Imho la questione degli ordini professionali è un pochino più ampia di come la dipingi tu; provo a spiegarti il mio punto di vista. L'avvocato svolge una professione "protetta" -e nemmeno troppo in confronto ad altre, vedi notariato, ma va bene così- non per caso, ma in quanto soggetto deputato al raccordo tra parte in lite e tribunale; la professione forense è, in altre parole, materia specializzata, delicata e che reca in sé una certa componente etica, motivo per il quale l'accesso e lo svolgimento della professione devono essere regolamentati al fine essenziale di garantire un controllo su quella che, riassumendo ai minimi termini, potremmo chiamare "qualità" del servizio reso. In quest'ottica già il ritenere la liberalizzazione equivalente al concetto di libero mercato è radicalmente errato; il motivo è semplice: la laurea in Giurisprudenza non basta per esercitare. Del resto basta confrontarsi con sistemi esteri per rendersi conto che praticamente in ogni dove è prevista una sorta di abilitazione, per cui in Italia non accade nulla di anomalo. Nè è vero che si tratti della difesa di una rendita di posizione, considerato sia il numero di professionisti iscritti all'albo, sia il fatto che il percorso formativo, pur farraginoso e bisognoso di riforma, non è sostituibile o, peggio, evitabile, senza andare incontro ad un crollo della "qualità" di cui si parlava. Certo, c'è chi dirà che gli avvocati sono cari. Il che, in alcuni casi, è anche vero. Nello studio dove lavoro, preferiamo dire che non siamo molto cari, ma molto bravi e, dato che nel processo civile vige il principio della soccombenza, le nostre spettanze vengono in gran parte coperte dalla controparte in caso di vittoria. Sfido, poi, chiunque a sostenere che le tariffe professionali siano esose... Insomma: non è un caso di "armiamoci e partite", ma della mera constatazione che la liberalizzazione delle professioni è una boiata pazzesca, studiata imho per due ragioni: 1) mettere le mani sul sistema delle "casse" professionali -ovvero l'inps di avvocati ed altri professionisti-, notoriamente piene di soldi; 2) fare un favore alle imprese, consegnando in mano loro una nuova classe impiegatizia con cui poter contrattare, ovviamente sempre al ribasso, pacchetti di assistenza. Poi, ripeto, è solo un punto di vista.
forse le tariffe vengono mantenute alte ed il grado di conflittualita' e' esasperato anche per il seguente motivo (dal Corriere): La polemica Sono 21 mila, uno ogni 109 abitanti. «Numero abnorme». L' attacco dell' Ordine forense Roma, città d' avvocati. «Più che in tutta la Francia» Il presidente della Corte d' appello: rallentano il lavoro. Dominioni: un pregiudizio * * * ROMA - Poco dopo la fine degli anni Novanta, quando in Francia esercitavano solo ottomila avvocati sull' intero territorio nazionale, fu l' ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Verde a dire che nella sola provincia di Napoli c' erano più avvocati che Oltralpe. Oggi, quel paragone viene riesumato dal presidente reggente della corte d' Appello di Roma, Claudio Fancelli, che alla cerimonia di inaugurazione dell' anno giudiziario per inciso accolla lo sfascio del processo civile e penale all' «abnorme numero di avvocati» presenti nella Capitale. Il presidente Fancelli non fa numeri, ma è sicuro dei suoi dati: «L' abnorme numero di avvocati iscritti all' Ordine forense, a Roma tanti quanti l' intera Francia, può inconsapevolmente determinare il rischio di un incremento del ricorso dei cittadini alla giurisdizione e quindi, stante la carenza strutturale di risorse, un allungamento dei tempi processuali». Un mondo elegante, in altre parole, per dire che tanti avvocati sono di intralcio al funzionamento della macchina