In questo caso c'è poco da interpretare. C'è una norma precisa che detta condizioni oggettive precise e quelle soggettive sono di pertinenza di psicologi, psichiatri e assistenti sociali i quali a seconda dei casi forniscono il loro parere. Se il condannato ha i requisiti oggettivi (facilmente desumibili) e soggettivi (che non sono individuati dal giudice, ma dai soggetti di cui sopra) il giudice non può che applicare la norma. In questi casi ben poco c'entra il giudice. E io sono l'ultimo che li difende gli unti dal signore.
Perché è più facile indignarsi che cambiare un intero sistema penitenziario, che costituzionalmente prevede che le pene siano inflitte a scopo rieducativo del reo e non punitivo. https://www.diritto.it/funzione-rieducativa-della-pena-e-presupposti-delle-misure-premiali/
Capiterà qualcosa anche a loro prima o poi, la legge dei grandi numeri non lascia scampo a nessuno: in quei casi pensi che le loro classiche "interpretazioni" alla membro di segugio resteranno le medesime ? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> ps1: al momento nessun politico fa proposte in tal senso e a pensar male facile che ci si azzecchi, non credi ? ps2: ma è possibile che gli itgliani siano così in maggioranza in questo paese in declino ?
Concordo in pieno Il giudice può interpretare perchè una legge è sbagliata, se non esistesse la possibilità, non dovrebbe interpretare nulla.
Ne abbiamo già parlato. Non esiste norma che non va interpretata. La norma non può contemplare ogni possibile implicazione o situazione o sfumatura. L'importante è interpretare secondo le regole, che esistono.
Possiamo continuare a parlarne, perchè si da il caso che io parta dal principio che non tutto quello che esiste e si utilizza da tempo, sia la miglior soluzione. Basterebbe stabilire che per alcuni tipi di reati, in presenza di aggravanti, non è ammesso alcun beneficio di legge e/o misura alternativa alla detenzione.
Reati contro la persona, tolleranza zero e carcere duro. A me non frega niente della redenzione del colpevole in carcere, un omicidio, uno stupro sono reati definitivi le cui vittime pagano a vita o con la vita. Una vita per una vita...
Non è così semplice visto che tutto l'ordinamento penitenziario è basato costituzionalmente sul recupero del reo.
Lo so, ma chiedo nuovamente: funziona? Il paradosso è che gli assassini escono, Corona (che è soltanto stronz.o) no...
Che corona sia soltanto uno stronxo, la mano sul fuoco non ce la metto. Ha dimostrato di sapersi fare i fatti suoi e apparire un perseguitato. La condanna ricevuta per estorsione è stata abnorme ma se non avesse commesso nel frattempo altri reati non avrebbe fatto tutto questo carcere.
No, non funziona e tutti lo vedono ma nessuno fa nulla, tranne le "risorse" e quelli del est che se ne approfittano ben supportati dagli itaGliani. Rivolgo anche a te la domanda: possibile che i collaborazionisti siano purtroppo diventati ormai una maggioranza così elevata ? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> ps: anche il pensietro di F18 mi piacerebbe sentire...
Allora rispondo: a volte si fa di necessità virtù, nella speranza di sopravvivere. Nel mondo ideale su tante cose non si transigerebbe, ma quando si è di fronte ad un "prendere o lasciare", in genere si tende a prendere.
Fai te i conti: assistenti sociali, psicologo,psichiatri avvocati, carceri liberi prima, cooperative presso le quali i detenuti lavorano .... vado avanti?