ma che è, una gara??? la burocrazia si elimina con 2 righe, si stabiliscono parametri semplici e rigorosi (possibilità economiche di mantenimento, fedina penale pulita e poco altro), e tempi brevi con quanti bambini ci sono da togliere dalla strada o peggio dalle mani di genitori (etero!) con un QI come quello di un embrione morto....
Vorrei a questo punto porre un'ulteriore questione. Appurato che in Italia, dal momento che le leggi in materia devono passare dai veti dei cardinali, non vedo all'orizzonte nemmeno il matrimonio delle coppie gay, caposaldo di una società moderna, laica, avanzata e responsabile, né tantomeno l'adozione per i single (caposaldo invece della mia visione socio-politica), perché, secondo voi, non sarebbe auspicabile l'adozione di un bambino già grande (over 12) anche da coppie omosessuali? Perché non è una famiglia tradizionale? Esiste per voi un modo giusto (e "tradizionale") di dare amore, ed uno sbagliato? È già stabilito il limite d'età (mi sembra di ricordare 14 anni) che l'adottando deve avere per poter/dover dare il proprio assenso in caso d'adozione. Non vedo perché, se il bambino vede in chi lo vuole adottare l'amore, glielo si debba negare.
la penso esattamente così!!! meglio che viva in un contesto d'amore che solo in un orfanotrofio ed in condizioni psicofisiche innominabili! (se in italia) o se adottato dall'estero per strada con l'unica prospettiva di prostituirsi per mangiare...
condivido ed approvo in pieno tutto compreso le risposte che non sono uscite nel quote /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> appena posso ti reppo.
No, è la terribile realtà di uno Stato che si proclama laico. Sono ateo ed anticlericale, ma rispetto la coscienza cristiana e i valori su cui è fondata la società della mia Patria. Mi sono impegnato da ateo a 16 anni da rappresentante del mio liceo perché il crocefisso non venisse rimosso dalle aule, ma continuo ad impegnarmi per la laicità dello Stato. L'unione delle coppie gay è un fatto di laicità, in quanto riguarda la libertà individuale, ed è una libertà che mi vedrà sempre in prima linea nel suo sostegno, l'adozione no, in quanto riguarda una visione socio-politica, visione che non reputo applicabile, per il momento, nell'ottica sociale italiana. Per questo ti quoto in questa parte, e spero che la discussione possa anche avere un viraggio verso la mia proposta. Qui è più complesso. Sono fermamente contrario alla fecondazione eterologa in generale, come penso la maggioranza degli italiani, ma in Spagna ed Olanda è legale. La politica perciò non può sottrarsi, riifiutandosi a priori su preconcetti ideologici dettati dalla Chiesa, di legiferare su un dato di fatto: sono ormai numerose le coppie lesbiche che tornano da Barcellona con un figlio. Lo Stato deve proteggere questo figlio, prima di tutto e sopra ogni cosa. Cosa ne sarebbe se la madre naturale di questo figlio dovesse venir meno? Secondo le leggi attuali verrebbe dato in affido ai nonni materni o peggio in adozione, strappandolo all'altra sua madre. Penso che questo sia negare lo stato dei fatti, negazione volta unicamente a mantenere uno status quo delle classi dirigenti politiche nei confronti di quelle clericali, negazione però deleteria per quel bambino, che non verrà difeso né dalle une, né dalle altre.
1) Unione coppie gay/adozione da parte di coppie gay. a) L'unione di fatto fra due omosessuali deve essere garantita come libertà: uno Stato laico e tollerante non può permettere che due persone non possano godere degli stessi diritti di una coppia di fatto parificata solo in base all'orientamento sessuale, distinzione sulla quale peraltro ci sarebbe da discutere anche a livello giuridico. Lo Stato, in definitiva, non è autorizzato ad intervenire nelle libertà individuali come l'orientamento sessuale, così come non dovrebbe esserlo ad escludere dal godimento di alcuni diritti, derivanti da una condizione stabilita per legge, in base allo stesso. b) Il caso dell'adozione è diverso. Il bambino orfano o dichiarato adottabile è posto sotto la tutela dello Stato, e lo Stato deve garantire la sua protezione esercitando su di lui una "patria potestà" intesa come potestà collettiva, collettiva intesa come coscienza sociale del Paese. L'adozione è un fatto che deve essere trattato nell'ottica della protezione dell'adottando, non dei diritti dell'adottante. L'attuale coscienza sociale dell'Italia, profondamente radicata nell'ideologia cristiana in merito ai valori fondanti della famiglia, rifiuta ogni forma di famiglia non tradizionale, e questo va accettato, in quanto lo Stato deve raccogliere quella che è la coscienza collettiva ed applicarla, in questo caso sempre nella suprema logica della protezione del bambino da adottare, e non di chi vorrebbe adottarlo. Concludendo, nel negare implicitamente la possibilità per le coppie gay di essere riconosciute, lo Stato interviene, a mio avviso, su diritti e libertà che non dovrebbero essere nella sua disponibilità. Lo Stato dovrebbe avere la competenza solo di legiferare in materia, riconoscendo una libertà, come quella di vivere come si vuole la propria vita, già implicitamente definita dal Rousseau. Io sintetizzerei con: la libertà è il poter fare ciò che si vuole sino al momento in cui non si lede la libertà del prossimo. Non vedo che danno possa arrecare alla collettività o ad alcun singolo l'unione delle coppie omosessuali. La Costituzione Americana è l'unica che riporta un importante innovazione: la ricerca della felicità. È questa, secondo me, la base del patto sociale di Rousseau: che tutti coloro che vi aderiscono lo facciano per la loro felicità. E un patto sociale supremo come la Costituzione dovrebbe garantire questo, la felicità a tutti i cittadini. Non vedo che felicità verrebbe tolta a chi vorrebbe impedire l'unione delle coppie omosessuali. (Sono stato molto conciso, ma spero di essere stato comunque chiaro) 2) Fecondazione eterologa. Sono ateo, ma credo nella sacralità della vita, non come concetto trascendente, ma come concetto puramente umano e terreno. Il fine ultimo della scienza, secondo la mia opinione, dovrebbe essere quello di migliorare la vita dell'uomo, non di modificarne il decorso naturale. Una banca di sperma è, in questo contesto, dissacrante. La fecondazione è un processo naturale che non può essere by-passato, né dalle leggi biologiche né da quelle morali: non siamo piante, i cui semi venduti dall'ortolano ci permettono di crescere laddove non avremmo mai potuto.
(Quella a cui ti riferisci è la cosiddetta fecondazione omologa.) Perché vorresti impedire ad una coppia di avere figli naturali solo per problemi di sterilità, quando la medicina può aiutare, e non sostituire (come nell'eterologa), il processo della fecondazione? Quale danno verrebbe arrecato a te, che sei l'ultimo, o al bambino, che è il primo? Questo è il compito della scienza medica, e non vedo in ciò alcuna implicazione etica se non un fondamentalismo di fondo da parte della tua visione. A questo punto, applicando il tuo pensiero, nemmeno il parto cesareo è considerabile come condizione naturale: nei casi in cui è consigliato, rischieresti la vita della madre o del bambino, giustificandolo con il presupposto secondo il quale se dovesse succedere qualcosa sarebbe stata la natura a deciderlo, e non vedresti motivi per "aggirarla artificialmente"? Forse alla prima lettura non sembra, ma siamo sullo stesso piano. Esempio:Una coppia lesbica va in Spagna affinché una delle due compagne venga fecondata in maniera eterologa. Nasce un bambino che cresce con due madri, e si affeziona a loro come un qualsiasi bambino si affezionerebbe ai suoi genitori, ed al di là di ogni implicazione psico-sociologica questo succede, è un dato di fatto. Arrivato all'età di 10 anni, la madre biologica viene coinvolta in un incidente, e viene a mancare. Ti sembra giusto quello che prospetti, strappare il bambino all'altro suo genitore? Non rientra nella mia visione sociologica, né nella tua, né in quella collettiva, che possa accadere che un figlio nasca così. Ma è successo. È un dato di fatto, come quello che il bambino a quell'età si sia affezionato ed abbia riposto in quelle due figure l'amore che un bambino ha per i genitori. Penso sia una punizione per il bambino ciò che tu prospetti, una punizione dettata dall'ottuso oscurantismo religioso su cui si basa il rifiuto di vedere la realtà di come le cose sono, non di come vorremmo che fossero, perché sta davanti ai tuoi occhi, quel bambino è lì, è nato così, e tu lo devi proteggere, e non punire perché non è nato come tu pensi sia giusto nascere. Se c'è veramente un modo giusto di nascere. Tu non gli stai dando una protezione, ma una punizione. Una punizione troppo grande da sopportare. Non hai potuto impedire ciò che tu rifiuti, e che io rifiuto, ma lui è lì. Tu devi pensare a lui. Questo è il compito del legiferatore. Ma esso latita, e tu con esso. Io no, io sono dalla parte del bambino, in qualunque modo sia nato.
si sei stato chiaro ho capito e ho capito che non sono d'accordo nè con te nè con lo stato :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> sono atea anch'io e sono comunque per i diritti di un adottando nella fattispecie un bambino che debba avere come casa non un orfanotrofio per la fecondazione invece aldilà della religione qualunque essa sia IMHO il divieto di una cosa porta sicuramente ad un'aberrazione della medesima fatta altrove e/o clandestinamente... è per questo che non dovrebbe essere vietata ma permessa e regolata da leggi, secondo me, un po' come le droghe se liberalizzate non sarebbero il problema che sono da sempre. i divieti li trovo pericolosi riguardo la fecondazione eterologa "La fecondazione eterologa è l’unico rimedio possibile in caso di infertilità totale. Proibendola, la legge impedisce alle coppie completamente sterili di avere figli, ponendo in essere una discriminazione inaccettabile. Gli esclusi sarebbero, ad esempio, persone che a seguito di interventi chirurgici o trattamenti antitumorali sono diventate sterili, così come i portatori di gravi malattie trasmissibili. La paternità e la maternità, così come la vita, non possono essere ridotte a un dato meramente genetico. Secondo la legge italiana lo stato giuridico di padre si acquista con una manifestazione di volontà di chi si riconosce come genitore nei modi previsti dall'art. 254 c.c, e non è necessario dimostrare di essere il genitore biologico. “Nel caso della proibizione della donazione di gameti si è voluto ignorare la pluralità di modelli genitoriali e familiari che la stessa adozione aveva messo in gioco, nel tentativo di legittimare un’unica forma di famiglia tradizionale basata su legami biologici, senza alcuna considerazione riguardo al fatto che il concetto di famiglia va rapidamente cambiando nel vissuto comune e accanto al “legame di sangue” esistono altri legami basati sull’affetto e sull’assunzione di responsabilità. Inoltre riteniamo che nessuno abbia il diritto di giudicare il desiderio di procreare degli altri, distinguendo i desideri di paternità e maternità in buoni e cattivi, altruisti ed egoisti, e soprattutto pare assurdo che questa operazione si possa fare solo sulle coppie che hanno un handicap riproduttivo, che in questo modo si troverebbero a dover provare la loro adeguatezza a esser genitori.” (Claudia Livi e Elisabetta Chelo, “Il divieto di fecondazione eterologa nega la solidarietà e fraintende la famiglia”, Darwin, n. 4 2004) Non esiste alcuna evidenza scientifica della tesi secondo la quale i bambini nati da fecondazione eterologa sarebbero infelici o vittime di disturbi psicologici. Esistono anzi evidenze contrarie. Scegliere di affrontare i costi psicologici, fisici e finaziari della fecondazione eterologa, infatti, rappresenta per la coppia una decisione difficile e ragionata, e richiede uno sforzo di amore e di responsabilità se possibile maggiore di quello già necessario nel momento in cui si decide di mettere al mondo un figlio. L’unico effetto di questa legge è quello di impedire a migliaia di persone di avere figli, a migliaia di bambini di nascere e di introdurre per legge odiose discriminazioni, non da ultimo la discriminazione tra le coppie che potranno permettersi di andare all’estero per effettuare la fecondazione eterologa, e coppie che non potranno farlo." copiato e incollato da questo sito http://www.lucacoscioni.it/la-fecondazione-eterologa
se quindi tu avessi un problema di aspermia rinunziersti all'idea di avere un figlio? A mio avviso non hai la minima idea di cosa sia volere un figlio e non riuscire ad averlo. Se la natura fosse così giusta, i tossicodipendenti, i genitori violenti, i padri pedofili e buona parte dei meno fortunati a questo mondo non avrebbero figli.
