Quello che dico anche io, ma non deve essere fatto a spese nostre, li mandiamo a casa e se vogliono campare lavorano perchè per me non avrebbero una lira.
No, mi dispiace: qui non c'entrano un bel niente gli slogan da piazza. Quella che ho elencato io, tagliando corto, è nè più nè meno la gente che si è portato il tuo eletto al governo, e provare a dimostrare il contrario. E credo che a questo punto anche il sindaco 18enne senza maturità che tu critichi tanto (che guardacaso i tuoi alleati han già inventato per primi, si chiama Trota) riuscirebbe a fare meglio di questo penoso e pietoso ammasso di gente che lavora esclusivamente per i fatti suoi. Perchè tutto si può negare, ma non che Ilvio e soci vedano nella politica il mezzo per mandare avanti la bottega più di chiunque altro. Per quanto possa contare la preparazione, essa è inutile se usata per i propri interessi e basta, allora meglio di tanto una persona forse meno colta ma che abbia a cuore gli interessi del paese più che i suoi. Sulla pubblica gogna quoto, giusto perchè tanto ormai il partito dell'amore già ci è finito da un pezzo, senza rendersene nemmno conto tra l'altro, ma alla responsabilizzazione sono ancora belli lontani. Quoto.
No, certamente non sono il problema principale cadono nel vuoto perché dovrebbero essere approvate dagli stessi che perderebbero questi privilegi! è contro la loro convenienza, solo loro allora l'erario non se la prenderà se evado quelle poche migliaia di euro di tasse che gli devo periodicamente...non sarà per quella sommetta che il bilancio dello stato andrà in rovina! il ragionamento è quasi lo stesso, sottrarsi ad un "dovere morale" (pagamento delle imposte dovute, o ridimensionamento ragionevole dei benefici riservati alla casta) argomentando la difesa con la ridotta entità del presunto vantaggio portato dal suo adempimento non è propaganda, è pura ratio: è un periodo di crisi? catso, viene tagliato tutto -dagli insegnanti ai poliziotti- tranne le spese della politica mica passano da pezzenti agli occhi del mondo se rinunciano a qualcosa, anzi, farebbero bella figura con poco ma quando mai???? un compenso elevato attira chiunque, da sempre!!! ecco perché il nostro parlamento è pieno di cani e porci, perché non si fa una sega e si viene pagati uno sproposito, è il climax di quella manica di parassiti che Brunetta voleva eliminare dalla P.A.! uno stipendio abbastanza alto, e alcuni vantaggi nella vita di tutti i giorni, furono previsti per i politici eletti intanto per riconoscimento per il servizio prestato allo stato, ma anche per essere meno soggetti a tentativi di corruzione, e, ultimo ma non ultimo, a garantir loro una certa serenità nel periodo di attività parlamentare. punto. poi, a voler ben guardare, uno che si butta in politica non dovrebbe essere mosso dalla voglia di guadagnarci..., ma dal desiderio di fare qualcosa di buono per il proprio paese. quindi, in teoria, dovrebbe fregarsene di uno stipendio basso, se ben motivato invece è una questione di mera convenienza, e ci ritroviamo un ricettacolo di avidi e per lo più incompetenti già con un semplice test Q.I. molte poltrone rimarrebbero vuote...se poi ci mettiamo anche requisiti di moralità... e questo riporta al desiderio di veder in qualche modo puniti per la loro inefficienza gli "attuali" parlamentari (son così da decenni ) ma non bastano indennità normali?? mica sono eroi che si privano della loro vita, sacrificandosi per noi...
Potrei rivolgervi la stessa domanda, ma non lo faccio perché, ironia a parte, "dite" (rectius: scrivete) ben poco... Il come ed il perché sia arrivato a questa visione d'insieme l'ho già spiegato; capisco che non possa sembrare la soluzione perfetta, e rispetto opinioni contrarie, ma sono fermamente convinto che la spesa per la politica sia l'ultimo, ma proprio l'ultimo dei problemi dell'Italia. Certo, abbiamo fior di cialtroni in Parlamento, che non meritano di stare lì -ed è questo, per me, il punto-; la soluzione? Fare come si fa in ogni azienda normale. Sei assente alle votazioni? Ti richiamo. Tre richiami e a casa, oltre alla restituzione di quanto percepito. Tanto sarebbe sufficiente ad iniziare. Di contro, per come la vedo io, ridurre, se non azzerare i privilegi dei parlamentari porterebbe ad uno svilimento del loro ruolo, con conseguenti infornate di persone molto poco adatte all'incarico -non che ad oggi siano tutti adatti, anzi-. Perché ce la possiamo cantare e suonare quanto ci pare, ma la "missione" politica non può e imho non deve essere "a gratis". Sostenere il contrario fa tanta, parecchia scena, ma imho l'attuazione pratica porterebbe prevalentemente controindicazioni.
@325ci_ d'accordo sul fatto che la riduzione degli emolumenti e dei privilegi ai politici avrebbe un impatto se non trascurabile sicuramente non significativo sui conti pubblici, ma in politica come in altri ambiti della vita pubblica la forma è sostanza, e mentre l'Italia produttiva, quella che lavora e genera ricchezza, arranca malamente fra crisi di liquidità e sistemiche risulta beffardo che circa 1000 signorotti a Roma e alcune centinaia di migliaia sparsi negli enti locali conservino privilegi medioevali. Sulla selezione della classe politica invece sei completamente fuoristrada. Oggi ottenere un seggio in parlamento è un affare economico, per molti meglio di una lotteria vincente. Renderlo meno vantaggioso sarebbe attuare una selezione automatica fra chi ci va per ragioni opportunistiche e chi invece ci fa perché vuole fare qualcosa per il bene comune. Infine ti indico in 6 mosse come si può avere un posto a Montecitorio nel tuo amato PDL: ottenere un posto nelle prime fila ad un convegno cui partecipa B. essere preferibilmente una donna di età fra i 25 e i 40 anni di bell'aspetto; cantare a squarciagola meno male che Silvio c'è agitando una bandiera dell'Italia o meglio ancora una con fondo azzurro; quando il premier scende fra il pubblico assalirlo per stingergli la mano e pregarlo di restare in sella per altri cento anni; donargli un oggetto che nasconda una lettera indicando al suo interno il numero di cellulare; attendere pazientemente una telefonata da Roma o da Arcore (di solito l'attesa dura un paio di settimane).
Nessuno dice che debba essere a gratis, ma tu sostieni una cosa diversa, ovvero che in un paese in crisi in cui ogni giorno si chiedono sacrifici sempre più rigidi ai cittadini, la classe politica debba essere una casta privilegiata che non si deve confrontare con nessun problema, e sia leggittimata a vivere in una campana di vetro virtuale lontana anni luce dalla realtà che dovrebbe amministrare. Per i dettagli di come vanno le cose da noi ti ha risposto in modo inappuntabile Costantino, evidenziando perlatro cose che sono sotto gli occhi di tutti; il ragionamento fa talmente tanta acqua da farmi credere che sia più una provocazione che altro, o almeno lo spero.
Ci vuole una via di mezzo: una persona "povera" che maneggia milioni di € può avere la tentazione di allungare le mani. Uno che non ha bisogno di nulla molto meno. In teoria.
Calma calma... Il mio ragionamento è un po' diverso: io credo che non si debbano azzerare i privilegi e che, in linea teorica, gli stessi siano più che compatibili con l'attività politica. Poi, se la dobbiamo calare nel pratico, avrai letto che sono il primo a pretendere che i parlamentari facciano il proprio lavoro; se la vogliamo dire tutta, mi può anche star bene una decurtazione in periodi di crisi ma, come ho già scritto, l'aspetto economico è l'ultimo dei problemi. Su quanto riferito da Costantino, di cui non dubito, non mi pare che sia una notizia particolarmente sensazionale -non che mi piaccia l'andazzo, intendiamoci-, che nei partiti -tutti o quasi- la meritocrazia dei candidati è largamente opzionale.
Si ma non puoi affermare una cosa e insieme il suo contrario. Sostieni che privilegi e stipendi molto alti servono perchè attirano gente più qualificata, e poi affermi che nei partiti (e quindi nel parlamento, visto che con il sistema elettorale attuale i cittadini non scelgono) non c'è meritocrazia. La realtà sconfessa il tuo ragionamento, perchè non sta in piedi.
Tengo a precisare che quanto ho riportato nei sei punti, non è una ricostruzione fantasiosa bensì un fatto realmente accaduto e testimoniato dagli stessi protagonisti, in occasione delle ultime elezioni politiche. Ho visto che gianse ha indicato gli emolumenti dei parlamentari italiani ed europei. Occorre ricordare che gli stipendi dei nostri onorevoli sono determinati in base ad una legge del 1965, un'epoca in cui i partiti (classicamente intesi) la facevano da padrone. Essendo i partiti di allora strutturati rigidamente, allargare i cordoni della borsa ai parlamentari era niente altro che un modo per autofinanziarsi; infatti per molti, specie a sinistra, percentuali superiori al 50% erano destinate alle varie tesorerie.
Se estrapoli brandelli a caso dal contesto di quel che scrivo, puoi anche avere ragione. Ma se hai seguito il filo del discorso, noterai che, come ho già scritto, la mia critica all'abolizione dei privilegi è principalmente sul piano teorico e, inoltre, proiettata nella prospettiva di "riformare" la classe dirigente. In questo contesto sta in piedi imho, così anche se si considera che vorrei controlli e sanzioni conseguenti sull'attività del singolo parlamentare.
Ho seguito perfettamente il filo logico, e questo non cambia una virgola delle mie osservazioni. IMHO non stanno in piedi. Armiamoci e partite dicevano una volta, le tue posizioni di oggi in una fase di grandi sacrifici per tutti (sta per arrivare una nuova manovra...) sono lo stesso. concetto.
da leggere l'intervista su Vanity Fair a Sallusti, quella in cui definisce B un pazzo come Michael Jackson e Maradona: "Una volta mi chiamò la Moratti a Palazzo Marino, per prendere un caffè. Dopo qualche giorno mi richiamò e mi disse 'Direttore, possiamo darci del tu?' Ecco, vede, se una come la Moratti è costretta a fare queste cose con uno che gli sta sui coglio.ni come il sottoscritto, è chiaro che sta messa male" /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
