Il mondo dei dipendenti e quello degli autonomi sono troppo lontani per essere capiti vicendevolmente. Solo chi ha avuto la doppia esperienza puo' in qualche modo capire, pur traviato e accecato dagli svantaggi del sistema in cui al momento si trova. Mi piacerebbe un mondo in cui tutti fossimo in grado di vedere oltre.
In realtà io proponevo una sorta di parallelismo tra Stato e professionista/imprenditore. Ci sono clienti che pagano subito tutto (a scadenza), altri che pagano tardi, altri che purtroppo non pagano. Ora, il costo della prestazione è il medesimo, si suppone, ma a quello che paga tardi non gli vengono applicate maggiorazioni (che si, sono formalmente previste - interessi legali bla bla bla), purchè paghi. Quello che non paga mai, perdi tutto. Per farla molto facile, anche allo Stato interessa incassare quanto meno il capitale, pur di incassare e, al pari del privato, non premia chi paga tutto e subito (a scadenza).
Sarebbe da provare! Pagamento anticipato all'ordine 5% di sconto, pagamento alla consegna 0% di sconto, pagamento in ritardo 10% extra.
Quanti insoluti hai mediamente? +/- 25% Quali sono i crediti non ancora incassati, anche in percentuale? +/- 30% Quali di questi sono non esigibili? +/- il 50% Ho crediti da riscuotere che ammontano a circa il 130% del totale dei miei ricavi annui. Simpatiche queste domande, ma non servono a nulla. L'insoluto non costituisce reddito, nè base imponibile per imposte indirette. Se basi la tua ttività sui ricavi presunti, considerati morto prima di nascere. Ora rispondi tu ad una mia domanda: che lavoro faccio (intendo io, non tu)? Io con la professione che faccio, ho il vantaggio di confrontarmi quotidianamente con entrambi i mondi, quindi credo di riuscire a capirli entrambi. Chiaramente ognuno tira l'acqua al suo mulino, ma far passare il carnefice per vittima, è un attimo, se non conosci le carte, ed i veri paraculi sono professionisti nel celarle per farsi compatire
Ritengo tu sia un libero professionista, consulente del lavoro o commercialista. Le mie domande, come ho specificato in seguito, erano per creare una sorta di parallelismo (semplice) con lo Stato e la sua disattenzione verso chi paga regolarmente, esattamente come tutti e la sua ragionevole intenzione di incassare quanto meno il capitale sui suoi crediti insoluti.
Il parallelismo e' interessante e c'e' tutto. Ho degli amici che lavorano in AE proprio nella verifica delle imposte dirette delle medie aziende e qualche discorso di recupero del possibile secondo la situazione lo ho sentito fare gia' in fase di contestazione, con l'intento di favorire la liquidazione minimizzando le opposizioni. Avendo incentivi e premi basati sul "raccolto" e' ovvio che siano abbastanza interessati ad essere realisti nell'espletamento del loro lavoro.
Se vuoi ti racconto una storia simile, ma opposta. Un vecchio compagno di scuola delle elementari ereditò dal padre un'impresa idraulica, con circa una ventina di dipendenti. Negli anni '80 era piuttosto fiorente e redditizia. Negli anni '90, quando passò al figlio le cose andavano bene, ma non come in passato. All'inizio del terzo millennio le cose precipitarono e tra tasse, stipendi, costi vari, situazione di mercato non troppo favorevole, i bilanci finirono quasi sistematicamente in rosso. Così decise di chiudere tutto, liquidare la società, vendere tutti gli asset e mandare a casa tutti, dagli operai alla segretaria. Venti persone che improvvisamente dovettero cercarsi qualcosa di nuovo, dopo una vita di lavoro come dipendenti. Lui per un po' fece ciò che gli piaceva di più: si fece attrezzare un piccolo rimorchio per andare a feste e sagre a grigliare bestie di grandi dimensioni (la sua passione), poi aprì anche qualche locale di ristorazione, ma contando sempre e quasi esclusivamente sul lavoro proprio e dei propri famigliari. Ora è una persona molto felice e serena. Posso presumere che negli anni '70 ed '80, quando l'azienda nacque e crebbe, l'evasione fiscale fosse prassi molto diffusa, ma di sicuro i costi di gestione, del personale e di tutto il resto non erano quelli dei decenni successivi. Forse avrebbe potuto far meglio, indubbiamente, forse avrebbe potuto tenerla in piedi iniettandoci del denaro fintanto che non fosse riuscito a venderla o a migliorare il business, ma..... perchè avrebbe dovuto rischiare così tanto? Pagò tutti i conti, chiuse tutte le pendenze e cessò definitivamente un'attività che dava lavoro ad altre 20 persone. Essere imprenditori in Italia oggi è un'atto di grande coraggio, perchè se poi le cose non dovessero andare nel verso giusto potresti essere perseguitato per tutta la vita (non dai creditori, ma dal fisco). Stimolare le startup, agevolandole, può essere cosa molto buona, ma deve essere consentito loro di continuare ad esistere anche al termine dell'imposizione ridotta. Altrimenti, come fatto notare nei post precedenti, si rischia solo di incrementare la concorrenza sleale nei confronti di quelle che già operano, col rischio che possa venir loro in mente di chiudere tutto.
E sono d'accordo con te, anche per lo Stato è meglio "pochi, maledetti e subito". Però è immorale e alla lunga genera disequilibri nel rapporto con i propri cittadini/clienti.
Io creerei un sistema di cessione crediti privati allo Stato, sono certo che ci guadagnerebbero tutti. Ma temo che ci abbiano già pensato e che per qualche oscuro motivo non vogliano utilizzarlo.
Che pagano comunque per intero il capitale ed una (minore) percentuale di interessi. Viene solo tolta la sanzione e gli aggi. A me non risulta che paghino meno di quanto dovevano in origine.
Vero, ma nel mercato del lavoro se nel mondo privato si lavora ad incentivi cio' deve essere applicato anche al mondo pubblico. Altrimenti sarebbe una competizione impari con difficolta' di trattenere e motivare i dipendenti. Ovviamente, tutto cio' in linea di principio.
Per cartelle relative a debiti di 10 anni prima (credo sia questa la media), il risparmio è comunque importante, Claudio. Un finanziamento decennale a costo zero.
È già impari. Come dico sempre che nessuno è obbligato a fare il libero professionista o il dipendente privato, nessuno è obbligato a fare il dipendente pubblico. Mio nonno, quando voleva esprimere un concetto simile, diceva sempre "dove fai Natale, fai pure capodanno"
Non lo so ma proprio per evitare di trovarmi in quella situazione preferisco pagare tutto prima della scadenza.
Ci hai preso in pieno. Il problema dello Stato, a mio avviso, è che a differenza del privato è obbligato a far conoscere ai suoi "clienti" corretti, il comportamento dei "clienti" scorretti, questo crea una sorta di ingiustizia sociale, che può essere compensata solo con un comportamento premiale (potrebbe essere tipo "bonus malus" assicurativo). Io sono d'accordo con te che se sei in difficoltà lo Stato dovrebbe darti una mano, ma sono anche convinto che dovrebbe essere inflessibile con chi ci gioca, e questo sembra non sia mai possibile.
Io la vedo in senso diametralmente opposto, e' il datore di lavoro che se vuole attrarre e trattenere le professionalita' deve incentivarle, enti pubblici compresi che altrimenti avrebbero soltanto resti e scarti. Il dipendente sceglie di fare quello che preferisce.