Omar, per esperienza ti dico che chiamarla "sopravvivenza" è davvero riduttivo e sminuitivo. Semplicemente, è una forza nuova interiore che si ignorava di avere.
se posso aggiungere e mi dispiace dirlo,io nn sapevo tenerlo manco in braccio un bambino..ora mio figlio ha 2 anni e 3 mesi circa...me lo sto crescendo quasi da solo,visto che la mamma nn è in grado...è pesante da dire,quanto veritiero..
...sopravvivenza. :wink: nella accezione più tenace della natura umana, ossia istinto che porta a fare le cose per renderle migliori
diciamo che...nn è dotata delle caratteristiche di interesse che ha una mamma "normale"...purtroppo ho vissuto una esperienza che mi segna.....donna spigliatissima in tutto tranne nel afare la madre e la donna di casa...ragà....io nn vedo la sveglia la mattina piu tardi delle sette e mezza da oltre 2 anni...quindi,fatevi voi due conti...
Un peccato davvero quello che scrivi, giallo. Scusa la franchezza, ma una donna che non sa e non vuole fare la mamma, IMHO, non è una gran DONNA. Te lo ripeto, scusa la franchezza, ma non posso non dirlo.
Un pò, temevo la tua risposta. Pensavo ti avessi un pò offeso. La tua risposta denota una grande maturità. Tuo figlio ha un bravo papà.
si,ti ringrazio...in effetti,è molto attaccato,in maniera anche viscerale a me...i bambini sono molto apatici x queste cose....è come se lo sentisse...anche se io nn voglio che nn consideri la mamma..è sempre la mamma anche se i figli nn sono una questione biologica,ma di chi li cresce...
Alex, io non credo che la grandezza di una una persona si misuri dal senso materno o paterno che sia, se no, ad esempio, chi decide di dedicare la propria vita al sacerdozio o ad altre missioni che richiedono la castità, sarebbero - in qualche modo - persone di limitato valore . Credo che biologicamente la donna, per la tipologia di ormoni prodotti anche con la gravidanza ed il parto, abbia più sviluppato il senso della cura dei piccoli. Quello che è importante è che avere un figlio sia una scelta matura e consapevole, essere padri e madri è una fatica dolce che si impara piano piano, senza pretendere di essere genitori perfetti ma perfettibili :wink:. Ricordo vivissimo il senso di stupore, meraviglia e paura il momento in cui scoprii di essere incinta, ed era stata una scelta . Ricordo il timore di non sapere fare la madre ed il senso di smarrimento di fronte al miracolo della vita, che nè tutti i miei studi nè le mie doti manageriali, ovvero il mio vissuto fino a quel momento, riuscivano ad arginare razionalmente
Elena, quotone mega. Io intendo che una donna che è incinta, si presume non per violenza subito, ma per scelta (lo si è cercato) o per caso (è capitato), che porta avanti una gravidanza, che partorisce e che ha tra le sue mani un/a figlio/a, che non sa e non vuole fare la mamma, non è per niente un grande donna. Ancor meglio, in questo campo, ha pienamente fallito.
La straordinarietà di un luogo come questo si palesa nella facilità con cui si passa da argomenti profani e goliardici come quello originario del topic ad altri profondi che ci obbligano a riflettere. Essendo padre di due bambini e con una situazione nella quale l'impianto familiare è venuto a mancare posso tentare di trasmettere la mia esperienza. La prima considerazione che mi sento di fare è che la genitorialità è fatta da due elementi; c'è l'elemento innato, l'amore assoluto e inconsapevole verso un essere totalmente indifeso che è carne della tua carne. Alcune persone possono non sentirsi pronte a vivere un'esperienza così grande e totalizzante e non le biasimo per questo. Dedicare ogni pensiero, ogni azione della propria vita ad un figlio che senza quell'impegno sarebbe esposto ai pericoli di una crescita psicologica incerta è un onere tanto enorme quanto appagante. Il secondo elemento è il "diventare" genitore; crescere in questo ruolo man mano che il nostro figlio inizia a relazionare. E', se vogliamo, una sfida ancora più grande; il più duro lavoro che siamo chiamati a svolgere. Sostenere i suoi passi incerti verso la vita, trovare la forza per dire di no, dirgli molti sì senza lasciar trasparire le ansie e le preoccupazioni conseguenti a quella risposta; lasciarlo crescere e fare nuove esperienze nascondendogli il fatto che lo si sta osservando e controllando. Potrei continuare per molte pagine.... Sono tante le difficoltà alle quali si va incontro quando si ha un figlio. Per questo, come goldie, non mi sento di giudicar male chi, per molti motivi, non riesce in un compito così sfidante, a maggior ragione se è una donna chiamata dai ritmi della vita di oggi ad essere vincente tanto nella società quanto nel talamo familiare.
