“Accidenti ! Un fotografo di National Geographics ! “ esclama. “ Una volta la collina ed il bosco erano molto popolati di fauna selvatica . Poi con l’estensione della cittadina, i cacciatori ... sarà un po’ difficile che lei trovi serpenti a sonagli. E’ da anni che non ci sono avvistamenti o incidenti..” “In effetti quello che cerco è già raro negli States. Se non lo trovo qui dovrò spostarmi altrove. Ho segnato tutte le zone che ho esplorato e me ne rimangono due o tre. Comunque ho fatto molte foto ad altri animali...” “Sarei molto contenta di vederle in anteprima ! Ma forse ho una sorpresa per lei. Mio padre era un cacciatore ed un paio di anni fa mi regalò un rettilario con un crotalo che aveva catturato! Lo tengo in cantina, sa ....magari gli ospiti si spaventano ! Può darsi che sia l’esemplare che cerca. Non è aggressivo e non l’ho mai visto agitato. Mangia dei topi di campagna che gli procuro con una mia trappola a gabbietta. Sa, li vuole vivi...Quando vuole può venire a vederlo ed a fotografarlo. “ “Non ci posso credere ! Magari è proprio quello ! Certo preferirei riprenderlo nel suo ambiente naturale ma... non si può avere tutto ! “ Sorriso smagliante da parte mia. Sì, non ci posso credere. “Quando posso passare ?” “ Facciamo domani dopo le 18 ? Abito al 215 di Jay Street, quasi fuori città. “ “Ok, va bene ! Ah... mi chiamo Mike.” “ Io Jane “ Stretta di mano. E la mia 40° prossima vittima si allontana verso il parchimetro... La villetta si trova al fondo della strada, costeggiata da un prato che si inerpica verso la collina oltre la quale c’è il bosco da cui ho svolto le mie osservazioni. E’ quasi buio. D’altra parte siamo in autunno inoltrato. Il paesaggio ha ormai assunto i colori autunnali. In mezzo ai sempreverdi, le foglie che ingialliscono, quelle che virano in un rossastro cupo e quelle decisamente marrone. Diversi alberi sono già completamente spogli. E’ un insieme cromatico molto suggestivo e piacevole a vedersi. Sembro accorgermene per la prima volta da quando sono lì. Arrivo davanti al cancelletto. Noto la sua macchina parcheggiata nel box a fianco della casa. Una Lexus. Però, se la passa bene per essere una bibliotecaria, ma magari è ricca di famiglia e lavora per hobby. Il giardino davanti alla casa, delimitato da un basso recinto di legno, è molto ben curato. Più di una volta ho visto lei stessa occuparsene e una volta o due ho visto arrivare un’impresa di giardinaggio a svolgere i lavori più pesanti. Mi guardo intorno con discrezione. Nessuno all’orizzonte, tutto sembra tranquillo. Le finestre delle case poco lontano sono illuminate e non mi sembra di vedere nessuno spione curiosare. Non mi va di lasciare la bicicletta lì in bella mostra, per cui la introduco all’interno del giardino e la nascondo dietro una pianta. Non ho i guanti da ciclista ma quelli normali in pelle. Non devo lasciare impronte. Nel mio zainetto, insieme alla Pentax, in un’altra tasca ho i ferri del mestiere. Laccio d’acciaio, coltello da subaqueo, nastro adesivo , fascette autobloccanti da elettricista., una candela rossa. Non ho un modo standard di uccidere, dipende dalle circostanze e dalla vittima. Ma lascio sempre una “firma” : una croce tracciata con la cera bollente sul seno della vittima, poco prima di sgozzarla o di strangolarla. In questi anni credo di aver fatto impazzire l’FBI perchè mi sposto da una parte all’altra degli States,senza uno schema o una logica. Posso stare mesi senza agire e non ho date fisse o ricorrenze particolari. Sui giornali locali di mezza America leggevo gli articoli sulle mie “missioni” mentre i G-men brancolavano nel buio.
