Senza contare che la Banca, quando propone i suoi prodotti HA IL DOVERE di illustrare specificatamente i rischi ad esso connessi. Secondo voi a quanti è stato detto “ guarda se compri questo avrai tassi altissimi ma il rischio che un giorno tu possa perdere tutto CAPITALE compreso c’è “. Ma non sei senza porto d’armi?
Dimmi quale investimento (finanziario) te lo garantisce, ovviamente se nel rischio si include anche il default dell'emittente, perché nel caso specifico di questo stiamo parlando. Se invece parli di investimenti che possono azzerare anche il capitale a seguito di "normali" andamenti di mercato (quale potrebbe essere uno strumento derivato), sono d'accordo con te, ma non è questa la casistita principe delle perdite originate dalla banca della mia provincia, lì si parla di azioni e obbligazioni (che in teoria il capitale te lo garantiscono).
In teoria. In pratica si è visto. Il ragionamento non fa una grinza ma ... tu credi che chi vendeva queste sole non fosse a conoscenza dei bilanci o delle magagne della propria società? Quanti dipendenti della suddetta banca ( e delle altre) avevano investito loro stessi in tali prodotti? Credo che la percentuale si attesti ad uno 0, con tanti zeri a seguire. E questa a casa mia si chiama truffa. Che poi a risarcire non si debba essere noi con i soldi delle ns. tasse sono d’accordo ma veder finire in galera questi signori e sequestrare loro anche i denti in porcellana mi sembra il minimo sindacale
Purtroppo, e sottolineo purtroppo, tra il cliente finale e chi effettivamente è consapevole di quanto sta succedendo c'è una tale catena di passaggi, in termini di posizioni, ruoli e responsabilità che francamente il collegamento non è così diretto. Il pensionato del mio esempio precedente, aveva contatti con l'impiegato della filiale il quale sapeva che la proposta che stava facendo veniva descritta in maniera "semplificata" (ad essere generoso), quindi è responsabile per aver rifilato la sola? Secondo me si, ma non perché consapevole di vendere fuffa (non sono così ottimista nel pensare che i dipendenti sapessero leggere il bilancio oltre i numeri riportati), molto più semplicemente lui vendeva perché gli erano stati dati degli obiettivi e tra il bonus e il bene del cliente, chi vinceva secondo te? Purtroppo, e sottolineo purtroppo, più della percentuale che hai scritto sopra.
Tu credi che siamo in molti in ancha a saper veramente leggere un bilancio? Piccolo esempio: cancellazione di un debito a saldo e stralcio, iscrizione nelle passività a 100, esempio, pagamento concordato a 50. Responsabile banca: come sarà gestita la plusvalenza? Responsabile azienda: nessuna plusvalenza, sarà registrata come insussistenza. Responsabile banca: ...
Ok non dubito di quanto dici circa dipendenti solati a loro volta, e nemmeno do a loro la colpa di aver venduto Fuffa. La responsabilità è di chi diceva “ vendete a più non posso”. Ben inteso non dico che in capo a chi ha acquistato non vi sia una responsabilità nell’aver acquistato a cuor leggero certa spazzatura ma converrai con me che le capacità del pensionato di saper leggere un bilancio sono assai inferiori rispetto a quelle di chi invece con i numeri ci lavora. E nemmeno è richiesto che debba averle o che si debba prendere l’onere di vederli i bilanci, visto che è precipuo dovere di chi vende darti tutte le informazioni dettagliate sul prodotto che vende. Non dico che se voglio acquistare azioni di una banca mi metta a fare una sue diligence ma ( e qui faccio la domanda perché posso solo ipotizzare la risposta) che dati da sottoporre ad eventuale analisi sono stati forniti agli acquirenti?bilanci? Sito internet? O solo frasi del tipo “stai sereno, le ho anche io” ?
@Alebmwx3 La brochure cominciava con queste parole: "Quanta fretta, ma dove corri, dove vai Se ci ascolti per un momento, capirai Lui è il gatto ed io la volpe, stiamo in società Di noi ti puoi fidare"
Nel frattempo... Finalmente mi è arrivata la email... Lunedì si vota su rousseau!!! Sono mesi che aspettavo questo climax..
Il concetto di distinzione tra classi sociali è antico quanto l'uomo. Un'antica leggenda nordica narra del dio Heindel che da tre diverse donne ebbe tre figli i quali furono i capostipiti delle tre categorie sociali. Thraell, il servo che aveva ruvide le mani e la faccia, curve le gambe e la schiena, grosse le dita. Karl il contadino rosso di capelli e di viso. Jarl, il conte dai chiari capelli, dalle guance lucenti e dagli occhi acuti come quelli di un giovane drago. Thraell sposò Tir, una fanciulla dal naso camuso e, tutti i suoi figli e nipoti furono schiavi come lui. Karl sposò Sùor ed ebbe una lunga discendenza di contadini. Jarl, che sin da bambino si trastullava con le armi, conquistò terre e accumulò ricchezze, sposò la saggia Erna che gli diede molti figli, che conservarono di generazione in generazione il dominio e la signoria... Ergo, il veneto (inteso come cittadino) ha sicuramente origini contadine ma, stante la sua genetica dello sgobbone infaticabile che non chiede nulla a nessuno, ha maturato sì capitali che gelosamente conserva e ricapitalizza, ma allo stesso tempo ha acquisito - paradossalmente - una nobiltà che non decaderà mai: quella d'animo!