non è mica facile adottare un bimbo...tanto per dirtene una, non avere i genitori in vita o avere un genitore che ancora lavora comporta una perdita di punti considerevole nella graduatoria per l'adozione, per non parlare del reddito, degli innumerevoli test psicologici e delle peripezie che si devono fare. Siamo ancora IT visto che di adozioni e concepimento si parla.
ma no anzi! per quanto mi riguarda se dovessi adottare io sarebbe l'deale prendersi un bimbo magari dell'età che nessuno adotta più e con le caratteristiche che tutti scarterebbero con handicap per esempio, ma è davvero un casino adottare per varie ed eventuali... poi ci sono quelli che voglio il figlio loro coi loro occhi etc etc anche se io non lo farei io non critico nè giudico male che qualcuno lo voglia tutto qui.
una mia amica ha adottato 3 fratelli brasiliani, poi altri 3 li ha presi una sua amica, adesso tutti e 6 i fratellini si vedono abbastanza spesso. la suora che ha curato il tutto gli disse: questi comunque sarebbero finiti in europa, o come bimbi adottati, o molto più probabilmente come "pezzi di ricambio" e gli indicò un muro sfondato: "qualche notte fa sono entrati con un camion, hanno razziato una ventina di adolescenti e se li sono portati via, li sgozzano e vendono gli organi". per cui io dico: affidiamo tutti gli orfani a chi li vuole, coppie, singoli, gay, squadre di calcio... poi magari dopo che li abbiamo sistemati tutti ci facciamo pure 2 problemi etico/morali.
Vorrei innanzi tutto chiarire il primo punto della discussione. Lamia, io sono pienamente favorevole all'adozione da parte delle coppie gay, così come reputo l'Olanda il Paese più avanzato nella legislazione in materia sociale e, in generale, nella libertà di vivere la propria vita. Può sembrare in contrasto, lo riconosco, con quello che ho scritto precedentemente, e la complessità della scrittura non avrà sicuramente aiutato. Quella che intendevo esprimere non era in quel frangente il mio pensiero personale sulla questione in oggetto, che ho espresso sopra per confutare ogni dubbio, ma la mia visione politica: non si può andare contro la coscienza morale di un popolo imponendo la propria posizione. Stiamo vivendo, in ambito politico, un periodo che è ricco di esempi rilevanti in merito: lo scendere in piazza contro un governo votato dalla maggioranza degli elettori perché non ci aggrada ne è forse quello più qualificante. Un orfano è, ripeto, sotto la tutela dello Stato, e lo Stato è e deve essere rappresentativo del pensiero maggioritario (nel caso in oggetto, in Italia, largamente maggioritario), perché cura e protegge gli interessi di tutti. Per questo non reputo questo né il momento né il Paese adatto a fare una proposta del genere, né tantomeno ad imporla con la forza come qualcuno avrebbe desiderio di sobillare, perché profondamente radicato è in Esso tuttora un pensiero di radice cattolica incompatibile con queste istanze. Quella italiana è una cultura pienamente ispirata a un retaggio religioso cattolico, oscurantista, ottuso e per di più ipocrita, ma è la cultura di questa Nazione, e come tale va rispettata, soprattutto per la storia millenaria dalla quale essa prende fiato. Rispetto chi, dissentendo profondamente dal pensiero della maggioranza, emigra in altri Paesi, ma è un rispetto subordinato al fatto che mai, anche da emigrato, dovrà permettersi di porre in discussione la sovranità di una Nazione quando essa deriva dalla democratica espressione di un pensiero largamente condiviso. Conclusione: se non ci sta bene, andiamo ad Amsterdam, e lì potremo fare figli in provetta da sconosciuti, morire