Comunque stiamo facendo un confusione senza eguali. Assodato che avere denaro aiuta non fosse altro per il fatto che puoi permettermi una assistenza di prim'ordine (ciò però non vuole dire che un normale e umile professionista sia da considerare un difensore "incapace"). Rimane il fatto che il brocardo iniziale si fondava sul principio "denaro/successo" e "povertà/insuccesso" in campo processuale; questa è, permettetemi, una sonora bischerata che esce dalla bocca di chi vive la giustizia come un "fumetto/romanzo" trasmesso in televisione e parla senza sapere.
Avvocato, permettimi ma da che mondo i soldi chiamano soldi e i pidocchi chiamano pidocchi. I mezzi che hai a disposizione avendo patrimonio sono infiniti, tempi biblici e nulla da perdere. Anche il più bravo legale d’ufficio si piegherebbe prima o poi.
C'è anche da dire che casi limite a parte i processi in cui può essere implicato un industriale sono spesso ben diversi da quelli in cui incorre uno spacciatore di strada o un toppo di appartamento
Permettimi Claudio di dissentire: questo è un principio che vale in quasi tutti i campi tranne nella giustizia e nella salute. Nel secondo caso non c'è neppure da discutere: se hai un male incurabile non c'è denaro che tenga: aiuta solo se il Signore è stato benevolo con noi......diciamo per il "corrente". Nel primo, invece, i tempi biblici non sono commisurati al denaro ma alla capacità del professionista ove non è detto che il principe del foro ben pagato sia più bravo di un normale professionista pagato il giusto. Per quanto riguarda il nulla da perdere......forse non sai che spesso non è una sentenza procrastinata all'infinito che "distrugge" o meno una persona ma il tempo in cui tale sentenza andrà ad essere rubricata. Ti dice nulla Gabriele Cagliari o Enzo Tortora? Non rendete tutto banale quando vi è di mezzo non solo il patrimonio ma anche la psiche delle persone.
Comunque per farla breve: non contesto il principio che il denaro aiuta ma il banalizzare e rendere assolutistico l'abbinamento denaro/vittoria....povertà/sconfitta è un ragionamento da censurare perchè ben lontano, a volte, dalla realtà dei fatti. Mi piacerebbe che ognuno di voi mi affiancasse in tribunale per poter toccare con mano quanto tali assunti siano ben lontani dalla realtà dei fatti e metteste da parte i soliti luoghi comuni tanto cari a chi pensa di sapere senza, in realtà, sapere un bel nulla.
....e penso tu sappia benissimo quanto, denaro o non denaro, l'attesa di un giudicato possa essere distruttiva per il vivere sereno di un comune mortale. Procrastinare non è sempre sinonimo di una vittoria al netto delle motivazioni in sentenza
Quasi otto anni di tribunale penale, tre distruzioni che riassumo per comodità: Aziende: salvate con lacrime e sangue e non ancora fuori del tutto, in sostanza dieci anni di ricavi persi Famiglia: matrimonio finito Finanze personali: tutto quello che avevo (immobili, macchine, orologi di valore, eccetera, in pratica tutto il superfluo) l'ho messo in azienda per pagare creditori e dipendenti. In pratica, quando mi chiedevano (e mi chiedono) come stavo, riferendosi a uno qualunque dei tre aspetti, rispondevo così: "Come quello che dopo 52 (proprio cinquantadue, non so il motivo, ma sono cinquantadue) coltellate si scopre ancora vivo e dice E' tutto qui quello che sai fare?"
Ok la cosa non va generalizzata. E credo fermamente che a volte è più difficile difendere un innocente, visto che hai citato i casi di Tortora e Cagliari, o chi come Claudio si è imbattuto in questo percorso. Però non dimentichiamo che chi delinque temo non abbia problemi di coscienza e non gliene importa una beata fava della lungaggine dell’iter. Oh sia chiaro @Gigi63 la mia si riduce ad una semplice deduzione da ignorante in materia e sono cose che ti direi anche a voce qualora ce ne fosse l’occasione…senza malizia alcuna e con il massimo rispetto per la professione che eserciti.
Quoto. E' quello che ho sempre detto al mio avvocato, prima e durante il processo: "Ricorda che il tuo peggior cliente è il cliente innocente, perchè con lui non puoi avere margini di manovra, l'unico verdetto possibile è l'assoluzione."
Eh, purtroppo mi tocca lavorare.... ma non mi lamento! Giusto ieri ero al telefono con una tizia di TIM (Telecom Italia), che a fine mese andrà in pensione e si definiva "vecchia"...... a 55 anni!! Alla faccia dello scivolo: uno scivolone!
Pare di si. Immagino non si tratti di Quota 100 (dato che la suddetta avrebbe dovuto iniziare a lavorare a 10 anni). Più probabile sia frutto di qualche accordo sindacale tra l'ex azienda telefonica di stato e l'INPS per svecchiare l'organico. Non dimentichiamo, infatti, che ormai da tempo i dipendenti TIM hanno diritto a diverse giornate di vacanza extra su base settimanale o mensile per quella che definiscono "solidarietà espansiva".
Ingrati!!! Invece di essere contenti ad avere ancora i capelli!! Ma sei negli states? Fossi in te resterei li!
Macchè.... trevigiano as usual..... però con 'sto cavolo di covid mi sono già saltate almeno un paio di gite negli States: il mio nuovo CEO ha detto che forse ad ottobre ci si vede di persona.