasso era un parto.

Caldy si era letteralmente adagiata all'andatura, non dava segni di brio, silenziosa e lineare con in sottofondo un po di musica, dava invece la sensazione di essere seduti sulla poltrona del cinema con un volante in mano a guardare un documentario sulle alpi svizzere, ma era costantemente tra i 4,6 e i 4,8l/100km per cui uno spettacolo a prezzo ridotto.

Vi metto una manciata di foto dall'autogrill in cui ci siamo fermati a far colazione.







Attraversata la svizzera da sud a nord in circa 3 ore, da Mendrisio a Basilea, passando per il San Gottardo e Lucerna, si entrava finalmente in Germania con i 200cavalli che dopo qualche ora di sonnolenza totale, si preparavano pigramente ai cancelli per una galoppata lungo l'Autobahn, l'autostrada tedesca senza limiti che tutti vorremmo avere a pochi km da casa. Il documentario era finito, ma i limiti no, c'erano numerosi lavori in corso con obblighi fino a 60km/h e la sonnolenza era contrastata soltanto dall'attesa del fatidico cartello che pone fine ai divieti.

Passato il cartello, Caldy si lanciava verso i 200km/h come un bambino che tenuto per mano dai genitori, dopo averli salutati si fionda nel parco giochi con una corsa liberatoria verso le giostre.

Marco mi aveva sollecitato a fare soltanto qualche sparo, poichè non avrebbe retto alte velocità troppo a lungo, già il viaggio era di per se massacrante da fare in moto, se aggiungiamo vento e pioggia in alcuni tratti svizzeri, la sua è stata sicuramente un'esperienza molto fisica, che ci ha portato a fare diverse soste lungo il cammino, sia per rifornire il VFR, sia per avere qualche minuto di riposo ogni tanto.

Ma la possibilità di fare spari a piacimento ha avuto il sopravvento su entrambi, e dopo andature costanti intorno ai 190km/h, ecco aprirsi un varco nel poco traffico che c'era, strada libera su tutte le corsie, pedale premuto a fondo con la concentrazione che è venuta leggermente meno quando passati i 230 ho notato il Marco che si era accovacciato dietro il vetro della sua moto in posizione piu aerodinamica, con un mio sorriso spontaneo che commentava la scena.

Questo non ci ha impedito di passare i 240km/h, sapendo che non infrangevamo nessuna regola, con la sicurezza di non aver nessuno davanti, e con la testa e il corpo completamente focalizzati sulla strada.

Purtroppo gli spari ad alte velocità non sono stati molti, sia per i numerosi lavori in corso, sia per la presenza di altri veicoli che imponevano come logico di mantenere determinate distanze di sicurezza. Distanze che di fatto contraddistinguono il guidatore tedesco da quello italiano, cosi come l'utilizzo sacrosanto delle corsie piu a destra.

Le fermate sono state molte, nel caso del pranzo anche abbastanza lunga, ma non avevamo fretta.

La Germania che per lunghi tratti non aveva offerto niente da vedere iniziava ad arricchirsi di particolari interessanti, nonostante il tempo non fosse proprio dei migliori...



I consumi erano peggiorati ovviamente ma mi lasciavano completamente soddisfatto...



La stanchezza iniziava a farsi sentire, e l'andatura era diminuita drasticamente,

quando...



il cuore ha iniziato a battere forte, gli occhi si sono spalancati, e un gesto fuori dal finestrino manifestava verso Marco la mia contentezza.



Eravamo usciti dall'autobahn e mancavano poco meno di una ventina di km.

A presto per il terzo capitolo, "L'Arrivo"...

 

Beh, è stata fantastica la trasferta al Ring, sempre bello riviverla e condividerla.

Ciao giampy, quando vuoi /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> non ho ancora conosciuto nessuno della zona mi farebbe molto piacere..

 

Parte III - L'arrivo

Usciti dall'autostrada si presentava un paesaggio per certi versi inaspettato. La sensazione di andare nella terra di nessuno era forte vista la quasi totale assenza di traffico, prati e terreni tipici della collina alternati da piccole zone boschive, con qualche piccolo complesso di case familiari in lontananza.



La strada era semplicemente fantastica, lunghi rettilinei con cambi di pendenza frequenti alternati da curve molto veloci che facevano sembrare decisamente poco generoso il limite di 100km/h..e i 20km rimanenti venivano letteralmente bruciati in pochissimo tempo.

http://www.youtube.com/watch?v=iGBkbWXqMuM&feature=player_embedded

La strada faceva già assaporare quello che ci avrebbe atteso all'interno del Ring, la confusione in testa era totale, tanto che al primo spiazzo ci siamo fermati per commentare. Sapevo che il Ring sarebbe diventata la mia strada preferita, non sapevo che "la strada che porta al Ring" sarebbe stata al secondo posto, ma in quel momento era la prima perchè non avevo ancora messo piede in pista, e per 24 ore ha avuto il primato assoluto, era doverosa una pausa per rendere merito a questa statale. Sia chiaro, a livello paesaggistico il giro che avevo fatto mesi prima in zona Stelvio(e che prossimamente pubblicherò) non ha eguali, ma a livello di piacere di guida quella strada anonima e sperduta per un non appassionato di auto era al top.

