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Democrazia rappresentativa

Discussione in 'Politica' iniziata da Cyrano, 29 Aprile 2010.

Status Discussione:
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  1. 996GT3

    996GT3 Presidente Onorario BMW

    20.769
    859
    11 Novembre 2005
    Reputazione:
    80.193
    330i E91 Attiva, Mini One D
    Il problema è Berlusconi o tutto il sistema?

    Perchè se il problema fosse solo Berlusconi sarebbe molto facile risolverlo.

    Ho invece paura che questo discorso valga un po' per tutti, motivo per cui ciascun elettore vota per chi ritiene meno peggio tappandosi il naso.

    La DC ha ha governato l'Italia per anni, più che per consenso diretto ha riscosso successo perchè metteva insieme tutti gli anticomunisti.
     
  2. Beppe.r

    Beppe.r Secondo Pilota

    791
    52
    2 Luglio 2008
    Reputazione:
    15.860
    BMDABALIU 118d E87 ATTIVA
    Il discorso è in generale, e riguarda un po noi che votiamo chi non merita, ed un po loro che non fanno una bella legge che esclude certi politici.

    Poi i politici pensano, "ma quanto sono deficenti i nostri elettori", e allora fanno i porci comodi ancor di piu tanto male che vada sarò rielettò.

    Che senso d'impotenza che ho, mamma mia.
     
  3. 996GT3

    996GT3 Presidente Onorario BMW

    20.769
    859
    11 Novembre 2005
    Reputazione:
    80.193
    330i E91 Attiva, Mini One D
    Credo che sia anticostituzionale fare una legge che vieta a specifici individui di essere eletti. Al più si può fare una legge per far si che l'eletto sia in possesso di certi requisiti.

    Altrimenti sono discorsi da bar.
     
  4. Beppe.r

    Beppe.r Secondo Pilota

    791
    52
    2 Luglio 2008
    Reputazione:
    15.860
    BMDABALIU 118d E87 ATTIVA
    Certo, il certificato penale, ma siamo anche noi che abbiamo le bende agli occhi.

    Obama ai candidati del suo partito lo chiese, qui invece sei accolto a braccia aperte se il certificato è macchiato :confused:
     
  5. 996GT3

    996GT3 Presidente Onorario BMW

    20.769
    859
    11 Novembre 2005
    Reputazione:
    80.193
    330i E91 Attiva, Mini One D
    In linea di massima concordo.

    Ma se la gente sa e nonostante ciò lo vota lo stesso evidentemente gli va bene così.

    A questo punto valutiamolo per le capacità di politico e non per la fedina penale.

    Comunque credo che il discorso fosse un altro e cioè la consuetudine italiana dell'eletto, anche incensurato e candido, di non avere a cuore la propria missione.
     
  6. Beppe.r

    Beppe.r Secondo Pilota

    791
    52
    2 Luglio 2008
    Reputazione:
    15.860
    BMDABALIU 118d E87 ATTIVA
    Ho l'impressione che fai riferimento ad un politico in particolare, cmq è questo il concetto sbagliato di un buon 50% degli elettori.

    L'idea che un politico pur essendo stato condannato ma capace può essere eletto non deve esistere, deve essere cancellata dalla nostra cultura.

    Ci sono tanti altri politici anche piu capaci, allora chi ha sbagliato, fuori, a raccogliere le patate.

    Questi sono lupi, e noi che facciamo ? gli affidiamo gli agnellini, "mi raccomando trattateli bene". Si come no.....:mrgreen:
     
  7. Bach

    Bach

    13.277
    1.897
    24 Gennaio 2007
    Liguria
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    10.254.460
    Prinz L
    Dentro di me aleggia la incredula speranza che gli Italiani sapranno rivoltarsi al lordume che la classe politica tutta (o in gran parte) emana.

    Non credo nel partito del non voto, i politici se ne infischiano se la maggior parte degli elettori se ne sta a casa, a loro basta il voto di chi frequenta i seggi.

    In Italia non ci sono regole che determinano chi è degno di sedere in parlamento, all'interno della camera e del senato troviamo un mare di pregiudicati al quale può tenere testa solo gli occupanti di un penitenziario. ](*,)

    Con l'eliminazione delle preferenze ci è stato tolto anche l'ultima possibilità che avevamo per cercare di scegliere le persone.

