ovvero come distruggere un'azienda: Gli operai celebrano il funerale della Ferrari “Così Marchionne mette l’azienda al tappeto” Altre due ore di sciopero, relazioni sindacali azzerate e un'azienda che era il modello dell'industria di famiglia all'emiliana che si prepara ad attraversare momenti bui. Nonostante i fatturati “Il 16 novembre si è spenta presso Confindustria la Ferrari. La Rsu ne dà il triste annuncio”. È quanto si leggeva nel manifesto, redatto come con la grafica dei manifesti funebri, creato dai lavoratori della casa di Maranello. Gli operai lo hanno ideato in occasione del presidio (con annesso sciopero di due ore) che si è svolto mercoledì mattina davanti ai cancelli della casa del Cavallino Rampante. C’era anche una bara in miniatura contenente il contratto per dare enfasi all’improvvisato e figurato funerale dell’azienda. “Il nostro è stato un presidio, nella sua drammaticità, ironico – spiega Paolo Ventrella, della rappresentanza sindacale aziendale Fiom-Cgil – per stemperare i toni su una vicenda che sta diventando sempre più pesante e che i lavoratori non sono più disposti a sostenere”. Erano solo le sei del mattino (l’inizio del turno di lavoro) quando i lavoratori hanno presidiato i cancelli aziendali e solo due ore più tardi erano già oltre un centinaio, “alcuni dei quali – assicura Ventrella – erano anche iscritti della Fim-Cisl e della Uilm. Avevamo proclamato il pacchetto di 40 ore di sciopero insieme, poi Fim e Uilm si sono fermati improvvisamente e i lavoratori non riescono a spiegarselo”. Così le ore di sciopero effettuate nel mese di dicembre sono state 12. Lunedì, inoltre, la Fiom sarà insieme alla Cgil per lo sciopero generale di otto ore, spostando così di qualche giorno prima quello dei metalmeccanici che, a livello nazionale, era stato fissato per il 16 dicembre. La situazione intanto si evolve di giorno in giorno e il rischio paventato nel territorio è che anche in realtà eccellenti come la Ferrari (che fattura milioni di euro ogni anno) possa essere esportato il modello Pomigliano, già reiterato negli stabilimenti di Mirafiori e di Grugliasco, nel torinese. Da parte di Fiat prima c’è stata l’uscita dalla Confindustria, poi la disdetta degli accordi aziendali e del contratto nazionale. Dal primo gennaio i lavoratori non avranno più un contratto di riferimento né nazionale, né aziendale. Quest’ultimo a fine dicembre, per quanto riguarda Ferrari, arriverà infatti a scadenza: tradotto significa che il salario aziendale sarà ancora quello del 2008, non adeguato al costo della vita. “Assieme ai manifesti mortuari avevamo con noi anche una bara in miniatura (perché averne una più grande sarebbe stato troppo oneroso – ironizza il delegato sindacale) per dire che la Ferrari è definitivamente ‘morta’, che ha perso tutta la sua autonomia, sottostando a tutto quanto viene deciso dalla Fiat di Sergio Marchionne. Lo sciopero è stato organizzato per dire no al contratto Pomigliano, che da gennaio verrà applicato senza nessun confronto né con i lavoratori né con i loro rappresentanti. Applicare questo tipo di accordo è un’offesa verso tutti i lavoratori e i cittadini del nostro territorio, un luogo che la cultura del lavoro e del movimento sindacale, dal dopoguerra a oggi, hanno reso un modello per tutta Europa”. Da: Il Fatto Quotidiano -
Veramente un cancro per l'italia. . . Dove non arrivano i paesi low cost ci arriva lui. In 10 anni la classe operaia non esistera' piu' in italia grazie a mercenari di questo tipo
in ITALIA non ci sarà più lavoro...se gli operai ni si mettono in testa che lo stipendio NON è DOVUTO!!! ora non tiro in ballo il caso FERRARI....che è una realtà SUPERPRODUTTIVA....ma tutte quelle grandi imprese dove l'operaio fa a gara su chi fa di meno e chi ruba di più lo stipendio....FINCANTIERI su tutti.... e parlo da persona che lavora come dipendente (non di FINCANTIERI)....e non da DATORE DI LAVORO /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
