E chi decide chi sono gli uomini retti dai peccatori? I giudici?? Ossia altri uomini?? Usi un linguaggio tipicamente cattolico, ma il tuo ragionamento è ciò di più lontano ci possa essere dalla dottrina cattolica! Senza contare i vari errori giudiziari, ingiustizie, applicazioni "creative" del diritto, amicizie, inimicizie, impossibilità di fatto e di diritto, e così via. Non roviniamo anche questo thread: per certe battute c'è il bar.:wink:
Nel frattempo il "nostro" è stato riconosciuto, grazie alle foto pubblicate sui quotidiani da altre donne che hanno subìto violenza sessuale a Roma. Il che mi lascia con forti dubbi sulla sua presunta temporanea incapacità di intendere e volere. Questo è un soggetto pericoloso, se dovessero essere confermate le sue responsabilità e come tale va trattato.
Quoto...ricordando che in carcere il più (IL PIU') delle volte ci finiscono solo i poveracci che non si possono permettere avvocati con i controcogl*oni che magari il signorotto ha a bizzeffe....
ho guardato sul massimario della cassazione perche gli altri non erano loggati e non avevo tempo di andare a cercare il tipo che ha le password... sul massimario non ho trovato niente, ne facendo ricerca per anno n'è per imputati...forse non si è andati in cassazione all'ora...
e purtroppo accade anche questo... guardiamo ad esempio come andrà a finire la vicenda di meredith.. (mentre sollecito ha 2 avvocati, di cui la buongiorno, rudy guede è già stato processato ed è in carcere con una pena a 30 anni!)
certo che no! Te l'ho scritto stamattina (ieri mi sono addormentato), la sentenza è di merito, non in cassazione. Difficile anche che sia stata pubblicata su database, perchè è del 1997. Probabilmente -se è stata pubblicata- è su cartaceo.:wink:
se questa sentenza venisse utilizzata come precedente, parecchi non rischierebbero mai nulla: 1) l'ubriaco che uccide è incapace di intendere e di volere; 2) l'autista con colpo di sonno è incapace di intendere e di volere; 3) il drogato idem. 4) varie ed eventuali. Credo che il punto focale sia stabilire esattamente cosa voglia dire "incapace di intendere e di volere". Intanto io ritengo che questa condizione debba ritenersi "continua" e non "saltuaria", ovvero l'incapacità di intendere e di volere deve assumersi prolungata nel tempo. Un uomo come Bianchini, laurato, non è evidentemente, agli occhi di qualsivoglia giudicante, incapace di intendere. Un uomo come Bianchini, il quale arriva a ricoprire una carica politica non è evidentemente, incapace di di volere. Chi è l'incapace di intendere e di volere, se l'italiano significa ancora qualcosa e non è unos trumento creativo di libera interpretazione? un uomo che non capisce, non comprende, non intende (sottindendendo ragionevolmente la maggioranza di cose che un individuo medio comprende); un uomo che è incapace di desiderare, volere, aspirare a qualcosa. sarebbe anche bello conoscere il ragionamento del giudice, ma solo per comprendere i suoi meccanismi mentali. I fatti non mutano rispetto alla sentenza. Un uomo evidentemnte non incapace di intendere e di volere -checché ne dicano- è stato prosciolto, lasciandolo libero di reiterare la violenza. ecco, quest'uomo era un genio.
