Elena, va che son serio. In pratica c'è la felicità dell'attimo edel momento e la felicità del raggiungimento e del perseguimento.
E' vero, ridevo del fatto che tu dessi per scontato che l'uomo conosca che cos'è la felicità, quando filosofi del valore di Sant'Agostino hanno scritto saggi dal titolo "La Felicità". Per l'appunto il concetto dell'attimo è di Sant'Agostino :"Raptim quasi per transitum " , ovvero la felicità ci prende improvvisamente :wink:. La felicità è sempre stata oggetto di speculazione filosofica ma solo da Aistotele in poi è stata separata dal concetto di piacere ed associata al concetto di equilibrio. Sai una bellissima immagine di felicità improvvisa qual'è ? e so che ti piacerà :wink: Nel Vangelo di Luca, quando la Vergine Maria va a visitare la cugina Elisabetta, la quale, come Maria, è incinta.... alla vista di Maria da parte della cugina, il bimbo nel grembo di Elisabetta cominci a sussultare... pensa il concetto di felicità immensa associato al sobbalzare A proposito del filosofo in oggetto S.Natoli, è in uscita un libro scritto con il teologo Francesco Brancato sull'argomento felicità intitolato " Dialogo sui novissimi" - Ponte alle Grazie edizioni
Grazie per l'intervento Elena. E grazie per le sottolineature. E grazie mille per l'esempio. Si, mi piace molto. Io dico semplicemente che la "felicità" vera e propria non esiste. In se, per come la vedo io, non esiston nemmeno sentimenti definiti. Dico che esistono "stati" d'animo e mentali, che interagiscono anche tra loro e ci portan ad esser o a porci con noi stessi, con gli altri e con l'ambiente che ci circonda in modo diverso. E come si raggiungon questi tati d'animo? Come espresso dal filosofone... Oppure capitano...come doocce fredde...come dice il filosofone...
In realtà non è del tutto così Aristotele ha sicuramente dato una concezione pià "moderna" rispetto ai filosofi precedenti. Ma non esclude un rapporto tra felicità e passioni, semplicemente pone come vincolo la ragione. Le passioni devono essere regolate dalla ragione e il mezzo per arrivare alla felicità sone le virtù dell'uomo (che dovrebbe essere l'essere superiore) Il piacere in sè non può dare felicità, ma può contribuire a raggiungerla sempre e solo se moderato Questo deriva dal fatto che Aristotele concepisce l'uomo come essere razionale, quindi è logico che la felicità non possa che venire dal sopravvento della ragione
esattamente. felicità è consapevolezza E' saper intendere subito gli altri, è accettazione della vita così com'è.. senza l'attesa di un qualcosa che non solo non arriva mai, ma che semplicemente NON esiste.
secondo me la felicita è avere una m3 x mano e...trattarla come se nn fosse di nessuno!!!!!!!!hahhahahahaha
Uh..mi è venuta in mente questa di De Crescenzo: [YOUTUBE]http://www.youtube.com/watch?v=E8Kq6mQ5VAk&feature=related[/YOUTUBE] Pensate applicata al concetto di felicità "duratura"
ho avuto un ottimo professore al liceo credo che nessuno possa prevedere il futuro, quindi, mai dire mai:wink:
penso che ogni essere vivente abbia un suo concetto di felicità :wink: penso che bisogna raggiungere la propria felicità senza impedire che altri la raggiungano :wink: penso che i sogni non sempre rappresentano la vera felicità, ma a volte si realizzano, basta volerlo :wink: