http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1925032&r=PI P2P, identificati quasi 4mila utenti italiani Un discografico tedesco ha individuato numerosi file che ritiene siano diffusi abusivamente sulle reti del peer-to-peer. Ed ora il tribunale di Roma costringe Telecom Italia a fornire i nomi corrispondenti agli indirizzi IP rilevati online Roma - Sono 3.636 i nominativi che Telecom Italia dovrà fornire entro 15 giorni alla società discografica di Hannover Peppermint Jam Records Gmbh, nomi di utenti Internet italiani e clienti Telecom che, secondo l'azienda tedesca, tramite le piattaforme di sharing hanno posto in condivisione un gran numero di brani musicali protetti da diritto d'autore e senza autorizzazione. La consegna dei dati è stata decisa da una ordinanza del Tribunale di Roma (procedimento n. 81901/2006) con cui si è ribaltata una precedente sentenza che avrebbe invece consentito a Telecom di evitare il passaggio di quelle informazioni. I dati raccolti da Peppermint consistono sostanzialmente nel numero IP degli utenti che, ponendo in condivisione i propri file tramite piattaforme come eMule o BitTorrent, sono stati "intercettati". A svolgere questo lavoro di individuazione dei file abusivi è stata la svizzera Logistep, da tempo già impegnata anche in altri paesi per conto di produttori non solo di musica ma anche di film, videogame e via dicendo. "Analizziamo tutte le più note piattaforme - spiega il direttore generale di Logistep Richard M. Schneider a Punto Informatico - come eMule, eDonkye o BitTorrent, non ci occupiamo di chi scarica perché ci focalizziamo su chi pone in condivisione materiale abusivo. In questo caso possiamo dire che mediamente abbiamo rilevato tra i 20 e i 30 file caricati e messi a disposizione di tutti dagli utenti". "È la prima volta che tante persone in Italia vengono individuate - spiega a Punto Informatico l'avvocato Otto Mahlknecht, che per conto di Logistep-Peppermint ha seguito il caso - ed accade perché la direttiva europea cosiddetta IP enforcement ha aumentato i diritti dei danneggiati. In Italia è stata recepita ed ora per i provider diventa obbligatorio fornire i dati personali degli utenti" in caso di contestazione da parte dei detentori dei diritti. L'ordinanza nei fatti riconosce queste novità e stabilisce una sorta di dovere di collaborazione degli ISP, un dovere che in precedenza i provider avevano solo rispetto all'intervento delle forze dell'ordine o di pubbliche autorità, e che ora invece è esteso anche a soggetti privati come, appunto, i discografici. Il caso Peppermint, scaturito da una denuncia dello scorso settembre, rigettato a fine novembre ed ora invece promosso a pieni voti dal Tribunale romano, è stato istruito sulla base del lavoro di scouring di Logistep: collegandosi con i propri software scovafile alle maggiori reti di sharing, i tecnici dell'azienda hanno individuato una quantità di file che ritengono corrispondenti a musica Peppermint. "Un'operazione - spiega Mahlknecht a PI - del tutto legittima sotto il profilo della privacy, come esplicita peraltro l'ordinanza stessa. Le persone che si collegano a quei circuiti e mettono in condivisione la propria cartella con i file, di fatto autorizzano che questa venga utilizzata da altri utenti", o da software come quello Logistep. "Un software - sottolinea il legale - che opera in modo del tutto diverso a certi altri programmi utilizzati negli USA, non invade in alcun modo il PC e non lede alcun diritto", semplicemente registra la tipologia e quantità dei file e l'indirizzo IP corrispondente. "Per verificare che si tratta di un file abusivo - aggiunge Schneider - si esegue un download di test, si verifica il valore hash del file. I nostri sistemi di verifica, già collaudati in diversi paesi, come Germania, Austria o Polonia, permettono di individuare con assoluta certezza quale sia l'origine del file." Ma cosa accadrà ai 3.600 e rotti utenti italiani? Logistep-Peppermint, confida il legale a Punto Informatico, non è intenzionata ad aggredire questi utenti, piuttosto intende sfruttare quanto accaduto per inviare un messaggio alla comunità dello sharing e del peer-to-peer, che i discografici vorrebbero sensibilizzare ad un uso più consapevole degli strumenti di condivisione. L'idea dei produttori è quella ripetuta come un mantra da anni dall'intero settore, ovvero che l'uso abusivo delle piattaforme P2P si traduce in enormi danni per l'industria e per gli autori. "Le persone - spiega Mahlknecht - riceveranno una diffida e una richiesta di cancellazione dei file. Inoltre dovranno promettere (con una scrittura privata, ndr.) che non metteranno più a disposizione opere protette da diritto d'autore". Tutto qui? Non proprio: verrà anche loro chiesto di versare quella che il legale definisce "modesta somma", un quantum nell'ordine delle centinaia di euro, denari che saranno utilizzati per compensare il lavoro tecnico e quello legale dietro l'iniziativa di Peppermint. "Non sono cifre - sottolinea il legale - equiparabili a quelle che richiedono ad esempio negli Stati Uniti", come a dire che sì, una punizione ci vuole ma che sia più che altro una sanzione simbolica, una sorta di avvertimento. La legge italiana sul diritto d'autore, come noto, consente di procedere penalmente e civilmente contro chi pone in condivisione opere protette ma è una strada, assicura l'avvocato di Peppermint, che l'azienda prenderà in considerazione solo se qualcuna delle persone individuate non vorrà accettare la via indicata dal discografico tedesco.
non ho quasi mai condiviso niente....e cmq se mi dovesse arrivare qualcosa pagherò...che pena che mi fanno......con tutte le cose serie da sistemare....
Qualunque cosa si inventino sono destinati a fallire,il peer-to-peer è immortale.E poi pensavano di aver vinto chiudendo Napster e Razorback..
qui bisognerebbe mettere in piedi una bella battaglia legale per la difesa dei diritti dei consumatori... i veri ladri sono le case discografiche e cinematografiche.. ma hanno così tanti soldi da comprarsi le leggi... reprimere non serve a niente... quando lo capiranno? ...spero solo che i releaser di oggi diventino i politici di domani
fanno quasi pena... notizione bomba.....e poi? 3'600... saranno milioni gli utenti in italia che scaricano roba da internet..
C'è stata un sentenza della Cassazione, che ha assolto due ragazzi che avevano scaricato e condiviso file musicali, film e software. Ma ATTENZIONE: la sentenza si riferisce a un caso del 1999 e quindi si basa sulla legge in vigore allora. Oggi purtroppo (dopo l'approvazione del decreto Urbani) il semplice downloader rischia sanzioni amministrative, ma chi invece utilizza una piattaforma peer-to-peer rischia già LA SANZIONE PENALE. Quindi anche senza scopo di lucro. Chi invece fa tutto questo a scopo di lucro rischia da 1 a 4 anni di galera oltre a 15.000 euro di multa. ASSURDO!!
Poi se non ricordo male questi ragazzi avevano fornito ad una ristretta cerchia di utenti login e password per scaricare le cose... quindi non è proprio P2P...
Non lo so ma in ogni caso con il decreto Urbani "a fini di lucro" è stato sostituito da "per trarne profitto" ciò significa che si rischiano sanzioni penali semplicente scaricando perchè se guardo un video o ascolto una canzone ne traggo profitto. Capito i bastardi? Ma ciononostante credo che di questo non freghi niente a nessuno ugualmente.
fantastico! infatti dovrebbero dimostrare che io ho fruito del contenuto... se io scarico un film ma non lo guardo quale profitto ne ho? scaricarlo è un costo...finchè non lo guardo profitto non ne vedo se accettassero il fatto che è un veicolo pubblicitario... io i film e i cd belli me li compro originali, ma non son mica uno sceicco per comprarmi tutto quello che mi viene in mente.. tanto che molti film sono enormi cagate e quindi se li vedi prima poi non compri l'originale... finanziassero dei bei film invece di inxxxxxxare la gente... io poi spesso scarico un film perchè l'ho perso in tv quindi alla fine che differenza fa? le frodi vere mi sembrano altre...
vendere i cd musicali a 30 euro è un reato non scaricare una canzonetta dal webb. con tutti i problemi che ha il mondo, investire anche un solo euro in questa lotta (persa in partenza) è da teste di *****.