Ed era solo in seconda elementare ....a distanza di anni ancora mi commuovo leggendola .... /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
come mio nipote.. a 8 anni per il mio compleanno il mio zio preferito si chiama alessandro, ha gli occhi verdini come i miei, gli piace scenze e si prende molta cura di me. ha una pancetta divertente e facciamo tante cose insieme mi compra oggetti singolari che mi piacciono tantissimo,anche molto costose,rende i miei compleanni speciali,e quasi tutti i giorni mi porta in un posto suggestivo questo sabato sarà il suo compleanno e vorrei ripagarlo per tutto cio che ha sempre fatto per me,dandogli una semplicissima cosa:questo testo, un testo capace di esprimere la cosa piu bella del mondo, cioè l'amore,voglio fargli capire quanto gli voglio bene.. inutile precisare che questa lettera è stata per me un tuffo al cuore..
Delizioso ....adoro il loro modo di farci sentire speciali.... Vorrei capire com'è fatta una pancetta divertente.... /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
pancetta divertente forse per il fatto che nonostante è abbastanza pronunciata non è affatto molliccia.. anzi /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
Se vuoi un dito posso anche dartelo. Una mano mi farebbe dispiacere Se vuoi un occhio mi dovresti dire perché . Una palla ne possiamo anche parlare. Dimmi invece tu cosa mi dai,ammesso che io abbia da chiederti qualcosa. Se vuoi essere preciso dimmi chi sei. E chi ti ha mandato Se la luna o la morte* Se tuo padre aveva le mani O i baffi al posto del cuore O se un'idea bislacca o un volatile malato Se sei un computer stanco oppure una mela Lasciata sul davanzale a marcire sotto il sole* Potrei tenere anche per te Se non uscisse tanta ***** dai tuoi pensieri* O sei un giovane da formare Che se è così io ti fermo per lo sviluppo O ti scanso quando passi Fossi almeno una nuvola che quando spingo un bottone piove O sapessi fare il caffè anche bendato* Io so che ci sei ma non ti credo Che è più di mille anni Che friggi la pelle dell'uomo Sulla brace dei suoi morti Che giri armato ed hai le dita di veleno Io ti spengo come faceva mio nonno con la candela prima di dormire Io ti tengo lontano con gli antinebbia Mia madre è una bandiera E mio padre è il sangue dei morti per la patria. Lucio Dalla* Mail a Marco Travaglio*
"Il randagio" Ti ricordi com'eri spaventato, quando fuori dall'auto ti ha gettato. Ti ha lasciato solo e disperato, buttato via come un giocattolo che ha stufato. Sul ciglio della strada ti sei sdraiato convinto che "lui" sarebbe ritornato. Nella tua immensa ingenuità di cane buono, non trovavi un perché a quell'abbandono. Man mano che passavano le ore, il tuo cuore si straziava dal dolore. Per farsi le vacanze al mare, non gli importava di farti crepare! E ancora adesso, che la morte sta arrivando, sei ancora lì che lo stai supplicando, sei ancora lì ad aspettare che dal tavolo della vivisezione ti venga a liberare.
Fuoco (Nizar Qabbani) L’amo. Piu’ bruciante del fuoco, piu’ violento dell’urlo di un uragano, piu’ aspro dell’inverno è l’amor mio per lei. Qual effusione di lacrime!… Se il mio pensiero le sfiorasse il seno, la brucerei con i miei desideri, o se inavvertitamente il suo seno si scoprisse, con torbido occhio la fisserei.. Incommensurabile è il mio amore per lei, come ella mi scorresse nelle vene.. La voglio io solo.. Altri non pretenda la sua passione! Quelle son colline mie.. Su di esse voglio far scorrere la mia mano, per la mia diffidenza, per l’eccesso del mio amore. L’amo io solo… Nè mi nuoce che le stelle raccontino la mia storia. L’alba attinge alla sua luce, il tramonto alla mia… Finchè tu resti mia, mio è il segreto della sera, mie son queste lune.. Gli astri della notte son per me un manto, sulla palpebra dell’Oriente è il mio fazzoletto.
