Molto belli tutti e due. Avvincente il racconto di Senzaunabmw. Aspettiamo la continuazione..:wink: Qualcuno sa qualcosa di Davide 73 ? Comincio a preoccuparmi...
Il Carnevale all'Alba. Una nuova alba. Il sole appena spuntato entra di forza fra le fessure delle vecchie ante, marcite al sole, abbandonate al vento. Come un lama di ambra color dell’ocra, entra il raggio del domani che luce da ad ogni angolo della stanza dove il bardo dorme; spossato e frastornato egli apre gli occhi quasi incredulo, tastandosi il volto per accertarsi d’essere ancora su quello schifoso mondo lasciato ad annegare nel profumo della buona birra la sera prima. Un poco assonnato ma irto sugli arti, va verso l’uscita meravigliandosi di se stesso. Niente testa fra le gambe oggi, niente incubi diurni, solo un vano sorriso stampato fra le fronde della barba. Esce svelto, portando con se spada, carta e penna di nibbio; si guarda attorno sorridendo a quel tiepido sole invernale che illumina le colline tutt’intorno ingiallendole di luce. Poco più avanti contadini già stanchi vanno trascinando il carretto assieme ai loro maiali, la cosa a cui più tengono, per la quale la maggior parte ha venduto i propri figli all’esercito e le figlie alle luride mani dei possidenti lor padroni. Guarda e scrive il nostro cantore, intento ad ammirare le bellezze di una natura così categorica e assente nonostante il suo far circondariale, da accostarsi alla bruttura di una società scarna e uguale…piatta, laida e rassegnata. Ragazzine si vendono nelle osterie, baldi giovani partono per cercare fortuna tra i briganti, vecchi sciatti s’annegano in quel che rimane del fondo più putrido del vino più scadente. E de’ padroni non fanno scempio. Proprio uno di quei nobiluomini ferma il bardo e gli chiede: ''Ehi menestrello, canta qualcosa alla mia dama qui presente…ti guadagnerai qualche soldo''. Dopo aver squadrato la coppia di signori imbellettati il cantastorie risponde: ''A quanto pare lor signori non sfruttano la magnificenza delle loro ampie biblioteche…lasciate che, senza chiedere compenso alcuno, io vi insegni un po’ della lingua corrente. Quella che vi da braccetto e che voi chiamate dama, nell’esattezza linguistica si chiama baldracca; provate anche voi su… bal-drac-ca. ripetete con me! Perché di questo si tratta; vendeva le sue carni ai bavosi di un’osteria famosa nella prossima città…un paesotto nel quale m’ha già portato il mio errare e dove m’han detto che la prostituta più famosa del circondario, se l’era battuta col signorotto di qui, caduto nella trappola come un povero cretino, ammaliato come suino davanti alle rape. Coprirla d’oro e vesti non ha cambiato la sua natura, come girare con un libro sgualcito sotto braccio non cambia la vostra. Lei rimane una baldracca mentre voi restate uno “sciagurato” che la passa per dama. '' Finito l’avvelenato discorso il nobile estrae la spada per sfidare a duello il bardo che però gli vola al collo disarmandolo e attaccandolo al muro come un cotechino in stagionatura. ''Lasciate perdere lor signore'' sussurra il cantore. ''La pellaccia ho intenzione di lasciarvela…toltavi la maschera da giullare esce al sole la faccia da scemo del villaggio. Tutti quanti vi si inchinano ma per quanto mi riguarda la dignità l’avete persa…come il buon gusto per le donne. Andrò in un’altra città credetemi, non starò qua a cantar del nobile e la dama. E su, fate un sorriso, perché stasera brinderò a voi messere, più d’una volta! Perché alle vostre “dame” preferisco una damigiana.'' Così detto il bardo lasciò il possidente a terra tremante come una foglia, avviandosi per le colline fischiettando, canticchiando e annotando con penna di nibbio gli spettacoli che la natura gli offre…unica consolazione per il suo animo, grande prova del fatto che forse un errore nell’evolversi c’è stato.
"Il senso della vita. Io non posso credere, mio Padre, che tutto quello che io ho fatto per questo Paese non è servito a niente, non posso credere, mio Padre, che nemmeno la polvere che proviene dalla sabbia del mio deserto, i miei figli, mi abbiano seguito. Non tollero che ogni giorno ci siano persone, a centinaia, che perdono la vita per poter mangiare a fine giornata, o permettere ai propri figli di continuare a guardare il cielo, o peggio permettere che possano guardare con onore la terra. Perchè ? Perchè ? هل من كو ? Cosa ho fatto, per avere ciò ... [una lacrima bagna qui il foglio] Lascio la mia eredità al mio unico Figlio, Hashim 05/04/2011" Fawzi, il figlio, quello più europeo, aveva trovato questo testamento tra alcuni giornali, sulla scrivania, nello studio del re. Consapevole di aver trovato un documento tanto prezioso quanto inevitabilmente pericoloso per la stabilità del Paese, decide di metterlo nella sua ventiquattrore, nascosto tra le sue cartacce, titoli obbligazionari e altre amenità del genere.
