Nonostante io penso che noi non siamo nessuno per poterci permettere di giudicare se una cultura sia migliore di un altra e se ci arrogassimo questo diritto non saremmo poi tanto diversi dai talebani questi che citi sono effettivamente fatti oggettivi inequivocabili. Che dovrebbero essere evidenti anche ad un eventuale "osservatore esterno" per far capire chi e' effettivamente superiore. In effetti anchio sono oviamente convinto della superiorita' della nostra cultura rispetto a quella integralista...... E questa e' un ulteriore prova della loro inferiorita' culturale che li porta a non saper convivere civilmente rispettando abitudini, tradizioni e religioni altrui......
Per quanto mi riguarda credo che solo un ipocrita possa dire che le condizioni di vita, la religione, la cultura di quella gente siano positive o soggettive. Perchè non proviamo noi ad andare là e comportarci come fanno loro qua da noi?Non torneremmo per testimoniarlo. E questo è un dato di fatto. Ringraziate la nostra "grandiosa" repubblica per questo. La stessa repubblica che manda i suoi soldati in mission, a morire senza un obiettivo ben chiaro.
Dipende da cosa si voglia intendere per obiettivi...e anche come si intenda raggiungerli. Comunque sia questo non è il modo adatto di conseguirli visti gli scarsissimi risultati ottenuti e il gran numero di morti evitabili.
il gran numero di persone aiutate,gli aiuti umanitari (cibo e medicine) che vengono donati,le infrastrutture messe a disposizione possono bastare come obiettivi? per me si.:wink:
si anche per me ma il problema e che in mezzo a tutte queste persone bisognose di aiuto ci sono sempre alcuni che il tuo aiuto non lo vogliono e dopo fanno quello che tutti abbiamo visto...purtroppo...
caro amico mio, l'importante è proprio ammettere questo. Il fatto di NON essere osservatori esterni. Cosa che, inevitabilmente, ci porta a giudizi di parte. Ernesto De Martino, uno dei più grandi etnologi che l'Italia possa vantare, diceva che lo studioso di culture dovrebbe sapersi porre di fronte all'"altro" nudo come un verme, cioè privo di ogni sostrato culturale pregresso, di ogni etica, di ogni pre-giudizio... Ma poi diceva che questo non è possibile; perchè se ci mancassero i nostri radicamenti culturali ci mancherebbe per forza qualsiasi capacità di giudizio e di critica! L'unico modo di studiare (e comprendere) le altre culture è, quindi, cercare il più possibile di "aprirsi" verso di queste, cercando di comprendere motivazioni che ai nostri occhi potrebbero sembrare assurde, o, peggio, ingiuste. Tornando al nostro discorso: io è ovvio che non condivido nulla di ciò che fa o che è un talebano; secondo i miei canoni di estrazione cristiano-democratica occidentale (ciò che tu hai giustamente definito: sono stato educato a...), cerco solo di capire. Un esempio, molto semplicistico ma efficace. Mettiamo che esista un qualcosa di superiore a noi (dio, allah, totem, buddha, confucio, natura, eccetera). Mettiamo quindi che esista un "luogo di eterna beatitudine" in cui possiamo andare dopo la nostra morte (paradiso, wallahla, celesti praterie, giardino delle vergini, eccetera). Mettiamo di avere delle regole da seguire dettate o ispirate dalla nostra divinità (la cosiddetta ortodossia). Ora ti (e vi) chiedo: andrà nel suo paradiso il musulmano che si è immolato per i suoi credo o il cristiano che vive senza uccidere nessuno ma "pecca" tutti i giorni?
caro emidio, da agnostico tormentato quale sono, la mia riflessione è la seguente... dopo la nostra morte, in qualunque caso, noi viviamo in ciò che abbiamo fatto durante la nostra vita. in questo senso, andremo in "paradiso" se la nostra condotta sarà stata ispirata dai principi del bene in senso assoluto, che inevitabilmente l'umanità (pena la sua autodistruzione) dovrà condensare in un'unica visione morale universale. ho il timore che un esagerato garantismo istintivo, al momento, tenda a giustificare fra noi "occidentali" comportamenti che, secondo la mia (forse arrogante) visione, mai ricadranno in tale etica.
coloro che rispettano ciò che è loro stato affidato e i loro impegni, 33. che rendono testimonianza sincera, 34. e hanno cura della loro orazione. 35. Costoro saranno onorati nei Giardini. dice Maometto esistono tuttavia molte interpretazioni del Corano ed esiste la Sharia, legge degli uomini sulla quale non posso, e non voglio, fare nessuno sforzo di astrazione. Esiste a mio avviso una Legge superiore che impone il rispetto della vita umana al di là di ogni credo religioso, per cui sarà "mio fratello" solo chi la rispetta. :wink:
devo dirlo....questo è uno dei migliori scambi di opinioni a cui ho assistito su questo splendido forum....
Il concetto di "legge superiore" è troppo legato al nostro vissuto, alle nostre estrazioni culturali e alla nostra educazione per poter essere universale. Rimane il fatto che, come dicevo prima, non possiamo prescindere completamene dalle nostre origini. Un esempio su tutti? L'infibulazione. E' praticata per credo culturale e religioso. Secondo me (Emidio, occidentale) è un abominio che andrebbe assolutamente fermato.
Per me no nel modo più assoluto. Credi che quelle persone valgano i nostri ragazzi che stiamo perdendo là? IO NO:wink:
secondo me non è questione di valere o non valere....è questione che i miei amici sono contenti,sono Fieri di andare li ad aiutare quella gente...
No attenzione alle interpretazioni! Io NON HO SCRITTO RAZZA. Posso anche pensarlo, ma non l'ho scritto. Quello che non ha senso è morire noi per loro. Quella gente non farebbe la stessa cosa per noi, anzi sono portato a pensare che se fosse nelle nostre condizioni farebbe l'esatto constrario. Non ho forse dei motivi fondati per pensarlo?
Su questo non ho nulla da dire, ti do ragione. Però non sono tutti di questo avviso. Conosco militari, miei diretti amici, amici degli amici, con i quali mi trovo a qualche cena, che non la pensano così.
si,lo so...non vivo nel mondo dei sogni....anche l'aspetto economico della cosa ha la sua importanza...