Crotone: rifiuti tossici nei muri delle scuole "Montagne nere di veleno, ovvero i cumuli delle scorie tossiche prodotte dalla Pertusola ed usate per l’esecuzione di lavori pubblici. Quattrocentomila tonnellate di rifiuti tossici. Sono finiti anche nei muri delle scuole. I bambini di Crotone hanno respirato veleno nell`indifferenza generale. I genitori hanno provato a salvarli negli ospedali del Nord. La Procura ha atteso dieci anni per aprire la prima indagine" http://www.terrelibere.org/terrediconfine/3907-i-veleni-della-pertusola-sud-che-ammorbano-i-bimbi-di-crotone
in Occidente sono i bambini italiani che si ammalano di più di tumore a forza di devastare l'ambiente, la natura presenta il conto che viene pagato da chi non ha colpe http://salute24.ilsole24ore.com/salute/oncologia/284_Tumore_pediatrico__175_nuovi_casi_ogni_anno__I_bimbi_italiani_i_piu_colpiti.php
Valle del Sacco: 30 anni di devastazione del territorio 9 comuni coinvolti 54 aziende zootecniche e agricole colpite dalle devastazioni 25 vacche morte nel 2005 per avvelenamento da cianuro dopo essersi abbeverate ad un affluente del fiume Sacco fiumi, latte e abitanti contaminati da beta esacloro cicloesano chi è contaminato dal beta esacloro cicloesano avrà per tutta la vita rischi per sistema nervoso, tiroide, diabete e apparato riproduttivo
Università di Catania: 10 morti e 25 malati http://uninversi.org/index.php/segnalazioni/428-quando-la-ricerca-uccide-la-strage-alla-facolta-di-farmacia-di-catania
Lambro: uno dei fiumi più inquinati d'Italia/d'Europa da http://www.comune.pv.it/CREA/Contents/Documents/Lambro.html Il Lambro è tra i fiumi più inquinati d’Italia: il suo bacino, unitamente a quelli dell’Olona e del Seveso, nell’ottobre 1987 è stato dichiarato "area ad alto rischio ambientale". È infatti la valvola di sfogo dei rifiuti, detriti e depositi fangosi di un’immensa zona industriale costituita dal triangolo Varese, Como, Milano. Dati recenti riguardanti il bacino del Lambro individuano per esso un carico inquinante pari a 12.000.000 di abitanti equivalente, comprendendo uomini, animali, industrie. Di questi attualmente solo 4.000.000 sono trattati. I restanti 8.000.000 vengono scaricati nel Lambro. Alcuni aspetti dell’inquinamento dei fiumi Lambro settentrionale, Lambro Meridionale e torrente Lisone sono visibili ad occhio nudo, altri rilevati dalle analisi chimiche. Sostanze rilevabili anche a vista Rifiuti solidi generici: evidente presenza di materiale di rifiuto di diversa natura e provenienza; di notevole rilevanza la fluitazione lungo il fiume di stracci e vetro. Oli minerali: presenti in valori elevati, formano in superficie uno strato omogeneo impermeabile all’ossigeno, impedendo così la normale ossigenazione delle acque. Tensioattivi: per il Lambro Meridionale i valori sono elevatissimi. Si comportano come gli oli minerali impedendo l’ossigenazione. Caratteristiche organolettiche rilevabili a vista Colore: (colore normale = limpido): nel Lambro va dal bluastro al grigiastro, dal cenerino al giallino. Ciò impedisce alla luce di penetrare nelle acque, ostacolando la fotosintesi clorofilliana. Odore: odore di fogna che per effetto dell’aerosol provoca nausea e malessere a chi respira l’aria. Parametro valutabile solo mediante l’analisi di laboratorio B.O.D. (quantità di ossigeno necessario per l’ossidazione biologica delle sostanze organiche): per il Lambro settentrionale, Lambro Meridionale e torrente Lisone si riscontra un alto valore di B.O.D., indice di forte inquinamento organico. Sostanze rilevabili solo mediante analisi di laboratorio Ammoniaca: presente con alti valori soprattutto nel Lambro Meridionale, indice di processi di putrefazione in atto di materiale organico. Metalli pesanti: presenti in alta concentrazione. Dalle analisi di campioni di sedimenti di fondo risulta che la concentrazione di metalli pesanti varia lungo il corso del fiume. Nell’Alta Brianza prevale la concentrazione di Cr, Zn, Cu, per la forte presenza di particolari industrie. Nella zona del Parco Lombardo si rileva un aumento delle concentrazioni di Pb, Hg, per il notevole inquinamento atmosferico indice di un forte addensamento urbano ed industriale. Nei pressi di Sant’Angelo Lodigiano si rileva una diminuzione delle concentrazioni dei metalli pesanti, dovuta alla immissione nel fiume di sabbie antiche erose dalle sponde e di limi e argille di lavaggio delle sabbie di cava. La concentrazione aumenta presso lo sbocco nel Po (intorno a Orio Litta).