Devi dare un po' di reputazione in giro prima di poterla dare di nuovo a davide_qv Come sempre si fa confusione fra un uomo d'affari e un benefattore, un'azienda di produzione e una ONLUS, uno stipendio guadagnato e la beneficenza. Marchionne è il CEO canadese, di origini italiane ma residente in Svizzera, di una multinazionale che gli paga uno stipendio per curare gli interessi aziendali. A lui non deve fregare nulla dell’Italia o della Ferrari, deve fregare solo del gruppo Fiat (del quale Ferrari è controllata) e dei risultati che questo consegue. Non è pagato per occuparsi degli interessi italiani (diversamente si metteva in politica). E’ l’italia che deve preoccuparsi di tenersi Marchionne: se l’italia non è in grado di essere competitiva, Marchionne deve andare altrove, anche solo per uno 0,00001% di convenienza economica. Si continua a parlare di cose che sono letteralmente “fuori di testa”. Non interessano a nessuno, imprenditorialmente parlando (e Marchionne è uno straordinario imprenditore, non un benefattore). Esiste un pianeta (si chiama Terra). Esiste un mezzo di mobilità personale (aggeggio a 4 ruote mosso da motore endotermico o ibrido con 2-9 posti). Esiste un mercato per i suddetti mezzi. Esiste un bilancio, che mostra dei numeri, che identifica il valore dei player di questo mercato. Punto. Basta. Il resto, sono discorsi da politici, sindacalisti e chiacchiere da bar dello sport. Ed i numeri dicono che la somma di una Fiat (otto anni fa considerata praticamente fallita e solo tre anni fa considerata ancora in coma farmacologico) con una Chrysler (due anni fa talmente fallita che nessuno la voleva nemmeno gratis) oggi vale 90 miliardi di dollari con 4.5 milioni di VEICOLI prodotti (aggeggi a 4 ruote mossi da motore endotermico ed adibiti al trasporto di persone e secondariamente cose). Quando una floridissima BMW, reduce da mezzo secolo di bilanci in attivo, ne vale solo 103, ed una Daimler 123. O una GM (primo produttore mondiale nel 2011) ne vale 70. Questi sono i numeri, i risultati. Questi risultati dicono che quest'uomo laureato in filosofia ha risollevato a costo zero due aziende che ieri facevano discutere i medici sullo staccare la spina, rendendole oggi uno dei 5 gruppi automobilistici di riferimento sulla scena mondiale, oltre che una delle poche realtà industriali italiane di cui potersi vantare. Se Marchionne non ci fosse stato, Fiat (e con essa Ferrari) sarebbe davvero stata smembrata e ridotta in mani indiane o cinesi come Volvo o Jaguar. Mi pare che di fronte ai numeri (e il business è fatto di numeri) le chiacchiere stiano a zero. E mi pare che gli operai Ferrari siano alcuni fra i migliori esempi di realtà lavorativa del Bel Paese, essendo altresì Ferrari una continua macchina da soldi.
Appunto, non vedo perchè dover uniformare l'intero gruppo verso il basso, in quanto a condizioni di lavoro.
Devi dare un po' di reputazione in giro prima di poterla dare di nuovo a AleArturo. perchè tu ascolti solo la campana del sindacato....e non ti informi su quali siano le reali imposizioni del sistema POMIGLIANO.... alla fine ai dipendenti si chiede di LAVORARE.....e si diminuiscono solamente...ASSENTEISMI....FINTE MALATTIE....si riduce qualche pausa extra che c'era solo in alcuni stabilimenti.....e si cerca di far si che si passi meno tempo a baruffare con i sindacati per perse di posizioni ridicole come la mancanza di un asciugamano dell' HOLLIDAY INN al posto del rotolo di carta per asciugarsi le mani.... ricordiamoci che MARCHIONNE avrebbe potuto lavarsi le mani...e a sta ora i dipendenti FIAT e l'indotto erano tutti come a TERMINI IMERESE nella speranza che una DR qualsiasi li assorba....con il dubbio di chissà quanto dura son finiti i tempi in cui la gente se ne approfitta mostruosamente pensando che gli stipendi siano dovuti e che la ditta sia una ONLUS!!! perchè questa è la realtà della grande impresa nazionale!!! un esempio?? in FINCANTIERI ci son persone che passavano le giornate chiusi nelle baracchette a giocare a carte...o pescare....oppure quelli che nascondevano nei cassoni degli attrezzi da buttare quelli nuovi mettendoli sul fondo.....così quando poi il camion usciva....buttavano quelli da buttare...e rivendevano quelli nuovi... non vado avanti ancora perchè riempirei pagine e pagine del forum!!! e parlando solo di uno dei cantieri....se parlo di tutti e le loro cacchiate....scrivo una TRECANI di sprechi e ruberie da parte dei lavoratori che forse solo i nostri politici son capaci di fare meglio!!!!
