Scelta sostanzialmente (nel 2000, quindi con figli piccoli e con prezzi ancora in Lire) per due motivi: paesino ancora a misura di bambino e con prezzi immobiliari accessibili. Con quello che ho speso per comprare e ristrutturare casa sedici anni fa, avrei potuto fare ben poco, altrove...
Quindi niente, al di là di un semplice spaccato, credo che siano stati più i loro (forma retorica) genitori a sfruttare le spinte "dell'amico dell'amico" per occupare posti che non meritavano. Oggi ritengo sia una prassi sempre più in disuso: esise ancora, ci mancherebbe, ma in forma meno evidente rispetto a a trent'anni fa e questi ragazzi sono (sembrano) consapevoli che dovranno far conto sulle loro capacità.
oggi rispetto al passato bisogna farsi il c.. per eccellere, altrochè! sono completamente d'accordo con te. il problema è quello delle società capitaliste, purtroppo: per accedere ai servizi migliori (vd. il giovane maschio numero 1) e alle migliori opportunità, c'è bisogno di una base finanziaria solida. e questa cosa mi manda in bestia.
Vediamola così: nel passato faceva carriera il raccomandato ma talvolta capitava che fosse anche bravo. Ora va avanti quello bravo che ha avuto la possibiltà (economica) di provarci.
il problema non e' di tutte le società capitaliste ma di quelle poco lungimiranti.... negli stati uniti che mi risulti, si per andare avanti negli studi ci vogliono tanti, ma tanti soldi, ma per i più meritevoli mi sembra sia pieno di borse di studio e sovvenzioni ed eventualmente prestiti universitari, sicuramente non e' una situazione ottimale ma uno capace e determinato può anche se con difficoltà almeno sperare di studiare in ottime scuole, magari non proprio nelle migliori ma nemmeno le peggiori. nei paesi del nord europa mi risulta invece siano molto piu' avanti ancora con istruzione gratuita per tutti..... qui invece non solo abbiamo numeri chiusi dove spesso non passa il migliore ma l'amico di..... ma non bastasse ciò non ci sono praticamente agevolazioni per gli studenti meno facoltosi e le università più prestigiose restano un miraggio per i più. Il figlio dell'operaio fiat alla bocconi non ci va quasi di sicuro, in Usa se proprio e' veramente in gamba ad harvard potrebbe almeno sperare di entrarci.
Purtroppo credo tu sia troppo ottimista: in grandi aziende e nella PA spesso fà ancora carriera SOLAMENTE quello col "cognome" giusto, a prescindere dalle sue capacità umane / tecniche. Questo non preclude a tanti giovani bravi e talentuosi di trovare un lavoro, ma purtroppo li relega al ruolo di comparse coordinate da "personaggetti" di scarso valore di "deluchiana" memoria. /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
senza contare la troppa importanza che ormai viene data a tutti i livelli ai titoli di studio.... Ormai viene richiesta la laurea anche per attività per le quali non serve a una mazza come se avere una laurea modifichi sicuramente le capacità lavorative. Beh se uno deve fare il chimico, l'ingegnere, l'avvocato ecc... ok ci vogliono delle conoscenze teoriche universitarie insostituibili. Ma per un addetto vendita, un agente di commercio, un operaio ecc è molto meglio l'esperienza. Ed anche per posizioni di comando di attività con una forte componente pratica, come può essere ad esempio il responsabile di un punto vendita o di uno stabilimento, se non addirittura il manager di una grande azienda sia essa commerciale che industriale spesso è 10.000 volte meglio un "ignorantone" con la terza media, cresciuto sul campo e partito dalla gavetta, che quindi conosce il lavoro e il mercato di un cervellone con 2 lauree e 3 master ma che alla fine e' tutta teoria e 0 pratica. L'azienda presso la quale lavoravo multinazionale facente alla fine capo ad un gruppo da 200.000 dipendenti e 60 miliardi di fatturato aveva inizialmente personaggi di questo genere cresciuti al suo interno nelle varie posizioni chiave almeno per quel che riguarda la sua controllata italiana per cui lavoravo ... e' iniziata ad andare a rotoli quando per via della crisi pensando fosse colpa loro dalla germania hanno iniziato a sostituirli con grandi manager e genii del marketing e del commercio usciti freschi freschi dalle varie università. Cosi si e' passati dagli ignorantoni che mentre la concorrenza faceva -20% si limitavano miracolosamente a non crescere piu' come una volta ai geni del marketing da -10%/20% all'anno e necessità di licenziare centinaia di persone.