Questa è solo una tua interpretazione, perchè la legge dà una definizione di "capace di intendere e di volere" totalmente diversa dalla tua.:wink: La capacità di intendere e di volere non è intesa in modo generale e generico, ma riferita al fatto compiuto e al momento (e anche solo in quel momento) in cui il fatto è stato compiuto. Quanto ai tuoi esempi di applicazione "analogica" del principio di cui alla sentenza: anche quì sbagli, perchè l'ubriachezza è considerata aggravante (non presupposto di non imputabilità), così come la droga! Il colpo di sonno invece non è aggravante, ma neppure scusante! :wink:
me la riporteresti, la definizione della legge, per favore?:wink: Certamente, è la mia interpretazione di una frase scritta in italiano: sono dotato di giudizio critico: infatti ho perfettamente inteso che l'incapacità nel giudizio è riferita al momento del fatto, e proprio questa limitatezza ho criticato. Riguardo agli esempi analogici: ho inteso sottolineare la schizofrenia applicativa dell'incapacità di intendere e di volere.:wink: Colui che si droga, secondo i principi che hanno "assolto" il raptus sessuale, è capace di intendere? Se davvero lo fosse, si drogherebbe? se davvero fosse in grado di volere - sempre in base ai principi suesposti- vorrebbe distruggere la propria esistenza? Colui che ricorre all'alcol, è capace di intendere e di volere. Socrate scriveva che gli errori sono frutto dell'ignoranza (in senso filosofico): se davvero un uomo comprendesse e conoscesse, non potrebbe errare. :wink:
Ci aiuti allora a dare un'interpretazione univoca della incapacità di intendere e di volere? Perché se essa può essere riferita alla singola azione criminale il giudice non avrebbe sbagliato e, in teoria, qualunque delitto non premeditato potrebbe essere ricondotto alla temporanea incapacità. Anche quello di Spaccarotella sulla cui discussione mi sono astenuto dall'intervenire. Grazie:wink:
Guarda che continui a sbagliare. Non si tratta di un'interpretazione del singolo giudice della "capacità di intendere e di volere", ma un'applicazione di quanto previsto dalla legge! E la legge dispone un'interpretazione diversa dalla tua.:wink: Per chiarirti (e su tua richiesta): Art. 85cp: nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile. E' imputabile chi ha la capacità di intendere e di volere". Capace di intendere significa "capace di comprendere il significato sociale e le conseguenze dei propri atti" e capace di volere significa "capace di autodeterminarsi liberamente". ll significato va colto tutto nell'inciso: l'imputabilità deve sussistere al momento del fatto e va valutata in relazione al singolo fatto concreto, "potendo sussistere un'imputabilità settoriale, da affermarsi cioè per alcune classi di fatti e da negarsi, invece, per altre." (Dolcini-Marinucci). Quindi è sbagliato dire "se uno è laureato allora è anche capace di intendere"!! Non c'entra nulla!!! Anche se uno è laureato, può benissimo non essere capace di intendere e di volere in un singolo momento e in relazione a un determinato fatto da lui compiuto! (Es. in un momento di schizofrenia accertata un tizio picchia un passante). PS. Per questa modestissima e superficiale "lezione" ora mi aspetto di essere bannato.:wink:
provvedo subito a segnalare il reato ad un mod. Dunque se stamattina al gentiluomo che mi ha fregato il parcheggio avessi dato la opportuna legnata sul cranio, mi sarei potuto difendere sostenendo che, posto sotto pressione dal caldo, da vicende personali e ritardo con il quale arrivavo in ufficio, non ero temporaneamente capace di intendere?
Purtroppo non è così facile! Se riesci a convincere il giudice... Ricorda comunque l'art. 2697 cc.: chi sostiene un qualcosa deve PROVARLO (detto semplicisticamente). Quindi anche l'incapacità di intendere e di volere deve essere provata! ...e non è cosa semplice!:wink:
Non è che "sbaglio". Sbagli tu nel ritenere che la mia sia una interpretazione della legge (che non potrei tentare non essendo il mio campo), quando trattasi di considerazioni sulle assurdità della legge e, sopratutto, delle sue interpretazioni. In neretto: la legge. In blu: l'interpretazione. Quindi "sbagli" nel sostenere che sia un'applicazione di quanto previsto dalla legge in modo letterale; per sua natura, e proprio tu lo hai scritto in risposta ad On a friday, l'ordinamento italiano lascia ai giudici l'onore e l'onere della interpretazione del disposto. Il problema è nell'incidentale: al momento in cui ha commesso il reato, il reo deve essere incapace di intendere e di volere, secondo l'interpretazione che tu hai citato. Su questo modo di circoscrivere l'autodeterminazione io non sono d'accordo e le intepretazioni e i giudizi balzani di cui in parola mi danno ragione. Il BAN? non l'ho capita, sinceramente.
Idea geniale: insieme al gentiluomo ne legni altri tre a caso, così assume i contorni di raptus :wink: Il tutto ovviamente in forma scherzosa
A quello, mi riferivo: menandone altri tre, a mio giudizio, potresti convincere chiunque che si è trattato di un raptus. Poi al processo ti presenti sbarbato, ben pettinato, con il vestito adeguato, sguardo diretto ma umile, manifestando vergogna e pentimento per il gesto con una parlata semplice, bassa e priva di inflessioni, et voilà! Assolto per momentanea incapacità di intendere e volere.