Suono il campanello. Qualche istante e lei viene ad aprire. E’ bellissima. Indossa un abito attillato ma sobrio che comunque ne mette discretamente in risalto le forme, nascoste dall'informe giaccone che indossa di solito. Sorridente, mi invita ad entrare. “Ciao, accomodati. Prima di visitare il nostro amico là sotto gradisci qualcosa da bere. Ti avviso che però non ho superalcolici. Solo qualche birretta o un po’ di Vermouth.”.Sento uno stano disagio. Mi da del “tu”, non mi conosce nemmeno... “..mmm. no...veramente ... di solito non bevo mai niente prima di cena,. Magari dopo...” “Allora posa il giubbotto e vieni di sotto a vedere.” La casa è molto ben arredata, sobria, con un gusto un po’ minimalista ma con un certo calore che la rende vissuta e non asettica come spesso succede con questo genere di arredamenti. Attigua al salotto c’è una zona pranzo con annesso angolo cottura, penisola e sgabelli. La cucina è ben fornita di elettrodomestici che però sembrano poco usati. Vicino alla porta della cucina ve n’è un’altra che deve condurre di sotto, nel seminterrato. Prendo la Pentax, lei accende la luce e scendiamo. “Eccolo quì” e mi mostra il rettilario . Dentro la teca c’è un serpente arrotolato che sembra dormire della grossa. E’ un Crotalus Adamantinus, abbastanza diffuso negli USA. Non ne capisco molto di serpenti ma ho letto che non è delle specie di crotalo più pacifiche. Non ho nessuna intenzione di aprire la teca per fotografarlo per cui metto subito le cose in chiaro. “No purtroppo non è quello che cercavo....” Lei ha un moto di delusione. Mi sembra realmente dispiaciuta. “ Va beh... lo cercherò altrove, non importa. Forse adesso mi puoi offrire quell’aperitivo che dicevi...” Ritorniamo su. Ripongo la Pentax nello zainetto e nel contempo apro lo zip della tasca con i miei “attrezzi”. Mi ci siedo accanto sulla poltroncina del salotto. “Quei guanti vuoi tenerli tutta la sera ? “ mi domanda ridendo. “Un po’ di Vermouth va bene ? “ “Mmmm.. sì.. certo...poco però...” Mi viene incontro con in mano due bicchieri di cui me ne offre uno. A malincuore mi sfilo i guanti. Le impronte le pulirò ..... dopo. E’ in piedi di fronte a me. Mi guarda negli occhi, poi sorseggia il suo Vermouth. “Non ti posso trattenere molto, domattina presto devo andare fuori città.” “Ah sì ? E dove ? “Un sabato al mese prendo il mio permesso mensile per prestare servizio di volontariato nell’ospedale dov’è morto mio padre, ad una cinquantina di chilometri da quì.” “Ah... ti fa certo onore...brava..” Mi sento un po’ a disagio. La osservo ancora. Mi accorgo all’improvviso che ha anche delle splendide gambe, non certo da modella ma ben tornite e slanciate dai tacchi a spillo che indossa. Nell’insieme è veramente sensuale, ma non ha l’atteggiamento di chi vuole sedurmi. Si siede accanto a me. “ Raccontami qualcosa di te”. Ho paura che sbirci nel mio zainetto, per cui mi affretto a spostarlo dall’altra parte. “ Veramente ti ho già detto quasi tutto. Sono laureato in Biologia a Berkley, ma già da piccolo ero appassionato di fotografia, per cui alla fine ho scelto questo lavoro. Diciamo che sono un fotografo professionista esperto di biologia ! “ Esplose in una risata cristallina. Poi ripose il suo bicchiere su tavolino e nel farlo mi sfiorò con il suo seno. Sentìi un brivido i tutto il corpo come non accadeva da tempo , diverso da quello che avvertivo come un orgasmo al termine delle mie “missioni”. “Tutte puttane tutte puttane !!!! “ Mamma stà zitta una volta tanto !!
