tutti ricordano solo ed esclusivamente il vajont e la sua diga, che peraltro è rimasta anche su e non si è assolutamente mossa dalla sua posizione. la colpa è di più persone e di più fattori. all'epoca il regolamento che regimentava la costruzione di grandi serbatoi non prevedeva lo studio della stabilità dei versanti. pensate che lo stesso Karl Terzaghi propose di introdurre tale regola nella normativa a riguardo (il giorno prima del 9 ottobre 1963, per la precisione) e tale proposta venne addirittura bocciata.. in corso d'opera, quando si scoprì la "portata" della massa franante, il buon ing. Semenza pensò bene di progettare e mettere in opera la "galleria di sorpasso", che ebbe ragione di essere progettata soprattutto in seguito all'evento del 9 ottobre 1963. fra le varie proposte per ovviare al movimento franoso, ci fu anche una galleria drenante da costruire NELLA frana, soluzione che fu adottata poi con successo in una diga degli USA i cui versanti presentavano lo stesso identico problema del vajont. a parte la divagazione informativa, pochi ricordano la diga del Gleno (valle di Scalve) il cui tampone centrale crollò sotto la spinta idrostatica il primo dicembre 1923 (da notare che l'opera era in funzione a regime da 2 giorni). si scoprì poi che l'impresa costruttrice realizzò l'opera con calcestruzzo 100-150 Rck in luogo del 250 Rck in progetto..in pratica fecero una diga in "calcina" invece che in calcestruzzo, giust per capirsi. pochi ricordano la diga di Molare, la cui diga secondaria (costruita per aumentare la capacità d'invaso) crollò (pare che letteralmente abbia scivolato sugli strati di roccia in franappoggio) il 13 agosto 1935 in seguito al verificarsi di un evento di precipitazione con tempo di ritorno 1000 anni.. il problema pare fosse determinato dagli scarichi di superficie..si dice che al momento del crollo il tirante sopra la strada a coronamento dell diga secondaria fosse di 2.5 metri, fate voi.. (da notare fra l'altro che per le dighe in cls, i criteri di dimensionamento si rifanno al tempo di ritorno di 1000 anni) considerazione energetica: c'è da dire che ormai l'idroelettrico è poco indicato a sostegno della richiesta di energia delle comunità. ormai è utilizzato per compensare i picchi giornalieri, in funzione dell'estrema flessibilità che ha nella messa in macchina. solo per fare un esempio, alla centrale del Fadalto c'è un "mini impianto" parallelo (completo di turbina e tutto) con la funzione di produrre energia all'istante per poter attivare il resto della centrale di produzione anche in completa assenza di energia. allo stesso impianto, di notte quando l'energia ha un costo specifico basso, si usa ripompare al lago di Santa Croce quanto si è macchinato durante il giorno (ovvero quando l'energia prodotta è molto pregiata) spesso le centrali idroelettriche vengono utilizzate come ausilio energetico alle centrali termoelettriche, le quali se hanno un fermo inaspettato hanno bisogno di molto più tempo (e molti $oldi) per andare a regime ovvero riattivarsi
Conosco bene la storia del Vajont, la mia era solo una constatazione, l'opinione pubblica è stata shockata da ciò. Non c'era nessuna considerazione personale nella mia affermazione. Fosse per me, una volta caduta la frana, avrei cercato di utilizzare comunque la diga con la poca acqua disponibile, visto che ormai il peggio era accaduto.
si hai ragione, è che ogni volta che mi salta in bocca il discorso mi lascio andare le costruzioni idrauliche sono "la mia vita" scusami!