Fiat: il monovolume L0 sarà prodotto in Serbia anzichè a Mirafiori | Pagina 2 | BMWpassion forum e blog
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Fiat: il monovolume L0 sarà prodotto in Serbia anzichè a Mirafiori

Discussione in 'Auto Europee' iniziata da beckervdo, 22 Luglio 2010.

  1. SenzaUnaBMW

    SenzaUnaBMW Direttore Corse

    2.035
    127
    26 Febbraio 2009
    Reputazione:
    55.036
    =18 :D
    I sindacati non danno mai consigli disinterssati. Sanno bene che la quota di iscrizione gli permette di avere un bel gruzzolo direttamente dagli operai; poi, loro possono anche avere gruzzoli indirettamente, grazie ad una "coperazione" tra vertici del sindacato e vertici aziendali.

    Loro possono ricattare i datori di lavoro, annullando di fatto il libero mercato.
     
  2. Konte

    Konte Secondo Pilota

    784
    44
    7 Maggio 2008
    Reputazione:
    31.808
    120d
    a me pare che nel caso Fiat il ricatto sia in direzione contraria

    abbiamo visto cosa produce il libero mercato: per evitare che il libero mercato degeneri e produca sofferenza, occorre mettere dei paletti

    il sindacato è necessario: il singolo operaio non ha alcuna possibilità di trattativa con un colosso industriale
     
  3. 325Ci

    325Ci Amministratore Delegato BMW

    2.952
    223
    3 Febbraio 2009
    Reputazione:
    14.091
    bmw e46 325 ci cabrio
    Dico la mia... credo che quando si parla di fiat si debba evitare di mettere gli occhiali da imprenditore nel senso classico inteso; fiat è campata per mezzo secolo ed oltre a spese nostre, nonostante gli Agnelli e, quindi, imho non si può arrivare al 2010 e dimenticarlo, lasciando che l'attuale management si comporti come se avesse amministrato sin ora soldi propri.

    Direte che il dato formale è un altro, che le azioni sono in mano a privati (società o singoli che siano) e non allo Stato, il che è anche vero; tuttavia ritengo che in un Paese dove fiat è l'unica grande industria non ci si possa permettere il lusso di ragionare così e basta.

    Dall'altro lato ci sono i sindacati, che non si capisce bene cosa abbiano in testa.

    Se ci si aggiunge che produrre da noi costa di più, siam a un buon punto per capire un paio di cosette.

    Riprendendo 996, il "colpo al cerchio e alla botte" è la chiave di volta per mantenere i livelli occupazionali in Italia. In difetto, per quanto Marchionne sia antipatico, c'è poco da fare...
     
  4. Konte

    Konte Secondo Pilota

    784
    44
    7 Maggio 2008
    Reputazione:
    31.808
    120d
    dichiarazione di Berlusconi

    "In una libera economia e in un libero stato un gruppo industriale è libero di collocare dove è più conveniente la propria produzione. Mi auguro però che questo non accada a scapito dell'Italia e degli addetti a cui la Fiat offre il lavoro"

    se lo dice Lui :wink:
     
  5. Mancio

    Mancio Amministratore Delegato BMW

    2.706
    36
    11 Dicembre 2007
    Reputazione:
    1.953
    120d coupè Futura
    ragazzi il mio pensiero è semplice.. arriva marchionne che mi dice "o ti allinei alla produzione che mi fanno gli altri paesi con cui lavoro e che in teoria dovresti fare anche te o ti chiudo" e la FIOM per tutta risposta "no ma sai.. noi vogliamo essere privilegiati, vogliamo 700 pause sigaretta da 20 minuti, vogliamo mangiare a metà turno.. i nostri operai non possono aspettare la fine del turno".. questi sono esempi banali ma che ti fanno capire quale sia l'andamento di questa FIOM.. ora io non dico di mettersi a 90° e far fare a Marchionne tutto quello ceh vuole.. ma da una parte devi abbozzare.. e poi parliamoci chiaramente.. tutti i sindacati FIAT firmano l'accordo e la FIOM no... sembra che non capiscono che se salta il lavoro a TUTTA la fabbrica anche loro restano a spasso, ma con l'aggravante di avere tanti, ma davvero tanti operai sotto casa ceh ti vogliono pestare... Questi dirigenti FIOM secondo me dovrebbero imparare ad avere una visione d'insieme.. e non andare così da soli..