“Tutte puttane ! Sembrano tutte angioletti, ma sono pronte a fotterti alla prima occasione !! Puttane tutte puttaneeeeee !!!! “ Mamma , vaffan..... Sto male. Devo farlo ma non ho più voglia stasera. Mi gira un po’ la testa, il vermouth è pesante. Meglio che vada a casa. “ Non ti senti bene ? Vuoi stenderti un po’ nella mia camera da letto ? “ “Puttane tutte puttaneeeee!” Vaffan... mamma !!! “Camera da letto ? “ “ Certo caro .... ma magari prima ti do qualcosa per il mal di testa. Si vede che non sei abituato a bere ! “ Ha un certo sorriso malizioso che mi fa venire un nodo allo stomaco ma mi mette anche una certa inquietudine. Mi alzo, chiudo il mio zainetto. Lei si dirige verso la cucina ed io la seguo. La porta di casa crolla all’improvviso, come abbattuta da cariche esplosive. Non faccio in tempo a voltarmi. Degli energumeni irrompono tra il fumo. ”Buttalo giù !” sento urlare. Due di essi volano letteralmente su di me e mi sbattono a terra. “FBI !!!! Mani sulla testa !! “ E’ finita, penso. Maledizione ! Ma come hanno fatto a trovarmi ? Però nessuno mi ammanetta. Con la coda dell’occhio scorgo Jane correre verso i cassetti della penisola ed estrarre una pistola. Apre il fuoco verso gli agenti che però hanno i giubbotti antiproiettile. Uno di essi viene spinto all’indietro dall’impatto di una pallottola contro il kevlar. Gli altri aprono il fuoco. Un inferno di fuoco... Mi lasciano rialzare. “ S.I. deceduto Signore.” Dice un agente a quello che sembra un suo superiore. Jane giace in un lago di sangue. “L’ha scampata bella giovanotto. Siamo arrivati stamattina da Quantico. Un giorno di ritardo e....” “Ma chi... chi era ?” Chiedo sconvolto. “Una delle più feroci serial killer di questi ultimi anni. Colpiva una volta al mese. Agiva in un raggio di 4-500 km da qui. Di solito travestita nei modi più disparati, attirava gli uomini nei motel, li stordiva con dei narcotici. Poi li ammanettava al letto e li strangolava.” Più o meno quel che volevo fare io, penso. “ Come ci siete arrivati ? “ Crediamo per suo errore, ha lasciato un capello sul luogo di uno dei suoi delitti. Risultava nel database di un ospedale psichiatrico del Wisconsin, che aveva anche le sue impronte digitali. Il suo nome era Clara Stanton, schizofrenica paranoide. Abbiamo richiesto a tutti gli sceriffi di contea nel raggio di 1000 km di mandarci le impronte rilevate su scene del crimine in questi ultimi anni. Finora non avevamo ottenuto riscontri. Casualmente ieri la segreteria dello sceriffo di questa contea, insieme agli ultimi rilevi, ha erroneamente incluso il file con le impronte dei dipendenti pubblici, fra cui i bibliotecari. Le è andata bene giovanotto. Sarebbe stato , credo il 23°. “ Già... mi è andata ... bene. Ho un nodo allo stomaco. Nel parapiglia generale , infilo intasca il bicchiere vuoto con le mie impronte. Non ho toccato null’altro. “Lei abita quì ?” “Si” "Il suo nome ?" "Mike... Mike Bradley" “Domani venga dallo sceriffo per una deposizione” “Certo” Col cavolo che mi vedono. Domani avrò ripulito tutto e sarò lontano da quì. Mi allontano, frastornato, confuso, stordito...e deluso. “Puttane tutte puttane !! Hai visto ????” Hai ragione mamma....hai sempre ragione....
Ma quale bravo ... Bravo tu piuttosto: storia bellissima e nonostante la trama, non mi è mai sembrata scontata e prevedibile
@ Ale Bello, Ale, mi piace il tuo stile tra l'underground e Pasolini @ Bluemarine Che dire? CHAPEAU !!!
L'infernale dr.Rossi A.D 2049 Prologo: Come ogni pomeriggio alle h 17 il dr.Rossi esce dal suo laboratorio dell'Universita' di Torino, facolta' di fisica nucleare. Il dr.Rossi è il classico topo di laboratorio, una vita spesa tra esperimenti e sterili trattati sui quanti. Una cosa non sapeva pero', il ministero per lo sviluppo scientifico e per la ricerca: cioe' che in quei 35 anni di studi (usufruendo peraltro di contributi statali a fondo perduto mai rivelati) Rossi non rivelo' mai le incredibili scoperte di cui si seppe dopo. Anche per questo la sua paga era al minimo sindacale e la sua reputazione in ambito scientifico la stessa di un pedestre passa-carte-timbra-cartellini e niente piu'. L'uomo in grigio, lo chiamavano all'Universita'. Se solo avessero saputo... La strada verso casa richiede circa 40 minuti, da Corso Galileo