Giardinetto in agro di T r o i a (FG) 47 mila tonnellate di rifiuti tossici di cui il 10% pericolosi, interrati per oltre 13 metri di profondità per un'area di 340.000 metri quadrati posti sotto sequestro aumento importante di morti e malattie tumorali anche nei comuni limitrofi
...azzo...io sono nei comuni limitrofi. Mi hai dato una informazione che sospettavo da tanto. Come dicevo, dalle mie parti è altissima la percentuale di tumori, nel completo silenzio delle autorità, da decenni. Sai darmi la fonte e ulteriori informazioni?
grazie. inutile dire che questa purtroppo è solo la punta dell'iceberg. E conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che non è un problema di nucleare sì o no. Bastano questi rifiuti a ammazzarci di cancro. Vorrei piangere di dolore per tutti i morti ignari.
"In Italia non si realizzano più approfondite indagini epidemiologiche e neppure monitoraggi di sorta. Si rischia altrimenti, in caso di incentivi alla ricerca scientifica sul campo, di far emergere i nessi causali che legano inequivocabilmente il dilagante inquinamento ambientale e l’insorgenza di neoplasie maligne, oltreché di malformazioni neonatali, anche in aree prive di insediamenti industriali come nel caso documentato del Gargano. Gli obblighi di legge nel Belpaese sono riferimenti di carta, in particolare perché i reiterati attentati ambientali non hanno ancora varcato la soglia del Codice penale. Insomma, gli industriali europei e in primis quelli italiani non rischiano niente. Da trent’anni stanno assassinando il mare Nostrum e gli italiani, compresi gli ignari abitatori, sono storditi da veline e grandi fratelli." (da Il Fatto Quotidiano, intervista a Gianni Lannes)
o dalle necessità quotidiane di guadagnarsi il pane per vivere, che non lascia tempo per nient'altro.
Stavo per rispondere io solo che non trovavo i riferimenti normativi Art. 25. I titolari degli enti e delle imprese che effettuano smaltimento dei rifiuti urbani e speciali prodotti da terzi ovvero installano o gestiscono impianti di innocuizzazione e di eliminazione di rifiuti speciali senza l'autorizzazione i cui all'art. 6, lettera d), sono puniti con l'arresto da tre mesi sino ad un anno e con l'ammenda da L. 1.000.000 a L. 5.000.000. Chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata di rifiuti urbani e/o speciali e' punito con l'arresto sino a sei mesi e con l'ammenda da L. 100.000 a L. 5.000.000. Se la discarica non autorizzata e' realizzata o gestita da impresa che effettua lo smaltimento per conto proprio, il titolare e' punito con l'arresto sino ad 1 anno e con l'ammenda da L. 200.000 a L. 5.000.000; nel caso si tratti di ente o impresa che effettua lo smaltimento di rifiuti prodotti da terzi, il titolare e' punito con l'arresto da tre mesi a 1 anno e con l'ammenda da L. 2.000.000 a L. 5.000.000. Art. 26. Chiunque effettui le fasi di smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi senza la relativa autorizzazione prevista dall'art. 16 e' punito con l'arresto da mesi sei ad 1 anno e con l'ammenda da L. 2.000.000.a L. 5.000.000.
grazie dell'ottima precisazione, avvocati!:wink: Il punto come al solito non sono le leggi, ma il modo di farle osservare ed il sistema della giustizia italiana. IMHO.
Adesso sono molto più pesanti le condanne, visto che già con il Ronchi è stato introdotto il traffico illecito. Fra breve entrerà in funzione il SISTRI, che permetterà la tracciatura dei rifiuti attraverso banca dati centrale al ministero dell'ambiente in tempo reale e una black box su ogni veicolo autorizzato al trasporto, con la quale i carabinieri per la tutela dell'ambiente (ex noe) disporranno in tempo reale la mappatura dei trasporti in italia, mezzo per mezzo. Il costo ovviamente è a carico delle imprese