    chissà come mai i sindacati americani ora sono entusiasti di Marchionne e lo ringraziano perchè gli ha salvato lo stipendio e la famiglia...

    in italia invece prima ci si da la zappa sui piedi da soli e poi si incolpa un altro di averlo fatto
     
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  6. suzuman1

    suzuman1 Direttore Corse

    1.555
    66
    29 Aprile 2010
    Reputazione:
    3.655
    BMW 320D TOURING MSPORT
    quoto....

    anche se è incredibile sta scelta se andrà in porto...anche perche Mirafiori occupa veramente tante persone...compreso il management che mi sa che tra un pò chissà dove andrà a finire...](*,)
     
  7. 996GT3

    996GT3 Presidente Onorario BMW

    20.667
    863
    11 Novembre 2005
    Reputazione:
    21.555.059
    330i E91 Attiva, Mini One D
    E' proprio come la penso io!=D>

    Al limite tratta per uno stipendio migliore, per un rimborso spese (esempio a caso), ma in un momento in cui sono quasi con entrambi i piedi all'estero gli vai a chiedere di non lavorare il sabato in caso di forte richiesta di un certo modello?:eek: E' forse immorale lavorare il sabato?:-k E' la mentalità inadeguata, è come dire che il bagnino di Rimini non voglia lavorare per Ferragosto o il maestro di sci la settimana di capodanno. Il lavoro si piglia quando c'è, non quando torna comodo.

    Inoltre se la Fiat va all'estero non solo ci rimettono i potenziali dipendenti italiani, ma ci rimette anche l'indotto tutto! Ma di questo ai sindacati non importa minimamente.

    Certo che ci sono anche altri problemi oltre al sindacato, vedi tassazione, infrastrutture, burocrazia inadeguata, ecc.
     
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  8. davide_qv

    davide_qv Presidente Onorario BMW

    10.223
    674
    16 Aprile 2007
    Reputazione:
    381.422
    BMW E91 325I MSPORT
    se 4 sindacati su 5 firmano l'accordo...significa che li richieste non erano da terzo mondo!!!

    è solo stupida ostinazione quella della FIOM....e di quei poveretti che ancora gli van dietro....

    non si dice di accettare condizioni da terzo mondo....ma semplicemente di lavorare come fanno tutte le ditte normali...senza pretendere mille privilegi assurdi con la solita frase....tanto ci salva lo stato anche se non facciamo utile.

    siamo in un periodo di crisi....ti propongono un lavoro e anche con una retribuzione più alta a patto di qualche sforzo....e tu dici di no?

    allora non lamentarti se poi uno si rompe le balle e si piglia e va dove la gente non vede l'ora di iniziare a lavorare!!!
     
  9. 996GT3

    996GT3 Presidente Onorario BMW

    20.667
    863
    11 Novembre 2005
    Reputazione:
    21.555.059
    330i E91 Attiva, Mini One D
    La gente è vagabonda e i sindacalisti attaccati alla poltrona.
     
  10. SenzaUnaBMW

    SenzaUnaBMW Direttore Corse

    2.035
    127
    26 Febbraio 2009
    Reputazione:
    55.036
    =18 :D
    Quali sono i paletti ?

    Il prezzo di un prodotto dipende dai costi di produzione. Se FIAT produce a maggior costo, deve vendere ad un maggior prezzo e viene sconfitta nel mercato. La legge è semplice.

    Gli operai sono la benzina dell'industria, e non viceversa. E' l'industria che ha bisogno degli operai e non l'inverso. E' quindi opportuno pensare che gli operai debbano mostrare la loro indipendenza e la loro mercanzia (il lavoro), nel senso reale delle cose. Se non gli sta bene, si licenziano e cercano lavoro in quei settori dove manca.
     
  11. Niko71

    Niko71 Presidente Onorario BMW

    9.941
    1.072
    24 Febbraio 2009
    Reputazione:
    35.971.857
    Alfa Romeo Stelvio
    Quoto tutto, in un post hai condensato quello che penso come meglio non avrei saputo fare :wink:.
     
  12. Rafale

    Rafale Direttore Corse

    2.088
    88
    25 Marzo 2007
    Reputazione:
    5.964
    BMW E39 528i @GPL
    non sono completamente daccordo con te:

    quando progetti un'auto da inserire nel mercato devi necessariamente prevedere il segmento di mercato in cui andra' a finire e sai già in partenza dove andrai ad inserirti..quindi tutta la catena produttiva deve rispettare il target di redditività previsto senza farti sfondare il prezzo stabilito in partenza..e qui saltano fuori tutte le variabili legate ai costi di produzione..dove produco,quanto pago le maestranze,quanto mi costa il mantenimento dell'indotto..se posso o meno usufruire di aiuti/incentivi dallo stato che ospita gli stabilimenti..i conti sono parecchio complicati ed in genere si creano dei meccanismi con poca tolleranza..ecco perchè il modello di sindacato americano piace tanto a marchionne:fa tutto il casino del mondo PRIMA,ma una volta stabilita la linea di produzione collabora con il management..qui in italia è ben presente il fenomeno di instradamento politico dei leader sindacali e quindi si va spesso a finire a far casino senza un perchè..solo per appianare il consenso politico di qualcuno :rolleyes:

    tu dici che giustamente gli operai sono la benzina dell'industria..ma le fabbriche (o comunque le attività lavorative) sono i motori dove mettercela,questa benzina..l'uno senza l'altro non puo' funzionare..pero' bisogna pur sempre ricordare che c'è molta piu' benzina che motori,a disposizione in giro..a termini imerese penso comincino a rendersene conto..sarebbe bene facessero lo stesso anche a pomigliano,finchè possono..le auto prodotte in polonia avevano delle difettosità da BMW,mentre quelle prodotte a pomigliano..bhè..si allineavano piu' alle dacia di era comunista..:confused:

    è auspicabile che la fiom capisca che il mondo è andato avanti anche senza di lei,negli ultimi trent'anni marchionne ha le idee molto chiare in merito a quel che vuole ottenere..e sembra averne i mezzi..l'unica cosa peggio di un pessimo lavoro è il non averne nessuno :sad: per lamentarsi ci sara' tempo quando la crisi sara' realmente dietro le nostre spalle..alzare la voce ora è al minimo,irresponsabile ](*,)
     
  13. Konte

    Konte Secondo Pilota

    784
    44
    7 Maggio 2008
    Reputazione:
    31.808
    120d
    ormai gran parte degli economisti sono concordi nell'introdurre nuove regole e nuovi controlli al mercato: l'esperienza della attuale crisi ha scottato un po' tutti

    nulla da dire

    però nel caso Serbia non si parla di mercato libero ma di aiuti statali

    il governo italiano è stanco di aiutare sempre la Fiat

    è facile essere competitivi con gli aiuti statali, meno è esserlo riorganizzando l'azienda, tagliando i costi dove realmente vanno tagliati (ci sono numerose poltrone anche in Fiat) e facendo prodotti realmente innovativi
     
  14. SenzaUnaBMW

    SenzaUnaBMW Direttore Corse

    2.035
    127
    26 Febbraio 2009
    Reputazione:
    55.036
    =18 :D
    Quali regole ?

    Il caso della Serbia non è però proprio l'esempio di anti-mercato libero 8cioè un mercato con incentivi), perchè gli incentivi vengono dati per il lavoro offerto e non per i prodotti da vendere. Al limite, la distorsione governativa potrà essere quella che la FIAT assuma troppi operai (in virtù degli aiuti statali) oppure che questi operai serbi producano uno schifo di auto, ma credo che i dirigenti FIAT abbiano ben valutato costi e rischi, oltre ovviamente alla qualità produttiva delle auto.

    FIAT è un'azienda privata, e nessuno può entrarci dentro o comunque può insegnare o dire cosa deve fare. Lo Stato Italiano avrebbe dovuto inserire anche il proprio potere, e non solo il proprio denaro, quando ha dato tutti gli incentivi. Ma io considero ogni atto di nazionalizzazione (soprattutto se si parla di aziende che producono beni non necessari) una distorsione molto forte del mercato.

    FIAT qualche prodotto innovativo lo sta facendo, ma è il mercato che decide se sia innovativo o meno, e per il momento Marchionne sembra stia facendo abbastanza bene.

