M DAYS.. Vi racconto la mia esperienza in M5

LUNEDI 25/04/2005
Mentre facevo colazione nel bar dove di solito vado quando sono dai miei genitori in basilicata, vedo la pubblicità su un quotidiano locale che alla Concessionaria BMW Di Bello di Potenza in occasione dell’M Days si sarebbe potuta provare la M5.
MARTEDI’ 26/04/2005
Stamani di buon’ora chiamo un mio amico e gli chiedo se volevamo andare. Lui dice di si e prima di avviarci, visto che comunque Potenza dista dal mio paese circa 140 km, telefoniamo in concessionaria e chiediamo se effettivamente c’era l’M5. Dopo averne avuto conferma, ci avviamo.
Giunti alla concessionaria, che non è quella dove ho comprato la mia coupè, vediamo subito questa famigerata M5 allontanarsi per una prova.
Chiediamo se ci avessero fatto fare almeno un giro e con tanta disponibilità ci dicono di si.
Nel frattempo ho avuto modo di vedere una nuova serie 3 330 con cerchi 18” veramente bella e una 320 D che sebbene avesse i cerchi da 16, aveva gli interni bellissimi: infatti aveva il navigatore, la radica di noce e i sedili chiari pur mantenendo, però, i tappetini e la moquette della parte inferiore dell’abitacolo di colore nero. Poi c’era un’altra 320D che aveva i cerchi da 17 ma dentro era allestita, come dico io, in versione “base” anche se aveva il volante a tre razze sportivo che davvero merita tanto.
Nel frattempo rientra l’M5: grigio canna di fucile, interni in pelle nera e full optional con tanto di head up display. Non ci sono parole per esprimere la bellezza di questa macchina che seppur sportiva, non sfocia in niente di esagerato. Belli i cerchi, belli gli esterni, belli gli interni, bello tutto.
L’M5 era guidata da un istruttore della scuola guidare pilotare: un signore anziano di Riccione che per certi versi ricordava l’arbitro di calcio Collina di nome Stefano Colocucci. Dopo essersi fumato una sigaretta, previa benedizione del figlio del proprietario, ci dice che possiamo salire in macchina. Io davanti, il mio amico ed un altro signore dietro. Con tanta competenza e gentilezza, ci spiega le varie funzioni: ci va vedere come si cambia l’assetto, come si passa dai 400 ai 500 cavalli, ci va vedere da dove si può disattivare il DSC. Partiamo e il rombo della macchina è coinvolgente: imbocchiamo la Basentana che è una statale a due corsie per senso di marcia. Inizia ad accelerare e le cambiate le fa con i comandi sul volante ed ogni volta si sente la doppietta che la macchina fa automaticamente. L’accelerazione è spaventosa e lo diventa ancora di più quando attiva i 500 cv… la velocità aumenta e le macchine intorno sembrano ferme. Dopo un po’ usciamo da questa strada ed imbocchiamo una stradina di montagna piena di curve in salita… ed è stato li che ho vissuto un’esperienza che mai avevo provato in vita mia. Sembrava di stare in un rally con la differenza che eravamo con una M5 piuttosto imponente… Accelerate spettacolari, staccate da brivido, ruote che stridevano in curva… il contachilometri che raggiungeva i 160 km con una facilità estrema in tratti dove già a 80-100 con una macchina normale saresti stato al limite.
Nessuno diceva una parola compreso il pilota che era concentratissimo in quel frangente. Ci fermiamo, inversione di marcia e via con la stessa velocità nel tratto in discesa. Questo Stefano, lui ci teneva che gli dessimo del tu, diceva che la M5 era una macchina sbalorditiva e che, visto com’era facile da guidare e la potenza che aveva, stava tranquillamente davanti a macchine più famose come le nostre tanto amate Ferrari e non solo.
Quando siamo arrivati alla base eravamo tutti e tre esterrefatti. Personalmente ho avuto la sensazione di aver vissuto un sogno difficile da spiegare: un misto di rincoglionimento e di felicità Dopo aver ringraziato ed aver avuto un bigliettino da visita del pilota, ci allontanavamo consapevoli che, se vincessimo al super enalotto, sapremmo già in quale auto investire…

 

A dire il vero non ho neanche chiesto.. In fondo in quella concessionaria neanche mi conoscevano. Però, dopo di me, c'era un notaio anziano che aveva una vecchia M5.. Per fargliela conoscere, la concessionaria l'aveva mandato addirittura a Misano per la presentazione ufficiale. Lo coccolavano come un bimbo bisognoso di affetto. Immagino che a lui gliel'abbiano fatta provare