Il mulo cerca il fieno: due giorni on the road

Era da un po’ che volevo farmi un viaggio ‘’on the road’’ per godere unicamente della mia quattro ruote e del suo ‘’portentoso’’ motore ( sono ironico), dopo un periodo fin troppo lungo di pioggia ma anche di impegni personali decido di farlo: il 20 e 21 giugno partirò!
Una bozza del viaggio: Modena- Mezzolombardo- Merano- Passo dello Stelvio- Bormio- Sondrio- Lago di Como e un pezzettino di Svizzera.
Google map mi segna circa 800 km in due giorni e con tutte queste cose da vedere sembrano molti ma in fondo… è il percorso che conta non l’obiettivo finale del viaggio.
Io e il 318i che è chiamato ‘’ Piccola tro**’’ per alcuni scherzi che mi fece qualche anno fa su strade molto viscide e scivolose, nonostante il suo soprannome la trovo una grande macchina, solo 118 cv ma riesce ad emozionarmi,mi porta ovunque senza apparente fatica nonostante non sia una giovincella della strada.
Questo percorso è stato scelto anche per ‘’lei’’ per dedicarle delle strade nuove e che hanno fatto la storia di molti sport e di molti mezzi… per cui un viaggio alla scoperta di nuovi posti dove poter liberare i 118 puledrini e godere di quell’intimo rapporto che ho con il mio 318i e46. Così parto da Modena verso le 7.30 del mattino del 20 giugno, emozionatissimo e col piede fin troppo pesante per la voglia di mangiare quel tratto di noiosa strada tutta dritta… l’A22. Traffico, un incidente… per fortuna nulla di grave ma si avanza a pochi km/h. L’aria è afosa,caldissima e col clima sui 21 gradi avanzo lentamente fino all’agognata uscita: San Michele all’Adige, Mezzolombardo ( TN) da qui imbocco la SS43 fino a Cagnò e poi la SS238 fino a Lagundo ( BZ). La strada è bellissima,immersa nei boschi e ricca di paesaggi sublimi,poco trafficata e ricca di curve sembra sussurrare dolcemente d’esser percorsa come merita e senza farmi pregare la percorro sentendo le ruote anteriori afferrare l’asfalto asciutto,spostarsi per gli avvallamenti,i piccoli dislivelli di una strada non perfetta e in due tratti a causa di ghiaia le ruote posteriori, perdono aderenza, il tutto in modo controllabilissimo ed educato, a prova della bontà telaistica della e46.

 

Lungo la strada non c’è molto da vedere ma c’è tanto da guidare,curve su curve in salita e ogni tanto qualche sorpasso dei camion o camper presenti lungo il percorso. Verso mezzogiorno arrivo a Lagundo, dove ero già stato l’anno scorso, mi fermo alla Forst, tappa doverosa di ogni birrofilo ma anche turista normale, piccolo ristoro al braugarten forst e allo shop per qualche gadget e poi dritto a Merano,parcheggio l’auto in una traversa di Corso Libertà e vado verso il centro, la città è bellissima,molto verde, all’apparenza ampiamente vivibile nei prati e nei parchi che sono curatissimi e molto colorati.

In centro pranzo alla Forsterbrau in graditissima compagnia di [MENTION=37269]matteo-77italia[/MENTION], grandissimo appassionato Bmw e ragazzo simpatico,che sono fiero d’aver conosciuto! Lo ringrazio ancora molto per avermi mostrato Merano non risparmiando spiegazioni anche di rilevanza storica! Sospetto faccia la guida turistica nel tempo libero! /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />

 

Dopo questo piacevolissimo soggiorno a metà pomeriggio col sole alto risiedo al posto guida e punto verso il pezzo forte del percorso: il Passo dello Stelvio, meta ambitissima da tante percorse tra cui me, da prima della patente desideravo andarci e percorrere le tortuose strade senza risparmiare il piede sul gas. Al cartello ‘’ Passo dello Stelvio’’ l’emozione si rinnova, inizia la salita, il cielo è nuvoloso ma c’è ancora del sole,la strada regala un paesaggio bellissimo, la temperatura si abbassa gradualmente, abbasso i finestrini per assaporare la frescura e gli odori del bosco circostante, salta subito al naso un odore di muschio buonissimo che mi rinvigorisce dal caldo sofferto nei giorni precedenti. La salita si fa gradualmente più difficile,i tornanti ravvicinati e dal raggio stretto percorsi addirittura in prima marcia fanno soffrire il piccolo 4 cilindri che ha il suo bel da fare nelle ripartenze, incrocio qualche moto e qualche auto ma per il resto la salita viene percorsa da solo, non nascondo una verità palese… 118 cv con quel peso sono troppo pochi su quella strada così ripida e ricca di tornanti, pochi spazi per riprendere velocità, riesco a toccare gli 80 km/h nell’ultimo tratto e dopo qualche tornante condiviso con stormi di ciclisti masochisti arrivo in cima al passo, ce l’abbiamo fatta!!!

