Diverse compagnie si apprestano a ritoccare al rialzo i prezzi consigliati per la benzina senza piomboe il gasolio con servizio per via del caro petrolio. Da domani, in particolare, l'Agip consiglierà ai propri gestori un prezzo di 1,396 euro per la benzina, +0,022 euro rispetto a 1,374 rilevato dal ministero dello Sviluppo Economico il 3 gennaio, e di 1,317 euro per il gasolio (+0,018 euro); la Q8 di 1,396 euro al litro per la benzina, con un incremento di 0,010 euro, e di 1,317 euro per il gasolio (+0,08 euro); la Esso manterrà invariato il prezzo della benzina, a 1,377 euro, mentre aumenterà quello del gasolio, a 1,307 euro con un incremento di 0,003 euro.
ho quasi il pieno fatto fra l'altro con una scheda di punti Esso con la quale mi son fatto dare 6,80 euro indietro invece del premio del casso
Cristo. per curiosità,il 70% di accise cosa vanno a finanziare? perchè vedo che paghiamo paghiamo ma non otteniamo mai un kazzo in cambio?
...la guerra in libia il terremoto in irpinia il crollo della diga del vajont... ma i compagni mica avevano introdotto con la nuova finanziaria un calmiere?
fermo non sei credibile come me ma siamo sempre un paio di livelli sopra quei buffoni patentati, laureati e con master in materia di buffonaggine
Bravi, Grezie... Io però aspetto i 1,4 per stappare la bozza [FONT=Verdana, Arial, Helvetica][FONT=Verdana, Arial, Helvetica] Riporto un articolo del Corriere della sera dell' 8 agosto 2007:[/FONT][/FONT][FONT=Verdana, Arial, Helvetica][FONT=Verdana, Arial, Helvetica] Quando ci rechiamo al distributore per fare benzina contribuiamo a sostenere i soldati italiani impegnati nella «guerra d’Abissinia», ovvero il conflitto in Etiopia (durato sette mesi) prima della Seconda Guerra Mondiale. Nel 2007, contribuire a una guerra cominciata nel 1935 e finita nel 1936, quindi oltre 70 anni fa, potrebbe sembrare uno scherzo. E invece no. Paghiamo, ancora adesso (in euro, ovviamente), l'accisa di «una lira e 90 centesimi al litro» stabilita proprio per il finanziamento di quella guerra. E non finisce qui. Per la crisi del Canale di Suez del 1956 era stata stabilita un'imposta di 14 lire al litro. Fa ancora parte del prezzo attuale. E, via via a seguire. Ci sono per esempio 205 lire e 22 lire decise rispettivamente per le missioni in Libano (nel 1983) e in Bosnia (nel 1996). Il totale, di 485,90 lire tradotto in moneta attuale fa circa 25 centesimi di una tantum su ogni litro per tutte le voci che si riferiscono alle vecchie accise via via decise dai vari governi. 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935 14 lire per la crisi di Suez del 1956 10 lire per il disastro del Vajont del 1963 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966 10 lire per il terremoto del Belice del 1968 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980 205 lire per la missione in Libano del 1983 22 lire per la missione in Bosnia del 1996 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 DOPPIA TASSA - A comporre il prezzo dei carburanti contribuiscono infatti queste tasse una tantum legate ad avvenimenti bellici o a disastri naturali che, insieme alle tasse vere e proprie, rendono la parte «contributiva» sul prezzo della benzina in Italia piuttosto elevata. Secondo l’Associazione consumatori per ogni 25,82 euro (le vecchie 50mila lire) di benzina pagati al distributore ben 18,07 (35 mila lire) sarebbero di tasse tra accise e Iva. La polemica in corso dipende dal fatto che il prezzo del carburante in Italia è cresciuto proprio all’inizio delle vacanze 2007. Il gasolio, con 1,173 euro al litro, è il più caro di tutta l’Europa seguito dalla Germania a quota 1,139: come dire 3,4 centesimi in più al litro, mentre rispetto a Francia e Spagna siamo più cari di 6 e 8 centesimi. Per quel che concerne la benzina verde, invece, in Italia (ultimo prezzo medio 1,149 euro) siamo al terzo posto dietro a Olanda (1,370 euro) e Portogallo (1,363). Occorre ricordare che l’Iva viene calcolata, oltre che sul prezzo della benzina, anche sull’accisa. Quindi si ha una «tassa sulla tassa» che provoca un’ulteriore lievitazione del prezzo finale. PRELIEVO - In altre parole quasi due terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo è in tasse e il gettito per l’erario cresce all'aumentare del prezzo al consumo: per ogni 0,051 euro di aumento del prezzo al distributore lo Stato guadagna di sola Iva lo 0,008 euro in più al litro. Questa «tassa sulla tassa» porta gli automobilisti a pagare un’imposta del 50% circa sul Gpl, del 64% sul gasolio, del 70% sulla benzina.[/FONT][/FONT]
Le accise sono: 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004 per un totale di circa 25 centesimi che se eliminati sicuramente sarebbero il sollievo di molti automobilisti e soprattutto delle loro tasche, come se non bastasse sulle accise si paga anche l’iva, come a dire una tassa sopra altre tasse, quasi comico a dirsi. Ma facendo una riflessione, sapendo che il nostro Stato è praticamente sempre alla ricerca di denaro rinuncerebbe così facilmente ad un’entrata così elevata? Oppure cercherebbe di recuperare quella cifra con qualche altra nuova tassa?… Inoltre con un riduzione di tale portata sul prezzo della benzina quasi sicuramente aumenterebbero i consumi e di conseguenza anche l’inquinamento nei centri abitati, con tutti i lati negativi che ciò comporta, salute, centri città chiusi al traffico, targhe alterne e via dicendo. Forse è davvero giunto il momento di iniziare ad investire risorse nella ricerca di forme energetiche veramente alternative.
pensa te il paradosso. Noi che siamo "contenti" se la benzina costa 1.32€/litro, quando negli stati uniti con 1.32€ se ne prenderanno 3-4 di litri. E il petrolio è lo stesso, lo paghiamo tanto quanto loro, soltanto che loro non hanno il 70% di imposte statali