in pace e anche fumare senza che nessuno ci arrechi disturbo, ma non costringiamo a ciò chi non vuole. O, almeno, chi ancora non vuole. Perché io reputo quella olandese una cultura avanzata, e nulla toglie che il futuro ci riservi un divenire della società in Italia attualmente improspettabile. Passiamo quindi al secondo punto. Un figlio non è un diritto. È un desiderio, che può diventare, sì, angoscioso e straziante, ma un desiderio. Non può da questa aspettativa essere giustificato il sovvertimento delle leggi naturali e morali secondo le quali un figlio è il frutto dell'unione dell'amore di una coppia. L'adozione è la sostituzione all'amore che è mancato e manca per un bambino abbandonato. La fecondazione eterologa invece è un sovvertimento, in quanto, considerando lo sperma solo come un mezzo finalizzato a questa aspettativa, spesso vista, ripeto, come diritto che tale non sarebbe, è una negazione delle leggi morali, e in quanto, considerando sostituibile la propria genitorialità biologica, è una negazione delle leggi naturali.È senza dubbio condivisibile l'affermazione secondo la quale la genitorialità non può essere ridotta ad un dato meramente genetico, ma questa posizione non può essere intesa, come al contrario lo è in questo articolo, in maniera radicale, prescindendo invece totalmente da questo dato. Ciò che fa propendere alcune coppie per le possibilità offerte dalla fecondazione assistita rispetto a quelle dell'adozione è sovente il desiderio, legittimo, di un figlio proprio: questo non può, secondo la mia opinione, essere considerato però diversamente da egoismo quando comporta questi fatti. L'adozione è, a mio avviso, l'unica possibilità per un padre e una madre ai quali è stata negata la genitorialità di poter avere quella forma di maternità o paternità illustrata nel secondo articolo, basata non già sul dato genetico, ma sull'amore e la responsabilità. Questa è una considerazione vera. Ma è una considerazione, e non la accetto assolutamente proposta in luogo di un'eventuale giustificazione, proposta fatta invece da questo articolo. Se avessi quel tipo di problema sarebbe il riconoscimento di un dato di fatto dover rinunciare ad avere un figlio naturale. Non rinuncerei all'idea di averne uno, e valuterei l'adozione. È vero, la natura è spesso ingiusta. Ma non può essere affidato al nostro delirio di onnipotenza poterla sostuire con le sue leggi, dalle quali, speficifico visto che a molti forse non è chiaro, derivano le nostre leggi sociali e morali.
Sulla natura: ragionando con il tuo stesso principio, non vedo perchè dovresti curare un tumore con radio e chemioterapia (che in natura non esistono), non accetteresti una trasfusione di midollo? Sei contrario anche agli studi sulle cellule staminali? Alle terapie ormonali anticoncezionali? Agli antibiotici? Sull'adozione: Io non so come funzionano le adozioni dove vive Chent ma qua nel nordest non c'è suora o prete che ti possa aiutare, l'iter è lungo e parecchio duro oltre ad essere oltremodo costoso. Lo dico con cognizione di causa, non per sentito dire. Per questo trovo che due vecchi gay adottino un bimbo. Mi piacerebbe avere il parere di una donna, tua moglie o la tua compagna, se lei potesse procreare e tu no tu non faresti di tutto per darle il figlio che chiede? Io si, natura o non natura di mezzo. Lo facciamo già da oltre 70 anni con le vacche, le galline, i cavalli, i maiali che poi ci mangiamo. Se io avessi un problema di questo tipo, per amore di mia moglie e per la voglia naturale di ogni uomo e donna di accudire ed allevare un cucciolo sarei pronto a qualsiasi cosa.