Bel discorsetto, che filerebbe anche se non ci fosse un problemino... Esiste un Paese reale Esistono i costi sociali delle scelte aziendali Esiste gente che dedica una vita ad un'azienda salvo ricevere un calcio in c u l o Il Gruppo Fiat è l'esempio lampante della logica "perdite pubbliche/utili privati", che ha consentito alla famiglia Agnelli di far fuori autentiche perle dell'industria nazionale. In poco più di 100 anni, questi scellerati han fatto cessare -a titolo esemplificativo, ma non esaustivo-: - Autobianchi; - OM; - Alfa Romeo; - Lancia; - Fiat Avio; - Fiat divisione motori navali -... devo andare avanti parecchio? Il tutto, chiaramente, lasciando sulle spalle dello Stato, e quindi nostre, i costi della ricollocazione dei lavoratori. Perché quel che fai tu è un discorso bellissimo, ma se il mercato diventa una scusa per far eludere alle aziende le proprie responsabilità, beh, per me che ci vada Marchionne in catena di montaggio. Vedi, è comodo dire: mi costa meno produrre all'estero, chiudo in Italia. Comodissimo, e a costo zero soprattutto. Il problema è che non c'è un Governo con gli attributi che risponda imponendo un x% di "oneri compensativi per il costo sociale", da applicare su ogni singolo pezzo venduto in Italia. Fregandosene della gente, son tutti buoni a far quattrini; il vero imprenditore, invece, riesce a farlo anche avendo a cuore la sorte dei propri operai. Capisco che per Marchionne sia difficile.
Ci sono settori industriali che uno Stato semplicemente non dovrebbe mai abbandonare, anche se in perdita. Uno di questi è la cantieristica. Ma capisco che per i cultori del mercato sia dura da capire...
per dirla in sintesi sui "successi di marchione", oggi con la metà degli utili del gruppo BMW dell'anno scorso ( grosso modo) è possibile "assumere il controllo"(oltre il 50% di capitalizzazione) di Fiat spa, saluti
bravo...così abbiamo gente che prende una pensione spacciandosi per operaio???? ma per piacereeeeee!!! io con fincantieri ci vivo...perchè siamo una ditta esterna che fa progettazione di impianti proprio per le navi....e se parlo come parlo...è perchè ormai siamo giunti a qualcosa di assurdo.....con dipendenti che lavorano forse 1/10 di quello che dovrebbero...e stan venendo fuori casini immani sulle navi in costruzione!!! ma tanto si...diamo ragione a questi che scioperano se li licenzi anche con giusta causa!!! un'altro esempio???....operaio che segnava due ore di straordinario ogni giorno....ed invece era a pescare!!!....ripreso con le telecamere di sorveglianza!!!!
Le Assicurazioni Generali in Borsa sono capitalizzate per un valore di circa 2/3 delle sole proprietà immobiliari del Gruppo.
strano...nelle aziende tedesche (in cui lavoro) gli stipendi sono altissimi, le regole rigide, i controlli seri, e le condizioni di lavoro ottimali......e guarda caso i dipendenti non si fottono tutto quello che possono, semplicemente per fedeltà all'azienda, e perchè, di fatto non ne hanno bisogno (a parte che se ti beccano stai a casa, o vai in gabbia, non cè sindacato che tenga). Ciònonostante sono quasi tutte aziende che non devono svendersi e andare chissà dove all'estero o buttare via la loro tradizione... come dire: che ci sia anche un altra strada?!
salute, un elemento , a mio avviso , importante è il modo come le aziende tedesche trattano gli impiegati...
oltre alla capitalizzazione bisogna considerare l'indebitamento finanziario di ogni società; la fiat è in una situazione gravissima perchè le vendite in europa sono crollate insieme alla sua quota di mercato e il suo indebitamento è spaventoso; il valore del titolo rispecchia questa situazione; la BMW continua a progredire in fatturato e vendite per cui fa utili; non si sta parlando delle assicurazioni generali ; due o più società che sono in difficoltà non ne fanno una in buona salute;
hai assolutamente ragione. Le condizioni di lavoro sono in generale ottimali di solito. Certo questo non vale sempre, ma non mi ancora capitato di sentire gente insoddisfatta...
Quindi devo presumere che a Pomigliano la meta' dei dipendenti mandava certificati medici per poi andare a fare il secondo lavoro, perche' magari non venivano trattati come vengon trattati i dipendenti tedeschi ? O che magari per lo stesso motivo nei piazzali Fiat di mezza italia spariva di tutto per lo stesso motivo ?