L'imbecillità

L’imbecillità dell' individuo è inversamente proporzionale alla sua esperienza. Se fai una cosa pericolosa perché non hai sufficiente esperienza per valutarne il pericolo sei imbecille, ma se fai una cosa è sai quanto stai rischiando allora sei imbecille al quadrato.
Sono passati 18 anni dai fatti che vi racconterò ed ancora sono ben presenti nei miei ricordi:
era un sabato pomeriggio di primavera, non so perché ma 18 anni fa il sabato pomeriggio la città era semideserta, oggi non è più così. Ero sul lungotevere al semaforo del ministero della marina con la mia Golf GTI 8V da 112cv (mod.90) ed il mio migliore amico, Paolo; andavo verso i Parioli, affianco a me una roboante Peugeot 1,9 Gti con quei meravigliosi cerchi da 15 pollici, all’epoca era una delle più belle sportivette , velocissima ma anche assai nervosa al limite. Un incrocio di sguardi e partiamo sgommando al semaforo, nonostante la differenza di cavalleria riesco a mettere alla fine della 1° il muso davanti e solo in 2° inizia a sopravanzarmi, poi è la volta della 3°, vengo quasi sfilato che arriviamo alla staccata per entrare a p.zza delle belle arti. In staccata sono sempre stato un fenomeno, riuscivo a ritardarla ed modularla alla perfezione, ma sono tremendamente vicino all’incrocio e sto dalla parte sbagliata alla sx, per fortuna il tizio della Peugeot desiste ed essere all’esterno della curva mi favorisce riuscendo a disegnare una traiettoria più ampia. Il semaforo è rosso, anticipo il riallineamento dello sterzo con ancora l’auto in appoggio e freno senza bloccare le ruote. Nello stesso tempo dietro di me sento un grande stridore di gomme e dallo specchietto vedo il tizio del 1900 che sbraccia per tenere in linea il suo cavallo imbizzarrito. Ora siamo fermi al semaforo con davanti Via Aldovrandi, mi giro verso Paolo e, profetico, gli dico: con questo non c’è storia, adesso gli facciamo del male. Verde, si riparte, la Peugeot però non si ingaggia, mi fa sfilare e poi mi si attacca al culo, un gesto intimidatorio tipico di Roma che mi fa sorridere soprattutto quando posso fare la lepre. Davanti a me una sx- dx, breve rettilineo e una dx-sx con tanto di attraversamenti di corsia delle rotaie del tram. Non è più ora di guardare gli specchietti ma di concentrarsi per avere la massima scorrevolezza e tenere d’occhio il retrotreno squassato dalle caditoie del tram. Esco su rettilineo di Valle Giulia con un leggero sottosterzo ma velocissimo, il rettilineo è lungo e posso rilassarmi e guardare lo specchietto, la 1900 e lì ma ha già una 50ina di metri di distacco, lo voglio umiliare però. Arrivo alla staccata che porta alla salita verso l’albergo aldovrandi, la curva è secca a 90° in salita ed attraversata dalle solite rotaie, arrivo come un razzo, staccatone e scalata in 2° per avere tutta la potenza disponibile nella successiva salita, molto ripida eh…sorpresa, le rotaie sono bagnate, probabilmente era appena passata la macchina che le lava, ma è tardi ormai ho già inserito la Golf facendo scivolare il retrotreno in derapata, non posso più toccare i freni ma solo sperare che la macchina tenga. Paolo fa appena a far uscire dalla bocca un “ca@@@o!!!”, con la coda dell’occhio lo vedo irrigidirsi, quegli istanti sembrano interminabili, le ruote vanno sulle rotaie bagnate e le Bridgestone Potenza fanno di tutto per tenere la linea. La macchina dapprima parte in sottosterzo e come le gomme posteriori toccano anch’esse le rotaie parte anche il posteriore, il marciapiede e vicino e la coda sta allargando troppo, pesto sul gas e stringo il….cu@@@o ehhhh…via passati a pochi cm da quel marciapiede alto 20cm. La strada sale ripida ed in leggera curva a dx, guardo lo specchietto per vedere come se la cava il GTista ehh… niente, non si vede. Mi giro verso Paolo e gli dico: dobbiamo tornare indietro quello della Peugeot si è schiantato; lui si gira per guardare dal lunotto posteriore… non lo vede e mi risponde: dai magari si sono fermati o hanno girato. Io lo guardo e con tono più fermo: no, torniamo indietro. Davanti all’albergo do una botta di freno a mano ed inverto la marcia. Riscendiamo Via Aldovrandi e vediamo la 1900 parcheggiata all’uscita della curva, ma ha qualcosa di strano , come una gobba sul tetto, quando siamo più vicini ci si manifesta l’accaduto, il tizio aveva picchiato forte di piatto, sul marciapiede, ed il cappottamento era stato bloccato da un albero che l’aveva fatto rimbalzare sulla strada affianco al marciapiede. I due ragazzi sono ancora in macchina intontiti, abbasso il finestrino per chiedere se avessero bisogno di aiuto e il Pejottista con fare incazzato ci manda a fare… dove ben immaginate (non capirò mai questi romani, penso fra me e me) e lentamente riprendiamo la strada di casa. Abbiamo passato il restante tempo ad interrogarci sul senso di fare queste stronz@te per strada, in città con il rischio non solo di farci male ma soprattutto di fare male agli altri. Correre è una droga, dalla quale è bene disintossicarsi prima che sia tardi.

 

No ero mica io .

 

Si ma non le RE bensì le S01

 

L'imbecillità sta proprio in questo: un conto è guidare in maniera veloce e redditizia in una strada di montagna o su un'autobahn tedesca deserta ed un conto e fare la gara, non per vedere chi guida meglio, ma per vedere chi ha più palle per rischiare di più, dimenticandosi che in città si rischia di più la pelle degli altri che la propria. IMHO una ingarellatina ci sta sempre e non sono certo io quello che si tira indietro, ma ci devono essere i presupposti giusti. Oggi non sarei proprio più in grado di ripetere le gesta incoscienti di 20 anni fa, forse perchè ho una famiglia e se la vedessi falciata sulle strisce pedonali da due imbecilli che si ingarellano non potrei neanche incazzarmi, 20 anni fa quell'imbecille potevo essere io.