Per tutti. Si, oggi sono lapidario? Sbagliero in questo? Forse si.ù Deve passare questo concetto: la mia schiettezza, lapidarietà, e visione su certe vicende è, come si palesemente evince, molto ferma. Ciò non significa che io non abbai lo spessore per poter pensare ed aver pensato ogni singolo concetto, parola, questione o pensiero esposto sia da Elena o da on a friday. Ci sono molte attenuanti, tante, sacrosante e fose da molti condivisibili. BENE. A mio avviso perà esiste e non dobbiamo a mio modo di vedere la questione, distrarci dal "reato" (passatemi il termine, visto che ho tirato in ballo attenuanti, etc). Se io do per certo quello, allora valuto poi tutte le attenuanti del caso, al fine di comprender meglio le motivazioni, capire le situazioni, etc.
su una cosa non concordo, non volermene. :wink: son convinto che molti come già detto trovano caratteristiche e "coraggio" che nn pensano di avere. ma alscerei la parola "reato" ad altro. per il semplice fatto che non è "scontato" essere un buon genitore. e non è facile dirlo a priori. questi tuoi buoni propositi non è "certo" che ti rendano un buon genitore, non lo puoi sapere neanche tu. dipende molto anche dai casi della vita, dal tipo di persona che troverai davanti, il "successo" o meno come genitore non è univoco, e può essere smentito e cambaire giorno dopo giorno. Potresti trovarti con tutti i più belli sani e condivisibili principi, ma non necessariamente "fare un buon lavoro". A volte può capitare che serva quella sensibilità aprticolare, quella elasticità su un punto, quella intuizione che magari non abbiamo, e il bilancio totale cambia mostruosamente. Un buon genitore lo è ogni giorno, ma non in generale selo è oggi lo è in ogni momento o lo sarà x forza domani. Tutto questo, x dire che siam tutti fallaci. Bene confrontarsi e pensare cosa sia da fare e non voler imitare casi "Limite" come raccontato su da alessandro (e, comunque, mi riservo di dire senza offesa che le campane van sentite suoanre tutte e insieme) se non ci rappresentano. ma con la lapidarietà e l' "aut aut", qaundo si ha a che fare con figli ma più in generale con persone che in quanto tali son sempre diverse, bisogna starci molto attenti e con le orecchie dritte.:wink:
Mi dispiace che tu te la sia presa, tanto più che con il mio post non intendevo rispondere a nessuno ma solo esprimere un mio pensiero che ora esplicito in modo più diretto. Su una esperienza così grande credo che nessuno possa farsi giudice a meno di trovarci di fronte a comportamenti gravemente omissivi o a "reati". In questo caso sono con te nel "condannare" chi non ha saputo o voluto apprezzare un dono tanto grande. Tuttavia conosco tante ottime persone, alcune a me molto vicine, che davanti alla sfida dell'essere genitore semplicemente non ce l'hanno fatta. A volte per limiti propri a volte per fattori ambientali.
ragazzi, penso seriamente di avere problemi ad esprimermi allora appena ho un attimao,mi ripeto, magari meglio.
Alex secondo me è un discorso troppo complicato e con troppe variabili per affermare se una donna sia brava o cattiva...quanti papà non sono portati a fare i papà ma non vengono giudicati male? Per me sia chiaro, è fondamentale la figura dei due genitori allo stesso modo.
Credo che l'impulso sessuale per chi è sposato sia inversamente proporzionale agli anni di matrimonio
