Piloti, che gente (prima parte) Pubblicato da Leo Turrini Mer, 07/04/2010 - 15:57 Miei formidabili discepoli e maestri, ho visto che molto vi appassiona la distinzione tra il lato ‘agonistico’ di chi guida una monoposto e l’elemento strettamente umano. Concedetemi allora una premessa. Per molti anni ho avuto la professionale fortuna di seguire la carriera di Alberto Tomba. Costui era, sugli sci, un campione leggendario. Viceversa, era talvolta (via, più di talvolta!) discutibile nei comportamenti privati. E c’erano miei colleghi (ma anche gente comune) che trasferivano il dispetto per le esibizioni extraneve di AT in un pregiudizio esteso allo slalomista. Io ho sempre ragionato diversamente. Forse sbagliavo, ma dicevo e scrivevo: attenzione, Tomba come atleta è uno dei più grandi nella storia italiana del Novecento. Occorre distinguere il fuoriclasse dal privato cittadino. Magari non è facile, eppur si deve. Mai visto un calciatore più bravo di Maradona, ma se una delle mie figlie si fosse innamorata del Pibe de Oro ne avrei chiesto la clausura in convento. Però, con il pallone tra i piedi, Diego Armando restava il numero uno. Ciò premesso, in una mini riedizione di ‘Piloti, che gente’, un classico letterario del grande Drake, ecco cosa penso io, agonisticamente e umanamente, dei ‘manici’ protagonista nella F1 del presente. HAMILTON. Per me (mi scuso per la ripetizione, l’ho già detto) al volante è il migliore. Nel 2007, ad avvio di stagione, nessuno immaginava potesse inguaiare Alonso. Lui l’ha fatto, anche se poi alla fine ha gettato il titolo, per frenesia e per inesperienza. Ma il talento, enorme, non si discute. Aggiungo che dovevo aspettarmelo: nel 2006, dopo una gara di Gp2 vinta dal Nero in furibonda rimonta, Schumi, allora ancora ferrarista, si fece mezzo chilometro a piedi per andare a complimentarsi. Umanamente, Lewis non mi entusiasma. Ha una tendenza naturale alla menzogna. Ha mentito sulla spy story del 2007 (e figuriamoci se sapeva nada, in McLaren era informato pure l’addetto alla pulizia dei cessi di Woking e di Paragon). Nel 2009 in Australia si è fatto compatire in Australia per la balla sul sorpasso di Trulli. Su Nicole la Pussycat non mi esprimo, la mia figlia minorenne sta leggendo sul computer quello che scrivo. ALONSO. Anche qui, replico, come una rete Rai di mezza estate. Era l’alba del millennio, stavo a cena con Giancarlo Minardi a Brisighella e Giancarlone mi disse: pataca, io ho appena scoperto il nuovo Senna, si chiama Fernando Alonso, è il clone di Ayrton. Io di Minardi mi sono sempre fidato (mai mi aveva detto cose del genere su Fisichella, per intenderci) e insomma ho tenuto d’occhio da subito lo spagnolo. Talento purissimo, grinta da vendere, una furbizia agonistica che si trasforma, se necessario, in cattiveria autentica. L’Alonso migliore secondo me lo abbiamo visto in Renault nel 2006, quando è stato costretto a difendersi dal recupero di Schumi, un recupero favorito dalla porcata Fia sul mass damper. L’Alonso peggiore è quello del 2007, perché a me le balle non le racconta, il Nero in McLaren era, sia pure di poco, superiore a lui. Umanamente non gli confiderei un mezzo segreto, rischierei di trovarmelo diffuso via mail tramite De la Rosa. Umanamente non mi era piaciuto quando, nel 2004, polemizzava con Trulli, reo in un certo periodo di usare la Renault meglio di lui. Penso che Fernando si creda molto furbo. Magari troppo, aggiungo io. MASSA. Il pilota sta un gradino sotto il Nero e sotto El Banco. Motivo: ci sono piste sulle quali il Molleggiato è un’ira di Dio. E ci sono circuiti sui quali Felipe è uno qualsiasi. Poiché sta in F1 da quasi dieci anni, significa che qualcosa gli manca. Ma è giusto riconoscere che nel 2008, a parte Glock, il titolo lo avrebbe vinto, senza crack di motori a lui non imputabili e senza la truffa di Singapore (truffa che non imputo ad Alonso perché non ho le prove, sia chiaro). Umanamente è un buon ragazzo, forse troppo legato alla famiglia, nel senso che a certi livelli, chiedo scusa alle signore e alle signorine in lettura, devi essere un figlio di *******, altrimenti ci resti in mezzo. Non lo ricordo protagonista di storie disdicevoli e il fatto di essere un ‘protege’ della famiglia Todt non può valere come una colpa. Domani vi descrivo Schumi, Raikkonen e magari pure Vettel.
Quoto ogni parola. Lewis il più forte, Alonso subito dietro, anche se entrambi umanamente lasciano a desiderare. Massa viene dopo come pilota, anche se dei 3 è la persona migliore. Sono il prima a dire che non bisognerebbe tifare o non tifare un pilota per le antipatie/simpatie, però se sei una testaccia di legno oh, a me non piaci. Anche se cmq riconosco i meriti, come ad es. quelli di MSC; l'ho sempre definito il miglior pilota anni '90 dopo Senna, ma come uomo zero. ...L'ho capita così anche io..... Certo che la FIA.... /emoticons/happy@2x.png 2x" width="20" height="20" />