bene. è una delle cose più nobili che abbia mai concepito la mente umana :wink:. p.s. attento, questo forum è pieno di interisti :wink:
Oggi vi parlerò della mia storia: Io sono un sito. Già ... Sono un maledetto luogo dove la gente arriva grazie a link ma soprattutto a dei passaparola, perchè in fondo io sono solo un sito di giochi online. Precisamente io sono un sito dove si può giocare a scopa. Prima di dirvi quello che ho visto e quello che ho ascoltato in tanti e tanti mesi di hosting, vorrei parlarvi di Internet, secondo il mio modo di vedere le cose, ovviamente. Internet è anzitutto per me il grande contenitore della vita delle tante persone che non riescono nella vera vita ad esprimere tutte se stesse, oltre che ad un semplice strumento per tutti gli altri. Chi perchè non riesce ad esprimersi per quanto riguarda la sua situazione lavorativa, chi per quanto riguarda le sue conoscenze, chi per la propria formazione interiore, chi per l'amore, chi per l'amicizia, chi per bisogni fisici, chi per bisogni mentali, chi perchè ha bisogno di aiuto, grande o piccolo che sia. E' poi anche uno strumento di informazione, è vero; ma io lo penso più come quello che ho detto prima. Cosa vuol dire questo ? Non c'è sicuramente bisogno di ripetere che una persona può quindi esprimersi al meglio, od al peggio. Tuttavia va considerato che molte persone che guardano Internet come se fosse la loro via d'uscita sbagliano, perchè le illusioni sono sempre alla fine negative, se non c'è la vera e propria volontà che fa cambiare parole scritte da una tastiera in fatti o parole a voce. Certo è che ci possono essere pericoli, qui; ma non sempre si deve fare affidamento a quello che si legge, e quello che soprattutto si vede: si può quindi capire con relativa facilità quando si è vicini al pericolo e quando invece si può governare la situazione, quando la gente parla senza sapere e quando invece l'umiltà cerca di tenere a bada la sapienza, la virtù e l'onore di un uomo. D'altronde che visione posso avere io di Internet, dal momento che conosco solo ciò che viene scritto nelle chat, e molte volte nemmeno riesco a capirlo ... Questo perchè online non ci sono le classi sociali: ci sono solo le classi della scuola, ed al massimo le classi a cui si appartiene come giocatore abile o meno. Ma differenze sociali non ce ne sono; nè lingua, nè dialetti, nè altezza, nè magrezza, nè eloquenza, nè bellezza, nè capacità di farsi sentire, nè apparenza, nè sostanza a volte. Internet è tanto vuoto quanto pieno, tanto ancorato a terra, solido, quanto sospeso ad un filo su un abisso oceanico profondo e inutile da scoprire perchè impossibile. Nella mia chat ho visto tante cose. Forse ve ne racconterò qualcuna, soprattutto per quanto riguarda una mia cara abitudine: spiare quelle conversazioni tra due utenti che giorno dopo giorno diventano sempre più informali, vicine alla loro vita e sembrano quasi normali: solo il risveglio, però, spezza un sogno. Ed io non mi addormento mai.