    Come dicevo in apertura, sono fiducioso, il popolo Italiano ha dimostrato nei millenni di sapersi risollevare.

    Io a votare ci sono sempre andato, a volte ho turato il naso, altre volte votai con entusiasmo.

    ... Aspettiamo il messia...
     
  8. Cyrano

    Cyrano Secondo Pilota

    712
    43
    7 Aprile 2009
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    46.966
    BMW 320d Cabrio E93
    a mio avviso é il sistema basato sui partiti ad essere fondamentalmente, radicalmente inadeguato

    se il parlamentare risponde al partito e non ai suoi elettori, a chi andrà la sua lealtà?
     
  9. on a friday

    on a friday Presidente Onorario BMW

    6.337
    946
    9 Gennaio 2009
    Reputazione:
    90.505
    E81 120d Attiva - R 1200 GS
    Interessante editoriale di Ostellino

    Nessuno sembra essersi accorto che la situazione della Grecia è la sindrome della crisi dello Stato moderno. L’Unione Europea ha salvato la Grecia; che, ora, deve curare se stessa. Ma è qui che — al di là della contingenza greca— emerge, appunto, sotto il profilo storico e teorico, la crisi dello Stato moderno. Il quale, da un lato, è responsabile della disastrosa situazione finanziaria in cui si trovano anche altri Paesi dell’Unione Europea; e, dall’altro, è incapace di uscirne se non (ri)confermando la propria natura e i propri limiti.

     


    Se lo Stato fosse, come dovrebbe, al servizio del cittadino, e non viceversa, la «cura» del governo greco dovrebbe consistere, soprattutto, nella cancellazione degli enti inutili, nella riduzione degli sprechi, nel contenimento della burocrazia, nella lotta alla corruzione e alle complicità politico- finanziarie. In una parola: nella riforma di se stesso.


     


    Invece, saranno tagliati, con le pensioni, i salari, bloccati aumenti e assunzioni nella Pubblica amministrazione; aumentata l’età pensionabile — settori di spesa sui quali la politica aveva raccolto finora consensi, a scapito dell’equilibrio di bilancio — aumentata l’Iva e tassate una tantum le imprese. È lo Stato moderno che, adesso— dopo averne assecondato i vizi — divora i propri cittadini per salvare se stesso. Né, a temperarne le ambigue oscillazioni fra centralismo e individualismo, valgono le misure di liberalizzazione di alcune professioni, del mercato del lavoro e di settori protetti dalla concorrenza, le privatizzazioni e la vendita di proprietà pubbliche decise dal governo di Atene. È, se mai, l’illusione di contemperare l’eccesso di intermediazione pubblica — ormai insostenibilmente costosa — con parziali misure liberali che rischiano unicamente di favorire gli interessi organizzati invece di quello generale. La perpetuazione di un equivoco. Non una politica. Lo Stato moderno—nella presente situazione di contrazione economica — tende formalmente a (ri)proporsi come mediatore fra la pluralità di interessi in gioco, ma finisce col favorirne, di fatto, alcuni e penalizzarne altri, nella distribuzione delle scarse risorse.


     


    Non è un caso, infatti, che, di fronte alla crisi economica mondiale, anche chi auspica la riduzione della pressione fiscale per rilanciare lo sviluppo abbia, poi, molte difficoltà a proporre una riduzione della spesa pubblica che ne dovrebbe rappresentare l’indispensabile premessa.



    Quando il peso dell’apparato dello Stato ha raggiunto una certa massa critica, è pressoché impossibile ridurlo anche perché, in realtà, dietro all’affermazione dell’interesse generale esso nasconde gli interessi degli uomini che ne fanno parte. In tale contesto, la riduzione della pressione fiscale diventa inattuabile perché — come spiega bene la scuola di Public Choice— «se i governanti offrono beni pubblici in cambio di voti, gli elettori, dal canto loro, si comporteranno come consumatori razionali di tasse» (in Luigi Marco Bassani: «Dalla rivoluzione alla guerra civile – Federalismo e Stato moderno in America 1776-1865», ed. Rubbettino). Invece di ridurre tutta la politica europea a rapporti giuridici (il Trattato di Maastricht com’è o rivisitato), forse, andrebbe fatta una seria riflessione sulla crisi dello Stato moderno e della democrazia rappresentativa.
     
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