giudiziaria. Se poi si aggiunge un altro dato, un gratuito patrocinio su tre se lo accaparra chi è recidivo, ne consegue che il quadro illustrato da Fancelli risulti davvero allarmante. Sono ventunmila gli iscritti all' Ordine degli avvocati di Roma e provincia. Un esercito in toga ch risulta essere «il più grande d' Europa». Nella Capitale, più o meno esercita un avvocato ogni 109 cittadini residenti. In tutta l' Italia il rapporto avvocato/cittadini sarebbe di uno a 307 se si fissa il numero degli iscritti a 160 mila, in America 1 a 250, nella litigiosissima New York 1 a 150. E poi su Roma, e sul Palazzaccio in particolare, insiste l' esercito dei cassazionisti (tutti gli avvocati che compiono 13 anni di iscrizione all' ordine) che in tutta Italia sono la bellezza di 37.902 (dato 2006) mentre in Francia i patrocinanti in Cassazione non raggiungerebbero il migliaio. Col paragone tra Italia e Francia, insomma, il presidente Fancelli ha riaperto una vecchia ferita. Per questo gli piovono addosso critiche non solo da Roma, dall' Ordine degli avvocati più grande d' Europa presieduto da Alessandro Cassiani, ma anche dal resto d' Italia. Da Torino, Luigi Chiappero, presidente della camera penale «Vittorio Chiusano», osserva come la causa dei processi lumaca andrebbe ricercata in quella che lui chiama scarsa propensione al lavoro di alcuni magistrati: «Sappiamo tutti che a Torino il sabato non si va a palazzo di Giustizia a meno che non si verifichi un' emergenza. Se un' azienda qualsiasi ha dei carichi da smaltire, lavora il sabato, la domenica, sempre». Oreste Dominioni, presidente dell' Unione della Camere penali, cataloga l' uscita di Fancelli sotto al voce «pregiudizio»: «Sì, pregiudizio nei confronti degli avvocati che prende spunto da una concezione autoritaria della giurisdizione all' interno della quale l' avvocato è tollerato e non considerato parte attiva del processo». L' avvocato Dominioni, comunque, lancia una sfida: «Noi abbiamo proposto selezioni più rigide per l' accesso alla professione ma la politica glissa e la magistratura è indifferente. Di recente, quando incontrammo l' ultimo Guardasigilli Clemente Mastella, e gli chiedemmo norme più rigide per l' accesso alla professione, ci sentimmo rispondere: "Ma come si fa se poi ci sono tanti ragazzi, soprattutto al Sud, in cerca di lavoro». Dino Martirano * * * 160.000 Il numero degli avvocati che esercita in tutta Italia. Il rapporto è fissato in uno ogni 307 cittadini, 21.000 Gli avvocati che sono iscritti all' Ordine di Roma «E' l' esercito più numeroso di tutta l' Europa», 37.902 Sono i cassazionisti, avvocati con 13 anni di iscrizione all' Ordine, che gravitano su Roma, * * *
Forse non lo sai, ma le tariffe sono parametrate al valore della causa; per cui, 250 Euro possono essere del tutto normali per una lettera -che, tra le tante, può non essere una "semplice" raccomandata, e senz'altro sottende lo studio della pratica, l'esame dei documenti, magari anche un parere legale-. Dato che nessuno ti punta una pistola alla tempia e che puoi chiedere un preventivo, puoi sempre scrivertela da solo. Se riesci. Gli avvocati sono tanti, non è una novità. Che rallentino i procedimenti è una sciocchezza: chiunque frequenti anche di lontano un tribunale sa benissimo che i processi vengono rinviati di anni perché i giudici hanno il ruolo pieno. Il resto è conversazione. Sì caro, etica.
Il vostro lavoro per definizione non ha nessuna relazione ne con l'etica ne con la morale. Non nel senso che sia immorale, ma nel senso che è amorale.
Se tu conoscessi il "nostro" lavoro non scriveresti una cosa del genere. Ti consiglio una lettura semplice: compendio di ordinamento e deontologia forense, ed. simone. 18 Euro ben investiti.
