No davvero, anzi. Ma siccome c'è chi sostiene che le assoluzioni del Cavaliere derivano solo da c.d. leggi ad personam, ebbene è falso. Fine
Non è questione di dare un senso giurisprudenziale agli interventi, ma di sapere di cosa si parla. Non è logicamente sostenibile parlare di procedimenti, condanne ed assoluzioni senza tener presente l'aspetto giurisprudenziale; se la valutazione deve o vuole essere morale, benissimo, ma che si limiti, appunto, alle opinioni, senza chiamare in causa supporti oggettivi. Come ho già scritto, evidentemente non abbastanza, in questa discussione c'è un inammissibile confusione tra morale e giustizia, laddove la seconda viene citata -a sproposito- solo quando conforta la propria tesi.
A parte che l'esempio non c'entra, è proprio ciò che scrivi che conferma che una base tecnica ci vuole, altrimenti non si sa di cosa si parla.
Fino ad un certo punto. Sul falso in bilancio c'è poco da discutere, nel senso che NON elimina il reato, anche se lo punisce in modo diverso. Sostenere che sia una legge ad personam è veramente arduo.
Stacco per oggi. Buona serata a tutti, anche ai Komunisti E non scrivete troppo che sennò mi tocca perdere un sacco di tempo per mettermi in pari...
su questo hai ragione, ma la morale non e' meno importante della giustizia. ad esempio i nazisti (ma vale anche per i fascisti ed i tribunali speciali quelli che ad esempio mandarono Pertini al confino) si guardarono bene dall'abolire il sistema giudiziario tedesco, era un paese troppo avanzato per permetterlo, ma lo assoggettarono alle proprie esigenze, con leggi dal punto di vista formale ineccepibili, ma dal punto di vista morale aberranti. o per meglio dire aberranti dal punto di vista morale dei vincitori e del sentire comune di oggi. quindi fra leggi e morale e' una dura lotta fra cio' che e' meglio. sia il nazismo che il fascismo dal punto di vista legale erano ineccepibili. e questa fu ad esempio una delle tesi difensive degli imputati del processo di Norimberga. l'ideale sarebbero leggi moralmente accettabili. ma oggi come oggi, facendo ovviamente le debite proporzioni, siamo sicuri che le leggi siano sempre moralmente accettabili e quindi legittime? anche perche' ho l'impressione che quando si parla di morale si voglia sottointendere qualcosa di istintivo, bestiale e primitivo, quando si parla di leggi invece si sottointende la luce della civilta'. per me morale e legge non possono essere disgiunte. a scanso di equivoci tutto questo IMHO, sia chiaro.
Gianse, c'è un'unica grande differenza: la morale è soggettiva, la giustizia no e si deve basare su fatti e non su opinioni /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> in molti post, qui, appare più il contrario...
sarebbe bello, ma la legge non e' creata da Dio o se preferisci dai computer, ma e' creata dagli uomini e quindi deriva dalla moralita' di quegli stessi uomini. ai tempi di Roma, considerata la culla del diritto moderno, la schiavitu' era non solo moralmente accettata ma anche legalmente regolata, se ad esempio picchiavi uno schiavo dovevi rifondere il proprietario di quello schiavo esattamente come faresti oggi se strisci un'auto.
Quindi è la legge che stabilisce ciò che non è morale, oppure è la morale a stabilire ció che non è giusto?
bella domanda sono secoli che filosofi e giuristi si spaccano la testa sull'argomento. per me deve essere un mix. quello che in passato era un reato oggi non lo e' piu'. quello che oggi e' un reato magari in futuro non lo sara' piu'. e' per questo che esistono le discussioni. magari, in piccolo, proprio come si fa in questo post.
io penso che generalmente e' la morale della maggioranza a determinare le leggi, ma cio' non toglie che anche le idee delle minoranze alla lunga non possano cambiare le cose, in particolare dopo eventi traumatici quali guerre, invasioni o nascita di nuove religioni (ad esempio il cristianesimo), in particolare se tali leggi risultano inefficaci.
Temo tu confonda la moralità (applicata all'individualità) con l'eticità (applicabile all'università sociale) /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
forse, ma guarda alla storia ed osserva quante volte sia morale che etica sono cambiate. del resto per un individuo, se si escludono i massimi sistemi, e' difficile distinguere fra la propria individualita' e l'universalita', ma questo mi sembra normale, si tende a sovrapporre le due cose. quello che e' auspicabile per me lo deve essere anche per gli altri. il che e' molto umano.
Non è detto. Se tu fossi un masochista? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> Tornando alle leggi, difficilmente una legge stabilisce ciò che è morale, afferma piuttosto ciò che è o non è etico. Per farla breve, non ritengo che Berlusconi debba dimettersi per aver offeso la moralità ma piuttosto perchè non ritengo etico che una persona che riveste il suo ruolo di Presidente del Consiglio sia coinvolto in situazioni poco chiare (mafia, P2, squillo, eccetera) Ma se il tuo ragionamento fosse valido (ciò che è auspicabile per me lo dev'essere anche per gli altri), tutta questa discussione non avrebbe alcun senso: lui farebbe coerentemente ciò che vorrebbe facessero tutti /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
E' sicuramente la morale a stabilire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ma poichè non viviamo avulsi da un qualsiasi contesto sociale, occorre darsi delle regole comuni il più possibile condivise, e cercare di rispettarle.