La mia Mazda MX5 NC Mk3 2.0L 160cv (huskywr240)

La tua volontà di spaccare il millimetro, mi fa tornare alla mente ricordi di tarda adolescenza e mi spinge a raccontarti un piccolo aneddoto.
Avevo, ai tempi dell'università, due cari amici. Uno meccanico (e genio del marketing, ho imparato a comprendere), l'altro ultimo rampollo di una decennale famiglia di imprenditori, qualcuno avrebbe azzardato figlio di papà.
Il secondo, profondamente animato dalla passione per le auto (leggi, dalla passione che gli amici mostravano guardando le sue auto...), quando ancora eravamo alle superiori, essendo qualche anno più vecchio di me, non perdeva l'occasione di sfilare davanti a scuola con la sua gamma di Audi S ed RS, con il manipolo di M (ricordo in particolare la Z3 Coupè), con le Mini cooper nuova e vecchia nella stessa livrea, con diverse auto storiche già impegnate nella Mille Miglia... e non perdeva nemmeno l'occasione, con i propri bolidi, di ridipingere i pali della luce, di dissodare la terra delle aiole urbane, di dragare i canali e i canaletti di scolo a lato delle sedi stradali, di ravvivare l'aspetto di guard-rail e new-jersey.
Era convinto che il buon pilota, anche per strada, dovesse costantemente cavalcare il limite. Ma -come puoi aver intuito, ahilui- gli capitava spesso di superare quel limite, causa le scarse competenze di pilotaggio e la miopia nel pensare, come avviene per il motorsport, che la capacità finanziaria infondesse anche una straordinaria e non comune capacità di guida.
La sua abilità di pilota era imbrigliata da deprecabili assetti di serie, da cerchi troppo piccoli che calzavano gomme inadeguate, da centraline incapaci di dare giustizia al reale potenziale dei propulsori, diceva pontificando.
Parafrasando: andava in giro come un cretino, guidava come un cane, ma guidando mezzi che non concedevano molto spazio all'errore, la questione finiva spesso con la gioia del demolitore e i giorni di prognosi del pronto soccorso, mentre la colpa era ovviamente da ricercare nei limiti tecnico-meccanici di cui sopra (qui è il mio retaggio proletario che mischia l'invidia di chi avrebbe voluto, ma non poteva e la rabbia per i tanti rottami creati dal sedicente esperto guidatore).
Capitava spesso che l'amico pilota si rivolgesse alle capaci e pazienti mani dell'amico meccanico, specialmente in ambito assetti: la voglio il 15% più rigida, il 10% più morbida, 1 cm più su, mezzo cm più giù, aprila, chiudila, campanala, scampanala... e così via.
Sulle prime il buon meccanico si prodigò per assecondare le variegate richieste del multiproprietario. Più cercava di soddisfarlo, più queste si moltiplicavano. Erano tante, così disparate e a tratti disordinate e contraddittorie, che a un certo punto si chiese se e come l'amico pseudo-pilota potesse realmente saggiare l'efficacia o l'inefficacia di quegli interventi, ma soprattutto se ne capisse realmente qualcosa o se fossero il frutto di improvvisate ed estemporanee letture di riviste del settore.
Scaturì in quel frangente il lampo di genio. Inacidito dallo sprezzo con cui venivano acquistate, violentate e rottamate tali creature, ma ancor più da come il suo pagato (poco) sudore non contribuisse in alcun modo ad aumentare l'esperienza di guida dell'appaltante, ma solo a soddisfare il di lui ego, concepì la tecnica definitiva di elaborazione: NON FARE UNA BENEAMATA FAVA! Dietro debito compenso, si faceva portare le auto, le teneva una settimana in officina, le usava per qualche bevuta al bar e le restituiva talvolta persino con il pieno. Questo, ci raccontava, aveva la duplice funzione di abbassare qualche millimetro l'assetto e nel contempo fidelizzare il cliente, coccolato alla stregua dei primi possessori di Lexus.
Non ci crederai, ma l'"effetto placebo" riusciva talvolta a innescare reazioni più entusiastiche di una cisterna di protossido. Assetti che cambiavano dal giorno alla notte, rollii e beccheggi annullati, anteriori affilatissimi e posteriori granitici: che si tramutavano in curve affrontate al doppio della velocità, accelerazioni laterali raddoppiate, e... l'ennesima lista di nuovi componenti per lo sfasciacarrozze di fiducia.
Tali taumaturgici interventi hanno ispirato leggende le cui eco riecheggiano ancora oggi tra le strade teatro di quegli eventi e le nostre memorie arrugginite e nostalgiche.
Dopo quasi vent'anni, i due protagonisti hanno mantenuto il sodalizio attivo: contribuendo senza sosta al pagamento del mutuo del primo e al desiderio di soddisfare l'ennesima richiesta del secondo.

Concludo: l'ottimisto è il profumo della vita (cit.), l'entusiasmo ne è uno dei componenti primari!

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è assolutamente intenzionale. L'omertà di noi amici spettatori è quantificabile in diversi interventi a costo zero o poco più.

 

Mi ha fatto ghignare (e pensare) tutto il racconto, ma menzione d'onore va a questa parte!

 

@rich20 non so se è tutto vero ma se anche non lo fosse, bel racconto uguale

 

Pensavo fossi te, sinceramente

 

idem

 

Siamo in tre

 

Huscky porca miseria quante cose hai visto te...meccanici che hanno fatto questo o quello, gente che davanti a te ha perso il controllo del veicolo diverse volte , sorpassi di unicorni in area d intersezione ...zio faaa che esperienza di vita

 

Diciamo che il racconto è un riassunto volutamente romanzato, ma ti garantisco che i fatti sono reali! Gli "interventi fantasma" furono una rivelazione a posteriori, chiaramente...
Nel periodo di frequentazione fra la sua terza liceo e la mia maturità e in un paio d'anni dopo questa, ricordo almeno una decina di incidenti.

 

non penso, i clienti ideali di quelle auto conoscono i loro limiti.

 

probabile, ma non cambia quanto già scritto

 

Qualsiasi auto sparisce in una curva seria: è una questione di rifrazione!
Oppure, ma non voglio insinuare nulla, sei così preoccupato di guardare dietro che non ti accorgi che sono già passati davanti...

 

Ho un documento filmato a testimonianza.