L'Architetto di Dio Policia de la Generalitat-Mossos d’Esquadra, 8 de Junio de 1926 Rapporto del Inspector Jordi Pujol al Comisario Santiago Quintanilla y Puig Gentile Commissario, come già accennatole telefonicamente allego alla presente lo scritto rinvenuto nella tasca del vagabondo investito ieri dalla tramvia 30. Non so quanto possa essere utile, ci sono solo i vaneggiamenti di una mente sicuramente malata ed una specie di “firma” incomprensibile (ammesso che quello scarabocchio sia una firma). Il vecchio, dell’apparente età di 70-80 anni, è deceduto stamattina per le orribili ferite riportate. L’unico altro oggetto in suo possesso era un rosario, probabilmente rubato. Ad ogni buon conto, ho convocato il cappellano della Sagrada Familia presso l’hospital de la Santa Creu per vedere se il mendicante si recava a mangiare nella loro mensa della carità. Mi confermo a Sua disposizione, e porgo i migliori saluti. mi chiamo antonio, e per volere e grazia di Dio cerco di disegnare i sogni. quando ero bambino facevo finta di giocare fuori dalla bottega di mio padre. in realtà aspettavo che fosse sufficientemente distratto dal suo lavoro per rubargli il Segreto. a cinque anni, per me il Segreto era la capacità di trasformare una lastra in una pentola. ancora non le chiamavo dimensioni, per me erano superfici lucenti, da due come possono diventare tre ? qualche anno più tardi, mentre attraversavo un ruscello, valutai male il riflesso dell’acqua, e quel che mi pareva una profondità pari alla suola della mia scarpa era in realtà una profondità nella quale nuotare. allora capii, muovendomi in tutte le direzioni sotto la superficie, che il Segreto era molto più complesso. ma capii anche che mio padre ne aveva carpito solo una piccola parte: da due possono diventare molte, le trasformazioni della luce. però… capii anche che il Segreto era celato non nella finita, miserrima sapienza degli uomini, ma nella natura tutta, nelle sue creature. ecco perché convinsi i miei genitori a fare i sacrifi necessari per farmi studiare da architetto. ecco perché non dormo mai, se non vinto dalle mie necessità umane quando svengo sul tecnigrafo. nella mia vita, tante volte ho temuto che questi miei affanni per carpire il Segreto fossero delle orribili bestemmie verso il Sommo Artefice. ma è più forte di me… infine ho concluso che fosse la volontà di Dio, non so cosa voglia da me, ma io gliela darò. anni, decenni di lavoro sempre più forsennato, cercando di piegare la natura in guisa di forgia umana… così ho vissuto i miei settantaquattro anni. credevo di esserci quasi riuscito, credevo di avere il Segreto quasi in pugno, e di poter concludere la mia esistenza terrena facendo dono di questa consapevolezza al mio Dio Padre, come un bimbo che, compiaciuto, mostra la soluzione di un indovinello al genitore. poi è arrivato quel maledetto tedesco. qualche anno fa ha tirato fuori la sua teoria, inizialmente ho letto le prime informazioni quasi divertito. ma il divertimento ha presto lasciato posto in me ad una disperata sensazione di delusione… il Segreto si allontanava immensamente dalla mia comprensione, c’erano infinite altre dimensioni che non potevo cogliere nemmeno con i miei modelli in gesso, nemmeno immaginarle… perché ero e sono finito, essere imperfetto. cosa vuoi da me, Dio ? perché mi hai dato un compito impossibile, quando sono nato ? ciò mi ha tormentato, in questi ultimi vent’anni. invano mi sono intestardito a cercare di descrivere l’indescrivibile con le miserabili tre dimensioni che sono state concesse al nostro mondo, ma ora ho capito. era tutto così semplice, era tutto così naturale. solo uno sciocco come me aveva bisogno di tutto questo tempo per capire che il Segreto mi sarà rivelato solo per il tramite di un gesto trascendente e definitivo.
mi ci cimento pure io :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> Non credo nel destino, non credo alla predestinazione, né ai segni premonitori, ma c’è stato un episodio, che mi ha segnato, fortemente, ed ha influenzato pure il mio modo di essere, di vedere le cose. Non parlo di un’esperienza intensa, duratura, ma di un episodio che sarà durato si e no tre o quattro secondi, ma forse anche meno. Tre secondi che ricordo ancora adesso, dopo un quarto di secolo, come se fosse ieri, un ricordo che ancora adesso mi emoziona come poche cose ormai riescono a fare. Ero molto giovane, facevo sport, avevo anche discreti risultati, pure a scuola ero bravino, ma questo non mi bastava a farmi credere di essere "uno apposto". Anzi. Più osservavo gli altri, più mi sentivo inadeguato a tutto. Mi chiedevo come fossero le loro vite, li vedevo sicuri, in qualche modo padroni del loro destino, al contrario di me. E più volte mi sono domandato come sarebbe stato se d’incanto ci fossimo scambiati le rispettive vite. Cosa che oggi fortunatamente non mi capita più di desiderare. Quando si è giovanissimi si hanno mille dubbi, incertezze. Un giorno, tardo pomeriggio, proprio andando in palestra scendo dal bus, getto uno sguardo distratto sui passeggeri che invece stavano ancora per salire. Tra i tanti c’era una coppia, più o meno della stessa mia età, che palesemente stava partendo per una vacanza, una di quelle vacanze “da giovani”, sacchi a pelo in bella mostra, un campeggio o meglio ancora una gita estrema, su qualche montagna o nel bel mezzo di qualche deserto… cosi la mia mente immaginava la vacanza di quella coppia. Ed io li invidiai, per più motivi. In primo luogo perché io non avevo la possibilità economica per partirmene in vacanza, né tantomeno i miei mi avrebbero mandato da solo “chissaddove” e con “chissacchì”. Inoltre, mentre la mia giornata volgeva al termine, dopo l’allenamento cena e poi a letto, la loro magari iniziava proprio in quel momento, con tutto un viaggio ancora da intraprendere, notturno e quindi ancora più affascinante, tante aspettative avanti. Ma soprattutto mi colpì una cosa in particolare, la ragazza, portava dei normalissimi blu jeans ed una magliettina a rete gialla. La indossava a pelle, e nel caricarsi lo zaino sulle spalle la magliettina si spostò mostrando, sotto le trame della rete, un seno nudo. Un seno piccolo, elegante oserei dire, ma nudo! Invidiai il suo accompagnatore, che poteva godere di quella visione ogni qualvolta lo desiderasse, invidiai anche lei che poteva permettersi una sfacciataggine simile, senza assolutamente curarsi del giudizio altrui. Ecco: fossi stata una donna sarei voluta essere come lei. Subito li bollai come una coppia di turisti stranieri. Ora lascio immaginare a voi quale effetto possa avere sulla mente e sull’immaginazione di un adolescente, in piena tempesta ormonale, una scena del genere. Quell’immagine mi ha accompagnato per anni, ma non solo l’istantanea di quel seno scoperto, tutto l’immaginario che vi ho costruito a posteriori, mi ha, ripeto, accompagnato per molti anni. Tra l’altro, ed ecco la cosa strana, la cosa che mi sgomenta dell’immaginazione umana, costruii la mia “icona” su un’immagine senza volto: come ho detto gettai uno sguardo distratto, casuale, per cui non ricordo assolutamente il suo volto, non ricordo se fosse stata bella o brutta, distratto poi dalla maglietta che si spostava… ricordo solo che forse, ma non ne sono sicuro, aveva un’espressione molto contrariata, ma se erano realmente turisti stranieri, sicuramente l’attesa del bus qui da noi, è quanto meno appagante si possa pretendere. Crescendo poi ho avuto diverse storie, ed in tutte le ragazze cercavo qualcosa di impalpabile, non sapevo neanche io cos’era realmente, sapevo solo che avrei voluto che le mie fidanzatine assomigliassero a quella ragazza vista tanti anni prima. Non intendo fisicamente, ma caratterialmente, e la cosa bella e che non sapevo nemmeno cosa in realtà c’era da cercare, in cosa dovevano assomigliarle, dal momento che di lei non sapevo nulla, se non che da giovanissima aveva avuto la possibilità di mettersi uno zaino ed un sacco a pelo sulle spalle ed indossare una maglia che poco lasciava all’immaginazione. Dopo anni, non so neanche come, quell’episodio mi tornò in testa mentre si discuteva con la mia compagna delle nostre rispettive adolescenze, ad un certo punto lei si alza dalla poltrona, apre un armadio, scava per minuti e minuti ed alla fine tira fuori quella maglietta a rete gialla che non ricordava neanche più di avere e non indossava più chissà da quando…
Mi associo, complimenti a tutti per i nuovi 3 racconti, siete stupefacenti. Anche in senso lato... E benvenuto a Chent, con un esordio da par suo @ SenzaUnaBmw Bello, molto originale @t.a.g Grande, la firma è illeggibile, ma questo è l'immenso Antoni, un uomo dalla visione immaginifica, nessuno mai come lui, il Maradona degli architetti. E lasciate stare la Sagrada Familia cosi' com'è, con una sola ala del tempio, tanto nessuno saprebbe continuarla senza coprirsi di ridicolo. @ Chent I miei complimenti, bellissimo!
