Niente di più sbagliato! Alla pensione bisogna iniziare a pensarci sin da quando si inizia a lavorare, riscattando gli anni di laurea (chi ce l'ha), anche se ora è un vero salassoe attivando da subito le forme di assistenza complementare. Io sono un pensionato "retributivo" (è un fatto di leggi e di età) e ringrazio ancora ora chi mi ha consigliato e spinto, tanti anni fa, a riscattare anni di laurea e militare, consentendomi di raggiungere un'anzianità pensionabile in età non decrepita.
No, vuol dire che grazie al riscatto è potuto andare in pensione con il vecchio criterio di calcolo, quello basato sulla media delle retribuzioni e non sul montante dei contributi.
Insomma miraggi x me, scusate, ma io come molti pago una valanga e mezza di contributi, che non rivedrò mai.... Mi viene la nausea al solo pensiero. Se depositassi quella cifra in un fondo a mia scelta, son sicuro sarebbe meglio! Certo poi chi paga la pensione agli attuali pensionati? Questo cane non smette di mordersi la coda...
La valanga e mezzo di cui parli equivale a poco più del 9% dell'imponibile prev.le della tua busta paga. Il resto lo paga il datore di lavoro.
Si hai forse ragione avevo fatto cumulo con tutte le trattenute che vedo ogni mese...spesso equivalgono ad una altra busta paga, bassa, ma un'altra busta paga!
che dire allora degli artigiani? che pagano una marea di soldi e poi nn prendono nulla di pensione? se pensione si può chiamare la cifra di 480€ dopo anni di dura lotta nel mondo del lavoro....
si effettivamente quello e' assurdo.....non capisco come mai gli artigiani debbano prendere cosi poco di pensione....
conosco bene gente che ha pagato miliardi in tasse nel corso della sua vita(e non sto dando i numeri,parlo di lire )e prende 1200 euro di pensione....
Guarda è uno schifo, e siamo tutti d'accordo...credo. Ma se pensi che la pensione tocca anche a chi non ha lavorato, è ovvio che sia così. Uno stato assistenzialista ha i suoi pro ed ovviamente anche i contro.
Proviamo a fare un po' di ordine. Il lavoratore dipendente paga complessivamente un'aliquota poco inferiore al 33% i cui 2/3 sono a carico del datore di lavoro, come ricordato correttamente da Lorenzo. Gli autonomi, artigiani e commercianti, circa il 20%. Prima delle riforme Amato (1992) e Dini (1995) un lavoratore che avesse avuto 40 anni di contributi andava in pensione con il coefficiente 2 (2 x anni di contribuzione x media ultimi redditi % ). La riforma Dini ha trasformato lentamente il sistema da retributivo a contributivo (coefficiente di trasformazione applicato al montante dei contributi versati rivalutati in base alla media dell'incremento PIL).