Si sentivano solo le nostre voci, accompagnate da un leggero vento di sottofondo quando l'estasi veniva bruscamente interrotta dal rombo di una Ferrari nera che come una campana del primo mattino richiamava la nostra attenzione verso l'obiettivo primario.

Mancavano 4-5 km all'arrivo, quando entrati in una zona boschiva un forte stridio di gomme accompagnato da un rombo di un auto di grossa cubatura, molto più invadente rispetto alla Ferrari di prima a causa della diversa andatura, ci sconvolgeva la vita. Qualche metro ancora, e tra i pini iniziavano a intravvedersi dei cordoli. Ci eravamo fermati 5 minuti prima, ma dovevamo vedere, dovevamo toccare con mano.

Km 17del tracciato, meglio noto come Pflanzgarten, era semplicemente qualcosa di spaventoso visto da fuori. Lieve S su una discesa ripida per essere una pista, seguita da cambio di pendenza(salto) e curva a destra insidiosa in salita.

http://www.youtube.com/watch?v=078AFIJ_bBI&feature=channel

Stavo per commuovermi ma dovevo resistere, non potevo mettermi a piangere come un bambino.

Illuso.

Perchè passati neanche un paio di minuti a vedere qualche AMG e Aston, la nuova M5 V8 biturbo, blu con cerchi nero opaco, scendeva con gran prepotenza come a pretendere qualcosa, come un gradasso che cerca di imporsi tra i suoi simili, e mi rubava qualche lascrima di commozione. L'amore per il marchio, per il Ring, la curiosità verso un modello prossimo che a breve sarebbe stato messo in vendita, il look aggressivo apportato a una berlinona elegante, il suono di un V8(che non sarà il vecchio V10, ma ha ugualmente il suo perchè)orchestrato dai 4 organi che sbucavano al posteriore, era troppo per me, un mix esplosivo.

Chiusa la parentesi M5, l'urlo delle gomme era qualcosa di esagerato, le auto sembravano ampiamente vicine ai limiti, ma non per i collaudatori a bordo, che per niente impensieriti da uno dei tratti piu insidiosi del Ring, si potevano permettere di salutare noi e un paio di altri ragazzi presenti, o di guidare con il gomito appoggiato sulla portiera, in tempi che molto probabilmente un comune mortale non farà neanche dopo 200 giri.

La predominanza di modelli tedeschi era netta, Bmw Porsche e Mercedes erano le padrone di casa, tutte dai 300cv in su, con qualche apparizione sporadica di Aston Martin, qualche Audi, e qualche americana.

Volutamente lasciata per ultima, l'auto che ci ha stupito maggiormente senza lasciare aperti dibattiti, la Nissan GT-R. Semplicemente di un altro pianeta, la competizione per questa macchina era con la fisica, sicuramente non con le altre vetture presenti. Andature visibilmente superiori rispetto alle altre, sembrava un mezzo del futuro sollevato di una spanna dal suolo, come se non fosse realmente a contatto. Non si scomponeva minimamente.

Erano ormai le 19 e dopo un'ora a guardare questi bolidi era arrivato il momento di trovare una sistemazione. Ma non eravamo ancora arrivati all'ingresso della pista, che aveva la precedenza su tutto.

Arrivati a Nurburg, si presentava subito il paese dei Balocchi: paesino decisamente piccolo in cui si vedevano chiaramente sia le auto a noleggio delle varie società di rent, dalleLotus, alle Scirocco, Megane rs etc...sia le auto di proprietà parcheggiate negli alberghi che avremmo trovato a girare il giorno seguente.

Inutile dire che il parco auto era da casinò di Montecarlo, ma non erano li per sfilare in smoking con gnocca al seguito. Abiti eleganti e gnocche a casa, qui contava soltanto girare. Non c'era tempo però di fermarsi, ma solo di contemplare a bassa andatura tanto ben di Dio tecnologico nel silenzio più discreto. Come se non bastasse...







...e all'interno bmw di prossima uscita mi facevano sentire decisamente a casa. Come se stessi tornando in un posto dove in realtà non c'ero mai stato.

Passato senza soffermarsi troppo il punto di ingresso, ci dirigevamo verso un bed & breakfast gestito da un paio di ragazzi italiani, che ci avvertivano della presenza di un motociclista di Como(Roberto) con cui avremmo dovuto spartire la casa a disposizione. Senza neanche volerlo, era il ragazzo che Marco aveva sentito con costanza prima della partenza su un forum di moto, che aveva la stessa identica moto. Sarebbe stato fondamentale con la sua disponibilità e simpatia poi nei giorni seguenti, e non finiremo mai di ringraziarlo.

Sistemati i bagagli e conosciuto Robi, siamo andati a mangiare in un ristorante italiano(ce ne sono molti se consideriamo le dimensioni esigue dei paesi presenti) e poi a letto in vista del gran giorno....