Ferraris sino alle campagne del Castelnuovese. La sua abitazione è una villetta senza pretese, e da poco ha acquistato un terreno di circa 15.000mq, un ettaro e mezzo in piano, edificabile, adiacente la propria casa. Durante il viaggio di ritorno il suo vero progetto inizia lentamente a prendere forma. Ed è un qualcosa che ha eroso come un tarlo la sua mente sin da quando era studente, volto soprattutto ad appagare i desideri e le frustrazioni di una mente disturbata e criminale. Ma geniale. D'un genio assoluto, che mai s'era visto prima. Cosa questa che lo rende assolutamente pericoloso e credibile. Le farneticazioni di un pazzo, dite? Vedremo! Il dr.Rossi inizia ad ordinare migliaia di piastrelle in carbonio puro al 99,9%, merce assai comune in quell'epoca. Veniva in genere usato al posto delle piastre di silicio in uso nei calcolatori da circa 20 anni. In effetti il diamante sintetico industriale veniva gia' utilizzato dagli anni 80 del secolo scorso, ma solo nel 2009 si scoperse come dargli una forma appiattita e regolare, mentre la sua uscita in commercio avvenne solo nel 2025, a costi accettabili. Ai giorni nostri, nel 2049, un metro quadro di diamante sintetico spesso 2 cm ha piu' o meno il costo del normale materiale plastico riciclato. Rossi ne ordina come detto alcune migliaia, mella misura di 0,5m quadri di lato per lo spessore di 1cm. Nel terreno adiacente commissiona all'impresa locale la costruzione di un capannone di 70 m di lunghezza, 30 di larghezza e 18 d'altezza. Dopo un paio di mesi il capannone è pronto, nel frattempo le piastrelle sono gia' state consegnate e stoccate al riparo di una tettoia dietro casa. Beh, dove sta il mistero ed il fantascientifico in un tizio squinternato che ordina piastrelle? Se avete pazienza lo scoprirete, ed il peggio è che si tratta di tutt'altro che di qualcosa di ''fantascientifico'', come si vedra' in seguito... continua... Scusate la confusione, avrei dovuto prima terminare il mio racconto ''Holocaust 2012'', ma ora mi va di iniziare questo. Una volta concluso terminero' anche l'altro. Grazie per l'attenzione :wink:
Grazie, ma niente rispetto a quello di Bluemarine e ai tuoi (che sto aspettando ... :wink: ps: finiscilo presto, questo ).
Chissà se nel 2049 a Castelnuovo Don Bosco ci sarà ancora il mio fornitore preferito di vini...o meglio chissà se ci sarò ancora io....
A.D 2049 Prologo: Come ogni pomeriggio alle h 17 il dr.Rossi esce dal suo laboratorio dell'Universita' di Torino, facolta' di fisica nucleare. Il dr.Rossi è il classico topo di laboratorio, una vita spesa tra esperimenti e sterili trattati sui quanti. Una cosa non sapeva pero', il ministero per lo sviluppo scientifico e per la ricerca: cioe' che in quei 35 anni di studi (usufruendo peraltro di contributi statali a fondo perduto mai rivelati) Rossi non rivelo' mai le incredibili scoperte di cui si seppe dopo. Anche per questo la sua paga era al minimo sindacale e la sua reputazione in ambito scientifico la stessa di un pedestre passa-carte-timbra-cartellini e niente piu'. L'uomo in grigio, lo chiamavano all'Universita'. Se solo avessero saputo... La strada verso casa richiede circa 40 minuti, da Corso Galileo Ferraris sino alle campagne del Castelnuovese. La sua abitazione è una villetta senza pretese, e da poco ha acquistato un terreno di circa 15.000mq, un ettaro e mezzo in piano, edificabile, adiacente la propria casa. Durante il viaggio di ritorno il suo vero progetto inizia lentamente a prendere forma. Ed è un qualcosa che ha eroso come un tarlo la sua mente sin da quando era studente, volto soprattutto ad appagare i desideri e le frustrazioni di una mente disturbata e criminale. Ma geniale. D'un genio assoluto, che mai s'era visto prima. Cosa questa che lo rende assolutamente pericoloso e credibile. Le farneticazioni di un pazzo, dite? Vedremo! Il dr.Rossi inizia ad ordinare migliaia di piastrelle in carbonio puro al 99,9%, merce assai comune in quell'epoca. Veniva in genere usato al posto delle piastre di silicio in uso nei calcolatori da circa 20 anni. In effetti il diamante sintetico industriale veniva gia' utilizzato dagli anni 80 del secolo scorso, ma solo nel 2009 si scoperse come dargli una forma appiattita e regolare, mentre la sua uscita in commercio avvenne solo