2000: Michael Schumacher 2001: Michael Schumacher 2002: Michael Schumacher 2003: Michael Schumacher 2004: Michael Schumacher 2005: Fernando Alonso 2006: Fernando Alonso 2007: Kimi Raikkonen 2008: Lewis Hamilton 2009: Jenson Button La decade si apre col pokerissimo di Michael Schumacher alla guida della Ferrari. Nel 2000 riporta il titolo Piloti a Maranello mettendo fine ad un digiuno di 21 anni, il più lungo della storia della Ferrari in F1. L’analisi del quinquennio porta immediatamente alla considerazione del fatto che solo in un’occasione, nel 2003, il titolo Piloti viene conquistato da Michael all’ultima gara (Suzuka) mentre in tutte le altre quattro occasioni il titolo è vinto prima dell’ultimo GP. Nel 2000 è lotta serrata con la Mclaren di Mika Hakkinen e Michael è eccezionale a sovvertire la crisi di metà stagione mettendo a segno 4 vittorie di fila negli ultimi 4 GP della stagione Monza-Indianapolis-Suzuka-Kuala Lumpur. Il titolo Piloti diventa suo già a Suzuka. Nel 2001 Hakkinen entra in forma tardi vincendo la sua prima gara stagionale solo a Silverstone. Coulthard è più in palla del suo compagno di squadra in Mclaren ma non ha nemmeno lontanamente la stessa classe cristallina. Michael si laurea campione già a Budapest ad Agosto. Nel 2002 la supremazia di Michael è ancora più schiacciante e si laurea campione a Magny Cours a luglio. A maggior ragione col senno di poi si sarebbe dovuta evitare la cosiddetta “vergogna di Zeltweg”, gara in cui Barrichello fu obbligato dal box a cedere a Schumacher il primo posto all’ultima curva. La supremazia di Michael è tale ed il mondiale è deciso con talmente tanto anticipo sulla fine della stagione che la FIA decide di passare dal punteggio 10-6-4-3-2-1 ritenuto troppo a favore di chi vince più GP ad un nuovo sistema di punteggio 10-8-6-5-4-3-2-1 in vigore tutt’ora. Il vero e proprio scandalo sono i soli due punti a separare il primo ed il secondo classificato, cosa che quasi costa a Michael il titolo 2003 contro un Raikkonen che vince una sola gara (mentre Schumacher ne vince più di tutti) ma inanella una sequela lunghissima di secondi posti. Tutto va per il meglio e Michael si laurea campione a Suzuka al termine di un tribolatissimo weekend in cui arpiona l’ottavo posto finale in gara che l’avrebbe reso campione anche in caso Raikkonen avesse vinto il GP, vinto invece da Barrichello. Sistema di punteggio nuovo o meno l’anno seguente la Ferrari mette in pista una monoposto la cui superiorità sulla concorrenza è ancora più schiacciante della F2002 ovvero la F2004. Solo il suddetto nuovo sistema di punteggio lascia il mondiale Piloti aperto fino a Spa, dove Michael si laurea campione per la quinta volta consecutiva, la settima in carriera. Nel 2004 si vedono cose come l’arrivo delle due Ferrari in parata a Indianapolis o come vederle da ultima/penultima dopo il primo giro a Monza a prima/seconda all’arrivo
Anni 00 - seconda parte Per la Federazione è troppo e, come a fine 2002, si cerca di spezzare l’egemonia rossa. Questa volta ci riesce appieno: nel 2005 vengono stravolte le regole sull’aerodinamica e come da copione chi ha il benchmark della performance paga dazio più di tutti gli altri. La F2005 soffre della cronica incapacità di mandare in temperatura le gomme, che nel 2005 devono durare un weekend intero. Senza contare il fatto che contrariamente alla Michelin la Bridgestone offre pneumatici di qualità decisamente inferiore al costruttore francese. E’ l’anno del primo titolo di Alonso benché a detta di tutti l’uomo più veloce dell’anno è Kimi Raikkonen e la vettura più forte la sua Mclaren Mercedes, che però sconta un’eccessiva fragilità motoristica che spesso relega Kimi in fondo al gruppo per la sostituzione del motore tra prove e gara. Nel 2006 tornano i cambi gomme e la Ferrari mette in pista una vettura, la F2006 appunto, superiore alla Renault di Alonso ma bisognosa di più tempo per la messa a punto. Michael passa la stagione ad inseguire Alonso in classifica fino a raggiungerlo nel finale. Quando c’è possibilità di superarlo, a Suzuka, il suo motore cede mentre è in testa a 8 giri dalla fine. Alonso eredita una vittoria tanto fortunosa quanto immeritata ed i due si presentano all’appuntamento finale di Interlagos con le probabilità di Michael ormai ridotte al lumicino. Ad Interlagos tutto quello che può andare storto va storto: Michael lamenta un guasto all’alimentazione all’inizio del Q3 e deve rinunciare allo stesso, parte decimo. Al via è una furia e la sua macchina è di gran lunga la più veloce di tutte. Passando Fisichella quest’ultimo lo tocca con l’ala anteriore e Michael fora la gomma posteriore destra. Il tutto capita alla S di Senna, Michael fa un giro intero con la gomma bucata, rientra ai Box e riparte mentre sopraggiunge Massa (in testa) che non lo doppia per poco. Rimonta furiosamente fino ai piedi del podio e nel giorno del secondo titolo di Alonso tutti nessuno escluso parleranno solamente della gara di Michael, l’ultima della sua carriera. Il 2007 è l’anno in cui Raikkonen sostituisce Michael in Ferrari ma passerà alla storia come l’anno della Spy-story in cui vengono trafugati i dati della F2007 e passati alla Mclaren che li utilizzerà per ottimizzare la distribuzione dei pesi sulla propria F1 in modo da lavorare al meglio con la monogomma Bridgestone (fino all’anno prima la Mclaren montava le ormai ritirate Michelin). La Mclaren viene squalificata dal mondiale Costruttori ma i suoi due piloti, il debuttante Hamilton ed il neo arrivato Alonso paiono involati verso il fare del titolo Piloti una questione a 2. Ma la loro è una vera e propria faida alla quale si unisce l’errore di Alonso al Fuji (unica sua gara del 2007 fuori dai punti e gli costerà infinitamente perdendo il titolo per un solo punto) e quello incredibile di Hamilton a Shangai. Raikkonen vince 3 delle ultime 4 gare e grazie a Massa col trionfo di Interlagos fa suo il titolo. Nel 2008 con Alonso di rientro su una poco performante Renault le cose sembrano mettersi presto bene per la Ferrari, con Raikkonen saldamente in testa al piloti dopo la vittoria a Barcellona. Però accade l’impossibile ovvero Kimi si perde per strada complice pure il noto problema coniugale, Massa riesce a convincere il team a modificare la F2008 secondo le sue inclinazioni e Felipe diventa l’alfiere rosso per la lotta al titolo. Titolo che finirà alla Mclaren di Hamilton all’ultima gara in Brasile ove Lewis fa il sorpasso decisivo all’ultima curva del GP sulla Toyota di Glock. 3 gare pesano come macigni sulla Ferrari e su Massa: Kuala Lumpur dove Felipe finisce fuori mentre non riesce ad avvicinarsi a Raikkonen in testa, Budapest dove sta vincendo ma il motore lo abbandona a 3 giri dalla fine, Singapore dove c’è il deprecabile infortunio ai box col tubo del rifornimento che resta attaccato al bocchettone della Ferrari di Massa. E si arriva al 2009, altro mega cambio regolamentare a tutti gli effetti più pesante di quello 2004->2005. Vengono bandite tutte le appendici aerodinamiche, viene aumentata la larghezza dell’ala anteriore e contestualmente ridotta quella posteriore. Si torna alle slick. Mentre tutti si concentrano come accadeva fino al 1977 sui flussi d’aria sopra il corpo vettura Ross Brawn, membro del comitato che stila le regole per il 2009, si concentra ai flussi sotto il corpo vettura ed usa tutto il 2008 per allestire una vettura il cui fondo grazie ad un vero e proprio buco nella parte terminale assieme ad un profilo estrattore posteriore ai limiti del regolamento ottiene di fatto un effetto suolo senza la necessità di sigillare l’auto a terra con delle bandelle laterali sotto alle pance. Il più grosso problema per lui sarà il ritiro della Honda, al quale ovvierà subentrando alla proprietà che gli cederà la squadra per la cifra simbolica di 1 sterlina assieme a 100 milioni di € di fondo spese per la stagione 2009. Tanto basta per vincere mondiale Piloti e Costruttori nel più strano campionato degli ultimi 30 anni, in cui Ferrari e Mclaren sbagliano auto ma una delle due interrompe lo sviluppo mentre l’altra no, entrambe vincono delle gare ma senza mai essere in lotta per nessuno dei due campionati. Button vince 6 gare in meno di metà stagione e poi controlla agevolmente il suo vantaggio. Più che il suo compagno di squadra il cui ritorno di fiamma accende la seconda parte del mondiale chi è pericoloso e si gioca male le sue chances è Vettel sulla Redbull, che paga carissimi gli errori di Australia, Malesia, Singapore. Ma si rifarà, c’è di che starne sicuri.