Sì, ma gli ascensori sociali non li devo pagare io con le mie tasse. Devono essere le università a doversi contendere i migliori studenti offrendo loro nel caso anche borse di studio; ciò però in Italia non accade per vari motivi, fra cui quello che vede il sistema universitario praticamente scollegato dal mercato del lavoro, che non le premia, e quello che vede le stesse aziende investire cifre prossime allo zero in R&S e, conseguentemente, anche nelle risorse umane, in una visione che in quegli uffici si concentra pressoché esclusivamente sui modi per poter pagare gli ingegneri specializzati a 3 euro l'ora, quando per lavare le scale ai condomini le operaie ne prendono sugli 8. Il M5S, col fine fra gli altri di favorire la competizione tra sedi universitarie, proporrebbe l'abolizione del valore legale del titolo di studio, che però nei risvolti di questo discorso andrebbe presumibilmente a peggiorare altri parametri, ad esempio quello che vede disagiati gli studenti che non possono permettersi di studiare fuori sede. Il problema, poi, più si sale a monte più diventa grave, considerando che in ottica internazionale l'Italia ha peso sempre inferiore, e le migliori prospettive sono aperte ormai sempre più verso l'estero. La carenza d'investimenti sia interna sia internazionale nel Paese non può incontrarsi con un'offerta educativa che si pretende al passo, e la pressione fiscale di certo non va ad agevolare un cambiamento di rotta, così come la farraginosa situazione del sistema giudiziario civile e tributario. Non cerchiamo spiegazioni fantasiose e soluzioni bislacche, 'ché il problema e sempre lì. —EDIT: E questo l'ho voluto precisare affinché qualche Fassina di turno non se ne possa uscire con un «allora aumentiamo ancora le tasse ai ricchi per finanziare le borse di studio».
eh ma le università, per pagare borse di studio, devono aumentare le tasse agli altri studenti, esattamente come avviene in USA /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> il problema è che poi sposti la residenza a casa del nonno nullatenente e paghi meno del figlio dell'operaio. allora il sistema che colpa ne ha? sei te che sei scorretto. comunque ne parliamo tra poco a voce /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
In America esistono anche i mutui studenteschi; qui in Italia ti prestano 10,000 euro solo se in banca ce n'hai già 20,000. Chissà perché nelle università private questo metodo non funziona più da tempo. Ai comodi di vossìa stiamo noi.
Fondamentalmente è cosi dappertutto, mica solo in Italia...In UK o negli USA, le università prestigiose costano, se non hai le basi finanziarie non ci accedi, ci sono si le borse di studio, ma su decine di migliaia di studenti, quanti sono i beneficiari? Centinania? Qualche migliaio? Sono comunque percentuali irrisorie... Se nasci con il cognome "kennedy" o "bush", tanto per citarne qualcuno, hai parecchie porte spalancate anche in un paese (in teoria..) meritocratico come gli USA. In molti paesi orientali, Cina, Korea, Taiwan, Giappone (e anche in Iran..), se uno studente "spicca" nella massa, sono le università stesse a proporgli di andare a studiare negli USA a loro spese, ponendogli come vincolo di prestare alcuni anni di docenza al rientro in patria, in modo da importare know out. Del resto, l'educazione "elitaria" costa, e non tutti se la possono permettere, è sempre stato cosi, e lo sarà sempre, sarebbe bello se la ferrari producesse macchine da 20mila euri, ma non è cosi, e non tutti se la possono comprare..
Riguardo l'ultimo pensiero sarei d'accordo se non fosse che in Italia secondo il pensiero un'istruzione media costa quanto una Ferrari, l'elitaria una pagani. Quindi qui si offre ai più una trabant al costo di una range rover sport. Se a te i conti tornano a me mica tanto...
Guarda..Io ho avuto un'istruzione universitaria normalissima, e in un periodo in cui l'informatica qui da noi era una cosa di nicchia.. Oggi vado in giro a spiegare ai giovinastri che escono dal caltech cosa sono le reti, come funzionano, e come si proteggono... Quindi, sul livello di istruzione ottenibile nel nostro paese, sono mooooooolto in disaccordo con te, che poi studiare in un altro paese ti possa aprire delle opportunità che qui ci sogniamo, è un altro discorso..
Diamo agli italiani il giusto merito: solo da noi il 70% delle assunzioni avviene tramite 'presentazione' e questo record non lo batte nessuno. /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
Lo dici tu...Ci sono paesi in cui se ti presenti ad un colloquio di lavoro senza una lettera di presentazione, il colloquio proprio non lo fai.. Se poi sei una persona valida, avrai le tue possibilità di fare carriera, ma senza la "letterina", al massimo puoi cercare un posto da aiuto cuoco o cameriere...
Beh, una cosa è la lettera di referenze, un'altra la lettera di ascendenza genealogica. E nel primo caso, di prassi, la prima lettera la fa il professore referente.
Già...Ma se non arrivi dall'università "giusta", e il referente non è quello "giusto", il posto te lo scordi comunque... E l'università giusta la frequenti se ne hai le possibilità... Sempre li siamo... Tutto il mondo è paese, o ci sono dei kennedy che hanno fatto gli idraulici e io non lo so?
Parlavo di paesi "confrontabili" col nostro, non di corea, cina, russia o chissa quali altri paesi in cui la "libertà" economica e di espressione diciamo latitano, ma solo un pochino....