L’aria sa di vittoria,2800 metri, mi sembra d’essere arrivato in auto in cima al mondo, la temperatura fredda sembra abbracciarmi, ho sofferto troppo caldo dei giorni precedenti che non la sento, mentre tutti erano bardati con cappotti,tute,berretti e guanti io in camicia con maniche corte!

Sosto una ventina di minuti assaporando il percorso,riguardando dall’alto quei tornanti aspri che fanno sudare nell’essere percorsi e superati, la temperatura si abbassa ulteriormente e sono costretto a coprirmi… inizia a scendere del nevischio,nonostante l’altezza lo giustifichi rimango stupito di fronte a tale meraviglia, un gruppo di harleysti inglesi vicino a me lo sono ancora di più e come me s’accingono a ripartire,temendo la neve.

Scendo verso Bormio, un tratto di strada molto veloce ridà ossigeno al piccolo motore che per tutti quei tornanti ansimava e stringeva i denti pur di andare con dignità… la strada è perfetta,sembra di essere su un altro pianeta, il cielo grigio, questo nevischio che è percepibile nell’aria e che sul parabrezza si scioglie all’istante e la montagna cruda e pura attorno, quasi fosse un vulcano brullo. Inizia la discesa, ancora tornanti e qui inizia il divertimento, la strada bagnata regala emozioni, ripida e a tratti non perfetta causa sottosterzi e sovrasterzi al piccolo mulo che resta ben controllabile anche esagerando, sembra di toccare la strada con le mani sullo sterzo e si sentono le vibrazioni del posteriore che sta per andarsene arrivare nel fondoschiena, da tutto il giorno ho il sorriso sul volto ma ora più che mai,nonostante il cattivo tempo la testa non emette nessuna lamentela,sto ancora benedendo quella temperatura glaciale.

Condivido il percorso con una Porsche Cayman verde guidata da un olandese quando ad un tratto veniamo entrambi sverniciati ( fino al nudo metallo) da una Subaru Impreza WRX, un lampo nero mi passa sulla sinistra, il porschista colpito nell’anima a sua volta mi supera e i due ingaggiano una gara ad armi impari,la Cayman non ha speranza verso il mostriciattolo giapponese che affonda il gas su strada probabilmente conosciuta a memoria, io ammiravo questo duello elastico dall’alto finchè non li ho visti scomparire, su quelle strade così viscide la Subaru ha vinto facilmente.

Arrivato a Bormio ceno in una pizzeria e passo la notte.

 

L’indomani alle 6.30 riparto verso il Lago di Como, prima tappa Mandello del Lario, sede della Moto Guzzi, volevo visitare il Museo ma era aperto dalle 15 alle 16 e quindi ho dovuto rinunciare! Dopo una sommaria colazione a Bormio, supero Sondrio e mi concedo una corroborante colazione in un bar del centro di Mandello, subito dopo riprendo la strada,direzione Lecco, le strade sono abbastanza tortuose e molto divertenti da guidare, si preannuncia una bellissima giornata, il lago è bellissimo, il sole risplende sulle pochissime onde che arrivano sulle sue rive. Arrivo a Lecco, sono estasiato,parcheggio e percorro a piedi il lungolago, la vista che offre è mozzafiato, complice la giornata splendida, le montagne attorno ne fanno una cornice non valutabile con denari umani, con il sole che risplende anche dentro di me torno al 318i che sembra speranzoso di percorrere quelle che si preannunciano essere delle magnifiche e divertenti strade! Arrivo con calma dall’altra sponda attraversando uno dei ponti e mi dirigo verso Bellagio,cittadina pittoresca situata in punta alla ramificazione del lago di Como, in quello che viene detto triangolo lariano ( i cui vertici sono Como,Bellagio e Lecco), imbocco così la statale lariana, una stretta e tortuosa strada che unisce divertimento alla guida e uno splendido paesaggio, tuttavia meglio concentrarsi unicamente alla guida data l’abbondanza di ciclisti,motociclisti e anche pedoni masochisti che corrono lungo i margini.