nel 2025, a costi accettabili. Ai giorni nostri, nel 2049, un metro quadro di diamante sintetico spesso 2 cm ha piu' o meno il costo del normale materiale plastico riciclato. Rossi ne ordina come detto alcune migliaia, mella misura di 0,574 m quadri di lato per lo spessore di 2,04 cm. Nel terreno adiacente commissiona all'impresa locale la costruzione di un capannone di 70 m di lunghezza, 30 di larghezza e 18 d'altezza. Dopo un paio di mesi il capannone è pronto, nel frattempo le piastrelle sono gia' state consegnate e stoccate al riparo di una tettoia dietro casa. Beh, dove sta il mistero ed il fantascientifico in un tizio squinternato che ordina piastrelle? Se avete pazienza lo scoprirete, ed il peggio è che si tratta di tutt'altro che di qualcosa di ''fantascientifico'', come si vedra' in seguito... -PER CHI SI E' PERSO LA PRIMA PARTE, LA RIPORTO QUI SOPRA IN TOTO- L'uomo in grigio svariati anni fa ebbe un'intuizione, che solo ora dopo anni di lavoro utilizzando ritagli di tempo, Sabati, Domeniche, giungendo al lavoro 2 ore prima ed andandosene 2 ore dopo, ha perfezionato: trattasi di un sistema computerizzato che scannerizza i legami atomici dei composti di natura cristallina. Servendosi poi di un catalizzatore ad ultrasuoni e di un apposito software, è ora in grado di implementare i legami atomici tra gli atomi. Va da se' che piu' la materia risulta pura, piu' l'opera di implementazione avra' successo. In un materiale come il diamante industriale, l'uomo in grigio è adesso in grado di rafforzare i legami atomici di circa 5 milioni di volte. Il risultato è che un foglio di diamante sintetico dello spessore della carta stagnola, dopo il trattamento è in grado di resistere senza batter ciglio ad un intero caricatore sparato da un AK74 a 5 metri. Una piastra di 2 cm di spessore risultera' dunque virtualmente indistruttibile, costituendo una corazza pressoche' impenetrabile. Lo scheletro intanto inizia a prendere forma. Si, ma lo ''scheletro'' di che? Rossi dispone dei tubi di plastica a formare l'intelaiatura di un parallelepipedo lungo 45 m, largo 20 ed alto 15. Solo per avere dei riferimenti. Dopodiche' inizia a disporre le piastrelle trattate in modo da riempire lo spazio esterno. Le piastrelle non appoggiano su nulla,tranne che su se stesse! Grazie ad una fornace ad induzione di plasma (altro ''brevetto'' di Rossi), è in grado di sciogliere il diamante non ancora trattato, poi lo passa nella speciale macchina ancora allo stato liquido. Ed ecco pronto il collante per le piastre. Ora che ha terminato di rivestire l'intera struttura, puo' togliere' il manichino di plastica. Rossi lascia alcuni spazi vuoti, soprattutto sul retro ed un paio sul lato sinistro. Dopo si vedra' il perche'. La struttura esterna era stata completata, grazie alle incredibili qualita' dei suoi materiali le piastrelle facevano da ''carrozzeria'', da ''telaio e da ''armatura'' in un'unica soluzione. Non mi dilunghero' sull'allestimento interno, che nel progetto assomiglia piu' o meno a quello di un normale gozzo. Rossi non ha grandi disponibilita' economiche, dunque si limita soprattutto ad inchiodare nei 2 piani ricavati la maggior parte degli arredi di casa. Infine, vernicia il tutto dall'interno, essendo le piastrelle trasparenti, riservandosi di lasciare alcune finestre libere. Interessante è invece la sua risoluzione relativa al problema ''del moto'', o del motore... Non interessante, amici miei, epocale e rivoluzionaria. Si tratta qui di utilizzare la stessa energia di moto dell'Universo. Non fissioni, fusioni, motori ad impulsi, agli ioni etc. La soluzione finale è l'essere in grado di canalizzare e concentrare in un punto l'energia cinetica dei pianeti, delle stelle, delle galassie, degli ammassi locali, dei superammassi e dell'Universo intero. Tutto gira, tutto rotea, dunque tutto è un enorme volano. Serviva solo un catalizzatore ed un trasformatore per poter utilizzare quell'infinito flusso energetico. Cosi', si serve della cosiddetta materia oscura e dell'antimateria, di cui produsse anni fa alcuni ettogrammi svicolando da una noiosa relazione tenutasi nella sala conferenze dell'ormai vetusto collider del CERN. I due elementi che l'uomo in grigio è in grado di padroneggiare come nessun'altro, servono solo da ''motorino d'avviamento'' del processo pianificato. Si tratta di mettere in moto una sorta di ''rete catalizzatrice'' composta di elettroni e fotoni. Questa viene fatta vibrare a velocita' appena subluminali, in modo da creare un vuoto spazio-temporale relativo, una sorta di mini buco nero. Ecco pronto il varco , il passaggio per catturare l'energia delle galassie piu' lontane, quelle che ne producono di piu' essendo per noi ancora giovanissime, quindi altamente instabili. Tutta questa energia viene poi stoccata in un apposito box, pronta per essere utilizzata. Ogni volta che lo si desidera, si apre il varco e si fa il pieno, in pratica. Questa energia primordiale serve per tutto, nell'aeronave. Dalla propulsione ai servizi. Inoltre è in grado di creare uno scudo elettromagnetico, utile quando alle velocita' superluminali concesse dal propulsore nemmeno le piastre esterne potrebbero resistere senza trasformarsi in un lampo di luce. L'aeronave levita nel seguente modo. Rossi scopri' gia' anni fa che la forza di gravita' altro non è che un ''raggio traente'', di natura semicorpuscolare come un'onda di luce. Solo che qui i fotoni si chiamano gravitoni. Ed hanno segno +. Non si tratta altro che di cambiarene il segno da + a - ed il gioco era fatto. E cosi' fa'. La nave ora è pronta. Senza neanche aprire le porte del capannone Rossi si leva in volo, determinato a piegare l'uomo ai suoi voleri. Ricattandolo con la sua invincibile macchina infernale, il palazzo del re. Dall'alto dei cieli è pronto a scaricare verso i riottosi un'onda d'energia in grado d'incenerire il pianeta in una frazione di secondo. E lo dimostra radendo al suolo alcune metropoli. Da quel giorno nessuno lo ha piu' chiamato ''il signore in grigio'', ma ''il Signore'' e basta...
Non so ma questo insieme di notizie specifiche quasi fanno vivere le condizioni di vita dell'uomo grigio, isolato e oppresso nei suoi numeri, calcoli e nelle sue precisioni. E poi la liberazione, lo sfogo, la vittoria, non banale e quasi da bambino con lo scettro in testa, ma anzi fiera e adulta, possente, Signore. Bravo !
Appuntamento Appuntamento all'Autogrill, io sono in ritardo come al solito .... "come sarà vestita?" penso tra me e me..... "desidero così tanto incontrarla e poi.... arrivo tardi" ...... di fatto non è facile ricavarsi qualche ora da passare con lei..... "come sarà vestita??? chissà che profumo ha messo?" ........ "chissà, la sua pelle è liscia?" .... devo darmi una mossa..... questo traffico sulla tangenziale non ci voleva... speriamo che sia in ritardo anche lei....... "non vedo l'ora di stringerla".... dopotutto lei mi ha descritto ogni centimetro di se stessa ...... "ora la cosa che desidero di più è appoggiare la mia bocca su di lei" .... ecco il casello... ancora pochi chilometri di A4 e ci sono........ Maledizione "messaggio" .... "DOVE SEI?"..... cavolo che carattere....... ma mi piace per questo........"Eccomi!" rispondo mentre entro nel posteggio ... giro tra le file cerco la sua auto... "eccola inconfondibile" ...mi affianco..... ma lei dov'è?.....questa è la sua.... "ohhhh ciao".... sorridendomi apre la portiera ....... mentre sta salendo sento il suo profumo..... "DIOR lo sapevo!" ............................. per volare a volte non servono le ali......
Racconti a spinta. Entro a casa, accendo la luce e guardo quel piccolo comodino in fondo al corridoio. Un brivido corre lungo la mia schiena e mi lascia pensare e sognare cosa potrei fare e non fare. Poi sono vinto. Mi avvicino al comodino, cercando di guardare il più possibile il mio obiettivo, non pesante più di un sasso, ed intanto penso alle belle sensazioni che proverò. Prendo l'oggetto dei desideri, bevo un bicchiere d'acqua, cercando di capire perchè ho lasciato la tavola ancora imbandita; poi spengo le luci e chiudo la porta d'ingresso. Mi avvicino all'ascensore, fuori servizio: un pensiero mi suggerisce quasi che il destino abbia detto di non farmi uscire. Poi il pensiero scompare, forse vinto anche lui dal brivido che ora si era fatto sempre più forte, aveva quasi odore di donna, bella, che ti aspetta prima di fare l'amore. Era fantastico. Scelgo di usare le scale; apro la porta antincendio; mi dirigo verso la numero 474. Infilo la chiave nella serratura della porta. Godo.