Nel Paese vi era una vera e propria rivolta: Amir e Ashraf stavano intervenendo per cercare di calmare gli spiriti bollenti del popolo che, dopo la morte del re, erano impazziti e avevano innalzato un maxi-sciopero, più per risolvere i loro problemi che per protestare per il loro Governo, ormai caduto in una spirale assolutizzatrice. Lo stesso Amir - che ora si faceva chiamare Re Amir, e che si era autoproclamato tale, in una piccola assemblea qualche ora dopo la morte del re - aveva chiesto sostegno alle forze dell'ordine e a quelle del disordine* di arrestare chiunque avesse anche solo essersi fatto vedere come estraneo e disinteressato alla politica del Re. Il Re, il nuovo Re, aveva stanziato oltre un miliardo di dollari, da dividere ai generali e agli ufficiali di polizia più bravi, per portare ordine nel Paese. Ashraf non era convinto di quello che stava facendo Amir, e più volte lo richiamò all'attenzione, in quei giorni di fuoco. "Fratello, nostro Re e mia Guida, permettimi di ripeterti, ancora una volta, che forse non è questa la strada che nostro Dio ha tracciato per il futuro di questo Paese. E' tempo di guardare alla realtà di questo Paese, ai suoi disagi e a quelli della popolazione ! Probabilmente domani non ci sarà più un Re, se oggi non interverrai a favore di tutti quelli che stanno protestando ! Ricorda le parole di nostro Padre: "La politica nasce con uno Stato, ed uno Stato nasce dalle persone" ... Non puoi continuare a far uccidere altre persone! Arriveremo alla guerra civile, sarebbe il disastro !" Amir, agitato da tali preoccupazioni, e, cosa che era indizio di un proposito crudele, sazio nel suo pensiero, decise che per il momento la cosa migliore da farsi fosse lasciare respirare maggiormente la popolazione, invitando a proporsi in un referendum per esprimersi riguardo alcune nuove leggi. Ne parlò con Ashraf, che risultò molto favorevole a questa decisione del Re. Amir aveva in mente alcune disposizioni sulle leggi riguardo il reddito e l'I.V.A., oltre a quelle riguardo le tasse sulle abitazioni. "Ashraf, ho ripensato a quelle tue parole. Da domani i cittadini non dovranno più pagare le tasse sul reddito e l'I.V.A. sarà ridotta fino all'1%. Ora scusami, ma ho una chiamata urgente". In sedici ore il Re aveva cambiato un sistema legislativo fiscale introdotto nel 1944, e, a detta di alcuni economisti, molto stabile.
Mi tocca soavemente, mi accarezza dolcemente. Mi sento libero, forse troppo libero perchè sento una strana mancanza in me. Il rimpianto per qualcosa che non ho fatto, e lei, mi accarezza. Lei mi coccola. Adesso è diventata bella, calda, perfino buona; prima no, prima era brutta, fredda, gelida, anzi era quasi un mattone in faccia. Prima lei era una nemica, però le volevo bene. Perchè io sono freddo, ed amo il freddo. Adesso è calda, mi invita a fare delle cose, ma io non capisco. Non capisco se lei vuole me o semplicemente fa così con tutti, ed io ci casco. Io ci casco ed anzi vado a finire, comunque vada, in un abissale pozzo privo di luce e di speranza. E più mi guardo allo specchio, più sento un urlo infinito che mi chiama all'ordine, che mi chiama al disordine, che mi dice: ma chi sei ? Cosa sei in questo mare di anime, di persone che cercano una loro vita e la trovano, che cercano uno scopo e lo trovano, perchè lo scopo ce l'hanno già dentro di sé. Io mi chiedo: chi sono ? Sono forse un Nome, un Cognome e cos'altro? Quello che faccio ? Quello per cui vivo ? Cosa sono ? Perchè mi blocco , perchè mi fermo a metà , perchè sono così. Od io sono così, ed io sono proprio così e non c'è nessun altro io che è così, e quindi questa è la mia classificazione, il mio marchio di fabbrica. Perchè lei mi sta toccando, dal momento che io vorrei non lei, ma un'altra ? Perchè, aria, mi stai toccando? Non hai capito che io sbaglio sempre, e tu infili il coltello nella piaga ? Non hai capito che non voglio stare con nessuno? Maledetta estate.
