la casa non e' cadente, affatto. ci abitano dentro. piu' che altro verra' fatto un mutuo per restaurarla internamente, dividere la casa (molto grande) ricavando un appartamento per i suoi (non vogliono piu' casa grande, sono stra stra stufi,l utilizzerebbero da usufruttuari). il discorso di foto per sicurezza non lo faccio, per un semplice motivo. ci deve essere correttezza da ambo le parti, e ho gia' detto alla mia meta' chiaramente che voglio creare qualcosa di MIO. ora, gia' mi infastidisce avere questo grosso aiuto (nella mia vita ho fatto sempre tutto da me), pero' dopo 30 anni da "ospite" non voglio continuare ad esserlo da un altra parte. sono un uomo, dopo tutto.con il mio amor proprio. esatto. sono per il patti chiari, amicizia lunga. diciamo che sei stato molto fortunato, e moooolto fortunata anche la tua compagna, Giulio. poi, discorso venale, io ribadisco lo faccio per tutelare il miofuturo, non solo il suo. sono egoista??forse, ma anche realista.
Luca, credo che nel tuo caso specifico, la cosa migliore sia pagare a metà il ripristino, se possibile, e a debito saldato, acquisire spendendo a metà un secondo bene, messo a reddito, ma a te intestato, il reddito deve essere usato per pagare il mutuo, ma alla fine lei si trova con una ristrutturazione da x in mano, e tu con un bene immobiliare da x in mano, facilmente sarà un box auto o 2.
E' buffo... Proprio in questi giorni stavo pensando a questa cosa. A brevissimo inizierà il processo di acquisto della casa. A valle di questo, non mi dispiacerebbe provare ad avere un figlio. Le pippe che mi faccio sono: Cavoli, la casa la stiamo comperando 50%-50%. Lei lavora ed io lavoro. Assieme portamo a casa due ottimi stipendi D'altro canto la nostra vita "assieme" è molto limitata visto che io sono via tutta la settimana per lavoro. Lei è una workalcoholic, e se resta a casa mi muore di inedia. Io non ho intenzione di mollare il mio lavoro e la mia carriera. Quindi forse non dovremmo prendere casa assieme, visto che non abbiamo mai fatto una vera "pratica". E forse non dovremmo fare un figlio. Pero' poi penso ai miei. Entrambi hanno sempre lavorato. Il tempo, quantitativamente, che hanno passato con me è stato sicuramente inferiore a quello vissuto da miei amici in cui uno dei due genitori non lavorava. D'altro canto, a livello qualitativo, è stato sempre di altissimo livello. E alla fine non sono cresciuto male, tuttaltro (peccando di presunzione, forse, ma conscio che merito non è stato mio). Alla fine sono arrivato all conclusione che non esiste una ricetta preconfezionata per la "soluzione perfetta". Ci si metterà in gioco anche su queste due cose e vedremo, con il tempo, se la sceltà sarà stata quella giusta.
Ale, ho conosciuto mia moglie il 17 Febbraio 2001, mi sono sposato il 9 Giugno 2007, ed Emanuele (che vedi in firma) è nato il 22 Gennaio 2009. Mai e poi mai, già solo il Gennaio 2001, avrei detto che la mia vita sarebbe andata così. Si, bisogno fare delle scelte. Scelte che comportano sacrifici e rinunce. Ma credimi: titto viene ripagato con gli interessi. Chiaro è che, a mio modo di vedere le cose, non si può pensare ad una famiglia compatta, se oggettivamente non si allenta la cinghia del pretendere per noi stessi. La famiglia è, in un certo modo, un "lavoro" in cui si è soci al 50% (moglie e marito). Se uno dei due non da il 100%, si fa presto a far saltare "l'attività". E poi, oltre a ritrovarsi con il culo per terra, si manda anche in malora "i dipendenti" (i figli). Se invece si da il massimo, i ricavi per i "titolari" ed i "dipendendi" sono enormi. fate le scelte giuste, SIA PER VOI, che PER I FIGLI. E rinunciate a qualcosa, se potete. Alla fine non è un verop e proprio "rinunciare", ma semplicemente un "dedicarsi ad altro". Con affetto, Alex
Io non la vedo affatto come una scorrettezza, è una buona abitudine da tenere in tutto.Io mando una mail di conferma anche dopo le telefonate con i colleghi. E' una questione di linearità, elimina sul nascere qualsiasi discussione.
e chissà se da oggi la legislazione italiana non abbia un occhio di riguardo anche per i maschi divorziati