l'infinito C'era una volta un ragazzo che inizio' a pestare sulla tastiera del PC, cercando di costruire una storiella da postare nel 3D appropriato. Inizio' cosi': ''C'era una volta un ragazzo che inizio' a pestare sulla tastiera del PC, cercando di costruire una storiella da postare nel 3D appropriato...'' La storia inizia cosi': ''C'era una volta un ragazzo che inizio' a pestare sulla tastiera del PC, cercando di costruire una storiella da postare nel 3D appropriato'...'' La storia inizia cosi':''C'era una volta un ragazzo che inizio' a pestare sulla tastiera del PC, cercando di costruire una storiella da postare nel 3D appropriato...'' La storia inizia cosi'... E' un po' sperimentale, spero ci troviate un senso. Non so nemmeno io se ce l'ha, ma è un po' come guardarsi attraverso 2 specchi speculari, la nostra immagine si perde nell'infinito, no...?
noi NOI che ascoltiamo il meteo ma poi chissenefrega devo andare lo stesso, NOI che troppo spesso facciamo del male agli altri solo per sentirci dolcemente perdonare, NOI che giochiamo all'Enalotto ma poi vincono sempre in Puglia, NOI, che abbiamo problemi anche seri ma in fondo che c'importa, tanto oggi è uguale a ieri, NOI, che ci alziamo presto la mattina, neanche il tempo per una sveltina, NOI, tra Papi, video e giornali, NOI, tutti dietro al primo coglio.ne manco fossimo un branco d'animali, NOI, che parliamo sempre troppo, diciamo troppo poco, ci facciamo mettere sotto, ma solo chi non conosce ancora il gioco , NOI, il sole che muore, la fidanzata di colore, gli amici del cuore, la Ferrari in centro, i cortili assolati, radio Baghdad 50 morti tra i soldati. Ma domani si scia, una pacca sulle spalle e via... DAVIDE
Grazie :wink: Anche il tuo però...:wink: Quelle piccole emozioni dell'adolescenza che segnano una vita... Complimenti a tutti, vedo che la Musa continua ad inspirare nel forum ! Io purtroppo in questo periodo ho poco tempo per pensare ma soprattuto per scrivere, anche se qualcosa mi frulla in testa...
complimenti per la splendida idea! spero di non esssere ot: questo è un testo che ho scritto per il mio gruppo: per non dimenticare Il maggio di andrea danzando con la morte tutta la vita. ti ha rincorso senza mai smettere. i fantasmi della solitudine ce l'hanno fatta. solo perché ti hanno lasciato tutti solo. solamente un alibi per questo: lei, lei, che è stata ingorda fino ad ingoiarti, lei che ti mentiva e ti faceva sentire bene ma solo per poterti controllare meglio, ti chiameranno vigliacco ma non è giusto, vigliacchi noi che ti abbiamo lasciato a marcire nel tuo dolore. Proveranno a dimenticarti, tu vergogna del loro nome, loro, vergogna senza fine della razza umana ti hanno lasciato morire giorno dopo giorno, con la speranza che accadesse e lasceranno morire la tua memoria in una fossa comune di disgraziati. Senza un funerale.... e nessuno ha fatto niente, e tutti a guardare...
Wow, alcuni testi sono veramente belli! Io alle elementari quando ci facevano fare le storielle ero quello che scriveva di più e meglio, ma con gli anni la fantasia è regredita pericolosamente.
no è tutta farina del suo sacco mi ha fatto una sorpresa, e grazie della fiducia e poi... "non ricordo se fosse stata bella o brutta" ...non glielo avrei lasciato certo passare...gli avrei imposto : "ricordo che era bellissima"