<< Pronto ? >> << Buonasera, c'è il dottor Nicotino ? >> << Salve, il dottore non c'è in questo momento; è uscito >> << Ah, va bene. Ma lei è il figlio? Sa, perchè io ho un piccolo dolore all'altezza dello stomaco, e vorrei che venga a controllarmi, perchè io mi fido moltissimo di lui. Suo padre è davvero un gran uomo, è un medico umano. >> << Ehm ... grazie, grazie >> << Io avevo un medico prima di tuo padre, un robot. Non si può essere maleducati ed allo stesso tempo inumani come quel medico; tu non sai la mia storia, perchè io lo conoscevo già da tempo tuo padre. Poi solo ora l'ho incontrato nuovamente, dopo che aveva lasciato la città. Il mio medico mi riteneva pazza, mi ha mandato molte volte a quel paese ... io dico, ma si può? Io conosco anche la tua famiglia, gli zii e i cugini medici, tutte brave persone. E tu che cosa fai? Sei medico anche tu ? << No, no, io lavoro. Allora, signora, la ringrazio ancora da parte di mio padre, e >> << Guarda, tuo padre mi ha aiutata in un momento abbastanza difficile, ricco di incertezze. Ancora oggi io ho bisogno di un amico, di qualcuno >> << Avete ragione ... Insomma allora vi saluto, devo andare >> << Va bene, e non dimenticate di fare i complimenti a vostro padre, che per me è stato molto importante. Anche mia figlia lo ha ripetuto in varie circostanze; che brava persona ! Che persona affettuosa; io poi, sono in pensione, ma prima ero una professoressa al liceo classico, ho insegnato molto, ed adesso sono sola >> << Eh, capisco, capisco. Allora aRRIvederci ! >> << Buonasera buonasera ! Ma voi che scuola avete fa >> << Beep ...>>
Bene bene, vedo che continuate.:wink: Io ho un po' esaurito non tanto la "vena" quanto il tempo per dedicarmici...
Sono le 14.36, e vedo qualcosa di strano alla finestra. Mi sono un secondo affacciato per vedere il cielo, perchè sono moltissimo pensieroso. Pensieroso per una cosa stupida - è vero ! -, però questa cosa riguarda due persone, tra le quali una sono io. Un pò come quelle cose che a noi non importano, finchè poi non ci toccano e diventano parte integrante del nostro pensiero, quotidianamente. Un pò come sta accadendo a me, che penso e ripenso a questa situazione. Però dicevo che stavo guardando alla finestra, e proprio dalla finestra vedo degli alberi muoversi violentemente spinti da un vento rivoluzionario, un vento agitato, quel vento che io sento quando sono deciso e quando divento rigido e forte come una grossa colonna di cemento armato impiantata a terra da una ventina di metri, come un robusto cubo di acciaio, pesante, qualcosa di tartassante, di distruttivo. Quegli alberi sono l'estremità della mia anima, in questo momento, che io sto cercando violentemente di farla ragionare, anzi fi farle seguire le passioni che mi guidano, perchè il mio vento è violento.
Scacciapensieri ... Tra le tante cose che l'uomo ha creato, mi chiedo perchè non ha fatto anche uno scacciapensieri, una sorta di sollievo per la mente, che non riesce a scacciare da sè le cose che gli vengono dal cuore, molto più potente, e si fa aiutare dalla medicina e dalla Scienza. Invece no, non c'è nulla di tutto questo. Siamo costretti, sono costretto a rimanere imprigionato o meglio trasportato sempre dalla passione, e la ragione non riesce, almeno nel mio caso, a frenare le forti emozioni che provo. A volte credo di essere davvero uno "zenoide". E' difficile saper resistere agli impulsi del cuore, se questo invade continuamente tutti i campi della vita.
penso si riferisca ad una delle più belle opere della nostra letteratura :wink: http://it.wikipedia.org/wiki/La_coscienza_di_Zeno
ma che zenoide d'egitto /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" /> Zeno diceva sempre "d'egitto" /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
Uno zenoide sembra a prima vista una parola strana, che si riferisce a chissà quale caratteristica di un uomo, quale strabiliante potenza. Qualcosa che finisce in oide può far pensare a qualcosa di particolare, ed in realtà vuol dire inetto. Un inetto, che io quando ero piccolo confondevo sempre con insetto. Ma, in bene o in male, qual è la differenza tra inetto ed insetto? Nessuna, dico io! Nessuna. Semplicemente l'uno non riesce nemmeno a volare, mentre l'altro può, fino a quando non viene schiacciato da qualche uomo, perchè nemmeno lui si rende conto di essere coì piccolo ed insignificante. Io intendo per zenoide qualcuno, come appunto Zeno inteso da Svevo, che cambia completamente e frettolosamente le sue scelte di vita, i suoi hobby, la sua vita, pur di stare sempre a seguire gli impulsi strani dell'animo, che è fragile e completamente inverso alla vita. Inverso alla vita nel senso proprio di nausea forte verso le situazioni della vita ... Sabato, però, e Domenica, ho avuto una grande gioia, e di questo ne sono felice. Ma ho paura che il tutto faccia parte proprio della vita di un inetto. Spero solo di cominciare a cambiare, e cambiare sul serio. Già.
davvero molto stimolante e bello questo, intendo tutto questo, sono assopita da troppo tempo, e ringrazio questo post e le persone che ci bazzicano per gli stimoli, ma penso che forse sia tutto ciò che è intorno ad essere...."inetto" non tu...
Grazie signor T.a.g.:wink: Scioccamente non ho collegato immediatamente.. L'ho letto molti anni fa, troppi. Ottimo spunto per rileggerlo, grazie Ale.:wink:
Vero, molto vero. Ma penso che Alessandro (che è molto giovane) debba imparare a convivere con tutto "l'inetto" che è intorno, come credo l'esperienza insegni a tutti noi...