    @ Rafale:

    Il problema molto grosso delle industrie e degli operai è che sono attività che possono decadere, non sono il salumiere e l'attivià del fabbro o del calzolaio, ma proprio l'operaio, in virtù del fatto che produce dei beni di massa e che sono tantissimi, e che sono controllati da un'azienda che può fallire, che ha in sè l'idea del rischio - l'operaio - deve essere pronto a vedere il suo lavoro non come sicuro, ma come giusto.

    Un lavoro sicuro, troppo sicuro, non può essere garantito in un mercato libero, perchè i gusti della popolazione, qualità dell'azienda, le idee di un manager, possono cambiare radicalmente la produzione.

    Ovvio poi che la delocalizzazione, la ricerca dell'affare migliore, del profitto, continuano a modificare il tessuto lavorativo e quindi tendono a spostare la produzione dove meglio conviene.

    Comunque per il discorso del prezzo, i dirigenti non possono alzare i salari (magari mantenendoli artificiosamente alti per aiuti governativi) per estirpare il male capitalista. Loro dovrebbero semplicemente offrire il proprio lavoro, e le persone dovrebbero capire che l'eterno non esiste, in ambito lavorativo.
     
  15. Konte

    Konte Secondo Pilota

    784
    44
    7 Maggio 2008
    Reputazione:
    31.808
    120d
    il mio riferimento alle regole è generale e riferito al mercato, non alla Fiat

    l'assenza di regole si può trovare nella vendita di prodotti finanziari molto complessi o nella presenza di consiglieri di amministrazione in aziende concorrenti, ecc. ecc.

    io mi riferivo ad aiuti di stato in qualsiasi forma
     
  16. Shade64

    Shade64 Aspirante Pilota

    1
    0
    2 Agosto 2010
    Reputazione:
    10
    Ford Fiesta
    Per molti interventi di questo Forum pongo la domanda messa a titolo dell'Articolo seguente (fonte: http://www.ilsussidiario.net/Approfondimenti/Economia-e-finanza/2010/2/8/INCHIESTA-1-Le-parole-di-Montezemolo-sono-suffragate-dai-dati-/4/65870/) e cioè:

    LE PAROLE DI MONTEZEMOLO SONO SUFFRAGATE DAI DATI?

    La disputa tra Fiat e governo su incentivi e Termini Imerese si è ulteriormente accentuata dopo le dichiarazioni di Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale durante la gestione sua e di Sergio Marchionne, quindi dal 2004 in avanti, la Fiat non avrebbe ricevuto alcun aiuto finanziario da parte dello Stato.

    All’intervento del presidente Fiat all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Luiss hanno fatto seguito molte dichiarazioni di segno contrario da parte di esponenti politici e di governo e commenti critici da parte di commentatori giornalistici. Poiché tuttavia nessuno ha effettuato le verifiche necessarie e messo al centro della discussione i dati effettivi, abbiamo deciso di farlo noi nella consapevolezza che le opinioni non possano basarsi su sabbie mobili, ma solo su fatti accertati.

    L’articolo allegato riporta i risultati della ricerca, che è stata effettuata sul sito della Commissione Europea, dei provvedimenti coi quali la Commissione ha trattato gli aiuti di Stato alla Fiat, decidendo in taluni casi di approvarli e in altri di respingerli. La lettura del documento, che altro non è che un collage cronologico di documenti ufficiali, risulta di particolare interesse poiché fa luce sulla tipologia di rapporti che intercorrevano abitualmente tra i governi italiani e il maggior gruppo manifatturiero nazionale.

    Occorre precisare che per aiuti di stato si intendono gli aiuti destinati a specifiche imprese e quindi potenzialmente in grado di danneggiare in termini relativi i competitori e di distorcere la concorrenza. Non si considerano in essi gli incentivi, come quelli alla rottamazione e all’acquisto di auto ecologiche, in quanto essendo rivolti a tutti i produttori di un dato mercato non distorcono la concorrenza anche se possono generare l’effetto negativo, modificando le scelte di consumo delle persone, di sottrarre fatturato ad altri comparti produttivi. Dati i loro potenziali effetti distorsivi gli aiuti di stato debbono essere preventivamente autorizzati dall’Unione Europea.

