certo, e concordo sull'esempio che hai quotato...:wink: pero' prendiamo il caso scuola-lavoro... che han fatto in francia quando i lgoverno ha affossato il mondo universitario? han fatto un casino...forse esagerato e troppo violento ma...qua? si tace e si va avanti...
Partendo dal fatto che io non ho mai detto che sia stato giusto, anzi, se dovessi esprimere il mio parere personale(che non ho espresso in rispetto appunto di chi è morto), direi che sono contrario. Che siano valori è innegabile, che siano giusti o sbagliati è condivisibile o meno. Sull'ultima affermazione non sono d'accordo, al contrario, credo sia un discorso relativo. E' chiaro che ogni cosa allora sia relativa. Anche la bellezza di una ferrari paragonata ad una panda è relativa se andiamo a vedere.
Quando si è un popolo di pecore questo è quello che accade. Come discusso con te, la tv ne fà da stendardo. Quant' è lo spazio occupato dai reality, per fare un esempio, rispetto a quello occupato da programmi di cultura(veri)? Altra domanda da porsi. In quanti guarderebbero ancora la tv, tra gli italiani, se fosse il contrario? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
ma infatti...e dopo chi li compra più i prodotti delle aziende subordinate alla casta? lo dicevao proprio io e te in PM...questo sistema sta distruggendo le menti delle persone. scarsa cultura, consumismo esasperato e per di più perdita dei valori (mettiamoci pure un disinteresse crescente da parte dei genitori all'educazione)...non porteranno mai un esercito di geni /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
Non ci siamo capiti. Il mio discorso non è affatto quello qualunquistico di chi dice che ogni cosa è relativa... Se permetti è più profondo. Quando dico che l'"ideale" o il "valore" è culturale, intendo dire che non nasce insito nell'uomo, ma che viene imparato vivendo in quel determinato ambiente e in quel determinato periodo storico. Gli esempi che ti potrei fare sono praticamente infiniti; secondo gli Spartani la perfezione fisica era una virtù, quindi era giusto sopprimere i neonati malati. Secondo i Talebani la castità è un valore, quindi è giusto lapidare gli adulteri, eccetera.
Esattamente. Se permetti, l'esempio che ti ho portato io riassume in sè valori o ideali, chiamali come vuoi, ben lontani da quelli che mi hai riportato nel tuo esempio, che non li sono affatto se esaminati con la ragione. Quanto meno non li sono nel modo di risolverli. La fedeltà è un valore. Sono disvalori e vergogne i modi con i quali vengono affrontate e risolte queste situazioni negli esempi che hai citato. La domanda che mi viene da porti in questo caso è una. Quali sono per te i valori assoluti? Sempre ammettendo che, per te, esistano, perchè altrimenti si andrebbe incontro alla Morte di Dio di Nietzsche.
e infatti.... valori ASSOLUTI prettamente detti, e definiti dogmaticamente non ne trovo... io ho i miei valori, rispondendo al mio caos...il resto è solo morale biecamente imposta.... certo le regole ci sono e le si rispetta...l'omicidio è reato, ovvio...eppure qualcuno lo trova giusto, come los tupro, la lapidazione ecc... purtroppo nulla è assoluto...rimango rispettoso delle regole (quasi tutte /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" /> ) dello stato in cui vivo, ma personalmente ho una mia scala di valori...
di fatto ti ho già risposto: per me non esistono valori assoluti. Esiste la volontà di rispettare una serie di norme e regole (che sono state pensate e codificate da altri uomini per rispondere a determinati bisogni storici e psicologici) senza cui non si potrebbe essere parte di una comunità. Imho non puoi definire "disvalore" e "vergona" ciò che non appartiene al tuo tempo, alla tua comunità e al tuo modo di pensare.
concordo [il mio punto di vista] occhio a definire assoluto un valore, ed in genere una qualsiasi cosa. diventa un giogo dal quale non riesci (o non vuoi) liberarti. i valori ci sono per tutti, e sono posizionati gerarchicamente in maniera diversa per ognuno di noi, ma nulla è assoluto. il rispetto della vita per me è un valore, relativo. prova a toccare mia madre e vedi che la tua vita non vale + nulla per me (è solo un esempio /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />)
Sui valori bisogna fare lo stesso distinguo che esiste fra diritto legale e diritto naturale. Il diritto alla vita è un diritto naturale e quindi superiore a tutte le ideologie (o valori) delle società.
esatto, ed anche la libertà è un diritto naturale. c'è chi, per esempio, associa alla libertà un valore superiore alla vita sua o degli altri (ucciderebbe o si farebbe uccidere per la libertà). questo è quello che dicevo, ognuno ha la sua scala di valori, nessuno assoluto, e nessuno ancorato in maniera fissa, sulla scala.
Il fatto è che così facendo che cosa ne rimane della civiltà o della società? A questo punto, secondo me, diventerebbe anche sbagliato dire che sia sbagliato uccidere o stuprare così come definire giusto punire tali fenomeni. Quelle, nel mio modo di pensare, le sono. E devo essere sincero? Sono sempre più fiero di credere nei valori assoluti, se l'averne relativi porta a pensarla come nella tua ultima frase. Rettifico. Pazienza gli spartani, vittime del loro periodo(i popoli contemporanei si comportavano in modo peggiore), ma condanna e compassione per i talebani che a distanza di migliaia di anni perseverano. Deduco, a malincuore, che abbiamo 2 pensieri opposti, tanto da far diventare quasi irrealizzabile anche solo una discussione sull'argomento purtroppo. Detto ciò, come sempre, ribadisco di rispettare qualunque linea di pensiero diversa che rispetti, in modo reciproco, la mia. /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
La penso anch'io come te. Il fatto è che in questo caso entrano in gioco altri fattori. In tal caso il diritto alla vita di colui/colei toccasse tua madre limiterebbe lo stesso diritto alla vita di un altra persona. In questa circostanza ritengo che il discorso sia nettamente differente.
se un valore è assoluto con deroghe, posso anche dire che sia relativo, no? perchè "relatività" comprende tutte le casistiche possibili, dalla costanza di quel valore in qualsiasi circostanza, alla deroga in rari casi, ad una continua valutazione caso per caso
Perchè a malincuore? Anch'io - come te - rispetto le opinioni di tutti, e non mi dispiace affatto che siano diverse dalle mie. I nostri non sono affatto pensieri opposti: è che io, avendo studiato profondamente atropologia, sono abituato a considerare le altre culture in modo da "capirle", non da "giudicarle". Io so che - ogni volta che esprimo un giudizio - lo faccio seguendo non gli istinti primordiali di cui ti parlava Chent (infatti quelli sono naturali, non culturali), ma pre-giudizi basati su tutto quello che ho imparato nei 36 anni di vita in questo Paese e in questo periodo storico. Con questo non voglio dirti che io (che ho scelto di appartenere ad una precisa società, dunque di seguirne le regole) approvi comportamenti quali il linciaggio, l'infibulazione. la conservazione della verginità, la circoncisione, il digiuno, eccetera... Mi sforzo di comprenderli, cerco insomma di capire come mai determinate popolazioni assumono e credono in comportamenti che ai nostri occhi sembrano tanto crudeli o bizzarri. Ciò accade nei comportamenti sociali, come in quelli religiosi, così come nella cucina, perfino nei comportamenti sessuali. Quindi, come vedi, la discussione è tutt'altro che irrealizzabile... Anzi, diventa interessante proprio perchè partiamo da punti di vista diversi :wink:
mi sono infilato in un discorso più grande di me quando stabiliamo che qualcosa è assoluto, lo facciamo per convenzione, di comune accordo, perché il rapportare tutto ciò che accade con quello "zero" è facile, una volta che si è avviato il processo di inculcamento nell'educazione delle nuove generazioni. quello che risulta più difficile (proprio perché siamo stati educati in base a quello "zero") è accettare la mobilità di quel principio. siamo abituati a ragionare in termini di "bene" e "male", che non possono essere valori assoluti in quanto interdipendenti e non esclusivamente definibili
A malincuore perchè purtroppo trovo difficile portare avanti una discussione cercando di formulare risposte, quanto più centrate, in un ambito che va in tutt'altra direzione dal mio modus vivendi. Ho studiato anch'io antropologia, filosofia che nell'argomento calza a pennello, tuttavia trovo forzato la ricerca di una comprensione per certi fenomeni. Quanto meno trovo forzata una comprensione di certe espressioni con l'intento di ritenerle frutto di ragionamenti naturali. Cerco di essere più chiaro. Comprendo ciò che facevano gli spartani pensando ad una società che è vissuta con costumi in abbinamento ai loro quasi tremila anni precedenti ai nostri. Trovo impossibile( è qui il fulcro del discorso di prima) la comprensione di altri fatti, questa volta contemporanei, visti, secondo me giustificati, come valori relativi.