Uno scrittore mediocre non vendo la quantità di copie vendute da Dan Brown, e non fa discutere nessuno. Se invece non ti piace il genere è un altro discorso. :wink:
1. la prima cosa che ho scritto è imho. 2. la popolarità di un'opera (specialmente se pesantemente veicolata dai media attuali) non ne fa necessariamente un'opera d'arte. 3. imho :wink:
1) IMHO è uno degli scrittori di gialli contemporanei più bravo 2) se istituzioni come la Chiesa si sono mobilitate con tutte le energie come accaduto per Il codice da Vinci significa che avevano paura, e le opere mediocri non fanno paura 3) IMHO posso anche dire che Schumi non sa guidare, ma questo non cambia una virgola dei risultati che ha ottenuto, per esempio
1) sono opinioni. ognuno ha le proprie (e meno male) 2) non credo che la chiesa abbia paura delle opere di dan brown, per giunta zeppe di temi già trattati da molti altri autori, spesso con maggiore rigore 3) è diverso. mentre le capacità di pilota di schumi, fatto salvo il fattore fortuna/sfortuna (che però praticamente si annulla per una carriera sufficientemente nulla), sono oggettivamente direttamente proporzionali ai suoi successi sportivi, dissento totalmente dal fatto che un'opera abbia tanto più valore artistico quanto più fa guadagnare al suo autore, o a quanto sia popolare nell'immediatezza della sua uscita. quanto, poi, alle discussioni generate dalle opere di dan brown, dubito fortemente che fra qualche mese ci siano ancora, al contrario, ad esempio, di quanto è successo per il nome della rosa di umberto eco :wink:
Sono opinioni certo, anche la tua lo è. Non sei oggettivo quando dici che Dan Brawn non sa scrivere (mediocre). E' un tuo giudizio di parte. :wink:
certo che è il mio è un giudizio di parte. l'oggettività del giudizio verrà col tempo da parte di chi è qualificato a farlo (leggi istituzioni accademiche), anche se riguardo all'arte in generale imho può essere condivisibile anche l'opinione che l'oggettività sia irraggiungibile :wink:
Ragazzi, dai, D.Brown è uno scritto, come altri. Non è nemmeno lontamente paragonabile ad un Follett, a Forsyth, ad un Ludlum, ad un Cussler (che a mio modo di vedere le cose ha esaurito purtroppo le argomentazioni e le scene), a un Patterson, a Connelly, etc..
non è che questi siano dei grandi scrittori in verità...forse è meglio definirli narratori interessanti, divertenti e commerciali
Elena, hanno scritto libri di spessore. Sia lessicale che narrativo. Mai parlato male di Brown. Dico solo che il tempo, gli anni, i libri, i consensi, e le millemilamilionate di copie vendute ci diranno, con il tempo, se è stato un "grande" scritto o meno. Ho volutamente citato scritto che apprezzo, ma del simil genere di Brown. non avrebbe avuto senso citarne di migliori (sicuramente) ma che oprano e spaziano in altri contesti.
mai detto che Brown sia uno scrittore di buon livello, è esattamente come quelli che hai citato, scrive testi curati, simpatici e moltoooo commerciali. Milionate di libri venduti non ci daranno lo spessore dei testi come l'audience di programmi trash o di film stupidissimi non ci danno lo spessore culturale degli stessi spettacoli. Tutt'altro, considerato il livello medio culturale italiano
Il Codice da Vinci ha venduto più di 70 milioni di copie nel mondo, è un fenomeno mondiale, non italiano. Per il resto concordo, profondità e commerciabilità non sono sinonimi. :wink:
è un bel libro con trama avvicente, ma vuoi mettere "Il Quinto Evangelio" di Mario Pomilio, trama meno avvicente ma stessa idea della Maddalena , e la scrittura incredibile da maestra di Pomilio :wink:, oppure come già citato "il nome della Rosa" ?
imho non ci stiamo intendendo. anche se è difficile classificare un'opera nella "narrativa di genere" o nella "narrativa letteraria", esistono tutte le gradazioni intermedie... se diamo uno sguardo alla classifica stimata delle vendite (a livello mondiale), com'è ovvio, troviamo quasi tutti i primi posti occupati da opere di "narrativa di genere" (che infattti, un tempo, era chiamata "narrativa popolare"). dunque non possiamo usare questo dato come discriminante per sostenere che, ad esempio, cent'anni di solitudine abbia un valore letterario inferiore al codice da vinci o ad uno qualunque degli episodi di harry potter :wink:
Con film e libri accade spesso che la critica stronchi opere che poi sono molto amate dal pubblico. La verità è che sono questioni solo soggettive, e l'unica cosa oggettiva e misurabile è il successo di pubblico.
superlativa la tua citazione di mankell, a quale libro stavi pensando? Questo? @t.a.g. quoto (come sempre)