Un'ottima regia ed una colonna sonora di qualità fanno da colonne portanti a questo film, assieme al mix di fotografia e montaggio. La storia funziona nella prima parte, dove la favola raccontata attinge a piene mani dallo spaccato sociale dell'India, come una denuncia sul degrado della civiltà. In questo frangente la poesia e l'innocenza dei giovani attori crea un ensemble mirabile. Con il crescere dei protagonisti si fa sempre più labile la credibilità del film, in cui la favola (ampiamente prevedibile in ogni suo passaggio sin dai primi minuti) dilaga nei toni smielosi, non venendo più controbilanciata dalla cruda realtà di cui sopra (se non per un episodio). Grandi titoli di chiusura, manifesto di stile per il regista, Boyle, e omaggio al cinema indiano. Insomma un buon film, ma manca il vero colpo di scena, quella cosa in grado di stupire e di giustificare appieno l'Oscar (meritati invece quelli per regia, fotografia e montaggio). VOTO: 8++