    Cosa abbiamo scoperto? Ha detto il vero Luca Cordero di Montezemolo? Alla lettera no, dato che qualche euro la Fiat lo ha ricevuto anche dopo il 2004, ma nella sostanza possiamo riconoscere la veridicità dell’affermazione. Vi è infatti una netta interruzione tra gli aiuti pubblici a Fiat degli anni ‘90/inizi 2000 e gli anni successivi. Dal 2003 al 2008 il gruppo torinese avrebbe usufruito, secondo la Commissione, solo di aiuti per programmi di formazione dei dipendenti e le cifre in gioco, pur non trascurabili in valore assoluto, sono comunque contenute se rapportate alle dimensioni del gruppo e se confrontate ai benefici ricevuti nel decennio precedente.

    Vediamo più in dettaglio: a settembre 2003 la Commissione non ha sollevato obiezioni in merito a un aiuto alla formazione dei dipendenti per un importo di 43,8 milioni di euro a favore di Fiat Auto e della controllata Comau per il periodo 2003-2005. L'aiuto è stato considerato sostanzialmente compatibile con gli articoli del trattato CE e i regolamenti comunitari. Ad agosto 2004 la Commissione ha egualmente accettato una modifica a tale aiuto che ha visto un ulteriore finanziamento pubblico a favore di Fiat destinato agli ex lavoratori di Comau, nel frattempo incorporata, per 5,1 milioni di euro. Con decisione del giugno 2007, infine, la Commissione ha stabilito di autorizzare sino al dicembre del 2008 una proroga, richiesta dal governo italiano, dell'aiuto alla formazione la quale si è avvalsa di un nuovo finanziamento statale per 28,9 milioni di euro. Complessivamente i tre importi pervengono a un totale di 77,8 milioni di euro.

    Più interessante è l’analisi delle decisioni della Commissione stabilite a cavallo tra il decennio ‘90 e quello attuale. A febbraio 1999 la Commissione decideva di avviare sei procedure d'indagine nei confronti di altrettanti aiuti per una somma totale di circa 120 milioni di euro che il governo italiano intendeva assegnare a Fiat Auto ai sensi della legge regionale 488/92. Essi riguardavano i sei stabilimenti Mirafiori Carrozzeria, Mirafiori Meccanica, Pomigliano, Piedimonte San Germano (Cassino), Termoli e Rivalta.

    A maggio dello stesso anno la Commissione decideva di estendere la procedura nei confronti degli aiuti previsti per i tre stabilimenti Mirafiori Carrozzeria, Mirafiori Meccanica e Rivalta, in quanto vi erano dubbi rilevanti sull'esistenza del criterio di necessità dell'aiuto, dato che nel 1993-1994, all'epoca dell'avviamento dei progetti di investimento, Mirafiori e Rivalta non erano situate in una regione assistita e la concessione degli aiuti non poteva essere prevista da Fiat al momento dell'elaborazione dei progetti. In sostanza, se Fiat aveva deciso tali investimenti è perché li riteneva economicamente validi anche in assenza di aiuti, che al momento della decisione d’investimento non avrebbero potuto essere concessi.

    A luglio 1999 la Commissione autorizzava gli aiuti per Cassino e a settembre quelli per Termoli (per un importo di 27,9 milioni di euro) riconoscendone il rispetto dei limiti massimi ammissibili, mentre sempre a luglio autorizzava solo parzialmente gli aiuti a Pomigliano d'Arco, limitandoli a un importo di 20,4 milioni di euro contro i 30,5 milioni richiesti dal governo italiano. Respingeva invece con identica motivazione, quella prima ricordata, gli aiuti per i rimanenti tre stabilimenti: Mirafiori Meccanica (a dicembre 1999), Rivalta (a febbraio 2000) e Mirafiori Carrozzeria (a luglio 2000), autorizzando tuttavia per quest’ultimo un finanziamento del 10% del costo di una serie di investimenti all’innovazione.

    Nei periodi successivi altri casi di aiuti a Fiat venivano portati all’attenzione della Commissione. A novembre 1999 essa avviava procedura nei confronti di aiuti per 40 milioni di euro a favore dell'impresa Fiat Melfi-SATA, SpA, filiale di Fiat Auto ma a febbraio 2001 decideva di non sollevare più obiezioni, rilevando che essi rispettavano le condizioni previste per gli aiuti all'industria automobilistica e per quelli a finalità regionale in una regione ammissibile. A luglio 2000 avviava ulteriore procedura nei confronti di un aiuto alla ricerca di 16,7 milioni di euro destinato a un progetto per la produzione di veicoli leggeri da parte di IVECO e a giugno 2001 concludeva che l'aiuto prospettato non era necessario alla società in quanto il carattere innovativo dell'investimento era da considerarsi normale nell'industria automobilistica nell’ambito della progettazione e lancio di nuovi modelli.

    A dicembre 2001 avviava procedura nei confronti dell'aiuto di 122 milioni di euro proposto dal governo per la fabbrica di Foggia di Iveco, finalizzato alla progettazione di una nuova famiglia di motori diesel, e a ottobre 2002 deliberava parere favorevole, ritenendo l'aiuto giustificato e commisurato e non essendovi contestazioni e rilievi da parte di terzi interessati.

    Con questo provvedimento termina apparentemente una lunga serie di aiuti di stato, e di relativi procedimenti di valutazione da parte della Commissione, alla quale farà seguito solo il finanziamento pluriennale alla formazione di cui si è parlato in precedenza. Qual è stato l’effetto di tutti questi aiuti? Semplicemente che il gruppo Fiat nell’arco di pochissimi anni ha più che dimezzato la produzione negli stabilimenti italiani, delocalizzandola all’estero. Mentre sino ai primi anni del decennio la produzione in Italia del gruppo si attestava a circa 1,4 milioni di vetture annue, nel 2004 scendeva sotto le 900 mila unità e nel 2008 superava di poco le 650 mila.

    Come si può osservare dal grafico seguente (i dati sono di fonte Oica, l’associazione mondiale dei produttori), alla fine degli anni ‘90 e inizio 2000 il gruppo produceva in Italia circa due terzi delle sue autovetture totali e all’estero circa un terzo, ma già nel 2005/06 la produzione estera aveva eguagliato quella nazionale e nel 2008, infine, la proporzione si è ribaltata: due terzi delle autovetture Fiat sono state prodotte all’estero, solo un terzo in Italia.

    Divorzio quindi di Fiat dall’Italia e fine di fatto degli aiuti di Stato? Nella realtà gli aiuti di stato hanno avuto recentemente un colpo di coda rilevante, riguardante proprio il caso Termini Imerese. Nel comunicato stampa della Commissione Europea del 29 aprile 2009 (9 mesi fa, non 9 anni fa), che riportiamo quasi integralmente in quanto di notevole interesse, si legge:

    «Ai sensi delle disposizioni del trattato CE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha autorizzato aiuti per investimenti a finalità regionale pari a 46 milioni di euro, che le autorità italiane intendono concedere a Fiat per un progetto di investimento volto a produrre un nuovo modello di automobile in Sicilia.

    Gli investimenti previsti dal progetto serviranno ad ampliare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a modificare il processo di produzione e a diversificare la produzione. Gli investimenti dovrebbero permettere di salvaguardare i posti di lavoro esistenti nella regione. La misura risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe in misura considerevole la sua capacità di produzione. Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza.

    La Commissaria responsabile della concorrenza Neelie Kroes ha dichiarato: “In un momento così difficile è fondamentale salvaguardare i posti di lavoro esistenti, cosa che questo progetto di investimento farà in Sicilia senza distorcere indebitamente la concorrenza”. Le autorità italiane intendono concedere a Fiat 46 milioni di euro di aiuti a finalità regionale per un progetto di investimento che ammonta complessivamente a 319 milioni di euro.

    Questo progetto di investimento permetterà a Fiat di produrre nello stabilimento di Termini Imerese una nuova vettura del marchio Lancia, che sostituirà l’attuale Lancia Ypsilon. Il progetto, che comprende l’ampliamento dello stabilimento esistente e un cambiamento fondamentale del processo di produzione, sarà attuato in Sicilia, una zona ammissibile agli aiuti a finalità regionale ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato CE in quanto regione con un tenore di vita anormalmente basso e una grave forma di sottoccupazione».

    A questo punto, forse, il cittadino-contribuente meriterebbe qualche spiegazione in più di quelle date finora, dato che non è stato certamente lui a chiedere l’aiuto di stato per Fiat e a progettare un investimento finalizzato a produrre nello stabilimento di Termini Imerese, ora ritenuto improduttivo e irrecuperabile, “una nuova vettura del marchio Lancia che sostituirà l’attuale Lancia Ypsilon”.
     

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