E' Natale - Madre Teresa di Calcutta E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
dedicato a tutte le donne del forum, alle quali auguro soprattutto tanta serenità... Il coraggio delle donne Sono coraggiose le donne, ci costa caro, ma bisogna ammetterlo. La fragilità? Solo uno stato culturale, più che un dato biologico. Sono forti e coraggiose, le donne. Quando scelgono la solitudine, rinunciando a un falso amore, smascherandone la superficialità. Sono coraggiose le donne, quando crescono i figli senza l'aiuto di nessuno, rivalutando l'ancestrale primato, quello di essere mamme. Hanno il coraggio di non chiedere a uomini che sono anche padri, la loro presenza, puntualmente assente. Uomini che rifuggono le proprie responsabilità, trincerandosi in comodi ruoli o paraventi infantili di adulti mai cresciuti. Sono forti e coraggiose, le donne, quando a discapito di tutto e di tutti scelgono i propri compagni; costruendo solide storie spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune. Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie che non son più tali. Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi circostanza continuano a far nascere uomini, che poi le tradiranno. [Bruno Esposito]
"....Dormi adorata... noi siamo su questo globo che gira violento minacciando di esplodere, e dobbiamo abbracciarci per non esser proiettati o, almeno, esserlo in due. Dormi, adorata.... Non accumulare le offese. Lascia che nei tuoi occhi si insedino, silenti, gli angeli del sonno. A stento ci si addormenta, su questa terra..." Evtuchenko Grazie Mix
questo 3d non lo conoscevo...Bmw e poesia, BMW è poesia credo che qualcosina ogni tanto la lascerò scritta qui su queste pagine bianche
Oggi cielo triste e lacrime ammantano quest'arco d'orizzonte. La memoria corre ad una bellissima poesia del Carducci, autore secondo me poco valutato. Alla stazione in una mattina d'Autunno Oh quei fanali come s'inseguono accidiosi là dietro gli alberi, tra i rami stillanti di pioggia sbadigliando la luce su 'l fango! Flebile, acuta, stridula fischia la vaporiera da presso. Plumbeo il cielo e il mattino d'autunno come un grande fantasma n'è intorno. Dove e a che move questa, che affrettasi a' carri foschi, ravvolta e tacita gente? a che ignoti dolori o tormenti di speme lontana? Tu pur pensosa, Lidia, la tessera al secco taglio dài de la guardia, e al tempo incalzante i begli anni dài, gl'istanti gioiti e i ricordi. Van lungo il nero convoglio e vengono incappucciati di nero i vigili com'ombre; una fioca lanterna hanno, e mazze di ferro: ed i ferrei freni tentati rendono un lugubre rintocco lungo: di fondo a l'anima un'eco di tedio risponde doloroso, che spasimo pare. E gli sportelli sbattuti al chiudere paion oltraggi: scherno par l'ultimo appello che rapido suona: grossa scroscia su' vetri la pioggia. Già il mostro, conscio di sua metallica anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei occhi sbarra; immane pe 'l buio gitta il fischio che sfida lo spazio. Va l'empio mostro; con traino orribile, sbattendo l'ale, gli amor miei portasi. Ahi, la bianca faccia e 'l bel velo salutando scompar ne la tenebra. O viso dolce di pallor roseo, o stellanti occhi di pace, o candida tra' floridi ricci inchinata pura fronte con atto soave! Fremea la vita nel tepid'aere, fremea l'estate quando mi arrisero; e il giovine sole di giugno si piacea di baciar luminoso in tra i riflessi del crin castanei la molle guancia: come un'aureola piú belli del sole i miei sogni ricingean la persona gentile. Sotto la pioggia, tra la caligine torno ora, e ad esse vorrei confondermi; barcollo com'ebro, e mi tocco, non anch'io fossi dunque un fantasma. Oh qual caduta di foglie, gelida, continua, muta, greve, su l'anima! Io credo che solo, che eterno, che per tutto nel mondo è novembre. Meglio a chi 'l senso smarrì de l'essere, meglio quest'ombra, questa caligine: io voglio io voglio adagiarmi in un tedio che duri infinito.
Ed è sempre la mia solita impostura che dice "domani, domani." Pur sapendo che il nostro domani era già ieri da sempre- G. Giudici -
Catullo, Carmina, V Vivamus mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis! Soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetu' una dormienda. Da mihi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum, dei mille. dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum. Viviamo mia Lesbia, ed amiamo, e le chiacchiere di vecchi troppo severi stimiamole tutte meno che un asse! I soli possono morire, ma sanno tornare. Noi, quando per sempre muore la luce breve, abbiamo un'unica, perpetua, notte da dormire. Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri e poi di nuovo cento, ed ancora mille altri, poi cento, poi mille. Ed allora, quando sarranno divenuti migliaia, rimescoliamoli tutti per non sapere, o perché nessun malvagio possa invidiarci sapendo che esistono così tanti baci.- traduzione MixCompacte36 -
Catullo, Carmina, LXXXV Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio. Et excrucior. Odio ed amo. Come ciò sia, tu forse ti chiedi. Lo ignoro, ma sento che è. Ed è il mio tormento.
Richard Feynman, premio Nobel per la fisica. Vale la pena leggerla foss'anche solo per l'ultima strofa.:wink: "Sulla spiaggia, solo, e comincio a pensare. Onde che si frangono montagne di molecole, ciascuna stupidamente intenta ai fatti suoi milioni di milioni, divise, eppure formano spuma bianca, all'unisono. Un'era dopo l'altra, prima che occhi potessero vederle, anno dopo anno, rimbombare contro la riva come ora. Per chi, per cosa? Su un pianeta morto senza nessuno da intrattenere. Senza posa torturate dall'energia sprecata prodigiosamente dal Sole riversata nello spazio. Una pulce fa ruggire il mare. Nelle profondità marine tutte le molecole ripetono la struttura delle altre finché se ne formano di nuove e più complesse. Queste ne creano altre come loro e una nuova danza ha inizio. Crescendo in dimensioni e complessità esseri viventi masse di atomi DNA, proteine, danzano in strutture sempre più intricate. Fuori dalla culla sulla terra asciutta eccolo in piedi; atomi con la coscienza materia con la curiosità. Di fronte al mare stupito dallo stupore: io un universo di atomi un atomo nell'universo."
Ille mi par esse deo videtur, ille, si fas est, superare divos, qui sedens adversus identidem te spectat et audit dulce ridentem, misero quod omnis eripit sensus mihi: nam simul te, Lesbia, aspexi, nihil est super mi vocis in ore lingua sed torpet, tenuis sub artus flamma demanat, sonitu suopte tintinant aures, gemina et teguntur lumina nocte. otium, Catulle, tibi molestum est: otio exsultas nimiumque gestis: otium et reges prius et beatas perdidit urbes. Egli a me appare simile a un dio, egli, mi perdoni il fato, supera gli dei, lui che sedendoti innanzi sempre t'osserva e t'ascolta mentre dolce sorridi, cosa che, misero, tutti i sensi mi strappa: infatti non appena te, Lesbia, guardo nulla in me resta della voce in gola, la lingua s'incanta, tenue tra le membra un fuoco m'assale, di suono proprio tintinnano gli orecchi, e una duplice notte ammanta i miei occhi. - trad. di MixCompacte36 -
stasera mi piace Catullo :wink: Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri e poi di nuovo cento, ed ancora mille altri, poi cento, poi mille.
Quando l'amore vi comanda, seguitelo, anche se le sue vie sono dure e scoscese. Anche se la sua lama, nascosta tra le sue piume, vi potrà ferire.-K. Gibran-
Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono, degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi, di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?) di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata, dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me, dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi, a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre: che cosa c'è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita? Risposta: che tu sei qui, che esiste la vita e l'individuo, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso. Walt Whitman