Filosoficamente parlando, come citato da Gianse, non lo sono /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
Le mie considerazioni sono sempre etiche e politiche. Mi basta sapere che era imputato per falso in bilancio, che ha messo mano a quella legge mentre era aperto un procedimento nei suoi confronti, e che la sua posizione è stata stracciata in seguito alla modifica della legge, oltre a conoscere il genere umano da qualche anno più di te, per farmi la mia opinione. E credo che sostenere quanto evidenziato in grassetto non ti rende onore e getta l'ombra della faziosità anche su altre tue posizioni che invece sono più comprensibili.
Faccio un esempio banale. Se in qualità di legale rappresentante di una società di capitali io subisco un'indagine penale, la prima cosa che faccio è dimettermi per consentire a me stesso di difendermi nelle opportune sedi senza recare ulteriore danno alla società che rappresento. Il principio (etico) dovrebbe essere valido a tutti i livelli, soprattutto in quelli politici e pubblici. Ma capisco che io ho tutta la vita davanti per riabilitare (eventualmente) il mio nome, Berlusconi (anche se ha dichiarato che vivrà 150 anni) no.
dimentichi l'istinto di sopravvivenza. ma comunque a mio avviso e' la morale del singolo che sommandosi a quella di altri singoli poi diventa maggioranza e quindi spesso etica e quindi legge. e come tutti sappiamo la morale non e' iscritta nel dna ma e' indotta dall'ambiente, ambiente che un tempo era la famiglia, la scuola o la chiesa, oggi il piu' delle volte e' l'informazione. naturalmente non e' sempre cosi', ed alcuni principi sono piu' difficilmente influenzabili di altri. se tu giorno dopo giorno ottieni certe informazioni senza sentire mai versioni opposte finisci per credere che certe cose siano la verita' assoluta. altrimenti, ad esempio, non si capisce come i nazisti, frutto di una delle nazioni piu' evolute d'Europa, potessero mandare nelle camere a gas donne e bambini senza battere ciglio.
Attenzione... non è proprio così... Alcune teorie della psicologia evoluzionista sostengono al contrario che "tutto è innato" e "geneticamente determinato", fatto salvo il grado di "espressione" di alcuni caratteri specifici, che possono più o meno subire l'influenza anche delle variabili da te citate (ambiente, famiglia scuola chiesa, informazione). ... e parrebbe, comunque, che un certo grado di "moralità" sia patrimonio comune degli esseri viventi tutti, e ,massime, dell'essere umano. (non mi riferisco qui a ciò che alcune confessioni religiose , tra cui la chiesa apostolica romana, attribuiscono ad "anima" o ad astratte entità impalpabili ma configurabili come simboli riconoscibili) Mi riferisco piuttosto ad alcun esperimenti scientifici a questo scopo fatti su gruppi di bambini al di sotto dei tre anni ( mi faccio carico di citare in un futuro prossimo cito solo qui gli studi divulgati da Alison Gopnik,) nei quali parrebbe proprio evidente la tendenza (degli esseri umani e di alcuni animali da esperimento) ad essere solidali tra loro, a distinguere e ad opporsi a comportamenti contrari ad un bene comune riconosciuto. Non sono questioni di lana caprina...anzi, queste valutazioni di tipo "filosofico" derivanti da un ambito scientifico-sperimentale , potrebbero dare un senso a molti comportamenti apparentemente inspiegabili... (David Hume teorizzava nel XVIII° secolo che le scoperte scientifiche non erano separate da quelle filosofiche...) La causa di deviazioni "anti-etiche" di parte del genere umano, sarebbe quindi riconducibile ad una "corruzione" post-infantile. Si ribalterebbe finalmente la teoria (nello specifico : religiosa, e cattolica...) dell' essere umano portatore di "peccato originale", e perciò corrotto "ab originis", bisognoso perciò di qualcuno che lo "corregga" e lo "metta sulla buona strada"... ( potete vedere qui rappresentate oligarchie di qualunque tipo, comprese le gerarchie ecclesiastiche...) INSOMMA: in realtà l'essere umano nascerebbe "buono", e si corromperebbe dopo, per la presenza -in alcuni suoi simili-di un minore... senso "morale" primigenio, e quindi potenzialmente preda di comportamenti dannosi per la comunità . Ne discenderebbe tutto il caos che potete ben figurarvi... edit.
Potrebbe avere un senso tutto ciò che hai scritto, tranne l'ultima frase che ritengo sia troppo dura nei confronti di chi non la pensa come te e quindi provocat(t)iva. IMHO.
forse hai ragione... troppo dura... la tolgo. ma non perchè sia "provocatoria", ma perchè la sensibilità del mio prossimo è comunque un bene da tutelare...
che un senso innato per il bene comune esista non lo metto in dubbio, del resto siamo animali sociali e questo qualcosa vorra' pur dire, ma ritengo che i condizionamenti esterni, quindi esogeni, siano spesso determinanti e piu' persuasivi, condizionamenti spesso dettati da convenienze particolari, e che indirizzano la societa' verso certe decisioni. comunque che la morale e di conseguenza l'etica siano naturali o indotte (e probabilmente sono vere ambedue le considerazioni) poco importa, io desideravo solo mettere in luce che le leggi delle societa' moderne non sono come le leggi della fisica, cioe' immutabili, ma sono mutevoli e non assolute, perche' la storia dimostra che piu' volte sono cambiate per varie cause.
Teoricamente evolvendosi e adeguandosi alle specifiche attualità. Non sempre in meglio, ovviamente, ma in genere direi di si.
di conseguenza chi vuole ad ogni costo distinguere morale (e di conseguenza etica) dalla legge a mio avviso sbaglia, perche' la storia dell'uomo dimostra che una e' conseguenza dell'altra. poi va da se che ci sono delle leggi puramente tecniche, come ad esempio imporre dei limiti di velocita' sulle strade, ma ovviamente non mi riferisco a queste. quindi parlare di legge e allo stesso tempo di questioni morali non mi sembra una bestemmia. mi pare naturale.
Io invece ritengo che valga la distinzione tra morale, etica e legalità. Possono coincidere, ma non necessariamente e non sempre. Se sono un medico e devo salvare un killer latitante (caso estremo) cosa prevale? Morale, etica o legalità?
che valga nel senso che lo auspichi o nel senso che e' quello che avviene e cioe' che le leggi nascono in modo indipendente da quello che e' il sentire comune della maggioranza (ergo morale)?
Non la auspico, semplicemente la distinguo, prendendone atto. Il "sentire comune" della maggioranza, come tu la decifisci, io lo chiamo eticità, poichè coinvolge una pluralità sociale e le leggi si, ne sono le figlie assolutamente auspicate. In quanto singolo cittadino privato, invece, le rispetto (le leggi) secondo la mia moralità, non secondo la mia etica. Cacchio, dove ci stiamo avventurando? /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
terreno minato /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20"> e terribilmente OT. ma peccato perche' era interessante.