Vuoi rendere oggettive considerazioni che sono strettamente soggettive. Difendete gli assassini sapendo che lo sono, come anche gli stupratori, i pedofili, ecc. ecc. ecc.
Ma sei fuori? Come puoi dire che essere avvocati significa essere "sprovvisto di morale o che ne prescinde"? Davvero offensivo, questo giudizio che dai, Alex...
E' il nostro sistema giudiziario che impone una adeguata difesa per ciascun imputato, a prescindere dal crimine.
No caro: sei tu che sei partito per la tangente, dando una tua -soggettiva- interpretazione alla mia affermazione secondo cui, nel mio lavoro, ci si rifà a principi etici. E quanto sopra è confermato dal messaggio quotato, dal quale si evince che (i) hai una visione molto parziale e limitata della funzione dell'avvocato -parziale perché presuppone che difenda sempre colpevoli, limitata perché i tuoi esempi riguardano solo la giustizia penale-, (ii) non hai cognizione della funzione della difesa e, in definitiva (iii) non sai di cosa si parla -d'onde l'invito alla lettura, qui ribadito-. Liberissimo di avventurarti in territori sconosciuti, privo degli strumenti minimi necessari per esplorarli, ma in tal caso sarebbe opportuno rivedere l'espressione di certi concetti in termini meno assoluti -sempre se lo scopo non è una magra figura-.
Non credo che ci sia intenzione di offendere, ma solo ignoranza, nel senso non offensivo del termine. Esatto.
Lo consideriamo un post "non felice", la stragrande maggiornaza degli avvocati sono onesti professionisti, offendere una categoria è fuori luogo. In uno stato di diritto tutti hanno diritto ad una difesa.
Mi permetto di quotare l'intervento, pulito dal grassetto, per spiegare quando evidentemente è stato frainteso. Nessuno ha affermato che gli avvocati siano non onesti, ne sono state fatte altre considerazione tese ad offendere alcuna preofessione. Parlavo di amoralità distinta dall'immoralità non a caso; tale caratteristica è propria di molte professioni (un altro esempio sono i medici, e ce ne sarebbero molti altri), anzi ne è un fondamento necessario. Quindi non era mia intenzione darne una accezione negativa. Solo evidenziare che il concetto di etica e di morale, comunemente inteso, è una cosa diversa (non migliore o peggiore, diversa). E ci mancherebbe anche, ma un bravo avvocato, per essere tale, deve prescindere dalle questioni morali.
Immorale: Apertamente contrario alle norme morali in quanto fondamenti del costume sociale Amorale: Sprovvisto di morale o che ne prescinde Nè l'una nè l'altra, Alex. A mio avviso è la stessa differenza che c'è tra le parole "Scusami" e "Perdonami". Poca. /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
proprio perchè, se gli avvocati fossero tutti legati alla morale, il diritto alla difesa non sarebbe garantito a tutti /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> se tutti fossero moralisti, nessuno difenderebbe uno stupratore...farlo non vuol dire essere immorali, ma esulare dalla valutazione morale del fatto compiuto dal proprio assistito /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> @325ci....hai ripetuto per millemila pagine che il Cav andava difeso perchè si trattava di diritto e non di morale....mo' la rigiri?
Non son daccordo. Secondo questa visione un Anarchico è simile ad un Apolitico..entrambi non scelgono. Peccato che uno dei due sia un'attivista, con tutto quello che ne consegue..mentre l'altro se ne frega dell'argomento /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
Esattamente, ovvero devono prescindere dalla morale, alias essere amorali (nell'esercizio della loro professione, ovviamente non nella vita privata)
Ritengo lodevole chi riconosce di essersi sbagliato. Cercare di giustificare l'errore implica una sorta di malafede che non credo appartenga ad Alex, per come e quanto lo conosco nel forum.