Ti accarezzo piano sui capelli Ti accarezzo piano sui capelli e maledizione a tutti se qualche altra ti bacia. Sei bello, sei grande e io una gelosa forsennata che mai guarirà. Io sono una bambina che dal suo essere piccina piccina, piccina, ti guarda nell’alto del tuo cammino. Mi angoscio a pensare di perdere anche una tua sola parola. La tua bocca è piena di vele di miele e io sono sola. - Alda Merini
Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce il suono della mia stessa voce adesso sarebbe rumore ... non parole ma solo rumore fastidioso che mi distrae dal pensare. Ho bisogno di silenzio esco e per strada le solite persone che conoscono la mia parlantina disorientate dal mio rapido buongiorno chissà, forse pensano che ho fretta. Invece ho solo bisogno di silenzio tanto ho parlato, troppo è arrivato il tempo di tacere di raccogliere i pensieri allegri, tristi, dolci, amari, ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno? sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole più, ha bisogno, come me, di silenzio. Alda Merini
Abbandono parola di cane nemmeno un saluto ti sei voltato ed ora chi sono? la corta catena mi tiene legato a questa che forse sarà la mia morte ringrazio comunque lo faccio col cuore sarò solo un cane ma almeno so amare la gente che passa mi vede aspettare qualcosa che forse mi fa solo male il male son loro con auto e gioielli con guerre e denaro non san più giocare io son fortunato non posso parlare ma ho solo un dono è quello di amare
Se ogni tanto quando riflettiamo se riusciamo a vedere aldila' del nostro interesse quel giorno forse saremo diventati uomini Luigi
Ode al Gatto Gli animali furono imperfetti, lunghi di coda, plumbei di testa. Piano piano si misero in ordine, divennero paesaggio, acquistarono néi, grazia, volo. Il gatto, soltanto il gatto apparve completo e orgoglioso: nacque completamente rifinito, cammina solo e sa quello che vuole. L'uomo vuol essere pesce e uccello, il serpente vorrebbe avere ali, il cane è un leone spaesato, l'ingegnere vuol essere poeta, la mosca studia per rondine, il poeta cerca d'imitare la mosca, ma il gatto vuole solo esser gatto ed ogni gatto è gatto dai baffi alla coda, dal fiuto al topo vivo, dalla notte fino ai suoi occhi d'oro. Non c'è unità come la sua, non hanno la luna o il fiore una tale coesione: è una sola cosa come il sole o il topazio e l'elastica linea del suo corpo, salda e sottile, è come la linea della prua di una nave. I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura per gettarvi le monete della notte. Oh piccolo imperatore senz'orbe, conquistatore senza patria, minima tigre da salotto, nuziale sultano del cielo delle tegole erotiche, il vento dell'amore all'aria aperta reclami quando passi e posi quattro piedi delicati sul suolo, fiutando, diffidando di ogni cosa terrestre, perché tutto è immondo per l'immacolato piede del gatto. Oh fiera indipendente della casa, arrogante vestigio della notte, neghittoso, ginnastico ed estraneo, profondissimo gatto, poliziotto segreto delle stanze, insegna di un irreperibile velluto, probabilmente non c'è enigma nel tuo contegno, forse non sei mistero, tutti sanno di te ed appartieni all'abitante meno misterioso, forse tutti si credono padroni, propietari, parenti di gatti, compagni, colleghi, discepoli o amici del proprio gatto. Io no. Io non sono d'accordo. Io non conosco il gatto. So tutto, la vita e il suo arcipelago, il mare e la città incalcolabile, la botanica, il gineceo coi suoi peccati, il per e il meno della matematica, gl'imbuti vulcanici del mondo, il guscio irreale del coccodrillo, la bontà ignorata del pompiere, l'atavismo azzurro del sacerdote, ma non riesco a decifrare un gatto. Sul suo distacco la ragione slitta, numeri d'oro stanno nei suoi occhi. Pablo Neruda
Il debole fra i due Seduce te assorbendo in stile molle e fermento un lento progredire dirottato verso l'abnorme verso quel che è male smisurato che per il peso barcolli ingrassi il respiro su me che ti ambivo la bocca Sciocca deviazione la tua come una svolta secca sbalordisci e sorprendi tutti i capricci a diventare necessità Chissà per quale patologia ti ho sentita e vista via via peggiorare nel modo nel tempo Seduce il fenomeno memoria l'accadimento asciutto è principe di una storia d'amore che quasi muore ed esce senza avviso sulla porta non te ne sei accorta ma eri più bella e più gentile prima di finire in pasto all'indolenza prima dell'abuso a gomiti larghi sul tuo corpo che mi era perfetto tu che ora tratti l'aspetto Come un traditore Amore non perdere mai ti prego l'unico rimasto fra i nostri fili di appartenenza resto lo con la mia presenza E resti tu innamorata nell'occhio che stringi a fessura perché veda l'ombra di me innamorato ancora e incolpa il debole fra i due scegli dove meglio affonda la lama del tuo coltello ingorda nella fame del ficcare E resti tu innamorata nell'occhio che stringi a fessura perché veda l'ombra di me innamorato ancora
E' assurdo È assurdo dice la ragione. È quel che è dice l'amore. È infelicità dice il calcolo. Non è altro che dolore dice la paura. È vano dice il giudizio. È quel che è dice l'amore. È ridicolo dice l'orgoglio. È avventato dice la prudenza. È impossibile dice l'esperienza. È quel che è dice l'amore. Erich Fried
Andiamocene in viaggio, senza muoverci, per vedere la sera di sempre con altro sguardo, per vedere lo sguardo di sempre con diversa sera. Andiamocene in viaggio, senza muoverci. Xavier Villaurrutia
Non odiatemi ma il sabato di ieri mi ha fatto venire in mete questo grande classico :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella. Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba. Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
[MENTION=36372]Lohengrin[/MENTION] qui dentro siamo 4 gatti e per di più temo incapaci di odiare.... Un attimo Desidero solo silenzio e quiete, non parlarmi di cose del passato e del futuro non parlarmi di ieri e non andare all’indomani. Questo attimo, per me, non ha nè prima nè dopo non ha più senso ieri è scomparso quali echi e ombre e l’ignoto domani si dilaga lontano e non si vede più sarà forse diverso di quanto han disegnato le mani dai sogni tuoi e miei, diverso di quanto desideriamo? Questo attimo, e non altri tempi, è un fiore che si apre nelle nostre mani: senza frutti senza radici ma è solo un fiore di spontanea bellezza, teniamolo bene prima che si strappi, amore mio! Fadwa Toqan Appena ho il pc aggiungo la foto bellissima allegata.... /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />