Prime riforme dal governo Todt. La FOTA nelle mani di Whitmarsh Gli avevano chiesto riforme e lui le ha portate. Ma sarà il tempo a valutarle. Jean Todt comincia dal sistema di punteggio che mette più punti in gioco, ma all'atto pratico non cambia tanto i rapporti di forza. Più concreta, e non di facciata, è la riforma della giustizia sportiva. I commissari saranno fissi, 4 e non più 3, coadiuvati da ex piloti di Formula 1 e, nazione per nazione, da un rappresentante dell'autorità sportiva locale. Esce dai giochi Alan Donnelly che, pur senza diritto di voto, fino al 2009 è stato l'unico giudice permanente imposto da Max Mosley per guidare, o meglio, proprio per tenere sotto controllo le sanzioni. Riporta il sito della FIA: "I commissari eleggerano fra di loro e per conto proprio un presidente per ogni gara. Con i video e le conversazioni radio dovrebbero raggiungere le decisioni con efficienza". Mosley si era sempre opposto all'idea di avere commissari permanenti. Soprattutto ex piloti: "Perché entrerebbero facilmente in amicizia con qualcuno". Innescando sospetti. Todt invece va per un'altra strada e mantiene quanto di positivo Mosley aveva istituito alla fine del 2008, cioè un vero e proprio corso di formazione e addestramento per i nuovi commissari "con un meeting annuale per innalzare la qualità degli interventi della giunta permanente". È un progetto di riforma che nel complesso rispecchia quanto invocavano sia i piloti che la FOTA. E proprio nei confronti della FOTA, la Federazione rinnova l'invito alla collaborazione: uscito di scena Luca di Montezemolo, la presidenza dell'associazione dei team passa a Martin Whitmarsh della McLaren. Chris Horner della Red Bull sarà invece alla direzione del gruppo di lavoro delegato alle questioni prettamente sportive e Ross Brawn manterrà la guida del gruppo tecnico, quel ruolo che Flavio Briatore gli aveva contestato per non aver avvertito i rivali della zona grigia sui diffusori.