Fatti e misfatti Però convieni con me che questa maggioranza è mooolto lontana da quella uscita dalle elezioni del 2013, ed anche i programmi credo siano diversi (credo eh, così a naso).
Fatti e misfatti Hai dimenticato / omesso la parola indiretta. Il popolo elegge il parlamento. Il parlamento elegge i ministri. Mi sembra che qui siamo lontanucci da ciò che il popolo nel 2013 ha votato
Fatti e misfatti No bisognava mandare a casa Napolitano, il quale invece di sciogliere le camere e indire nuove elezioni ha fatto quel che tutti sappiano.
Fatti e misfatti Mettetevi d'accordo però! Prima dite che l'assetto costituzionale deve restare intatto altrimenti si rischierebbe una autoritaria e poi vi lamentate se un presidente della repubblica usa i suoi poteri costituzionali. Alex Alex
Fatti e misfatti Ah no ? Oh caxxo e io che pensavo che l'art. 1 e l'art. 94 della costituzione fosseero ancora in vigore, e che la parola democrazia avesse ancora il significato che i greci gli avevano dato. Che stolto che sono. Art 1 « L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » Art. 94 Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Mai sentito parlare di democrazia diretta è democrazia rappresentativa o indiretta? Quando un governo perde la fiducia o si dimette il presidente può fare varie cose. Quella fatta da Napolitano avrebbe dovuto essere una scelta a tempo e non permanente. Dopo monti le camere andavano sciolte.
Alex non ti arrampicare sugli scogli:) Il popolo ha eletto questi parlamentari e loro in base al potere conferitogli dalla costituzione hanno dato la fiducia a questo esecutivo.
Fatti e misfatti Vabbe' mi arrendo, tanto a te piace dirigere il gregge :P /emoticons/tongue@2x.png 2x" width="20" height="20"> :P /emoticons/tongue@2x.png 2x" width="20" height="20"> :P /emoticons/tongue@2x.png 2x" width="20" height="20">
Ma perchè i precedenti governi, non si sono lamentati di questa legge elettorale quando l'hanno fatta?
Prendere 10k al mese non facendo quasi un pazzo: credo che nessuno starebbe molto a sottilizzare, non credi ? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
Fatti e misfatti la legge elettorale è stata dichiarata incostituzionale, ma nulla cambia nell'architettura costituzionale nella nomina del governo. Sta di fatto che il vostro motto: " questo governo è illeggittino perché non è stato eletto dai cittadini" è e resta una panzana.
Il suo amato governo è una panzana: cosa deve succedere perchè se ne accorga anche lei ? /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
Fatti e misfatti Brunetta e Silvio lo ripetono in tutte le interviste che il governo è illeggitimo, peccato pero' che quella legge elettorale l'hanno votata.
Fatti e misfatti Ma è stata dichiarata incostituzionale. Serietà vorrebbe che si sciogliessero queste camere e si rivotasse. Ma la serietà non fa parte della cultura politica italiana.
Fatti e misfatti Riporto di seguito un articolo che esplica meglio il mio pensiero è che condivido nel l'analisi della situazione: sono legittimi i governi Monti, Letta e Renzi? La risposta è sì. Quando i partiti in campagna elettorale “candidano” un proprio esponente alla Presidenza del Consiglio, non è altro che una promessa elettorale, perché non è prevista l’elezione del Capo del Governo, a differenza dei sistemi presidenziali (Stati Uniti) o semi-presidenziali (Francia). Tuttavia qualcosa di anomalo c’è. Se dal punto di visto formale la disposizione e la prassi sono state rispettate, ci sono dei risvolti critici in tutto ciò e che investono l’intero rapporto tra forze politiche, Parlamento e Governo. E’ anomalo che un extraparlamentare come Renzi, forte del risultato delle primarie, si senta legittimato a prendere accordi con un altro extraparlamentare (Berlusconi) su legge elettorale e riforme e a sfiduciare il Governo in carica, il tutto senza passare per una mozione di sfiducia proposta dal Parlamento e senza che il Governo stesso chieda una verifica al Parlamento, con il Premier che si dimette senza battere ciglio. E’ un fatto senza precedenti, in cui il Parlamento è stato completamente bypassato. Quella di ignorare il Parlamento e la dialettica parlamentare è una prassi inaugurata da Berlusconi, caratterizzata da frequenti incontri in sede privata (non istituzionale) con 3-4 persone per definire decisioni importanti. Ricordiamo l’incontro del ’94 tra Berlusconi, Violante, D’Alema e Letta (Gianni), a casa di quest’ultimo, in cui i due pidiessini davano piena fiducia al cavaliere, con la promessa (questa sì, mantenuta) che non avrebbero fatto nulla contro il conflitto di interessi del cavaliere e che gli avrebbero permesso di mantenere le sue televisioni nonostante una sentenza della Corte Costituzionale imponesse di venderne una. Il famoso “patto della crostata” fu un accordo del 1997 sulle riforme costituzionali deciso nuovamente a casa di Gianni Letta, alla presenza di Massimo D’Alema, Franco Marini, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. D’Alema avrebbe dato nuovamente rassicurazioni sulle tv mediaset, impedendo l’approvazione di un regolamento che avrebbe costretto il cavaliere a vendere una rete privata e promuovendo la nomina di un presidente in Commissione di vigilanza RAI non ostile (Claudio Petruccioli). Nel 2003 i “quattro saggi di Lorenzago”, quattro esponenti dell’allora maggioranza di centrodestra, si riunirono in dimora privata per scrivere la riforma di tutta la seconda parte della Costituzione. Erano Andrea Pastore (FI), Francesco D’Onofrio (UDC), Roberto Calderoli (Lega Nord), Domenico Nania (AN). Il lavoro fu poi sottoposto al Parlamento che lo approvò con i soli voti della maggioranza. Il referendum confermativo bocciò poi la riforma. Non c’è quindi tanto da meravigliarsi se Renzi si incontra in sede privata con Berlusconi per trovare un accordo politico. E’ la continuazione di una vecchia prassi, nata vent’anni fa. E’ una cattiva abitudine che ha portato all‘indebolimento progressivo del prestigio e del ruolo del Parlamento, che non fa altro che seguire le istanze che provengono dal Governo o addirittura dall’esterno delle istituzioni stesse. Negli ultimi anni si è assistito ad un ruolo sempre più marginale del Parlamento, anche nella produzione legislativa. Sono andati via via aumentando il numero di decreti legge emanati dal Governo, che per loro natura devono avere il carattere di necessità e urgenza, un requisito raramente soddisfatto. Le Camere sono poi chiamate a convertirli in legge, con tempi contingentati, dove non c’è spazio per la discussione. E’ sempre più frequente il ricorso alla “questione di fiducia”, cioè ad una sorta di ricatto con cui il Governo dice alla maggioranza che lo sostiene: “O approvate il disegno di legge così com’è, oppure cade il Governo”. Insomma, il problema è che l’unico organo rappresentativo, espressione della volontà popolare, già compromesso con una legge elettorale che non permette di scegliere il nome dei propri rappresentanti, sta perdendo sempre più importanza e prestigio a favore di volontà politiche esterne, decise dai vertici di partito i quali intrattengono rapporti molto stretti con i vertici del mondo della banche, delle assicurazioni, dell’editoria, dell’edilizia, dell’industria.