Adesso faccio un assist per quelli che vedono i fascisti anche su Marte.... La scuola di doppiaggio italiana è una delle migliori al mondo ed è nata proprio durante il ventennio. Il regime impose che in Italia potessero essere proiettati film stranieri solo se doppiati in Italia, in modo da controllarne i dialoghi ed eventualmente censurare ciò che non era gradito. Per questo si sviluppò prima e meglio che in altri paesi, consegnandoci ancora oggi un sacco di produzioni in tempi molto rapidi. Quanto alle lingue, in inglese (ed in altre lingue straniere) siamo tra i peggiori al mondo (per lo meno tra i paesi più industrializzati), ma a livello nazionale siamo scarsi anche in Italiano. E non parlo solo del sud. Come ho già detto anche nel 2022 in Veneto il dialetto è diffusissimo anche tra i giovani e non sono rari i casi di laureati (soprattutto in materie scientifiche) che difettano nella grammatica Italiana. Quindi si, dobbiamo insegnare e far praticare le lingue straniere ai nostri figli, ma dobbiamo anche insegnar loro l'Italiano, perchè non è affatto scontato.
https://www.open.online/2022/12/29/iran-vs-governo-meloni-convocato-ambasciatore-italia/ Un gran bel plauso a Giorgia nazionale. E sti cazzi se il regime si incazza, vuol dire che ha fatto bene
Aggiungendoci che dove "non c'è" il lavoro in nero questo in realtà lo è al 50% o piu ... Basta versare qualcosa per essere "regolari" salvo poi avercela col governo ladro perché la pensione dopo 40 o più anni di lavoro è da fame.
Io, pensa, non mi capacito di come uno straniero che viene o vive in Italia non parli una parola di italiano (e non si sforzi neppure nel farlo) e come in alcuni luoghi d’Italia (molti) madre lingua é mera chimera. Come una medesima cosa può essere vista in due maniere diametralmente opposte.
anch'io sono d'accordo nel mantenere la cultura dialettale, una sorta di lingua "municipale". lo stesso dante scriveva non solo in latino, ma anche in volgare fiorentino, spaziando poi nel de vulgari eloquentia. quindi, con attento miglioramento nell'insegnamento della lingua nazionale, ben venga il substrato volgare soprattutto tra i giovani; secondo me sarebbe una grave perdita disconoscerne le origini.
Io non mi capacito invece di come si possa pensare all'Italia come una nazione quando, appunto, non ci accomuna neanche la lingua. Probabilmente i padri della patria avrebbero dovuto pensarla come una confederazione ma i piemontesi non avrebbero mai lasciato parte del bottino di guerra. Di conseguenza, siamo messi così.
Sicuramente il mio esempio era perché il termine radical chic è solitamente accostato ai seguaci della sinistra probabilmente proprio con riferimento al movimento politico dei radicali, che negli altri paesi europei vengono chiamati ad esempio: Gauche caviar ("sinistra al caviale" Salonkommunist ("comunista da salotto") o Salonbolschewist ("bolscevico da salotto) Champagne socialist ecc Concordo Fosse solo un problema di dialetto in veneto, basta una settimana per imparare tutti i santi del calendario L'ignoranza per la lingua inglese che c'è in Italia penso sia più unica che rara. Probabilmente lo parlano meglio e più persone persino nella savana africana o in corea del nord. Molti hanno grosse difficoltà anche con l'inglese scritto, ricordo colleghi laureati che andavano in crisi per una pagina web in inglese.
Quella è cultura locale, riconosciuta dall'Unesco. E' un po' come il "passo" e "chiudo" nelle comunicazioni via radio.... se non utilizzi il giusto protocollo non vieni compreso e rischi di non riuscire a far funzionare nulla. Non puoi, ad esempio, chiedere ad un fornitore che ti mandi la merce se non utilizzi il corretto "codice" di conferma.
Mah.. i calciatori tranne qualche rara eccezione dopo due o tre anni lo parlano perfettamente, anche gli Americani che vivono in Italia, anzi han imparato pure a gesticolare. Forse i Francesi che han la puzza sotto il naso non si sforzano troppo, ma alla fine se vogliono sopravvivere devono farlo. Quelli che veramente non si sono mai integrati troppo nella nostra lingua sono i cinesi. I figli che vanno a scuola lo parlano perfettamente ma spesso devono fare da interpreti per i padri in Italia da anni. Lo stesso per le donne arabe che vivono sempre in casa a guardare Al Jazira e devono farsi fare da interpreti dal marito che esce a lavorare e nel frattempo ha imparato pure il piemontese. Questi casi sono mia esperienza personale con non poche persone. Alla fine dipende tutto dal livello culturale, dall'apertura mentale e dalla voglia di integrarsi.
Io la so diversamente: la diffusa analfabetizzazione della popolazione impediva, di fatto, la sottotitolazione in italiano sui dialoghi originali.
Probabilmente hai ragione ma vai, ad esempio, in Via delle Spiga a Milano e, incontrando il 95% delle persone ivi presenti, prova a vedere quanti riescono ad andare oltre il buongiorno e buonasera nella nostra lingua. É un fatto culturale? Direi proprio di no visto il ceto di stretto riferimento. Io, comunque e se leggete bene, non mettevo il dubbio solo la conoscenza della nostra lingua da parte di questi soggetti ma, altresì, la volontà di sforzarsi (che è cosa ben diversa). Per come sono fatto io queste persone potrebbero anche prendere il primo volo e ritornarsene al loro paese a calci nel culo. Circa il quasi totale analfabetismo in alcune parti d’Italia non deve essere confuso con il colorito “fare dialettale” radicato in certe regioni italiane (e, da toscano, penso di avere forte voce in capitolo direi); in tutte le nostre regioni ci sono testimonianze in tal senso ma quelle stesse persone, dovessero proferire frasi di senso compiuto, sono certo non avrebbero certo problemi. Il mio riferimento era ed è di ben altra natura ma, probabilmente, sono io ad essere stato particolarmente sfortunato anche nel sentire interviste televisive raccapriccianti. Ogni tanto mi domando se sono io a vivere in una realtà parallela rispetto a tutti voi oppure essere io particolarmente esigente. Se solo potessi, mi farebbe piacere poter condividere con voi tutti atti di colleghi laureati che cercano di sostenere le difese dei propri assistiti: a volte ho difficoltà nel decidere se …. ridere o piangere. Non solo sintassi, ma logica e punteggiatura (per non dire di peggio) sono optional come per le nostre tanto amate Bmw
Probabile sia una concausa, ma i film sonori sono arrivati alla fine degli anni '20 e la procedura di sovrimpressione di testi (principalmente didascalie) era complessa per la tecnologia di allora. Aggiungevano dei fotogrammi, col risultato di allungare parecchio i tempi di proiezione. Che il regime non vedesse di buon occhio le pellicole straniere è noto, tant'è che nel 1934 emanò una legge apposita per vietare la distribuzione di film stranieri non doppiati in Italia.
Molta gente non si sforza di imparare la nostra lingua per svariati motivi. Ad esempio chi è anglofono e visita il nostro paese solo per turismo non sente di certo questa necessità. L'impero inglese si estendeva una volta sul 45% delle terre emerse, più dell'impero di Carlo V, e in un certo senso si aspettano (e il più delle volte é così) che ovunque parlino inglese. Se invece consideriamo chi vive in Italia forse più del livello culturale entra in gioco l'apertura mentale e la voglia di colloquiare con la gente oltre il buongiorno e buonasera. Poi ci son quelli che vedono il nostro paese solo come una vacca da mungere. Non gliene frega nulla nè della nostra lingua nè di integrarsi. Per quanto riguarda la conoscenza dell'italiano da parte degli stessi italiani hai perfettamente ragione. La base per parlare correttamente una lingua straniera è la stessa conoscenza di un italiano corretto perchè le basi grammaticali su cui parlerai la nuova lingua devono esistere prima in italiano. Se non sai i congiuntivi in italiano combinerai delle belle insalate anche nell'altra lingua. Mi sorprende che i tuoi colleghi, dopo studi in cui il verbo ha straordinaria importanza, commettano strafalcioni. Il "legalese" è giá incomprensibile di suo, se aggiungiamo un italiano sgrammaticato..... Visto che si parla di semi-analfabetismo, mi viene in mente un gustoso episodio dei tempi del militare. Io ero nei CC, già laureato ma avevo in quel contesto solo la qualifica di aiutante di sanità. Non avevo voluto fare l'ufficiale medico nell'E.I. perchè non mi piaceva la sanità militare e poi volevo fare il CC. Ero di stanza nell'infermeria (mi facevo comunque tutti i servizi di battaglione, dalle scorte a capoposto altane etc) e avevo come colleghi due appuntati. Un bel giorno abbiamo dovuto mandare un allievo all'ospedale oftalmico di Torino. L'appuntato redige una lettera di accompagnamento e la da al ten. medico (un toscano di Empoli con cui son rimasto in contatto per anni) che la firma senza leggerla. Do una scorsa al documento e poi dico al tenente "Hai letto cos'hai firmato?" Questi la legge, sgrana gli occhi e il commento più forbito è stato "maremma cignala!!!". Ho dovuto riscriverla io in ITALIANO evitando al collega una figura barbina con quelli di Torino...
Se parli di quello antinfluenzale….no (mai fatto). Da quello che vedo, però, cambia poco visto che Elena (vaccinata) l’ha presa prima di me e mi ha fatto il regalino di fine anno: come si usa dire……due piccioni con una fava. Pazienza: non sono certo questi i veri problemi della vita