I paragoni con gli Usa, dove la concezione del pubblico è su un altro piano, lasciano il tempo che trovano; i confronti andrebbero fatti all'interno dell'Ue.
Fra gli uomini più potenti al mondo non figura nessun stipendiato statale di qualsivoglia nazione, stai tranquillo.
Giusto per fare una distinzione tra il chi popolarmente ha un certo rilievo, e chi le persone potrebbe seriamente dominarle si dice che, tal Mayer Amschel Rotschild, fondatore di una delle famiglie di banchieri di un certo rilievo in europa, abbia osservato questo: " Datemi il controllo della massa monetaria di una nazione e non mi interessa chi fà le leggi".
se cosi fosse, sta succedendo da un bel pezzo, ma solitamente ci si accorge di una crisi in periodi drastici, o nel periodo in cui la crisi finisce e si pagano le conseguenze. Vi sono molteplici situazioni che ci fanno pensare a questi risvolti addlightness. Ma nella mia piccol aesperienza penso che se si fossero osservate con meno superficialità alcune tematiche, non ci ritroveremo dove siamo. Probabilmente questo è avvenuto anche perchè nel paese abbiamo pochi manager reali, e chi si occupano degli affari loro (come spesso questo avviene). La crisi in cui ci siamo messi deriva da un inizio di declino che ha dato avvertimenti nei primi anni 90. Ciò che abbiamo vissuto nel progressivo, e verso l'anno 2000 qui in Italia, forse, è similare al declino che ci raccontano ebbero gli USA nel 71 con lo scorporamento del dollaro dal controvalore aurifero. Grossa inflazione, che rese piu ricchi i gia ricchi.
nutro seri dubbi. le crisi valutarie e finanziarie passano. i problemi odierni dell'economia reale sono più sistemici e hanno radici profonde (pochi investimenti, sprechi pubblici e privati, sistema scolastico non adeguato, ma potremmo andare all'infinito).
potrei quotare entrambi, sostenendo che tutta la malagestione di stati come il nostro, o come la grecia, spagna, portogallo ecc, non sia dovuta a incapacità della classe dirigente, ma all'applicazione da parte di quest'ultima per conto terzi di una sorta di programma distruttivo a lungo termine, con il fine ultimo di consegnare tutto in mano a pochi il suggerimento da parte dell'ocse di qualche giorno fa circa la privatizzazione massiccia di beni e servizi statali sembra andare in questa direzione
ciò che dici ha un senso. Difatti penso che all'interno di un meccanismo complesso coloro i quali godono di determinati vantaggi hanno qualche possibilità, più di altri, nella gestione diretta. E a cascata poi riguarda tutte le situazioni sociali, che definiremo "problemi all'infinito", soprattutto per la fatica di colpevolizzare/individuare la priorità del rimedio. Se questo fosse reale, è certamente stato adulterato da perversioni di conoscenza di qualcuno in grado di. Vedi per esempio la bolla speculativa di borsa del 98, e soprattutto nota cosa è avvenuto lasciando "entrare" nel mercato anche i piccoli risparmiatori privi di conoscenza e dietrologia. All'interno di questo arco temporale, non è difficile stabilire che alcuni meccanismi della borsa Italiana sono privi di senso oggi. Scriteriati. Sul fatto dell'inadeguatezza scolastica, beh si potrebbe aprire un topic da dover rilegare poi, in quanto, secondo me, davvero molto deriva da ciò. Sia per ciò che concerne un calo di professionalità e responsabilità, forse dettato anche da un percorso più esemplificato. Percorso che prepara poi ad un ruolo da indottrinare e da gestirsi; sia per le conoscenze finanziare, che dovrebbero essere inserite in ambiti scolastici alla portata di tutti, rendendo meno ignoranti le persone sui fenomeni che con esperienza posso essere prevenuti. è un pensiero che ho avuto molte volte.
Il programma distruttivo a lungo termine mi è piaciuto. /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> Mi riservo di rispondere sulle buone considerazioni di Brian appena ho tempo.
quando esprimo questi tetri pensieri ho sempre la speranza di trovare risposte in grado di demolirli, farli a pezzi con cognizione, piuttosto che un qualsiasi minimo cenno di appoggio
Guarda, io comunque ho ancora fiducia. I presupposti per ripartire ci sono tutti. Però solo se si punta sull'economia reale. Le banche devono tornare a prestar soldi e smetterla di vendere fumo
ma il fatto che tu abbia considerato determinate situazioni è ragionevole per chi ha una visione attenta e panoramica sull'accaduto. Però resterei positivo, per il solo fatto di averlo potuto notare.
se per "ripartire" intendi "tornare a crescere" -con tutto quel che ne consegue-, probabilmente sì, nel giro di non più di un paio d'anni credo avverrà ma imho con una cinesizzazione: più lavoro, meno tutele, meno salari, e ricchezza sempre più accumulata nelle mani di pochi poi ci sarebbero anche le questioni circa la sensatezza dell'affannosa ricerca della crescita, ed i suoi effetti sull'ambiente e sulle persone sono pensieri estremamente deprimenti, difficile mantenersi positivi
ti devo quotare. ma più che cinesizzazione oggi si può dire FIATtizzazione. le condizioni dei lavoratori che hanno fatto vedere ieri sera a report, se sono vere, sono scandalose per un Paese civile.