Qui il mulo si trova a suo agio, curve e controcurve, curve ad s in contropendenza e curve molto strette sembrano il suo pane: gassss, terza marcia, freno,punta tacco e seconda marcia lasciando scorrere l’auto in modo pulito per poi tornare a premere il gas verso metà curva, l’auto che s’aggrappa alla strada senza mai lasciarla quasi si volessero bene. Una danza per nulla stancante, una melodia affinata dalla bellezza di questi luoghi che risulta unica!

Ovviamente non è una lotus e il rollio si fa evidente esasperando il ritmo ma la tenuta rimane sempre buona e le reazioni prevedibili e controllabili,soprattutto al posteriore. Arrivo a Bellagio e m’accorgo d’essere su un altro pianeta: un borgo minuscolo,ristretto e colorato che offre una vista magnifica, peccato per il centro che sia condiviso dalle auto, che percorrono strettissime vie. Breve pausa in visita ( è veramente piccola Bellagio) e riprendo il viaggio,capisco perché Moto Guzzi abbia dedicato ad un suo modello il nome ‘’Bellagio’’!

Il ritmo scende a causa del traffico, arrivo a Como,parcheggio e visito il centro, non ho avuto molto tempo per quest’ultima tappa, dato il cellulare scarico non ho potuto fare foto ma serbo una bellissima impressione, il parco pubblico di Villa Olmo, Piazza del duomo, il lungo lago, sarei voluto andare anche in collina a Castel Barandello. Da Como breve visita a Chiasso e poi di ritorno alla casa natia: Verona, lungo l’A4, densissima di traffico.

 

Un viaggio stupendo, mi ha donato stupende emozioni e approfondito l’intimità che ho con il 318i detta Piccola Tro**, affettuosamente chiamata il mulo dopo Passo dello Stelvio, 950 km in due giorni che m’hanno liberato la mente all’insegna sia della scoperta ma soprattutto del come essa viene affrontata e vissuta, non sarà un’auto performante o potente ma ancora una volta la piccola 318i s’è rivelata compagna di viaggio unica,non per asettici numeri ma per le emozioni che m’ha saputo dare in tutta questa moltitudine e diversità stradale. Non è perfetta e forse è per questo che l’apprezzo così tanto, non possiede ammennicoli vari e tecnologici, ci sono io e lei, motore,sterzo,cambio manuale e radio. Ho usato il navigatore satellitare solo fino a Merano e da Como a Verona al ritorno, tutto il resto è stato un affidarsi alla strada, ai miei occhi e al piccolo motore aspirato tutt’altro che restio ad esprimersi! Un viaggio che ricorderò sempre,stupendamente spontaneo e senza pensieri se non quello di godere della propria auto e di quei posti che ai miei occhi sono unici!

Ringrazio tutti coloro che avranno avuto la voglia di leggere,speranzoso di non avervi annoiato,inoltre saluto tre persone: @matteo-77italia che m’ha accolto a Merano e mi ha regalato del suo tempo per mostrarmela, una piacevolissima compagnia che spero di riapprezzare presto, @nivola : mi sei venuto in mente: eremita delle 4 ruote,ti ammiro! Un saluto anche a @SniperBMW che è in ospedale dopo l’intervento alla gamba, riprenditi presto!

 

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Grazie /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />

Lo so bene... /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" /> non lo sapevo altrimenti t'avrei avvertito!! Hai una bellissima seconda casa /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />

 

Grazie Luca

 

Il passo che arriva praticamente a Davos? Sembra molto divertente /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />

 

Con che auto l'hai fatto? :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" />

 

Il 325 non aspetta altro credo /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />

Grazie :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> lieto che ti sia piaciuto,temevo fosse noioso! Le foto le ho scattate col cellulare, la macchina fotografica ce l'ho ma è una ''classica'' a rullino /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />